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Il raduno dei tre ruote

di Tiziana Crimella, foto di Roberto Mele il 03/06/2009 in Attualità

Il primo raduno nazionale del "Three Wheelers Club" si è svolto dal 30 maggio al 2 giugno; un insolito corteo attraverso bellissime strade, dalla Versilia alla Garfagnana. C'eravamo anche noi

È durato ben quattro giorni il primo raduno nazionale dei possessori di tre ruote, organizzato dal Three Wheelers Club. Con un avvio in pompa magna: oltre 60 tre ruote si sono radunati nel cortile del Museo Rinaldo Piaggio, a Pontedera, per essere accolti da Mario Santucci, capostipite della progettazione del tre ruote e da Luca Carmignani, Responsabile Innovazione Motori dello stabilimento del marchio.
Il raduno dei tre ruote
Allineati nel cortile del Museo, i Fuoco firmati Gilera pareggiano quasi il conto con le tre ruote di casa Piaggio.
Pochissime le versioni 250; una decina gli "intrusi" su due sole ruote, comunque fedeli al marchio: Beverly, Scarabeo, Xevo. La visita al Museo serve: serve ai padroni di casa per darsi un po' di lustro; serve all'audience per approfondire qualche curiosità progettuale; ma serve soprattutto ai radunati per sciogliere un po' il ghiaccio, per creare il gruppone. Fino a qui, infatti, gli equipaggi erano ancora sciolti: un gruppo dal Piemonte e da Genova; qualcuno dal Veneto che si aggrega ai bresciani; molti da Roma e dintorni, oltre a un solitario, lontanissimo messinese. Passeggiata tra i mezzi, scambio di commenti sui modelli, sugli allestimenti, sulla tecnica di guida, su carico, bagagli, passeggeri… Poi si parte.

Gigi
, investito del ruolo di guida locale, ha organizzato tutto per bene. In corteo lungo la Tosco-Romagnola, si raggiunge Pisa: parcheggio riservato e custodito, in zona normalmente off-limits, proprio sotto la porta di accesso della Piazza dei Miracoli. Liberi tutti per un'ora, per le foto di rito a reggere la Torre. La prima giornata si chiude in albergo, a due passi dalla Torre: tutti a smaltire i chilometri sul groppone. Da Lucca alla Garfagnana, poi le Cave.

Secondo giorno: piove. L'appuntamento è in Piazza Anfiteatro a Lucca; un permesso speciale ha concesso il privilegio esclusivo di entrare lì con le moto. Prima di ripartire, spunta da bagagli e sottoselle l'attrezzatura anti acqua: però, questi treruotisti… equipaggiati al top (quasi tutti), senza trascurare né mani, né piedi, senza favorire né driver né passeggere! La pioggia e l'attrezzatura ingombrante non scoraggiano la sosta dal mitico Piero, appena fuori le mura, famoso per i suoi bomboloni! Sotto la pioggia si sfila verso la Garfagnana; nonostante la pioggia, la sosta al Ponte del Diavolo non si salta. La foto di rito riprende un folto gruppo di buffi uomini (e donne, indistinguibili!) che, senza togliersi nemmeno il casco, arranca in salita per raggiungere il culmine del ponte, da cui, normalmente, si dovrebbe avere un bel colpo d'occhio sulla valle del Serchio. A Barga, nel cuore della Garfagnana, qualcuno si è messo d'impegno perché il gruppo non fosse accolto con la pioggia!
Il cielo si spacca; qualche sprazzo di azzurro e i bagliori del sole che filtra tra le nuvole, rendono più che suggestivo, quasi surreale, questo paesello annoverato fra i borghi più belli d'Italia; si passeggia tra le stradine ripide, fino al Duomo, la cui costruzione primitiva risale a prima dell'anno Mille, e al Museo Civico del territorio. Dopo il pranzo il lungo serpentone a tre ruote si spinge fino a Castelnuovo in Garfagnana; la visita alla città prevede anche un bicchiere di prosecco che, a guardare il tempo, proprio non guasta.

