Attualità
Test Yamaha Fazer 2004
La tuttofare che non ti aspetti: più sportiva che turistica, la media giapponese sorprende per il motore di chiara impronta racing. Del resto, a Iwata qualcosa sta cambiando: ne abbiamo parlato col nuovo Presidente di Yamaha Italia
La tuttofare che non ti aspetti: più sportiva che turistica, la media giapponese sorprende per il motore di chiara impronta racing. Del resto, a Iwata qualcosa sta cambiando: ne abbiamo parlato col nuovo Presidente di Yamaha Italia
di Fabio Cormio
Siamo contenti: la Fazer 600 ora è a misura d?Italiano. Popolo che si rifiuta di apprezzare le moto ?intelligenti?, abbiamo sempre ricercato nelle due ruote emozione, fascino e personalità. E queste qualià non mancano alla nuova semicarenata giapponese, che abbiamo avuto modo di testare alla presentazione ufficiale a Seefeld, nel Tirolo. La FZ6 Fazer sfoggia linee più accattivanti, un bel telaio a vista in alluminio e una coda davvero all?ultimo grido, con quel gruppo ottico piccolo e puntuto ed il doppio terminale di scarico che pare frutto di un proficuo esercizio di design.
E questo è solo il principio: ancora più ?italiana? della Fazer sarà l?FZ6 naked, che arriverà a febbraio (abbiamo avuto modo di osservarla da vicino e ve lo confermiamo: sarà la vera anti-Hornet). Per la verità, la Fazer, brutta non lo è mai stata, nemmeno al suo esordio, nel 1998, quando era caratterizzata da quel cupolino un po? eighty: il restyling arrivò nel 2001, e la versione attualmente in commercio detiene lo scettro di moto più venduta d?Europa, il che la dice lunga sul sulle sue qualità complessive.
Questa nuova versione, pur con migliorie tecniche significative, non vedrà lievitare troppo il prezzo: 7.790 euro chiavi in mano, con consegne a partire da ottobre.
La tecnica
Ancor più che nel design, la Fazer è stata rivisitata nella meccanica e nella ciclistica, al punto da convincerci che si tratta davvero di un?altra moto, completamente nuova, e che poco o nulla ha a che fare con quella oggi nelle concessionarie.
Il motore è strettamente derivato da quello dell?R6: identici sono i pistoni (forgiati), le camere di combustione, l?albero motore, le valvole, l?alesaggio e la corsa. Per una migliore dispersione del calore, i cilindri, anch?essi uguali a quelli della supersportiva di casa, adottano un riporto ceramico diretto sulle pareti. l?obiettivo era quello di donare alla FZ6 il carattere sportivo che il pubblico tanto apprezza sulla YZF, mantenendo, tuttavia, una maggior trattabilità e un?erogazione più corposa ai bassi regimi (operazione, come vedremo, riuscita solo in parte).
In questa direzione vanno intesi l?arrivo dell?iniezione elettronica ?a gruppi?, cioè con due paia di corpi farfallati, ognuno con due diffusori da 36 mm. Il sistema è accoppiato ad centralina elettronica a 32 bit e favorito nel funzionamento da un airbox più capace. Dulcis in fundo, lo scarico è completamente nuovo, un quattro in due che le dona un suono più grintoso.
In ordine di marcia, la FZ6 pesa 7 kg meno della ?vecchia? FZS: il merito è soprattutto del telaio, un doppio trave asimmetrico in alluminio pressofuso: crescono leggermente l?interasse e l?avancorsa, e si allungano di 70 mm le braccia del forcellone (il monoammortizzatore è regolabile nel precarico). Si irrobustiscono gli steli forcella (43 mm, come sulla Fazer 1000) e si allargano i cerchi e gli pneumatici (120/70 e 180/55). Infine, è stato potenziato l?impianto frenante, con un doppio disco anteriore da 298 mm.
