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Centri urbani e divieti di circolazione

il 14/10/2001 in Attualità

I divieti di circolazione sono un incubo per tutti gli abitanti delle grandi città. Per i motociclisti però è un po’ peggio, perché non sempre è facile capire quali moto e scooter possono circolare e dove

Centri urbani e divieti di circolazione
Il decreto del Ministro Ronchi ferma i motorini non Euro 1 in caso di inquinamento eccessivo

I divieti di circolazione sono un incubo per tutti gli abitanti delle grandi città. Per i motociclisti però è un po’ peggio, perché non sempre è facile capire quali moto e scooter possono circolare e dove
di Riccardo Matesic e Vincenzo Clemeno





Non passa giorno che qualche motociclista o ciclomotorista non ci chieda chiarimenti sui divieti di circolazione, sulla possibilità di entrare in città con veicoli non catalizzati o non Euro 1 (non è detto che gli Euro 1 siano dotati di catalizzatore), sul fatto che con la sparizione della benzina Super bisognerà buttare tutte le moto non catalizzate(?).
Insomma, l’argomento è caldo e di confusione se ne fa tanta, anche da parte del sistema dell’informazione. Figuriamoci che a volte è lo stesso Legislatore che prende abbagli…Perché i divieti di circolazione? Per motivi nobili, quasi sempre. Per problemi di inquinamento dell’aria, di riduzione del traffico urbano che stringe in una morsa i centri storici, per problemi di rumore. Fin qui, restando nelle enunciazioni di principio, tutto bene, soprattutto perché molti comuni al momento di limitare la circolazione hanno tenuto in considerazione la capacità del mezzo a due ruote di decongestionare il traffico urbano, dimezzando i tempi di percorrenza.
Nasce però un po’ di confusione quando si parla di emissioni inquinanti e dei conseguenti divieti di circolazione.

Euro 1 ed Euro 2





Fino a poco tempo fa non c’era nessuna normativa d’omologazione che prevedesse la misurazione delle emissioni inquinanti allo scarico per moto e motorini. Insomma, i costruttori andavano alla cieca. Poi, il 17 giugno del ’99 è entrata in vigore la prima parte della Multidirettiva, la 97/24, conosciuta come Euro 1.
Per la prima volta in Europa esiste un’unica normativa d’omologazione che prevede l’analisi dei gas allo scarico. Per la precisione si misurano CO (ossido di carbonio), NOx (ossidi di azoto) e HC (idrocarburi incombusti). Questo non significa che dal 17 giugno ’99 non si possono più vendere i motorini non Euro 1: questi potranno restare anzi in commercio per altri 4 anni, fino cioè al 17 giugno 2003.
Il passo successivo sarà la Euro 2, ben più severa nei limiti: dovrebbe entrare in vigore il 17 giugno 2002, ma per un accordo fra costruttori, stretto con l’ovvia soddisfazione dei ministeri competenti, le case italiane hanno anticipato la conformità ai limiti Euro 2 dei nuovi ciclomotori omologati di un anno, al 17 giugno 2001.

Il decreto Ronchi sul benzene





Da qualche anno nel mondo ci si sta rendendo conto della pericolosità di un componente della benzina, il benzene. Ne fa parte da sempre, però adesso si è presa coscienza del fatto che è fortemente cancerogeno. Così in Italia, con largo anticipo rispetto agli altri paesi europei, se ne è occupato uno degli ultimi ministri dell’ambiente, Edo Ronchi, che alla fine degli anni Novanta ha preparato una serie di decreti ministeriali per dettare le regole per il monitoraggio del benzene nelle città e prescrivere le misure da prendere qualora vengano superati determinati limiti.
Nel ’99 viene dunque approvato un decreto (il 126 del 21 aprile) che obbliga tutti i comuni con più di 150.000 abitanti, 23 in tutto in Italia, a comunicare entro il 31 gennaio di ogni anno i valori medi di benzene registrati nell’arco dell’anno e a predisporre un adeguato piano di interventi sul traffico. In particolare viene stabilito che il valore medio di benzene da non superare su base annuale è 10 microgrammi per metro cubo d’aria. Al superamento di tale soglia bisogna prevedere dei blocchi della circolazione che i sindaci possono predisporre per fasce orarie e per tipologie di veicoli. Per i motorini, in particolare, si fa riferimento a quelli Euro 1: possono continuare a circolare nelle aree interessate solo i veicoli in regola con la nuova omologazione. Il problema è che nel ’99 si tratta di un’omologazione in vigore da appena qualche mese, e i veicoli in circolazione sono pochissimi. Per fortuna molte amministrazioni comunali se ne rendono conto e lasciano il permesso di circolare nelle ZTL (zone a traffico limitato) a moto e motorini di tutti i tipi. Del resto la Euro 1 non prevede alcuna misurazione del benzene!
Insomma, la questione comincia ad avere il sapore di una buffonata. Soprattutto perché nel frattempo si è scoperto che il benzene evapora molto anche dagli sfiati dei serbatoi delle automobili mentre rimane in parte inapplicata la norma che prescrive i circuiti di recupero dei vapori del carburante per i distributori di benzina.

