Il Comune di Roma ha posticipato al 31 marzo 2014 il bando per le moto e gli scooter Euro1 nell'anello ferroviario; una vasta zona della città che si spinge fino a lambire le periferie. Cinque mesi di vita in più che Confindustria ANCMA e FMI accolgono con soddisfazione, visto che premevano sull'amministrazione da tempo.

Una proroga di cinque mesi è meglio di niente, soprattutto se si considera che il Comune si è anche impegnato a cercare insieme alla Regione dei fondi per favorire lo svecchiamento del parco circolante. Però il rinvio somiglia molto a una tattica dilatoria, per abbassare il volume delle polemiche.

Quello che in Comune si ostinano a non capire è che non risolveranno il problema del particolato (o pm10) fermando le moto Euro1. Così facendo potranno solo raccontare qualcosa di più all'Europa che lavora alla procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia. Per l'inquinamento servirebbero altri provvedimenti, assai più impopolari probabilmente.

L'Amministrazione capitolina dovrebbe insomma dare un'occhiata, una volta per tutte, ai valori delle emissioni delle moto (il pm10 tra l'altro non è misurato in sede di omologazione neanche per le Euro 3 e per le future Euro 4!), e lasciare libertà di circolazione a un veicolo che in proporzione inquina meno delle auto e fluidifica il traffico.

Anche perché il costo energetico e ambientale dello smaltimento di un motociclo Euro1, sommato alla produzione di una nuova moto, è sicuramente superiore a quello della circolazione per qualche anno del veicolo vecchio al posto di quello più moderno.
Ma chi è rimasto fra i nostri amministratori capace di ragionare in maniera strategica?