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Motocross delle Nazioni: i risultati di Matterley Basin

il 25/09/2006 in Attualità

Decine di migliaia di spettatori del 60° Motocross delle Nazioni hanno assistito alla vittoria del team degli Stati Uniti, ma gli applausi sono andati ai belgi e agli italiani protagonisti assoluti delle tre manche. Un'edizione memorabile per il record d

Motocross delle Nazioni: i risultati di Matterley Basin
Stefan Everts

Testo e Foto di Massimo Zanzani


La squadra degli Stati Uniti d'America

Chi era a Maggiora nell’indimenticabile edizione ’86 del Motocross delle Nazioni ricorda quale passione si provò a seguire le prestazioni dei mitici David Bailey, Ricky Johnson e Johnny O’Mara, quest’ultimo autore di uno storico testa a testa tra la sua Honda 125 e la HRC 500 di David Thorpe.


Bene, quella disputata a Matterley Basin non è stata da meno, anzi forse è stata ancora più eccitante di quella piemontese perché questa volta gli americani hanno di nuovo vinto ma dopo essere stati stracciati dai piloti europei in tutte e tre le manche.


A distanza di vent’anni la scuola dei gran premi si è affermata di prepotenza nei confronti di quelli ritenuti i più forti piloti del mondo e che invece in Inghilterra per aggiudicarsi la diciassettesima vittoria al Motocross delle Nazioni hanno dovuto far ricorso alla regolarità dei piazzamenti invece che alla superiorità atletica.
E’ vero che essendo una gara a squadre la si dovrebbe correre non mirando al risultato individuale bensì a quello di gruppo, ma è altrettanto vero che ad ogni edizione, a partire dall’81 che segnò l’inizio della egemonia statunitense, il Nazioni è sempre stato considerato il punto di riferimento per mettere a confronto le scuole dei due opposti versanti.


Questa volta gli yankee ne sono usciti con le ossa rotte, nonostante i commenti di Ricky Carmichael, presente solo come spettatore in quanto infortunato alla spalla sinistra, ma soprattutto di James “Bubba” Stewart che nonostante le abbia prese di santa ragione da Stefan Everts in entrambe le manche ha candidamente affermato che per lui era importante solo il risultato complessivo e non tanto il confronto con gli altri piloti.


Fatto sta che oltre ad aver subito l’onta del dieci volte iridato, che ha chiuso definitivamente la sua carriera iridata con una delle più appaganti vittorie della sua carriera, gli americani sono stati piegati anche da uno spaziale Antonio Cairoli che nella seconda manche, corsa dai piloti della MX2 e della classe Open, ha letteralmente stracciato tutti, ad iniziare dal neo campione National della classe Lites Ryan Villopoto.
Purtroppo a parte gli Stati uniti è mancata la compattezza del risultato, visto che sia al Belgio, la quale oltre che con Everts ha brillato anche con Steve Ramon primo della categoria Open, che l’Italia, portata alla ribalta anche da David Philippaerts, non hanno affiancato un terzo pilota altrettanto efficace, dovendosi accontentare la prima del posto d’onore e la formazione azzurra del quarto posto a sole due lunghezze dalla Nuova Zelanda.

Le classifiche
Assoluta MX1
1. Everts (Yamaha)
2. Stewart (Kawasaki)
3. Philippaerts (KTM)
4. Coppins (Honda)
5. Leok (Kawasaki)
6. Barragan (KTM)
7. S. Pourcel (Kawasaki)
8. MacKenzie (Yamaha)
9. Bradshaw (Suzuki)
10. Reardon (Kawasaki)

Assoluta MX2
1. Villopoto (Kawasaki)
2. Townley (Kawasaki)
3. Cairoli (Yamaha)
4. C. Pourcel (Kawasaki)
5. Rattray (KTM)
6. Leok (Yamaha)
7. Seistola (Honda)
8. Campano (KTM)
9. Strijbos (Suzuki)
10. Metcalfe (Yamaha)

Assoluta MX3
1. Ramon (Suzuki)
2. Tedesco (Suzuki)
3. Nunn (KTM)
4. Vehvilainen (Suzuki)
5. Cooper (Honda)
6. Demaria (KTM)
7. Lozano (KTM)
8. Astuta (Honda)
9. Boyd (Yamaha)
10. Kulhavi (Honda)

Classifica finale a squadre
1. Stati Uniti p. 15
2. Belgio p. 22
3. Nuova Zelanda p. 35
4. Italia p. 37
5. Francia p. 48
6. Gran Bretagna p. 55
7. Sud Africa p. 59
8. Spagna p. 67
9. Estonia p. 69
10. Finlandia p. 78

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BELGIO: 9 – Se Kevin Strijbos non si fosse trovato così male in sella alla 250 4T per la squadra fiamminga formata dai primi tre classificati della MX1 la vittoria era assicurata.
Lo confermano la superiore prestazione di Stefan Everts, che è andato sul podio in tutte i 14 Nazioni da lui disputati, e il brillante risultato di Steve Ramon, entrambi migliori dei rispettivi rivali americani.
STATI UNITI: 8 1/2 – Voto con lode per la vittoria, ottenuto con buon un risultato complessivo, ma voto da “non classificati” per la mancanza di umiltà nel non voler ammettere ai piloti europei una competitività pari se non superiore alla loro.
ITALIA: 8 – Due scivolate, una di Cairoli dovuta a MacKenzie e una di Philippaerts coinvolto in quella di Stewart, hanno tolto la soddisfazione di un podio che era alla portata della squadra italiana.
E’ rimasta comunque quella della fantastica prestazione di Tony che uno dopo l’altro ha bruciato tutti i suoi più quotati avvesari nella seconda manche, e qualle di David che nella terza manche è stato davanti per oltre dieci minuti a Everts e Stewart. Con un Beggi in forma smagliante il risultato finale sarebbe stato decisamente meglio.


Prestazione positiva per i neozelandesi che hanno sfruttato il ritorno in forma di Ben Townley; Joshua Coppins ha fatto il suo dovere senza però brillare come nei GP, mentre il campione australiano Cody Cooper alla sua seconda esperienza internazionale si è difeso piuttosto bene contribuendo al risultato di squadra.
FRANCIA: 5 – Il neo iridato Christophe Pourcel aveva espresso il desiderio di battere Villopoto ma ne ha avuto l’occasione e non ci è riuscito.
Al di sotto delle aspettative anche il fratello Sebastien così come Yves Demaria che hanno lasciato in ombra la squadra francese che puntava senza mezzi termini al podio.
CINA: n.c. – Non si sa se la squadra cinese faceva più ridere per i nomi dei suoi piloti (come quello di Yao Yao) o per le loro capacità tecniche.
Nel primo giro del turno di prove libere uno di loro è caduto ben tre volte, e ogni giro per loro sembrava una sofferenza.
I cinesi si sa che sono dei grandi lavoratori, ma nel motocross di tirocinio ne devono fare ancora molto.

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