Attualità
Corto circuito sulla RCAuto
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Il rapporto fra assicurazioni e cittadini sembra irrimediabilmente deteriorato per il continuo aumento delle tariffe. Così cadono nel vuoto anche le giuste denunce dell'ANIA sulle inefficienze del sistema
Lo "scontro" fra ANIA e ISVAP, che si era aperto un mese fa all'Assise dell'Istituto di Vigilanza, è continuato all'Assemblea annuale dell'ANIA.
Il presidente dell'Associazione delle Imprese d'Assicurazione, Fabio Cerchiai, è andato giù duro. E ha ripreso l'esempio delle tariffe francesi, evidenziando la differenza dei numeri che caratterizzano il sistema italiano e quello dei cugini d'oltralpe.
Il presidente dell'Associazione delle Imprese d'Assicurazione, Fabio Cerchiai, è andato giù duro. E ha ripreso l'esempio delle tariffe francesi, evidenziando la differenza dei numeri che caratterizzano il sistema italiano e quello dei cugini d'oltralpe.
Ciononostante, visto che nel 2009 l'intero settore assicurativo (vita e danni) ha prodotto un guadagno di 3,9 miliardi (aumentati a 6 a maggio 2010, secondo il presidente dell'ISVAP), la nostra sensazione è che le compagnie potrebbero fare di più per venire incontro ai loro clienti. Fermo restando il risultato negativo (ma non troppo) del settore RCAuto, (-0,4 miliardi di euro).
Perché siamo a una situazione di stallo. L'opinione diffusa è che le assicurazioni siano troppo care e che lucrino eccessivamente sulle spalle degli assicurati. Così chi può, cerca di "arrotondare" il risarcimento quando ha un incidente, sentendosi quasi giustificato a farlo. E passano provvedimenti come quelli voluti da Bersani con la Legge 40/07 in materia di bonus-malus, che può essere anche criticabile, ma che per molti è stato un atto di resistenza civile.
Serve a poco che le compagnie tirino fuori numeri inoppugnabili sui costi da loro sopportati. La frequenza e il costo dei sinistri in Italia sono abnormi, è vero. Ma lo sono anche (e non solo) perché gli italiani sono arrabbiati con le assicurazioni. Serve un cambiamento, perché siamo al muro contro muro.
E il forte aumento dell'elusione dell'obbligo assicurativo da parte di privati cittadini al di sopra di ogni sospetto, testimonia l'evidenza di una situazione tariffaria insostenibile.
Perché siamo a una situazione di stallo. L'opinione diffusa è che le assicurazioni siano troppo care e che lucrino eccessivamente sulle spalle degli assicurati. Così chi può, cerca di "arrotondare" il risarcimento quando ha un incidente, sentendosi quasi giustificato a farlo. E passano provvedimenti come quelli voluti da Bersani con la Legge 40/07 in materia di bonus-malus, che può essere anche criticabile, ma che per molti è stato un atto di resistenza civile.
Serve a poco che le compagnie tirino fuori numeri inoppugnabili sui costi da loro sopportati. La frequenza e il costo dei sinistri in Italia sono abnormi, è vero. Ma lo sono anche (e non solo) perché gli italiani sono arrabbiati con le assicurazioni. Serve un cambiamento, perché siamo al muro contro muro.
E il forte aumento dell'elusione dell'obbligo assicurativo da parte di privati cittadini al di sopra di ogni sospetto, testimonia l'evidenza di una situazione tariffaria insostenibile.
La relazione del presidente dell'ANIA
"Servono nuovi provvedimenti articolati e concreti", dice Fabio Cerchiai. "Interventi che puntualmente avevo elencato e che ho più volte illustrato in Parlamento e all'opinione pubblica", dice riscuotendo un applauso.
Il problema fondamentale è quello dei costi sostenuti. "Nel 2009, a parità di veicoli assicurati, la raccolta premi è diminuita del 3,6%. Il costo dei sinistri, invece, è aumentato del 3%. Su 100 euro incassati le imprese ne hanno spesi 108".
