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Sunride 2016, appunti di viaggio

di Carlo Portioli, foto di Marcello Mannoni il 29/06/2016 in Attualità

Belle moto, buona musica e good vibrations, questo è stato il Sunride. Un raduno unico, capace di trasformare per tre giorni il lungo mare di Pesaro nel pianeta delle special. Un evento cui non potevamo mancare

Sunride 2016, appunti di viaggio
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Sette: come i Magnifici, i nani (forse paragone più appropriato), i vizi capitali e i Re di Roma. Siamo in sette a partire destinazione Sunride 2016. Un evento di belle moto, buona musica e good vibes in riva al mare a Pesaro. Insomma, per noi questo Sunride è la miglior scusa per un viaggio, per prendere le moto e stare insieme quattro giorni.

Amici da sempre, una passione per le moto custom che affonda nella nostra infanzia, diffusa come una malattia infettiva che ci siamo attaccati a vicenda, nessuno ricorda con esattezza quando. Oggi siamo verso 45 anni: padri amorevoli, mariti attenti, gente che lavora senza troppi grilli per la testa. Ma una volta l'anno ci prendiamo qualche giorno per noi. Come una volta, quando stare insieme ci bastava per essere felici. Perché fa bene alla testa e al cuore regalarsi questi giorni: giorni di moto, di amici, di viaggio che ha bisogno solo di una scusa per essere fatto. Non serve attraversare deserti e continenti per sentirsi in viaggio, almeno... Non a noi, che siamo fortunati.

La mattina del giovedì la passiamo in autostrada sulla MI-BO. Decine di km di coda, si viaggia lenti tra mezzi fermi. È un modo faticoso e sgradevole di andare in moto. Passiamo accanto a un camion ribaltato, una carcassa di dinosauro zampe all'aria. Una gomma scoppiata e il carico di materiale inerte ovunque.

Ricorderemo i tempi in cui le persone e le merci viaggiavano sulle stesse strade come tempi barbari e primitivi della mobilità umana. Finalmente statali: "Si esce a Roncobilaccio, mi raccomando!" si ripete ad ogni pausa e infatti... Usciamo a Rioveggio. Sbagliato? giusto? Non importa, il dio del caos che guida le nostre vite ha scelto così. Iniziano le statali, quindi inzia il viaggio e solo questo conta. Gli Appennini dalla parte emiliana sono verdissimi e poco popolati. Qualche paese ogni tanto, benzinai molto meno che ogni tanto. Qualcuno inizia a pensare che, finita la benzina, finirà a vivere in qualche villaggio isolato. Restare e rifarsi una vita, come alcuni soldati nella ritirata di Russia.

Si arriva, attraverso i passi della Futa e della Raticosa, a Firenze nell'orario giusto per godersi il traffico cittadino dell'ora di punta e un caldo atroce. Da milanesi, sudore e incazzatura nel traffico ci fanno sentire a casa. Ma a noi manca piazza Michelangelo e lo spettacolo di Firenze dall'alto: dettagli. Il viaggio andrà avanti con i regali che l’Italia appenninica sa fare ai motociclisti. Curve, panorami spettacolari, piccoli borghi medioevali. Come Poppi, provincia di Arezzo, che ci regala una salita a piedi al castello nel buio di un bosco tra mille lucciole. Basta poco per restare senza parole: serve solo la fortuna di trovare un inaspettato regalo della natura. Meno gradita, il giorno successivo, è la distesa di catrame persa da un camion. Finirci dentro in moto è come tuffarsi in una distesa di caramello caldo offerto da Willy Wonka, che ti fa sbandare e si solidifica sulle gomme. Si sta tutti in piedi ed è già un bel risultato, ma chiunque abbia viaggiato in moto in un paese fuori dall'Italia sa che qui la situazione delle strade e della qualità dell'asfalto è penosa.

Ci sarebbe spazio per un lungo sfogo e per un manuale di guida sui rabberci e rattoppi, ma non è questa la sede. Macerata, Recanati e poi Ancona ci portano verso la scusa del nostro viaggio. Pesaro, il Sunride. Ci siamo.

Che la festa cominci!
Il Sunride è in un grande spazio prospiciente il mare (scusate, erano anni che volevo usare questa parola), strutturato come i festival musicali: tutti gli stand a perimetro, più un'isola centrale e un grande palco in fondo. Il livello medio delle special è molto alto, ma alcuni pezzi sono veramente eccellenti.

In ordine sparso ed esclusivamente personale, mi innamoro perdutamente delle seguenti moto. sKrambler BMW su base K, proposta da Unit Garage e disponibile in kit: linee da show bike per una soluzione accessibile. Altra BMW che se Babbo Natale fosse il biker che sembra mi farebbe trovare nel box è una Supermotard su base GS. Carrozzeria minimal e strumentazione digitale, un missile che nel mondo senza regole dei miei sogni sarebbe consigliato guidare solo dopo 6 Montenegri con ghiaccio bevuti di fretta. Yamaha si presenta con il brand Yard Built sotto la tenda militare obbligatoria al Wheels And Waves. Lo stile custom oggi è deciso sulle sponde dell'oceano di Biarritz e le grandi case si adeguano con piacere sia da un punto di vista estetico che di investimenti.

Nascono così i quattro progetti che porta Yamaha al Sunride. 4 Special estreme su cui spicca un V-Max in stile 70s carenato. Un mostro basso e largo che sembra uscito dal film Akira. Imprevedibile, pericoloso, indomabile come un mustang delle praterie. Lo guardo con lo stesso sguardo che da bambino riservavo al Millenium Falcon di Guerre Stellari: desideri destinati a rimanere tali.

La parte custom del mio cuore si accende e vibra per le preparazioni di Dos Cilindros. Una Special bianca, con telaio Dyna e motore Shovel, cupolino club-style e codone Cafè Racer insieme a uno Sportster da dirt-track con carrozzeria in alluminio dal nome evocativo XR1200. Perché se tutte le Special sono belle, queste mi ricordano che ho un cuore che vibra al ritmo dei bicilindrici di Milwaukee.

Passiamo due giorni tra stand di motociclette, birra e musica. Il palco è di dimensioni importanti e le band di altissimo livello. Gli islandesi Vintage Caravan sono una bomba che quando esplode lo fa con i suoni del classic rock '70 e del metal '80. Sono 3 ragazzi che sanno che sul palco si dà tutto e subito, perché mentre stai suonando rock il futuro non esiste.

Intorno a noi la gente del Sunride: giovani, rilassati, sorridenti. In una parola: belli. Questa è la nuova generazione della cultura custom, che si muove all'interno di un movimento fatto di preparatori locali e guru globali che si ispirano a vicenda, mantenendo in marcia verso il futuro una filosofia che dice che le moto sono un linguaggio di espressione e stile che va oltre le performance. A volte un po' fighetto e ripetitivo, ma raramente come in questi anni ricco di creatività e voglia di provarci. In poche parole, il Sunride è un posto dove è facile sentirsi a casa, non per le moto o per la musica, ma per la gente e per il clima che si respira.

Tornato a casa, messa la moto in box, rimane la sensazione di benessere che si ha dopo aver ricevuto un bel dono. Il dono del tempo passato a ridere, a ricordare il passato e a sognare il futuro, a viaggiare ancora in moto insieme grazie a una scusa. Un'ottima scusa come il Sunride.

Per vivere l'atmosfera del Sunride, sfogliate la gallery!

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