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Funzionalità e comfort
La posizione in sella: ecco, finalmente, una voce alla quale la Fazer mette in mostra la propria vocazione turistica. Si sta in alto, col busto eretto e le braccia non troppo tese; la sella è morbida ma non troppo cedevole e riserva una discreta porzione di spazio al passeggero, che ha anche due belle maniglie cui attaccarsi. Le gambe vanno a inserirsi confortevolmente nei fianchi del bel serbatoio in lega di carbonio e titanio.
Solo le pedane del conducente sono leggermente alte e in posizione un filo troppo avanzata, ma, naturalmente, dipende dalle misure del pilota. Il nuovo cupolino protegge bene dall?aria fino a oltre 160 orari, superati i quali conviene accucciarsi leggermente, anche se, va detto, la pressione dell?aria su testa e spalle non diventa mai insopportabile. A chi cerca una protezione totale consigliamo il parabrezza alto (optional). Per la Fazer, Yamaha ha optato per la strumentazione digitale (molto compatta, ricorda un po? quella della Kawasaki Z1000), completa di indicatore carburante e con un contagiri piuttosto preciso. Utile per gli interventi di manutenzione, c?è il cavalletto centrale, assente invece sulla versione naked.
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Takahashi-san, giapponese per caso
La presentazione europea della Fazer è stata l?occasione per passare un paio di giorni gomito a gomito con Yoshihiko Takahashi, nuovo presidente di Belgarda. Già, gomito a gomito: perchè Mr. Takahashi, quarantaseienne di Sapporo, non è uno di quelli che ti guardano dall?alto in basso, e nemmeno uno che sembra tenere troppo alla forma. Cosa molto anomala per un giapponese, soprattutto per un manager di questo livello. Lui invece è epidermicamente simpatico: niente sorrisi d?ordinanza, niente impaccio anche quando le domande di noi giornalisti si fanno un po? troppo insistenti o poco opportune. Qualcuno gli fa notare, a cena, che il faro anteriore della FZ6 sembra quello della MV Brutale; lui, sorridendo compiaciuto, risponde: ?I giapponesi copiano, ma copiano bene?.
Non avrei mai pensato di trovarmi con un personaggio di tale rilievo a parlare di Doraemon, il gatto blu degli anime giapponesi che mi sono fatto aerografare sul casco come portafortuna?
Yoshihiko-san parla un italiano perfetto, tanto da trovarsi assolutamente a proprio agio anche quando il registro usato è colloquiale: ciò è frutto di otto anni di lavoro qui prima di partire per il Brasile, nel ?94. Gli chiediamo:
- Cosa è cambiato in questi anni nel mercato nostrano?
Y.T.: Quanto agli scooter, fino a metà degli anni ?90 esisteva solo il mercato dei 50. Poi c?è stato il boom dei targati, un boom che ha fatto andare tutti su di giri, anche grazie agli incentivi per la rottamazione. Ma ora lo slancio iniziale è calato, l?offerta rimane vasta ma il mercato si avvicina alla saturazione: risultato? C?è bisogno di un grande sforzo da parte di Case e concessionari per mantenere i prezzi competitivi.
- E le moto?
Y.T.: La nostra quota di mercato è rimasta più o meno la stessa, solo che è cambiato il prodotto. La richiesta delle nostre enduro storiche (XT, Tenerè, Supertenerè) è man mano calata: il pubblico si è fatto più esigente, la vita di ogni singolo modello molto più breve. Il che significa, ancora una volta, grande sforzo, perché in meno tempo vanno ammortizzati i costi di industrializzazione.
- Lei cosa cambierebbe, in Yamaha?
Y.T.: la gamma è, oggettivamente, completa. Secondo me bisogna valorizzare il marchio, e per farlo bisogna migliorare diverse cose: il servizio dei concessionari, la competenza e la rapidità dell?assistenza tecnica, e accrescere la gamma degli accessori. Ma, anche, bisogna dare la giusta considerazione ai portabandiera della Yamaha, ovvero ai club di appassionati dei vari modelli, e, al momento della vendita, far sentire ascoltato il cliente.
- Veniamo alla nuova Fazer: saprà finalmente conquistare il mercato italiano?
