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Attualità
100 crash test per una nuova norma
di Riccardo Matesic
il 28/11/2008 in Attualità
L'Associazione no profit Aisico sta conducendo un programma di 100 prove d'impatto con le barriere, per proporre all'Europa una nuova normativa d'omologazione. Siamo andati ad assistere a uno di questi test
Il manichino vestito da motociclista parte sdraiato di schiena sulla pedana, raggiunge i 60 Km/h e piomba di testa sulla barriera. Un muretto di cemento del tipo New Jersey. Ci aspetteremmo un colpo fragoroso, invece, a differenza di altri filmati visti precedentemente, questa volta il rumore non è forte e il corpo rimbalza compostamente, scivolando lungo il muro. Percorre 8 metri strusciando, e appena si ferma scendiamo dal terrapieno dove eravamo appollaiati e andiamo a un primo esame visivo dei danni.
Siamo all'ISAM di Anagni (FR), dove abbiamo assistito a uno dei 100 crash test "motociclistici" che l'Aisico ha programmato di effettuare entro la prossima primavera. Lo scopo è quello di perfezionare una proposta di normativa d'omologazione delle barriere specifica per i motociclisti.
Non possiamo toccare il manichino, perché altereremmo i dati che le strumentazioni interne stanno ancora registrando. Però il casco nella zona occipitale è molto segnato; così come la spalla del motociclista. Andiamo a controllare il punto d'impatto sulla barriera, e con stupore scopriamo che il cemento è sbrecciato. "È il punto d'urto del casco – ci dice uno dei tecnici-. È normale, succede sempre che si trovi il segno nel cemento. Il casco è duro".
A occhio, per quello che abbiamo visto, se si fosse trattato di un vero motociclista, avrebbe una spalla rotta. E poi il colpo alla testa, che non riusciamo a valutare empiricamente. Del resto il New Jersey per questo tipo di impatti, con un angolo di soli 30°, è più amichevole del guard rail, perché consente al corpo del motociclista di salire lungo la barriera e successivamente di continuare a scivolare in avanti. Meglio di un guard rail metallico, che contrariamente a quanto si crede, può dare decelerazioni più violente e può essere letale se si incappa in un paletto di sostegno. O può tagliare, come tutti i motociclisti sanno bene. A meno che non abbia le protezioni specifiche delle quali si sta studiando l'omologazione.
Vorremmo avere i dati registrati dal manichino, ma per ora restano top secret. Del resto basta cambiare di poco il profilo della barriera per avere risultati differenti. Ecco un'altra ragione di questi crash test: si cerca di mettere a punto la barriera migliore. E in alcuni casi, come nei filmati che abbiamo visto in mattinata, il risultato può essere disastroso, con il manichino che si incastra sotto un guard rail o che perde un arto. Ma i test si fanno appositamente.
A occhio, per quello che abbiamo visto, se si fosse trattato di un vero motociclista, avrebbe una spalla rotta. E poi il colpo alla testa, che non riusciamo a valutare empiricamente. Del resto il New Jersey per questo tipo di impatti, con un angolo di soli 30°, è più amichevole del guard rail, perché consente al corpo del motociclista di salire lungo la barriera e successivamente di continuare a scivolare in avanti. Meglio di un guard rail metallico, che contrariamente a quanto si crede, può dare decelerazioni più violente e può essere letale se si incappa in un paletto di sostegno. O può tagliare, come tutti i motociclisti sanno bene. A meno che non abbia le protezioni specifiche delle quali si sta studiando l'omologazione.
Vorremmo avere i dati registrati dal manichino, ma per ora restano top secret. Del resto basta cambiare di poco il profilo della barriera per avere risultati differenti. Ecco un'altra ragione di questi crash test: si cerca di mettere a punto la barriera migliore. E in alcuni casi, come nei filmati che abbiamo visto in mattinata, il risultato può essere disastroso, con il manichino che si incastra sotto un guard rail o che perde un arto. Ma i test si fanno appositamente.
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Il test cui abbiamo assistito noi era il numero 14. Dunque ne mancano 86 alla conclusione del programma di prove. Però all'Aisico hanno già le idee abbastanza chiare sulla proposta di direttiva che potrebbero inviare alla Commissione Europea.
Al momento si parte da un solo protocollo esistente, che è quello spagnolo. Prevede un impatto come quello cui abbiamo assistito in mattinata (60 Km/h, impatto di testa con angolo di 30°) e un secondo test con impatto analogo ma sulla spalla.
All'Aisico pensano che la velocità di 60 Km/h sia eccessiva, perché la maggior parte degli impatti si verificano a velocità inferiori. Sia perché avvengono in zone urbane o suburbane, sia perché l'impatto è quasi sempre preceduto da un tentativo di frenata e da una caduta con scivolata. Dunque la loro proposta con ogni probabilità prevederà una velocità d'impatto di 40 Km/h. E per il secondo test, piuttosto che sulla spalla si potrebbe considerare un impatto laterale sulla barriera. Perché l'impatto lombare o addominale è frequente nelle casistiche degli incidenti, ed ha sempre conseguenze gravi.
Lo studio comunque va avanti, e noi torneremo ad assistere a successivi crash test, per seguire il cammino della proposta normativa e dare il nostro contributo.<
Al momento si parte da un solo protocollo esistente, che è quello spagnolo. Prevede un impatto come quello cui abbiamo assistito in mattinata (60 Km/h, impatto di testa con angolo di 30°) e un secondo test con impatto analogo ma sulla spalla.
All'Aisico pensano che la velocità di 60 Km/h sia eccessiva, perché la maggior parte degli impatti si verificano a velocità inferiori. Sia perché avvengono in zone urbane o suburbane, sia perché l'impatto è quasi sempre preceduto da un tentativo di frenata e da una caduta con scivolata. Dunque la loro proposta con ogni probabilità prevederà una velocità d'impatto di 40 Km/h. E per il secondo test, piuttosto che sulla spalla si potrebbe considerare un impatto laterale sulla barriera. Perché l'impatto lombare o addominale è frequente nelle casistiche degli incidenti, ed ha sempre conseguenze gravi.
Lo studio comunque va avanti, e noi torneremo ad assistere a successivi crash test, per seguire il cammino della proposta normativa e dare il nostro contributo.<
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