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Elettrico: se le italiane piacciono agli americani

Christian Cavaciuti il 18/08/2017 in Attualità

Riprendendo una lunga tradizione nazionale, anche le giovani e intraprendenti Case italiane attive nell'elettrico cercano fortuna in America. Spesso trovandola, come Energica che si sta affermando come riferimento nel segmento premium o come Tacita, che sta per lanciare il primo modello del tutto equivalente a una moto a benzina per prestazioni, peso e autonomia

Elettrico: se le italiane piacciono agli americani
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Improvvisamente l’elettrico non sembra più così lontano. E il motivo è semplice: si sta muovendo, con le sue gambe colossali, l’industria dell’auto. Mentre molti studi davano per favorite le due ruote rispetto all’introduzione di questa tecnologia, la popolarità dell'elettrico determinata da Tesla e l’impopolarità di tutto il resto determinata dallo “scandalo Volkswagen” hanno portato a un’enorme accelerazione della tabella di marcia di tutti i costruttori, specie negli Stati Uniti – che per uno dei tipici paradossi americani, sono uno dei posti al mondo in cui l’attenzione all’efficienza energetica è sempre stata minima.

Così, se l’inquinatissima Asia promette di diventare il primo mercato per gli elettrici di bassa gamma, in particolare a due ruote, gli USA sono oggi e resteranno a lungo il mercato trainante per gli elettrici di fascia alta, appunto dalle Tesla in giù: ed è qua che chi vuole giocare la vera partita dell’elettrico deve essere presente. Anche in campo moto, chi sta giocando questa partita sono per ora degli outsider: giovani aziende che hanno accettato la scommessa mentre le grandi Case, lente e prudenti, stanno alla finestra.

Tra i nomi nuovi dell’elettrico ci sono aziende di tutto il mondo, tra le quali si stanno distinguendo anche un paio di nomi italiani: Energica e Tacita. Che si sono mosse in modo molto diverso, ma che proprio in questi giorni hanno fatto annunci importanti riguardanti l’altro lato dell’Atlantico.

Energica: terzo modello, rete in crescita e sbarco in Canada

La modenese Energica, spin-off di CRP, uno specialista di lavorazioni di precisione e stampa 3D, è partita dal segmento delle sportive di fascia alta, con una struttura pensata subito in grande e quotata prestissimo in borsa. E mentre i roboanti annunci di mezzo mondo si sgretolavano uno dopo l’altro alla prova dei fatti, lei ha mandato in produzione la prima vera supersportiva stradale con dotazioni sia ciclistiche che elettroniche di prim’ordine e 145 CV nella sua ultima incarnazione: la Ego. A cui hanno fatto seguito la streetfighter Eva e ora la EsseEsse9, di cui è stata appena annunciata la produzione.

Questo terzo modello Energica, probabilmente l’ultimo basato sulla piattaforma tecnica attuale, era stato presentato a Eicma 2016 come prototipo e vedrà la propria versione definitiva a Eicma 2017. Si tratta di una Café Racer che esplora una direzione stilistica nuova per le elettriche, è molto attesa proprio dalla divisione statunitense di Energica Motor Company, attiva fin dal 2014 e che può già contare su una sede operativa a Redwood (San Francisco) e una rete commerciale con sedi a Los Angeles, West Palm Beach (Florida) e Nashua (New Hampshire) e in continua crescita.

La novità è proprio che questa crescita ha consentito a Energica di adeguare il listino USA a quello europeo, con una riduzione del prezzo indicativo al pubblico di circa 5.000 dollari che rende le moto emiliane ancora più competitive anche in vista dell’imminente sbarco sul territorio canadese. Certo, parliamo di cifre ancora elevate: ma è importante che si sia imboccata la direzione giusta, quella delle economie di scala e dei conseguenti vantaggi per tutti.

Tacita: nuova partnership e cruiser con 300 km di autonomia

Diverso l’approccio di Tacita, azienda piemontese con il cuore nell’off-road e che ha costruito una gamma articolata su una piattaforma con cambio a 5 rapporti e raffreddamento a liquido, capace di distinguersi sul campo affrontando con successo rally africani e gare di supermoto. Anche Tacita prepara lo sbarco su suolo USA dopo aver stretto un accordo con un’importante azienda locale e con un modello che si annuncia piuttosto interessante: la cruiser T-Cruise.

L’interesse della T-Cruise è che compie un altro, e forse definitivo, passo verso la parificazione di elettrico ed endotermico. Dopo che aziende come Zero ed Energica hanno spinto sulle prestazioni mantenendo autonomie buone ma ancora limitate, ora Tacita mette sul mercato un modello che promette di essere equivalente alla concorrenza a benzina in termini sia di prestazioni che di autonomia.

La T-Cruise va infatti a sfidare modelli come la Harley-Davidson 883, la Kawasaki Vulcan o la Yamaha V-Star, di cui il powertrain elettrico riesce ormai a pareggiare il rapporto peso/prestazioni. Grazie a una chimica ad altissima densità, il notevole pacco batterie da 27 kWh (più o meno il doppio di quanto visto finora) consente alla T-Cruise di vantare un range attorno ai 270 km, con un peso attorno ai 270 kg: per confronto, la “leggera” 883 ne pesa 254 in ordine di marcia. Anche l’accelerazione (0-100 in 5,8 secondi) e la velocità di punta di 160 km/h sono allineate a quelle delle altre small cruiser, e considerando che le Tacita hanno sempre vantato un’ottima dinamica di guida, questo significa un fatto a suo modo storico: che per la prima volta una elettrica esce dal “ghetto” e si presta a una scampagnata con dei modelli a benzina.

Una scampagnata o anche un viaggio, visto che con il caricabatteria da 3 kW occorrono 9 ore per trasferire 27 kWh, ma la T-Cruise (come peraltro le Energica) dispone di una presa CCS Tipo 2 in corrente continua da 200 A con la quale si può fare un “rabbocco” all’80% in 40 minuti. Le prese di questo tipo sono ancora poche, ma la tecnologia è pronta, e con l’aumento del parco elettrico anche l’infrastruttura è destinata a crescere rapidamente.

Quello che non scenderà tanto rapidamente è il prezzo d'acquisto, che dipende sempre molto da quante moto si costruiscono e vendono, e che è comunque frenato dal costo delle batterie. Ma anche se per la parità nel listino ci vorrà ancora qualche anno, intanto è importante che si sia raggiunta, perlomeno nella categoria delle cruiser di fascia media, la parità su strada.

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  • trap6320
    si parla da una vita di elettrico ma............ - perche' le case costruttrici non fanno dei mezzi tipo utilitarie ,piccole e abordabili nel prezzo, o moto meno futuristiche, ma sopratutto prima di fare il mezzo( moto-macchina) converrebbe mettere le colonnine di ricarica sparse per la citta prima di tutto , ma si sa' in italia basta vendere, altri paesi(olanda germania ecc) anno colonnine di ricarica ovunque xche' non impariamo qualcosa