Y.T.: io credo di sì, secondo me non resteranno impassibili allo styling tutto nuovo. Il cupolino si è fatto più aggraziato, e il telaio a vista è molto accattivante. Poi, quando arriverà la naked, sarà un?esplosione.
- Concludiamo: lei è un Italiano d?adozione, ma ci sono aspetti del nostro modo di vivere che ancora non sopporta?
Y.T.: gli Italiani mi piacciono, sono ?flessibili?, amano le cose belle. Tutte le persone che ho conosciuto hanno dimostrato una particolare capacità in un determinato campo. Ecco, quello che vi manca è il gioco di squadra, e per attuarlo bisogna prima di tutto saper ascoltare gli altri. Io, in Yamaha, ho intenzione di creare una squadra vincente: gli elementi ci sono già, ora non resta che unire le tesserine del puzzle.
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Su strada
Abbiamo provato la Fazer su strade di montagna: niente semafori, traffico quasi nullo, molti tornanti. La scelta di questa location non ci ha affatto sorpresi, visto che sembra il territorio ideale per una moto di questo genere, sportiveggiante ma non esasperata, ciclisticamente ben dotata. L?impatto iniziale è stato, invece, piuttosto deludente. Montiamo in sella alle 8 e 30 circa, con una temperatura dell?ambiente inferiore ai 10 gradi e a circa 1200 metri d?altitudine: la prima impressione è che l?iniezione, un po? per le condizioni climatiche, un po? per star dentro i limiti antinquinamento Euro 2, tenga i cilindri ?a dieta? di benzina.
Ai bassi, infatti, manca la spinta che ci si aspetterebbe. Prendere confidenza con la moto è difficile a causa dell?asfalto viscido e, forse soprattutto, di pneumatici non all?altezza della situazione: una moto innovativa e concreta come la FZ6 avrebbe certamente meritato qualcosa in più di quest?economica versione dei Dunlop Sportmax. La situzione cambia in meglio col passare delle ore: cala l?umidità, sale la temperatura e ci sembra che il propulsore si svegli un po?: a parte una flessione di coppia tra i 5 e i 7 mila giri (range peraltro molto utilizzato su percorsi come questo?), la spinta è buona. Il divertimento, comunque, è tutto in alto: il quattro cilindri di Iwata si lascia tirare fino ai 14 mila giri, con un urlo che è una sincera dichiarazione della propria discendenza dalla serie R.
Purtroppo le gomme continuano a lavorare male: la nostra impressione è che la taratura della forcella sia ottimale, e che anche l?ammortizzatore posteriore non evidenzi particolari difetti, ma sullo stretto, bloccaggi in frenata e perdite di aderenza sono all?ordine del giorno. Eppure è proprio in questi frangenti che la Fazer saprebbe dare il meglio. Il forcellone lungo, infatti, esalta la guidabilità, e non è difficile capire che anche il telaio ha fatto passi in avanti significativi in fatto di rigidità. Presto l?avremo in redazione, le monteremo pneumatici di maggior qualità, e non escludiamo di portarla in pista. Allora, il verdetto sarà definitivo.
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Dati tecnici
Motore: quattro cilindri in linea, raffreddato a liquido, 600 cc, DOHC 16 valvole. Alesaggio x corsa: 65,5 x 44,5 mm, rapporto di compresione 12,2:1. Potenza max 98cv/12.000 giri, coppia max 63 Nm/10.000 giri. Lubrificazione a carter umido, frizione multidisco in bagno d?olio, alimentazione a iniezione elettronica con gruppi farfallati da 36 mm, accensione elettronica, avviamento elettrico.
Cambio a sei rapporti, trasmissione finale a catena.
Ciclistica: telaio in alluminio pressofuso, in due pezzi imbullonati, forcella telescopica con steli da 43 mm, forcellone oscillante con monoammortizzatore regolabile nel precarico, avancorsa 97,5 mm. Freni: doppio disco anteriore da 298 mm, disco singolo posteriore da 245 mm con pinza Nissin.
Dimensioni e pesi: lunghezza 2,095 mm, altezza sella 795 mm, interasse 1,440 mm, larghezza 750 mm, peso 187 kg.
Omologazione: Euro 2.
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