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Attualità
Novegro, la mostra scambio di novembre
di Emanuele Vertemati
il 18/11/2009 in Attualità
Per gli organizzatori numeri da record: 28.000 presenze complessive, 1.400 operatori, spazi e servizi migliorati. E tra chi vende commenti positivi. Insomma, gli affari non sono mancati…
Novegro, la mostra scambio di novembre
Non prendiamo le parti di nessuno se, parlando dell'edizione di novembre, citeiamo dati e commenti positivi.
Crisi a parte, pare che quest'ultima sia stata la più apprezzata tra le molte edizioni della mostra-scambio di Novegro.
Poi, naturalmente, c'è chi è soddisfatto, così come non mancano gli scontenti: per i parcheggi e le code (che comunque quest'anno sono state molto inferiori al passato).
La situazione sembra migliorata, insomma, e l'apertura del venerdì ha portato un raddoppio delle presenze rispetto all'anno scorso, perché chi compra vuole arrivare prima. Nuovi spazi presi in affitto hanno favorito sia chi espone sia chi viene a far visita.
"Il bilancio complessivo su tre giorni è piuttosto buono – spiega Monica Negri, dell'organizzazione - Abbiamo registrato circa 28 mila visitatori, che per noi è il top negli ultimi tre anni, e 1400 espositori circa. L'apertura del venerdì è stata un successo: dagli 800 ingressi dell'anno scorso si è passati ai 1600 di quest'anno. L'edizione di novembre è la più importante per il pubblico, ma per noi anche quella di febbraio è significativa, con circa 25 mila visitatori, mentre come numero di espositori è uguale a novembre".
Novegro "amato e odiato": parcheggi, accessibilità, cosa è cambiato in questi anni?
"Non neghiamo che chi si sia lamentato in questi anni abbia avuto le sue buone ragioni – continua Negri – e noi lo sappiamo: per questo abbiamo potenziato i parcheggi, preso in affitto nuove aree verso l'aeroporto. Abbiamo creato un settore nuovo e ampliato una zona. Da un paio di anni le possibilità di parcheggio sono cresciute, ma più di cosi non possiamo fare perche confiniamo con un parco".
Il futuro di Novegro?
"Non ho la palla di vetro, mi auguro continui così: un crescendo come è stato in questi 25 anni. Sperando che la passione per il mondo dell'epoca non finisca mai".
Crisi a parte, pare che quest'ultima sia stata la più apprezzata tra le molte edizioni della mostra-scambio di Novegro.
Poi, naturalmente, c'è chi è soddisfatto, così come non mancano gli scontenti: per i parcheggi e le code (che comunque quest'anno sono state molto inferiori al passato).
La situazione sembra migliorata, insomma, e l'apertura del venerdì ha portato un raddoppio delle presenze rispetto all'anno scorso, perché chi compra vuole arrivare prima. Nuovi spazi presi in affitto hanno favorito sia chi espone sia chi viene a far visita.
"Il bilancio complessivo su tre giorni è piuttosto buono – spiega Monica Negri, dell'organizzazione - Abbiamo registrato circa 28 mila visitatori, che per noi è il top negli ultimi tre anni, e 1400 espositori circa. L'apertura del venerdì è stata un successo: dagli 800 ingressi dell'anno scorso si è passati ai 1600 di quest'anno. L'edizione di novembre è la più importante per il pubblico, ma per noi anche quella di febbraio è significativa, con circa 25 mila visitatori, mentre come numero di espositori è uguale a novembre".
Novegro "amato e odiato": parcheggi, accessibilità, cosa è cambiato in questi anni?
"Non neghiamo che chi si sia lamentato in questi anni abbia avuto le sue buone ragioni – continua Negri – e noi lo sappiamo: per questo abbiamo potenziato i parcheggi, preso in affitto nuove aree verso l'aeroporto. Abbiamo creato un settore nuovo e ampliato una zona. Da un paio di anni le possibilità di parcheggio sono cresciute, ma più di cosi non possiamo fare perche confiniamo con un parco".
