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Anche la MotoGP parla di sicurezza stradale

di Riccardo Matesic
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Al Mugello, in occasione del gran premio d'Italia, abbiamo moderato una delle tavole rotonde del Progetto ROSA (Road Safety). Un'occasione molto interessante, che in futuro dovrà raggiungere il mondo politico

C'era una volta un bando europeo per la sicurezza stradale, assegnato a un consorzio che vede la presenza della Federazione Motociclistica Spagnola e di quella portoghese. Insieme a loro la Fondazione Cidaut, l'Associazione Mutua Motera, l'ERF (Federazione Europea della Strada), il nostro Coordinamento Motociclisti e la Dorna, la società che gestisce la MotoGP.
L'obiettivo finale dell'iniziativa, denominata ROSA (acronimo di Road Safety), è di redigere un manuale di buone pratiche. Per fare questo si è deciso di organizzare una serie di tavole rotonde, in occasione di alcuni gran premi europei.
Eventi non aperti al pubblico, ma finalizzati a sfruttare l'esperienza degli addetti ai lavori di vari paesi solo per individuare le tracce della pubblicazione. In più, visto che di mezzo c'è la Dorna, l'idea è di coinvolgere i grandi campioni della MotoGP, per veicolare il messaggio dell'opportunità di adottare le "best practices" suggerite. E torniamo all'incontro del Mugello. Si comincia, ma come spesso succede alle gare, qualcuno manca all'appello. Non ha trovato i pass all'ingresso. Possibile? Sembra proprio di sì... Peccato, perché il panel dei relatori è molto qualificato. Si segnala però la totale assenza del mondo politico.
Ci sono giornalisti di settore (anche il nostro Rivola al tavolo sul comportamento degli utenti), docenti universitari, dirigenti di case motociclistiche, organizzatori di eventi ed esperti di circolazione stradale. Tutti disponibili a dare anonimamente il loro contributo. Di politici però neanche l'ombra. Ecco allora la prima raccomandazione: "coinvolgere il mondo politico, altrimenti il manuale di buone pratiche resterà uno dei tanti libretti simili già realizzati da altri soggetti".

Il dibattito prosegue con una domanda: "i politici sanno che ogni venticinquenne morto su strada costa due milioni e mezzo allo Stato?". E si parla di infrastrutture, che sono la traccia del nostro tavolo: "chi progetta le strade spesso non sa neanche che potrebbe farle meno pericolose per i motociclisti".
Ma di buone pratiche cosa possiamo dire? Cosa avete visto nel mondo? Finalmente un po' di idee. Utilizzo di arredi stradali amichevoli per i motociclisti, progettazione di vie che non invitino alla velocità nei punti dove si dovranno poi imporre limiti severi. E ancora, attenzione a non creare punti ciechi per la visuale, presenza dei rappresentanti dei dueruotisti negli organi delle amministrazioni che decidono in tema di mobilità, preparazione dei conducenti (tutti). Idee arrivano anche per le dotazioni dei veicoli: più ABS e controllo di trazione, più airbag per moto, fari adattativi che si adeguino all'inclinazione e seguano la curva. E infine, caschi elettronici che impediscano l'avvio del motore se non ci si allaccia il cinturino o se si è bevuto troppo.
Servirà? Aspettiamo fine anno per saperne qualcosa in più. Per allora è previsto l'invio a tutti i relatori di una bozza del manuale, per ulteriori appunti. Poi vedremo il lavoro finito, e la diffusione che avrà.
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