E veniamo al confronto con la Francia, evocato un mese fa dal presidente dell'ISVAP e accettato oggi da quello dell'ANIA. In Italia si assicurano 43,5 milioni di veicoli, con 3,7 milioni di sinistri che costano 15 miliardi di euro. In Francia invece i veicoli sono 39,4 milioni, con 1,7 milioni di sinistri che costano 6,5 miliardi di euro. La differenza è nel fatto che sia il numero dei sinistri sia l'ammontare complessivo dei risarcimenti in Italia sono più del doppio che in Francia. In più, da noi si sono registrati 1 milione di feriti contro i 200.000 dei cugini d'oltralpe.
Per uscire da questa situazione l'ANIA lancia una serie di proposte.
Si parte con l'allineamento dei criteri di accertamento dell'invalidità con quelli usati in Europa, cosa che di per sé - sono parole di Cerchiai - potrebbe ridurre i premi del 10%.
Un altro 10% potrebbe essere tagliato con un efficace contrasto alle frodi. E qui, a parte l'esigenza già denunciata di far partire prima possibile l'Agenzia Pubblica Antifrode, tutti noi potremmo fare qualcosa, scoraggiando eventuali conoscenti dediti a tali pratiche scorrette.
Servirebbe anche la definizione delle tabelle per le lesioni gravi, visto che le nuove tabelle predisposte dai singoli tribunali hanno comportato un aumento delle tariffe del 5%.
Insomma, a sentire il presidente dell'ANIA, con questi tre provvedimenti si potrebbero ridurre del 25% i costi delle polizze.
Non è così facile adottarli dall'oggi al domani, ma il Governo dovrebbe dare un'accelerata al processo di aggiornamento.
Cerchiai è tornato a chiedere anche l'abolizione della legge 40/07 voluta da Bersani, che costerebbe un 3% in più sui premi. Si tratta della norma che ha stabilito come in un incidente con concorso di colpa al 50% di entrambi i conducenti non scatti il malus per nessuno dei due.
Prima, invece, scattava per entrambi. La stessa legge che ha stabilito come in una famiglia, quando si stipula una nuova polizza, si prenda automaticamente il bonus del familiare più "virtuoso", cosa che ha creato problemi con i neopatentati. Già, ma prima del 2007 i giovani erano inevitabilmente strozzati da tariffe impossibili.
Un altro punto interessante della relazione di Cerchiai è relativo al rapporto con la criminalità organizzata, che in certe zone d'Italia minaccia l'operato delle reti agenziali e di liquidazione. Sarebbe anche per questo che vengono chiusi molti uffici in determinate zone. Per scappare.
Comprendiamo il problema, ma restiamo senza parole. Come reagirebbero all'estero se raccontassimo loro questa situazione?
Il problema fondamentale è quello dei costi sostenuti. "Nel 2009, a parità di veicoli assicurati, la raccolta premi è diminuita del 3,6%. Il costo dei sinistri, invece, è aumentato del 3%. Su 100 euro incassati le imprese ne hanno spesi 108".
E veniamo al confronto con la Francia, evocato un mese fa dal presidente dell'ISVAP e accettato oggi da quello dell'ANIA. In Italia si assicurano 43,5 milioni di veicoli, con 3,7 milioni di sinistri che costano 15 miliardi di euro. In Francia invece i veicoli sono 39,4 milioni, con 1,7 milioni di sinistri che costano 6,5 miliardi di euro. La differenza è nel fatto che sia il numero dei sinistri sia l'ammontare complessivo dei risarcimenti in Italia sono più del doppio che in Francia. In più, da noi si sono registrati 1 milione di feriti contro i 200.000 dei cugini d'oltralpe.
Per uscire da questa situazione l'ANIA lancia una serie di proposte.
Si parte con l'allineamento dei criteri di accertamento dell'invalidità con quelli usati in Europa, cosa che di per sé - sono parole di Cerchiai - potrebbe ridurre i premi del 10%.
Un altro 10% potrebbe essere tagliato con un efficace contrasto alle frodi. E qui, a parte l'esigenza già denunciata di far partire prima possibile l'Agenzia Pubblica Antifrode, tutti noi potremmo fare qualcosa, scoraggiando eventuali conoscenti dediti a tali pratiche scorrette.
Servirebbe anche la definizione delle tabelle per le lesioni gravi, visto che le nuove tabelle predisposte dai singoli tribunali hanno comportato un aumento delle tariffe del 5%.