Tappa serale a Corfino: si sale e si affronta la bellissima strada che conduce verso il Parco dell'Orecchiella, purtroppo, ancora una volta, inseguiti dalla pioggia. L'indomani, l'ultimo giorno di un bel programma denso, è riservato alla visita alle cave di marmo. Arrivarci da Corfino vuol dire spararsi il tracciato che spezza in due il Parco Naturale delle Alpi Apuane, correndo prima lungo la spaccatura del torrente Turrite Secca, sfiorando il borgo di Isolasanta, che spunta dal lago, poi oltrepassando la galleria del Cipollaio e infine superando il Passo del Vestito. Insomma, le cave sono una meta, ma il bello sta proprio in quello spazio che scorre tra la partenza e la destinazione finale. Non piove, ma quasi. L'arrivo sul piazzale alle Cave di Fantiscritti non avviene, come di consueto, nella polvere, ma scivolando sopra un insidioso fanghino bianco… La visita guidata all'interno delle gallerie di estrazione, dopo pranzo, chiude per un'oretta il sipario sul tempo (meteo). Ma all'uscita, nessun sole abbagliante costringe a strizzare gli occhi. Piove anche sulla sfilata verso la cittadella del Carnevale, alle porte di Viareggio. Alla sera, in albergo sul mare, si tirano le somme: la pioggia non ha minimamente intaccato né l'organizzazione di chi ha pensato proprio a tutto, né l'entusiasmo di chi fino all'ultimo ha creduto che nel prezzo fosse compreso anche il sole. Alla mattina del 2 giugno, dopo i saluti, i più lontani puntano il muso verso casa: qualcuno, invece, fatica ad abbandonare il raduno. Per loro, l'ultima tappa: Torre del Lago e la casa dove visse Giacomo Puccini.
Il raduno dei tre ruote
Una sosta sotto la pioggia
Un gruppo di oltre 60 treruotisti è un bel fenomeno da analizzare! Cosa li ha spinti a convertirsi? Con cosa andavano in giro prima? E dopo, si sono mai pentiti? I due più giovani hanno 28 e 29 anni, il più anziano 67; per quanto riguarda le professioni, c'è di tutto, dall'idraulico all'avvocato e persino un pilota aereo. Gigi, la guida locale, è un toscanaccio (che non è un dispregiativo, bensì un distintivo verace!) di 59 anni; ex motociclista convinto, non ha mai degnato di considerazione né gli scooter nè le custom. La sua moto prima della conversione: una BMW R1100 GS che segnava 70.000 km, dopo molte moto di diverse marche e concezioni. Quando vede il prototipo della Fuoco "picchia la testa"; in meno di tre anni ha percorso 53.000 km. Dove? Sembra incredibile, ma la maggior parte nelle strade della sua Toscana, perché, dice, "mi sono infilato in tutte le strade, stradine, asfaltate e non, che non avevo mai percorso e adesso, invece, mi diverto ad andare a scoprire". E il GS??? Mah… le conversioni sono qualcosa di mistico, non di razionale!

Leonardo ha 30 anni: mai avuto il culto della moto. Prova per la prima volta un Fuoco 500 così, tanto per provare, sul piazzale di un parcheggio: preso!
Giorgio di anni ne ha 45; abita nelle nebbie, dice lui stesso, a Codigoro, verso il delta del Po. La moto è cosa solo primaverile-estiva dalle sue parti, perché poi l'umidità che ti avvolge è micidiale; quindi non se l'è mai concessa. Le prime tre ruote che vede girare gli procurano un certo solletico e si giustifica dicendo che "magari così risolvo il problema dei trasferimenti casa-lavoro". La sua prima moto in assoluto, una moto solo per l'estate, sottolinea, è l'MP3 400: 5000 km in 5 mesi, solo raramente con la moglie. Pentito? Soddisfatto? Desideroso di provare nuove emozioni motociclistiche? La sua risposta è un elenco di pregi; semmai ci fosse un difetto, lui è così contento da annoverarlo alla voce "peculiarità".
C'è un ragazzo giovanissimo che, dopo una storia che parte dal Vespino, passa al PX, conserva ancora un Ciao e un Ape e trova nel tre ruote il traguardo ideale. Paolo, 67 anni, viene da Messina (ha messo la moto sul treno da Villa San Giovanni a Bologna); ha un Fuoco dall'agosto del 2007, con cui ha fatto poco meno di 4000 km. Usa il Fuoco in città e, appena può, per divertirsi fuori. Ha un passato di moto "vere" di piccola cilindrata e ha ancora un Montesa da trial. Non è pentito. C'è una coppia, entrambi sopra i 60 anni, in stile "teutonico": si capisce che sono due macinatori di chilometri. Hanno girato in lungo e in largo, da soli e in compagnia, passando da una serie incredibile di grosse enduro e gran turismo. Due anni sabbatici lontani dalle moto, poi ricominciano con il Fuoco; e non si fermano mai. Mario, Daniele e Giuseppe, del Direttivo del Three Wheelers Club, confermano un coro unanime: a far ricadere la scelta sul tre ruote, anche per chi l'ha sposato come prima moto, è stata l'idea di sicurezza che il mezzo trasmette. Insomma, in questo grande gruppo, le mogli che sono rimaste a casa sono serene e tranquille; le zavorrine a bordo comode. Alla guida solo una donna – peccato! – che si è alternata con il compagno: ha 30 anni e viene da Milano.
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