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Il decalogo per godere del soccorso stradale

di Riccardo Matesic e Daniela Gallotti il 17/05/2011 in Attualità

Su Dueruote di giugno abbiamo pubblicato un'inchiesta, realizzata insieme alla collega Daniela Gallotti sul funzionamento dei servizi di assistenza stradale. Torniamo sull'argomento qui su MOL, con il decalogo per usufruire al meglio del servizio in caso d'emergenza

Il decalogo per godere del soccorso stradale
Non esistono i carri attrezzi per moto. I mezzi per il soccorso stradale sono di un'unica tipologia
1) Quante polizze per il soccorso stradale hai?
Ognuno di noi in media ha 3-4 polizze che garantiscono il recupero del veicolo in strada. La prima è compresa sicuramente nella polizza RC, anche se le compagnie a volte non sbandierano troppo questa copertura; con il risultato che gli assicurati non sanno neanche di averla. Un'altra potrebbe essere prevista dal contratto d'acquisto della moto nuova, per i primi 1-2 anni di vita.
Poi ci sono le banche, che riempiono così di servizi i loro conti correnti. Oppure la tessera del Touring Club ricevuta in regalo a Natale, magari quella del Telepass Premium. Il ventaglio di possibilità di avere una polizza per il soccorso stradale comprende anche certe catene d'officine, che con il tagliando regalano questo servizio.
Leggere bene il materiale informativo dunque!
2) Scegli la polizza migliore, perché non sono tutte uguali.
Meno paghi, più aumentano gli scoperti alla copertura garantita dalla compagnia d'assicurazione; anche per il soccorso stradale.
Per la scelta si parte dalla constatazione che il servizio è sempre garantito da poche società specializzate che hanno monopolizzato il mercato. Dunque non saranno la tua assicurazione o la casa produttrice della moto a mandarti il carro attrezzi in caso di guasto, ma la centrale operativa di una società che si occupa espressamente di questo.
Per la polizza leggi bene tutte le clausole. C'è chi assicura solo il guasto, e se hai un incidente (persino subìto e non causato) sono affari tuoi. C'è chi ti soccorre se metti il gasolio al posto della benzina, ma non ti manda aiuto se fori la gomma. E alcune coperture prevedono la chiusura delle chiavi sotto la sella, ma non il furto parziale di componenti essenziali per la marcia (una ruota per esempio?). Quasi tutti poi ti portano la moto solo alla più vicina officina autorizzata (che sarà ovviamente a 1 km e che è proprio quella che ti farà pagare una fortuna la riparazione), ma qualcun altro copre invece il costo del trasporto fino a una destinazione a tua scelta entro 100 km. Infine, c'è chi manda il carro attrezzi solo se il guasto è ancora coperto da garanzia (Piaggio) e chi, se ne hai bisogno, offre persino la collaborazione di un interprete (Yamaha).

3) Leggi bene le condizioni delle condizioni.
Se nel riassunto delle condizioni di polizza c'è scritto che hai diritto a un veicolo sostitutivo di pari categoria, non vuol dire che per una mille rotta ti verrà recapitata una 1000 hypersport sul luogo di fermo!
Tanto per cominciare la moto sostitutiva non esiste: c'è solo l'auto. E se ne ha diritto solo a certe condizioni, che di solito sono le ore di manodopera necessarie per la riparazione della tua moto (che deve essere già fisicamente in officina). Poi ci saranno di certo un massimale di giorni e di euro che l'assicurazione è disposta a coprire. E le condizioni delle condizioni ci sono per tutto, dal traino all'albergo, dall'officina mobile alle prestazioni sanitarie. Un altro esempio? In alcuni casi i massimali (anche se alti) non includono i pedaggi autostradali. Tanto per dirne un'altra, la copertura per prestazioni come il rientro o il proseguimento del viaggio, il taxi o l'albergo, è garantita se richiesta direttamente alla Centrale operativa ed è da questa autorizzata. Quindi, non prendete iniziative autonomamente!

4) Telefona al numero giusto!
Inserire in rubrica il numero della EuropAssistance datoci da un amico spesso è inutile: quello è il SUO numero di emergenza. Quello magari è il numero che gli ha dato, per esempio, la sua assicurazione Toro, mentre tu hai la Ras (che manda l'assistenza con la Mondial Assistance e non con la EuropAssistance): ergo, niente carro attrezzi perché nel database non troveranno mai te, la tua moto e soprattutto la tua polizza.
Facciamo un'ipotesi più ottimistica. Sia tu che il tuo amico avete diritto al servizio EuropAssistance. A lui lo ha offerto l'assicurazione, a te la casa motociclistica della tua moto nuova. Potete usare lo stesso numero? No!
Ogni società di assistenza stradale emette un numero impressionante di numeri verdi dedicati, ciascuno per un cliente (compagnia di assicurazioni, banca, casa costruttrice, ecc.) e per una "famiglia" di polizze (per esempio per auto, moto o mezzo pesante). Ciascuna società gestisce migliaia di tipi di polizze diverse e il numero giusto permette all'operatore che ti risponde dalla centrale operativa di trovare più facilmente te, la tua moto e soprattutto la tua polizza.