Il futuro di Novegro?
"Non ho la palla di vetro, mi auguro continui così: un crescendo come è stato in questi 25 anni. Sperando che la passione per il mondo dell'epoca non finisca mai".
Una volta dentro parte il rito: occorre ispezionare e scegliere con attenzione, ben sapendo che l'affare della vita non lo trovi qui, dove a vendere sono professionisti consci del valore di ciò che vendono.
Magari meglio prima fare un giro sulla rete, tra i forum, con i mercatini virtuali per avviare i contatti. Serve per sapere quel che c'è in giro, per trovare qualche piccolo pezzo, un ricambio, un accessorio e poi, quando arrivi... tanto salotto.
Lo "scambio" è soprattutto di informazioni, pareri, dubbi da sciogliere, perchè è impossibile sapere tutto di tutto.
Fuori l'"inferno" delle piazzole all'addiaccio e dentro, nei capannoni, il "paradiso" degli spazi al coperto. In mezzo, il delirio di chi cerca e trova quel che serve.
Annusando tra chi vende, balza all'occhio l'evidenza che puoi guadagnare di più rivendendo pezzi smontati, piuttosto che piazzando una moto anche completa ma in condizioni impresentabili.
A Novegro ci va chi sa cosa vuole, anche facendo i conti con prezzi a volte improponibili: ma se devi finire una moto da un anno e più, non hai scampo.
Apri il portafogli e via.
"Come al solito - spiega Silvano Piacentini, edizioni Aave (manualistica d'epoca) - c'è chi viene per vedere e non per comprare. Il sabato è giorno per appassionati restauratori e commercianti, mentre la domenica è il momento di chi curiosa, guarda tutto e non compra quasi nulla. Per me il bilancio di questa edizione si riassume in un meno 20 per cento nei tre giorni di lavoro rispetto a due, tre anni fa. Il calo è identico a quello dell'anno corso. Per noi che vendiamo manualistica d'epoca e materiale per restaurare il sabato resta il giorno più importante".
Completamente positivo, invece, il commento di Corrado Pessina, restauratore e meccanico, esperto di Gilera e Bmw.
"Secondo me è andata bene, con i rottami che ci sono in giro c'è ancora richiesta. C'è chi vende cose molto belle e chi vende "fuffa" tremenda. Trovi il pezzo bello che paghi il suo valore e poi chi ti spaccia per speciale qualcosa di banale. Vai da un estremo all' altro. La crisi? Onestamente non la vedo. Sulla nostra ricambistica non ho visto flessione negli acquisti. E non pensavo proprio andasse così. Dico solo che sabato ho fatto pausa alle 3 meno un quarto, dalle 8 e mezza della mattina non ho avuto tregua. Il venerdì? Io non c'ero, ma mi dicono che stia diventando il momento migliore per approfittare al meglio di quel che trovi a Novegro".
"L'edizione di novembre va sempre bene – spiega Marco Veronesi, monzese - lo sanno tutti che è la più interessante della stagione. Io poi trovo che sia meglio anche di Reggio Emilia e Imola. Il problema, per chi come me realizza componentistica per moto da fuoristrada, è che le moto da restaurare sono sempre meno. Meno pezzi da completare o da restaurare e meno pezzi da vendere. Anche se devo dire che è andata bene anche a me: vedo le solite facce, una specie di clientela fissa. Sono abbastanza in linea con quanto realizzato l'anno scorso ma rispetto a tre anni fa trovo che la domanda sia calata abbastanza".
Magari meglio prima fare un giro sulla rete, tra i forum, con i mercatini virtuali per avviare i contatti. Serve per sapere quel che c'è in giro, per trovare qualche piccolo pezzo, un ricambio, un accessorio e poi, quando arrivi... tanto salotto.
