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Il commiato di Sesti: ho cambiato la FMI

di Riccardo Matesic il 11/12/2016 in Attualità

FMI 1996-2016: una storia di innovazione, passione, motociclette, piloti”. Era questo lo strillo della conferenza stampa convocata dal presidente uscente Sesti, per fare il punto sui suoi venti anni di guida della Federmoto. Un periodo durante il quale la Federazione è cambiata molto; a cominciare dalle riforme volute dai diversi governi

Il commiato di Sesti: ho cambiato la FMI
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Venti anni. E cinque assemblee elettive.
Tanto è durata l'era di Paolo Sesti presidente della FMI.
Se n'è parlato a margine dell'Assemblea Generale Elettiva, che ha incoronato Giovanni Copioli suo successore.
Sesti aveva indetto una conferenza stampa per il sabato sera. L'intento era di salutare tutti, di fare il punto su quanto fatto in questi quattro lustri di governo della Federmoto; e anche di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Ha parlato a suo modo, il nuovo presidente onorario della FMI (ma ancora non sapeva che il giorno successivo gli sarebbe stata attribuita tale onorificenza). Sciorinando per un'ora una lunghissima lista di cose fatte, inteloquendo con la folta platea (circa 100 persone), e raccontando aneddoti.

Venti anni di vita, che ci rendono una Federazione profondamente cambiata. Perché è cambiata anche l'Italia in questo periodo; e perché è cambiato il tessuto stesso delle federazioni sportive, per le riforme volute dai vari governi nel tempo.

Negli anni la FMI -come le altre Federazioni, soprattutto le non olimpiche- ha dovuto dunque puntare sempre più sull'autofinanziamento, accollandosi anche l'onere dei dipendenti; che una volta erano invece in capo al CONI.

Ecco allora che il bilancio, dai 6,1 milioni di euro del 1996 è arrivato ai 18 milioni del 2016 (con un picco di 21 nel 2013). E i tesserati sono cresciuti dagli originali 80mila agli attuali 120mila (ma nel 2008 erano 160mila).

Snocciola dati a profusione Sesti, passando dagli aspetti promozionali agli innumerevoli risultati sportivi di prestigio; parla dell'incontro con il presidente Ciampi e di quello con Papa Francesco. Rintuzza ancora le critiche e le polemiche, cerca il pelo nell'uovo delle cose che si sarebbero potute fare meglio. Poi si commuove visibilmente, ricordando l'amico scomparso Alberto Morresi; un dirigente FMI (fu tra l'altro presidente della Commissione Tecnico Sportiva Nazionale) al quale era molto affezionato anche chi scrive queste note.

È finita. Il pubblico in sala si alza in piedi, parte l'applauso. Da domani si volta pagina.

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