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La questione del PRA

di Riccardo Matesic il 23/05/2014 in Attualità

Da 6 mesi si è tornati a parlare di accorpare il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) con quello dei veicoli tenuto dalla Motorizzazione Civile. Ci aveva già provato Bersani anni fa, ora tocca a Renzi. Ci riuscirà?

Fra ACI, PRA e Motorizzazione arriveremo a un unico registro. Lo ha anticipato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando della riforma della pubblica amministrazione. Il passaggio di proprietà costerà 25 euro, avrebbe detto il capo del Governo; ma la via della riforma è tutta in salita.
La questione del PRA
Da una parte c'è la Motorizzazione, braccio operativo del Ministero dei Trasporti, che gestisce un archivio con i dati di tutti i veicoli (e dei loro proprietari). Dall'altra c'è l'ACI, che gestisce il PRA, il registro dei proprietari dei veicoli.
Due elenchi che si sovrappongono, con costi elevati che si scaricano sui cittadini che effettuano pratiche burocratiche, a cominciare dai passaggi di proprietà.
L'ACI ha un personale di 2500 persone impegnate sul PRA, con un fatturato di 190 milioni di euro l'anno. E anche se la Motorizzazione potrebbe assorbire parte degli esuberi del Pubblico Registro, si capisce quanto sia difficile smantellare una struttura tanto imponente. D'altro canto l'ACI si è anche detta pronta a mettere le sue strutture e il suo personale a disposizione per gestire un archivio unico. Garantendo a sua volta un risparmio allo Stato.
La vicenda potrebbe arrivare a un passaggio importante quando il Consiglio dei Ministri discuterà di riforma della Pubblica Amministrazione; intorno a metà giugno. Noi però, in mezzo a tanti risparmi ipotizzati, siamo pronti a scommettere il classico soldo bucato che dopo tanto rumore (se ne parla da anni), si arriverà a una soluzione di compromesso che non potrà garantire ai cittadini i risparmi promessi.

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