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Se anche Dio ce l'ha coi motociclisti

il 15/01/2018 in Attualità

Don Andrea Vena, parroco di Bibione, ha fatto scalpore con il suo ultimo bollettino parrocchiale: l'eccesso di velocità è un peccato da confessare e per cui è necessario chiedere perdono: "La vita è un dono divino, metterla in pericolo per comportamenti scellerati è peccato"

Se anche Dio ce l'ha coi motociclisti
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Non bastavano le strade colabrodo, gli onnipresenti velox e le difficoltà di relazione (usiamo un eufemismo) con gli automobilisti. Adesso per i motociclisti è arrivato il giorno del giudizio universale, nel senso quasi letterario del termine. Infatti superare i limiti di velocità non è solo un reato punito dal codice della strada, ma qualcosa di cui si deve chiedere perdono a Dio. Se non ci credete, meglio per voi. Ma per la maggioranza dei centauri di confessione cattolica, la questione può diventare un problema.

Eccesso di velocità? Un peccato

Don Andrea Vena, parroco di Bibione, nel Veneziano, nel bollettino distribuito ogni settimana ai fedeli spiega che le violazioni al codice della strada “sono un peccato di cui confessarsi”. Lo precisa in concomitanza con l'installazione da parte della Polizia municipale, all'entrata e all'uscita della località balneare veneta, di due autovelox fissi che inchioderanno chiunque tenterà di provare l'ebbrezza della velocità superando il limite del 90 chilometri l'ora lungo la strada regionale 74.

Le motivazioni di don Vena, a ben vedere, sono ragionevoli: “La vita è un dono di Dio - sottolinea - e metterla in pericolo con comportamenti scellerati, correndo a velocità assurde, è un peccato per il quale si deve chiedere perdono”. E visto che (tanto per restare in tema biblico) “chi di voi è senza peccato, scagli la pietra per primo”, beh, adesso dovremmo andare tutti a confessarci. E in fretta.

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