Insomma, a sentire il presidente dell'ANIA, con questi tre provvedimenti si potrebbero ridurre del 25% i costi delle polizze.
Non è così facile adottarli dall'oggi al domani, ma il Governo dovrebbe dare un'accelerata al processo di aggiornamento.
Cerchiai è tornato a chiedere anche l'abolizione della legge 40/07 voluta da Bersani, che costerebbe un 3% in più sui premi. Si tratta della norma che ha stabilito come in un incidente con concorso di colpa al 50% di entrambi i conducenti non scatti il malus per nessuno dei due.
Prima, invece, scattava per entrambi. La stessa legge che ha stabilito come in una famiglia, quando si stipula una nuova polizza, si prenda automaticamente il bonus del familiare più "virtuoso", cosa che ha creato problemi con i neopatentati. Già, ma prima del 2007 i giovani erano inevitabilmente strozzati da tariffe impossibili.
Un altro punto interessante della relazione di Cerchiai è relativo al rapporto con la criminalità organizzata, che in certe zone d'Italia minaccia l'operato delle reti agenziali e di liquidazione. Sarebbe anche per questo che vengono chiusi molti uffici in determinate zone. Per scappare.
Comprendiamo il problema, ma restiamo senza parole. Come reagirebbero all'estero se raccontassimo loro questa situazione?
La replica del presidente dell'ISVAP
Giancarlo Giannini non si è fatto pregare per tornare sull'argomento caro-tariffe. Tradendo un sorriso sulle labbra, ha elogiato l'eloquio incisivo del presidente dell'ANIA, ma ha sottolineato con decisione che la sola Agenzia Antifrode non potrà risolvere tutti i problemi.
Sarebbe meglio che le compagnie iniziassero a usare da subito la rinnovata banca dati sinistri dell'ISVAP, finalmente in funzione.
Ma, soprattutto, Giannini ha chiesto di rivedere tutto il sistema RCAuto, nato quando i valori di frequenza dei sinistri erano doppi rispetto a oggi, e il quadro normativo differente. Chiede un tavolo di lavoro al Ministero delle Attività produttive, il presidente dell'ISVAP, che vorrebbe coinvolgere tutte le parti.
E denuncia, una volta di più, la continua chiusura delle reti agenziali e delle strutture liquidative nel Sud Italia. Così, chi resta a lavorare ha un carico enorme di sinistri da gestire, con il risultato di liquidazioni eccessivamente disinvolte per i piccoli sinistri e di interminabili e costosi contenziosi per i grossi incidenti.
Chiude Giannini, ricordando che "le criticità nella gestione del ramo RCAuto rischiano di appannare la credibilità del sistema: in assenza di una inversione di rotta, ne uscirà deteriorata la fiducia che il cittadino-consumatore ripone nel servizio assicurativo e nella sua capacità di soddisfare bisogni oggi non più garantibili solo dallo Stato".
E siamo tornati al corto circuito di cui parlavamo in apertura.
Sarebbe meglio che le compagnie iniziassero a usare da subito la rinnovata banca dati sinistri dell'ISVAP, finalmente in funzione.
Ma, soprattutto, Giannini ha chiesto di rivedere tutto il sistema RCAuto, nato quando i valori di frequenza dei sinistri erano doppi rispetto a oggi, e il quadro normativo differente. Chiede un tavolo di lavoro al Ministero delle Attività produttive, il presidente dell'ISVAP, che vorrebbe coinvolgere tutte le parti.
E denuncia, una volta di più, la continua chiusura delle reti agenziali e delle strutture liquidative nel Sud Italia. Così, chi resta a lavorare ha un carico enorme di sinistri da gestire, con il risultato di liquidazioni eccessivamente disinvolte per i piccoli sinistri e di interminabili e costosi contenziosi per i grossi incidenti.
Chiude Giannini, ricordando che "le criticità nella gestione del ramo RCAuto rischiano di appannare la credibilità del sistema: in assenza di una inversione di rotta, ne uscirà deteriorata la fiducia che il cittadino-consumatore ripone nel servizio assicurativo e nella sua capacità di soddisfare bisogni oggi non più garantibili solo dallo Stato".
E siamo tornati al corto circuito di cui parlavamo in apertura.