5) Ricordati la targa.
Se lasci la moto in strada, annotati la targa. Perché quando chiami il carro attrezzi devi dare le seguenti informazioni: targa, nome e cognome, numero di polizza. Se hai telefonato al tuo corretto numero di emergenza, con la targa agganciano già la tua polizza e sei a cavallo. È obbligatorio restare vicino alla moto ad aspettare, perché il carro attrezzi se non trova nessuno vicino alla moto se ne va. E la successiva chiamata farebbe arrivare un carro attrezzi a pagamento, non più coperto dalla polizza.

6) Il carro attrezzi è per la moto e non per te.
Di solito la copertura di soccorso stradale è per la moto, non per i suoi passeggeri. Dunque, se il conducente del carro attrezzi ti dà un passaggio lo fa volontariamente, non perché è obbligato. Un'annotazione: i carri attrezzi per le moto non esistono. Sono tutti uguali.

7) A tuo rischio: i dettagli che dettagli non sono.
Quando un'assicurazione ti vende una polizza, ti vende l'RC. La casa motociclistica ti vende un veicolo, la banca un conto corrente. L'assistenza stradale è un di più che ti mettono nel pacchetto e quindi nessuno si prende la briga di raccontartene i dettagli, di spiegarti per esempio che 100 euro di massimale per il soccorso stradale non bastano se per un caso malaugurato ti fermi in autostrada, dove l'uscita del carro attrezzi costa di più. O di dirti che a volte c'è una franchigia chilometrica e se quel diavolo di manicotto dell'olio ti si è squarciato a meno di 50 km da casa o nel tuo stesso comune di residenza (vogliamo mettere le dimensioni di comuni come Roma o Milano?), la copertura non c'è. E nessuno specifica che parlando di officina mobile, non si intende il motorhome di un team di MotoGP e che non possono fare molto di più che caricarti la batteria o darti un po' di benzina.

8) A tuo favore: il rischio assicurativo.
Come detto la polizza offre una copertura con molte eccezioni. Nei casi in cui c'è il dubbio che tu abbia realmente diritto a un servizio, la compagnia assicurativa spesso ha dato mandato agli uomini della sua centrale operativa di aiutare sempre il cliente senza rischiare brutte figure. L'esempio più frequente di questa situazione è quando a computer risulta che la polizza è scaduta. Nella maggior parte dei casi, si chiede se è stata rinnovata o meno e di solito il sistema permette di andare avanti così, sulla fiducia. Insomma, è raro che ti mollino in mezzo alla strada.
Attenzione però: NON STA ALL'OPERATORE aggirare le condizioni e "fare il bravo". È il sistema informatico che guida l'operatore e gli permette di andare avanti oppure no, e il fatto che il sistema vada avanti oppure no è qualcosa che decide la Casa costruttrice o compagnia di assicurazioni o banca o cos'altro: la società di assistenza stradale recepisce la direttiva e regola il flusso del programma informatico permettendo o meno all'operatore di andare avanti.

9) Non arrabbiarti. Stanno lavorando per te.
L'operatore è un essere umano: simpatico o antipatico, di buono o di pessimo umore, empatico o menefreghista, paziente o irascibile. Insomma, proprio come te. Ogni operatore dovrebbe far sentire ogni assicurato come se in quel momento fosse l'unico, ma non lo è. Lavorare in una Centrale Operativa di assistenza per le situazioni di emergenza non è – e me lo passeranno tutti i ragazzi che ci lavorano – come lavorare in un call center di una compagnia telefonica a promuovere nuove tariffe. Le selezioni del personale fanno quello che possono ma una trafila di colloqui e qualche seppure fondamentale settimana di formazione non bastano a garantire a tutti di finire nelle mani di un operatore comprensivo e rassicurante che sa risolvere la situazione in fretta e senza mai sbagliare.

10) Dì quello che pensi.
Se ti hanno mollato tre ore in autostrada prima di venirti a recuperare, manda un reclamo, ma se ti hanno "salvato" con efficienza, manda un "grazie". Grazie.

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