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Discutiamone: l'annosa questione delle multe

di Riccardo Matesic il 15/09/2016 in Attualità

Sul nostro Forum c'è una nuova discussione aperta da un motociclista multato per pochi chilometri orari di velocità oltre il limite. Il vero problema però non è nella fiscalità di un verbale che parla di 3 km/h in più. Piuttosto sono i limiti assurdi, e il fatto che troppo spesso i comuni usano le multe per fare cassa

President scrive sul Forum di essere imbufalito, per aver preso un multa relativa a un superamento del limite di velocità di soli 3 km/h. Sul verbale è riportato che, dedotta la tolleranza di legge di 5 km/h, lui risultava viaggiare a 53, su una strada dove vige il limite dei 50 km/h.
Discutiamone: l'annosa questione delle multe
A farlo arrabbiare, il fatto che si tratta di una violazione irrisoria (secondo lui); cosa che renderebbe la multa più una gabella che non un provvedimento per la sicurezza stradale. E ricorda che quando c'era il rapporto diretto con il poliziotto, questo poteva capire se si trovava di fronte a un pirata o a un padre di famiglia distratto, valutando se applicare la multa o essere clemente.

Altri tempi, aggiungiamo noi, perché allora i poliziotti non avevano i misuratori di velocità e applicavano un articolo diverso del Codice della Strada, che citava solo la velocità non commisurata alle condizioni della strada.

Così ecco la multa da 28 euro. Più 15 di spese, perché non è stato possibile fermare il trasgressore per la contestazione immediata. “Ma come -scrive lui-? Se avessi visto un vigile mi sarei fermato!”. E poi cita i limiti impossibili da rispettare, come quello a 50 km/h sulla Udine-Gorizia; uno 'stradone' dove è difficile andare così piano.

Il problema sono i limiti
Il vero problema non è che le forze dell'ordine dovrebbero tarare le loro macchinette con qualche chilometro orario di velocità in più nella tolleranza? Spesso le pattuglie delle postazioni mobili sembra lo abbiano fatto. Ma a norma di legge non sarebbe possibile. Perché la legge non ammette elasticità di alcun tipo. E poi, chi dovrebbe decidere, e in base a quale criterio, su quanti chilometri orari in più chiudere uno o più occhi?

Il vero problema è che in Italia sin troppo spesso sono in vigore limiti assurdi, impossibili da rispettare. Per le motivazioni più disparate, probabilmente qualche volta anche fondate; di fatto però la situazione è insostenibile. Perché non c'è un limite unico che vige su una determinata strada in base alla tipologia, ma un'alternanza continua di prescrizioni diverse. E spesso dove ci sono i limiti più bassi spuntano anche le postazioni di controllo.

Dove finiscono questi soldi?
La legge ci sarebbe e sarebbe chiara. I proventi delle multe dovrebbero essere reinvestiti su capitoli connessi alla sicurezza e alla mobilità. Tra l'altro, il Parlamento ha tentato un ulteriore intervento con la Legge 120/2010, in base alla quale i proventi delle multe per eccesso di velocità accertati per mezzo di specifiche apparecchiature andrebbero divisi al 50% fra l'amministrazione alla quale fa capo il corpo di polizia che eleva il verbale e l'ente proprietario della strada. Escluse le strade in concessione, un distinguo importante imposto a suo tempo e che già di per sé svuotò questa disposizione. La stessa Legge stabilisce anche che tali fondi debbano obbligatoriamente essere utilizzati per manutenzione e messa in sicurezza delle strade; oltre che per aumentare i controlli sulle violazioni.

Peccato che il tutto sia fermo, perché manca un decreto interministeriale attuativo che si attende da... 6 anni! A maggio il ministro Del Rio ha detto che è in preparazione.

In sintesi
Due sarebbero gli interventi più importanti: censire e rivedere i limiti di velocità sulla rete stradale italiana ed evitare che le amministrazioni locali usino le multe per rimpinguare le loro casse.

Dite la vostra anche voi. QUI la discussione sul Forum di Dueruote

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