Lo "scambio" è soprattutto di informazioni, pareri, dubbi da sciogliere, perchè è impossibile sapere tutto di tutto.
Fuori l'"inferno" delle piazzole all'addiaccio e dentro, nei capannoni, il "paradiso" degli spazi al coperto. In mezzo, il delirio di chi cerca e trova quel che serve.
Annusando tra chi vende, balza all'occhio l'evidenza che puoi guadagnare di più rivendendo pezzi smontati, piuttosto che piazzando una moto anche completa ma in condizioni impresentabili.
A Novegro ci va chi sa cosa vuole, anche facendo i conti con prezzi a volte improponibili: ma se devi finire una moto da un anno e più, non hai scampo.
Apri il portafogli e via.
"Come al solito - spiega Silvano Piacentini, edizioni Aave (manualistica d'epoca) - c'è chi viene per vedere e non per comprare. Il sabato è giorno per appassionati restauratori e commercianti, mentre la domenica è il momento di chi curiosa, guarda tutto e non compra quasi nulla. Per me il bilancio di questa edizione si riassume in un meno 20 per cento nei tre giorni di lavoro rispetto a due, tre anni fa. Il calo è identico a quello dell'anno corso. Per noi che vendiamo manualistica d'epoca e materiale per restaurare il sabato resta il giorno più importante".
Completamente positivo, invece, il commento di Corrado Pessina, restauratore e meccanico, esperto di Gilera e Bmw.
"Secondo me è andata bene, con i rottami che ci sono in giro c'è ancora richiesta. C'è chi vende cose molto belle e chi vende "fuffa" tremenda. Trovi il pezzo bello che paghi il suo valore e poi chi ti spaccia per speciale qualcosa di banale. Vai da un estremo all' altro. La crisi? Onestamente non la vedo. Sulla nostra ricambistica non ho visto flessione negli acquisti. E non pensavo proprio andasse così. Dico solo che sabato ho fatto pausa alle 3 meno un quarto, dalle 8 e mezza della mattina non ho avuto tregua. Il venerdì? Io non c'ero, ma mi dicono che stia diventando il momento migliore per approfittare al meglio di quel che trovi a Novegro".
"L'edizione di novembre va sempre bene – spiega Marco Veronesi, monzese - lo sanno tutti che è la più interessante della stagione. Io poi trovo che sia meglio anche di Reggio Emilia e Imola. Il problema, per chi come me realizza componentistica per moto da fuoristrada, è che le moto da restaurare sono sempre meno. Meno pezzi da completare o da restaurare e meno pezzi da vendere. Anche se devo dire che è andata bene anche a me: vedo le solite facce, una specie di clientela fissa. Sono abbastanza in linea con quanto realizzato l'anno scorso ma rispetto a tre anni fa trovo che la domanda sia calata abbastanza".
Silenziatori, marmitte, plastiche, pezzi in gomma, corone: da Mauro Sironi, presidente del Registro Storico SWM, e figlio del fondatore del marchio lombardo, si trovano ricambi, informazioni su una delle moto da regolarità più diffuse negli anni '70, oggi protagonista ancora grazie ai campionati sociali che il Registro organizza da oltre dieci anni. "Un bilancio? Tutto sommato nella norma rispetto agli altri anni -dice Sironi -. Con un segno positivo, intendo. C'è stato meno assalto rispetto al passato, vale a dire che prima la gente va in giro a vedere e a valutare... e poi torna, se il prezzo è giusto rche proponiamo è giusto. Quello che vendevamo in passato continuiamo a venderlo anche oggi. Positiva sicuramente questa edizione".
Sironi non si nasconde: in tre giorni ha venduto per circa novemila euro. Il cliente migliore?
