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Ciclismo contro motociclismo, uno spot da dimenticare

di Riccardo Matesic il 03/05/2016 in Attualità

La RAI promuove il prossimo Giro d'Italia con uno spot che esalta i valori del ciclismo confrontandoli in maniera metaforicamente negativa con quelli del motociclismo. E le polemiche montano

Forse alla RAI brucia... non avere i diritti né della MotoGP né della Superbike. La buttiamo sull'ironia nel commentare lo spot con il quale in questi giorni la TV di Stato sta promuovendo il prossimo Giro d'Italia di ciclismo.


Un filmato che offende gli appassionati di motociclismo, visto che è tutto costruito su un confronto fra i valori sportivi, di fatica, di abnegazione e di tifo pulito del ciclismo; contro un mai citato motociclismo, al quale si fa però apertamente riferimento.

Dovessimo scendere allo stesso livello replicheremmo che... No, chi scrive è molto appassionato anche di ciclismo e del Giro d'Italia in particolare. Un grande evento che non merita di entrare in una polemica stupida come questa.

Girare e montare uno spot costa caro e richiede tempo. Però sarebbe davvero il caso che la RAI ci ripensasse e ritirasse questa campagna pubblicitaria. Con tante scuse al mondo della moto. Chiediamo troppo? Giudicate voi.
La reazione del presidente della FMI, Paolo Sesti
Sono rimasto negativamente colpito da quello spot, non solo perché il ciclismo viene definito come il vero sport su due ruote, ma soprattutto per la metodologia della contrapposizione: l'esaltazione di una specialità sminuendo, con continui riferimenti, il valore di un'altra è operazione superficiale e non corretta, forse realizzata da chi non conosce davvero bene né il ciclismo né il motociclismo. Due mondi preziosi e gloriosi per lo sport italiano che hanno, entrambi, scritto pagine epiche a livello internazionale. Motociclismo e ciclismo non si sono mai contrapposti perché nati dalla passione comune per quei valori che solo lo sport al più alto livello può esprimere. In definitiva uno spot che non rende merito a nessuno, ma che soprattutto danneggia l'immagine dei nostri piloti ed appassionati. Una caduta di stile inaspettata, soprattutto dalla RAI!”.


La reazione di Confindustria ANCMA, l'Associazione che riunisce i costruttori di moto e di bici
Con grande stupore siamo spettatori dello spot pubblicitario che promuove il 99esimo Giro d’Italia che offende e lede l’immagine dell’industria delle due ruote a motore e dei suoi appassionati – dichiara Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA, che prosegue – “il motociclismo e il ciclismo non hanno mai vissuto di contrapposizioni strumentali e lesive della reciproca immagine anche quando i fatti avrebbero potuto alimentare conflitti e polemiche come costruito ad arte nello spot in questione. Speriamo che l’Organizzatore prenda coscienza di questa inutile e lesiva comparazione in nome dei veri valori che entrambe gli sport sanno esprimere”.
Confindustria ANCMA per voce del suo Presidente e delle aziende associate del settore ciclo e motociclo prende le distanze e rigetta qualsiasi azione di strumentalizzazione della passione per fini promozionali che ha l’unico scopo di denigrare l’industria e i suoi appassionati.

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