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Sicurezza: proposte serie o scempiaggini?

di Riccardo Matesic il 17/04/2007 in Attualità

Per ridurre gli incidenti i risultati migliori li hanno ottenuti i paesi che hanno adottato i rilevatori di velocità. Inoltre stanno per arrivare limitatori automatici di velocità e controlli GPS. Ma è davvero questa la strada da seguire? La discussione è aperta sul forum

Nei giorni scorsi ha fatto rumore la notizia che in Inghilterra si sta valutando la possibilità di introdurre obbligatoriamente un limitatore di velocità automatico per i motocicli. Come nel nostro paese, anche nel Regno Unito il dibattito sugli incidenti dei motociclisti è acceso. Ecco allora che si fanno largo le tesi di chi sostiene che si può utilizzare la tecnologia per impedire alle moto di superare una determinata velocità, indicativamente 100 Km/h.
Sicurezza: proposte serie o scempiaggini?


Tutti parlano di sicurezza, ma per ora i risultati migliori in termini di riduzione degli incidenti li hanno ottenuti quegli stati che hanno sposato i controlli elettronici. Qualcuno propone limitatori automatici o controlli GPS. Tra tutte le proposte, quali sono secondo voi quelle davvero serie, che possono contribuire alla nostra sicurezza? Dite la vostra sul forum. Per partecipare Clicca qui!

Non crediamo che la proposta avrà successo, perché è troppo stupida e c’è già un precedente negativo, quello della Svizzera, dove qualche anno fa fu lanciato il progetto Vision Zero, che prevedeva limitatori di velocità obbligatoriamente tarati a 80 Km/h per le moto. In quel caso 30.000 motociclisti si concentrarono in una grande manifestazione, percorrendo le autostrade elvetiche in carovana, rigorosamente a 80 Km/h. Funzionò.
E funzionerà anche in Inghilterra, perché il problema sicurezza non è certo legato solo alla velocità massima dei veicoli, ma - come ha ricordato l’associazione inglese delle case motociclistiche - nella necessità di corsi di guida sicura e di educazione stradale. Del resto, a volte la potenza può servire a tirarsi fuori dai guai: si pensi a un sorpasso con un terzo veicolo che sbuca all’improvviso di fronte.
Il problema sicurezza resta però sugli scudi, per quel benedetto impegno europeo di dimezzare entro il 2010 i morti sulle strade. Il Lussemburgo passerà alla storia per essere il primo paese ad aver centrato l’obiettivo. Ma sono in dirittura d’arrivo anche i paesi scandinavi. Merito, sembra, di un’applicazione rigida dei controlli elettronici.
Abbracciano con convinzione i controlli telematici anche Francia, Belgio e Spagna. In Francia il bilancio del 2006 parla di 349 milioni di euro di contravvenzioni fatte con i sistemi radar. Un aumento fortissimo rispetto al 2005, quando ci si era fermati a 205 milioni di euro.
Anche in Belgio si programma di dotare tutti gli incroci pericolosi di telecamere, mentre in Spagna sta nascendo un centro elettronico nel quale confluiranno tutti i verbali della rete nazionale di telecamere e radar. Una "industria della multa" potremmo chiamarla, con un po’ di ironia!
Da noi fortunatamente il ministro del Trasporti, Alessandro Bianchi, recentemente ha avuto modo di dire che bisogna evitare di sostituire il controllo umano con quello elettronico. Bene, ma registriamo anche che la mancanza di fondi sta facendo diminuire i controlli sulle strade delle pattuglie di Polizia; che, di fatto, hanno un organico invariato da molti anni. E siamo convinti che più Polizia sulle strade non potrebbe che avere un effetto positivo.
Continuano invece ad aumentare gli autovelox piazzati a "tradimento", per i quali è auspicabile (e in parte attesa) una norma mirata a togliere ai comuni la libertà di mettere le micidiali macchinette dove e come vogliono, con il palese obiettivo di fare cassa.
In attesa di questo ventilato provvedimento, la società Autostrade ha messo sul suo sito www.autostrade.it l’elenco completo e aggiornato delle postazioni Tutor in funzione sulla rete nazionale. Può essere utile darci un’occhiata, soprattutto perché nel primo trimestre del 2007 le infrazioni rilevate ai limiti di velocità sono cresciute rispetto allo scorso anno del 34% (26% in autostrada).
Si discute molto a livello comunitario sul tema dell’obbligo delle luci accese di giorno. La direzione generale Trasporti della Commissione Europea ha concordato una moratoria di sei mesi con industria e utenti. Un lasso di tempo utile perché l’ACEM, l’associazione europea dei costruttori di moto, presenti i risultati di uno studio scientifico mirato a capire gli effetti delle luci accese di giorno su tipologie differenti di veicoli.
Lo studio prende le mosse da 129 incidenti realmente accaduti e analizzati nel Maids, con lo scopo di riproporne le condizioni in un simulatore di guida, nel quale si sono alternati diversi conducenti. Un sistema di telecamere e di sensori controlla il movimento degli occhi e del capo del conducente, per capire dove e cosa si è portati a guardare quando si guida la macchina. Tutto ciò anche per individuare la situazione migliore di uso delle luci ed eventuali sistemi differenti di illuminazione dei veicoli.
Al momento non ci sono risultati disponibili, arriveranno a fine estate, ma certo si tratta di uno studio importante dei cui risultati ci auguriamo che in futuro si tenga conto.
E quali provvedimenti ha intenzione di adottare il parlamento di Strasburgo? Per ora ha dato una serie di linee guida che vi riassumiamo in pochi punti. Tasso zero di alcol nel sangue per i neopatentati, ottimizzazione e armonizzazione della segnaletica, norme più restrittive per la circolazione degli automezzi pesanti. E poi, tolleranza zero per chi non usa le cinture di sicurezza, per chi non rispetta il codice e, soprattutto, per chi corre troppo.
Torniamo all’Inghilterra, dove si starebbe studiando un sistema di pedaggio che potrebbe sostituire la tassa di possesso. In pratica, adottando obbligatoriamente una tecnologia GPS, gli automobilisti (per ora non si parla di moto) si vedrebbero conteggiare i chilometri percorsi, con il conto da saldare a fine anno.
Per gli importi si parla di circa 2 euro a miglio per le zone centrali, scendendo a un importo fra i 25 e i 130 centesimi di euro nelle zone periferiche. In campagna si arriverebbe a 3 centesimi a miglio.
Per ora è solo un progetto volto a ridurre la congestione soffocante delle zone urbane; ma già è stata fatta una poderosa raccolta di firme. A fermarlo non basterebbe però neanche l’argomentazione della privacy violata, perché il sistema funzionerebbe a zone, limitandosi a registrare il passaggio della vettura da una zona all’altra; senza controllare strettamente le vie percorse e le eventuali soste.

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