"L'appassionato italiano - spiega - è più restio rispetto agli stranieri, francesi e tedeschi sono i più concreti, ma è una questione di organizzazione degli acquisti, oltre che di mentalità: gli stranieri cercano la roba bella e se la pagano qualcosa in più sono contenti, e il viaggio vale la spesa fatta. Le nostre fiancatine, ad esempio: non vanno a prendere quelle di qualità inferiore. Se ne accorgono, arrivano qui da noi, dopo aver visto anche gli altri stand, e alla fine comprano."
Qual è il rapporto, in percentuale, tra stranieri e italiani? "Piuttosto direi un'altra cosa: gli stranieri si organizzano: arriva uno e prende materiale per dieci e spende mille euro. Gli italiani arrivano alla spicciolata, e portano via 10 pezzi da 100. Alla fine, se vogliamo, un tipo di clientela compensa l'altra, ma è solo in apparenza che gli stranieri spendono di più. Spendono diversamente, per ovvi motivi di distanza da casa. Sicuramente arrivano con le idee chiare in testa".
Sironi non si nasconde: in tre giorni ha venduto per circa novemila euro. Il cliente migliore?
"L'appassionato italiano - spiega - è più restio rispetto agli stranieri, francesi e tedeschi sono i più concreti, ma è una questione di organizzazione degli acquisti, oltre che di mentalità: gli stranieri cercano la roba bella e se la pagano qualcosa in più sono contenti, e il viaggio vale la spesa fatta. Le nostre fiancatine, ad esempio: non vanno a prendere quelle di qualità inferiore. Se ne accorgono, arrivano qui da noi, dopo aver visto anche gli altri stand, e alla fine comprano."
Qual è il rapporto, in percentuale, tra stranieri e italiani? "Piuttosto direi un'altra cosa: gli stranieri si organizzano: arriva uno e prende materiale per dieci e spende mille euro. Gli italiani arrivano alla spicciolata, e portano via 10 pezzi da 100. Alla fine, se vogliamo, un tipo di clientela compensa l'altra, ma è solo in apparenza che gli stranieri spendono di più. Spendono diversamente, per ovvi motivi di distanza da casa. Sicuramente arrivano con le idee chiare in testa".
Dopo i 60 anni di vita del modello celebrati nel 2006, quest'anno il Vespa Club Milano ha voluto ricordare a Novegro i suoi 60 di attività allestendo nello spazio centrale della fiera la mostra retrospettiva centrale.
"Non lo abbiamo fatto puntando sui modelli, che tanti conoscono – ci spiega Carlo Bozzetti, presidente del sodalizio -, ma su storie di nostri soci che con la Vespa hanno compiuto qualcosa di importante: un viaggio, un'impresa particolare".
Storie di amore per la Vespa, un modo tutto particolare per fare turismo.
"Abbiamo esposto la Vespa che ha partecipato al primo raduno nel '48, quando ancora non esistevano i club della Vespa. Il "Milano" è stato il primo, per quanto sia nato in seno al Moto Club Lombardo. Poi nel '49 sono nati tutti i Vespa club". Tra gli altri esemplari non poteva mancare la 90 SS che lo storico presidente Mario Carini ha voluto come mezzo "espressione dell'epopea delle gare".
La 90 ss esposta è l'emblema dello scooter sportivo ( prodotto tra il '65 e il '71), quando si correvano i campionati rally e raid, oltre che le gimkane.
"Oggi – spiega Bozzetti - rievochiamo manifestazioni che sono veri e propri raid, con percorsi abbastanza lunghi di 200 km, utilizzando il roadbook; la classifica viene stilata sulla base di prove di precisione regolaristica".
"L'anno scorso con una 90 - ricorda il presidente - ho vinto un campionato di questo tipo, un Vespa Rally, con un primo e un secondo posto su quattro gare". Tra gli altri esemplari in esposizione una 200 del '72 che ha fatto la risalita della valle del Nilo fino a Assuan, con due soci.
