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Attualità
La replica di Altroconsumo: test corretti
di Riccardo Matesic
il 01/02/2010 in Attualità
La rivista dalla parte dei consumatori dopo aver pubblicato il test sui caschi ribadisce l'affidabilità dei risultati diffusi e sollecita il Ministero dei Trasporti ad approfondire la vicenda. La Shark organizza un controtest pubblico
Si fa sempre più accesa la disputa fra la rivista Altroconsumo e i costruttori di caschi. Come avevamo scritto qualche nei giorni scorsi, le aziende produttrici stanno valutando le azioni da intraprendere; al momento nessuna opzione pare preclusa.
Il magazine dedicato ai consumatori ribadisce però la correttezza dei propri test con un comunicato odierno, nel quale attacca anche il Ministero dei Trasporti per i suoi silenzi.
Intanto, nel pomeriggio del 1° febbraio la Shark, che produce il jet RSJ, uno dei modelli bocciati, ha organizzato un test aperto alla stampa del suo casco; appositamente per confutare i risultati pubblicati in questi giorni. La prova verrà effettuata presso i Laboratori Omega, Strada Comunale Savonese 9, 15050 Fraz. Rivolta Scrivia – Tortona (Al). Nel comunicato si fa notare che sono invitati a partecipare anche i responsabili di Altroconsumo.
Intanto, nel pomeriggio del 1° febbraio la Shark, che produce il jet RSJ, uno dei modelli bocciati, ha organizzato un test aperto alla stampa del suo casco; appositamente per confutare i risultati pubblicati in questi giorni. La prova verrà effettuata presso i Laboratori Omega, Strada Comunale Savonese 9, 15050 Fraz. Rivolta Scrivia – Tortona (Al). Nel comunicato si fa notare che sono invitati a partecipare anche i responsabili di Altroconsumo.
Ecco il testo del comunicato, diffuso nella tarda mattinata di lunedì 1° febbraio
Altroconsumo ribadisce la correttezza con cui sono state eseguite le prove dal laboratorio certificato per l'omologazione. Prove che hanno bocciato 8 modelli di caschi jet su 15.
Come prevedono le regole di condotta adottate da tutte le associazioni di consumatori indipendenti che effettuano test comparativi in Europa, il nome dei laboratori utilizzati è sempre tenuto riservato per garantire l'indipendenza, l'autonomia e l'affidabilità del loro operato. Tutti i caschi sono stati acquistati anonimamente in punti vendita aperti al pubblico, in una situazione identica in cui un comune consumatore effettuerebbe l'acquisto.
E' desolante il silenzio con cui il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha accolto la denuncia di Altroconsumo ed è ancora più desolante sentire l'industria far appello al momento delicato di crisi di vendite che stiamo attraversando. Qualsiasi congiuntura economica non può giustificare la minima deroga al diritto dei consumatori di trovare in vendita solo prodotti sicuri; e al dovere delle aziende produttrici di porre rimedio a eventuali maglie larghe nei controlli di sicurezza.
Assorbire gli urti, gli impatti, rimanere ben saldo in caso di caduta sono elementi fondamentali perché un casco moto sia definito tale.
Sette caschi su quindici fanno il loro dovere. Altri otto no.
Qualcuno si assuma la responsabilità di ciò che i ragazzi oggi calzano sulle proprie teste.
Ulteriori approfondimenti tecnici potranno essere fatti in sede istituzionale, presso il ministero. Per capire finalmente le ragioni per cui a scaffale arrivano prodotti pericolosi.
Qui il video delle prove in laboratorio:
www.altroconsumo.it/caschimoto e gli approfondimenti
Altroconsumo ribadisce la correttezza con cui sono state eseguite le prove dal laboratorio certificato per l'omologazione. Prove che hanno bocciato 8 modelli di caschi jet su 15.
Come prevedono le regole di condotta adottate da tutte le associazioni di consumatori indipendenti che effettuano test comparativi in Europa, il nome dei laboratori utilizzati è sempre tenuto riservato per garantire l'indipendenza, l'autonomia e l'affidabilità del loro operato. Tutti i caschi sono stati acquistati anonimamente in punti vendita aperti al pubblico, in una situazione identica in cui un comune consumatore effettuerebbe l'acquisto.
E' desolante il silenzio con cui il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha accolto la denuncia di Altroconsumo ed è ancora più desolante sentire l'industria far appello al momento delicato di crisi di vendite che stiamo attraversando. Qualsiasi congiuntura economica non può giustificare la minima deroga al diritto dei consumatori di trovare in vendita solo prodotti sicuri; e al dovere delle aziende produttrici di porre rimedio a eventuali maglie larghe nei controlli di sicurezza.
Assorbire gli urti, gli impatti, rimanere ben saldo in caso di caduta sono elementi fondamentali perché un casco moto sia definito tale.
Sette caschi su quindici fanno il loro dovere. Altri otto no.
Qualcuno si assuma la responsabilità di ciò che i ragazzi oggi calzano sulle proprie teste.
Ulteriori approfondimenti tecnici potranno essere fatti in sede istituzionale, presso il ministero. Per capire finalmente le ragioni per cui a scaffale arrivano prodotti pericolosi.
Qui il video delle prove in laboratorio:
www.altroconsumo.it/caschimoto e gli approfondimenti
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