"Abbiamo esposto, poi, una 200 arcobaleno del '85, un esemplare realizzato con alcune varianti rispetto all'originale. Questa Vespa ha realizzato un piccolo record, coprendo 8233 km in 12 giorni, ovviamente documentati con il Gps".
In mostra anche un altro spaccato della storia della Vespa , a ricordo della storica impresa di Arduino Sturaro.
Nel 1955 Sturaro stupisce tutti percorrendo senza soste oltre ai rifornimenti e a una media di oltre 50 km/h il tragitto Milano - Copenhagen.
Con il cofano motore piombato, senza poter pulire la candela, dimostra a tutti che la neonata Vespa GS regge qualsiasi sforzo.
Il ritorno pubblicitario è importantissimo per la Piaggio che sponsorizza l'impresa. "Un nostro socio ha messo alla prova la sua Gs e nel 2005 ha rifatto l'impresa".
Piccolo spaccato di un'indimenticabile storia italiana, quello raffigurato a Novegro dal Vespa Club milanese. Una storia infinita, e un presente ancora di successo, per il veicolo italiano a due ruote più conosciuto al mondo, condensata nello slogan utilizzato per un nuovo adesivo dedicato ai soci: "Sessant'anni…par minga vera...".
"Non lo abbiamo fatto puntando sui modelli, che tanti conoscono – ci spiega Carlo Bozzetti, presidente del sodalizio -, ma su storie di nostri soci che con la Vespa hanno compiuto qualcosa di importante: un viaggio, un'impresa particolare".
Storie di amore per la Vespa, un modo tutto particolare per fare turismo.
"Abbiamo esposto la Vespa che ha partecipato al primo raduno nel '48, quando ancora non esistevano i club della Vespa. Il "Milano" è stato il primo, per quanto sia nato in seno al Moto Club Lombardo. Poi nel '49 sono nati tutti i Vespa club". Tra gli altri esemplari non poteva mancare la 90 SS che lo storico presidente Mario Carini ha voluto come mezzo "espressione dell'epopea delle gare".
La 90 ss esposta è l'emblema dello scooter sportivo ( prodotto tra il '65 e il '71), quando si correvano i campionati rally e raid, oltre che le gimkane.
"Oggi – spiega Bozzetti - rievochiamo manifestazioni che sono veri e propri raid, con percorsi abbastanza lunghi di 200 km, utilizzando il roadbook; la classifica viene stilata sulla base di prove di precisione regolaristica".
"L'anno scorso con una 90 - ricorda il presidente - ho vinto un campionato di questo tipo, un Vespa Rally, con un primo e un secondo posto su quattro gare". Tra gli altri esemplari in esposizione una 200 del '72 che ha fatto la risalita della valle del Nilo fino a Assuan, con due soci.
"Abbiamo esposto, poi, una 200 arcobaleno del '85, un esemplare realizzato con alcune varianti rispetto all'originale. Questa Vespa ha realizzato un piccolo record, coprendo 8233 km in 12 giorni, ovviamente documentati con il Gps".
In mostra anche un altro spaccato della storia della Vespa , a ricordo della storica impresa di Arduino Sturaro.
Nel 1955 Sturaro stupisce tutti percorrendo senza soste oltre ai rifornimenti e a una media di oltre 50 km/h il tragitto Milano - Copenhagen.
Con il cofano motore piombato, senza poter pulire la candela, dimostra a tutti che la neonata Vespa GS regge qualsiasi sforzo.
Il ritorno pubblicitario è importantissimo per la Piaggio che sponsorizza l'impresa. "Un nostro socio ha messo alla prova la sua Gs e nel 2005 ha rifatto l'impresa".
Piccolo spaccato di un'indimenticabile storia italiana, quello raffigurato a Novegro dal Vespa Club milanese. Una storia infinita, e un presente ancora di successo, per il veicolo italiano a due ruote più conosciuto al mondo, condensata nello slogan utilizzato per un nuovo adesivo dedicato ai soci: "Sessant'anni…par minga vera...".
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