La situazione al giorno d'oggi




Oggi, a distanza di due anni, la situazione è cambiata. Le amministrazioni comunali non sembrano più intenzionate a tutelare i possessori di ciclomotori non Euro 1 e, in alcuni casi, oltre alle ZTL mirano a chiudere addirittura la cinta urbana. Un’ingiustizia in quest’ultimo caso, perché i veicoli non Euro 1 sono ancora in commercio, e una moto comperata 4-5 anni fa non è giusto che non possa accedere ai centri storici. In materia però regna ancora confusione, perché quando si parla di divieti e di Euro 1, gli amministratori in molti casi intendono solo i motorini.
Ora poi c’è l’ulteriore problema del bollino blu. Dal 1° gennaio dovrebbe essere in vigore per i comuni che decideranno di adottarlo, ma la normativa non è affatto chiara a riguardo. La Motorizzazione civile ha anticipato che vorrebbe fare l’analisi del CO2 per concedere il bollino blu, ma i dubbi sono molti. Intanto la Commissione Europea ha bocciato tale proposta (vedi la lettera del Commissario europeo Erkki Liikanen), ma l’Italia potrebbe lo stesso andare avanti con un regolamento nazionale solo per il bollino blu o con le revisioni fino al 2003; dopo tale data infatti si cominceranno a revisionare i primi veicoli Euro 1 e bisognerà obbligatoriamente accettare le condizioni poste dall’Unione Europea.
I dubbi però sono comunque forti. In molti casi si premierebbero infatti i veicoli che producono più anidride carbonica, probabilmente gli stessi che consumano di più. Dimenticando, oltre tutto, che l’anidride carbonica è riconosciuta responsabile dell’effetto serra; in barba dunque al (decaduto?) protocollo di Kyoto. E poi i veicoli più moderni hanno una bassa emissione di anidride carbonica: insomma, proprio quelli meno inquinanti ne uscirebbero bocciati!





Un ulteriore problema gravissimo è quello dell’ignoranza di certi amministratori locali, che sono intenzionati a portare avanti una
guerra al due tempi senza sapere che alcune case hanno investito risorse ingentissime per lanciare scooter 2T che inquinano meno del 4T. E senza sapere che i limiti imposti dalla normativa Euro 1 sono più severi per il 2T che non per il 4T.
Possibile?
Appunto, siamo in attesa di una soluzione. Nel frattempo torna sempre utile ricordare che tutto quello che abbiamo detto vale per entrare nelle grandi città. Diversamente, catalizzati o meno, tutti i motocicli potranno continuare a circolare senza problemi.
Non abbiamo invece sfiorato per nulla il ciclomotore elettrico. Per quest’ultimo, inutile dirlo, non è prevista alcuna limitazione, se non nelle aree strettamente pedonali. Però di motorini elettrici ne sono stati venduti veramente pochissimi, nonostante gli incentivi all’acquisto: evidentemente la scomodità di dover attaccare la spina sotto casa per ricaricarlo (ancora ci sono pochissime – se ci sono – colonnine per la ricarica in strada) e le scarse prestazioni hanno scoraggiato i potenziali acquirenti.


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A titolo esemplificativo, vi presentiamo la “situazione divieti” in 10 città italiane che abbiamo preso a campione. Inutile dire che come abbiamo provato ad approfondire l’argomento ci siamo scontrati con un caos di regole incerte e di impreparazione.
Sì, proprio così. I siti Internet delle città non sono aggiornati ed anche al telefono sono poche le informazioni che si riescono ad avere. Presentandosi come giornalisti e parlando con gli uffici stampa dei comuni o con gli assessori alla mobilità urbana è andata meglio, ma quasi abbiamo sentito confondere la catalizzazione con la conformità alla Euro 1 o con la possibilità di usare la benzina senza piombo; in alcuni casi qualcuno ci ha chiesto informazioni a riguardo! Se non altro per le due ruote spesso non ci sono divieti, almeno per ora…
Questa è la situazione.

Milano: non vi sono ZTL, ma solo aree pedonalizzate dove la circolazione dei veicoli a due ruote è vietata, al pari di quella degli altri veicoli.

Torino: Le ZTL sono aperte alla circolazione di moto e motorini, che tuttavia, al pari delle auto, devono rispettare la chiusura notturna della ZTL “Romana”, dove non possono circolare nell’orario compreso tra le 21.00 e le 7.30.

Trieste: i limiti previsti per le automobili valgono anche per motocicli e motoveicoli. Questi, a meno che non siano autorizzati, possono accedere alle ZTL solo per raggiungere le aree adibite al parcheggio delle due ruote.

Genova: moto e motorini possono circolare nelle ZTL senza nessuna limitazione.

Firenze: attualmente motocicli e motoveicoli possono tranquillamente circolare anche all’interno delle ZTL. Permane ovviamente il divieto di accesso nelle aree pedonalizzate. L’amministrazione comunale ha però nei programmi del Vicesindaco e Assessore alla Mobilità, Graziano Cioni una vera e propria lotta ai motorini a due tempi, considerati i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico. Il progetto prevede anche una politica di promozione, anche attraverso incentivi economici, degli scooter elettrici e a quattro tempi.





Roma: nella capitale i veicoli a due ruote, in deroga alle limitazioni previste per le auto, possono accedere alla ZTL, la cosiddetta fascia blu che comprende il centro della città.
Dal 1° gennaio dovrebbe entrare in vigore il bollino blu per limitare l’accesso nell’ambito dell’anello ferroviario solo ai veicoli meno inquinanti.

Napoli: anche l’amministrazione della città partenopea ha previsto una deroga a favore di moto e motorini, la cui circolazione è ammessa nelle ZTL.

Bari: le ZTL non esistono ancora, ma sono nei progetti dell’amministrazione comunale. L’Assessore alla qualità dell’ambiente, Michele Roca, ha dichiarato comunque che l’uso di moto e motorini è visto di buon occhio nell’ottica dell’emergenza traffico; il numero di motocicli e motoveicoli che circolano quotidianamente a Bari, infatti, è di gran lunga inferiore a quello che si registra in altre città. “I limiti prescritti dalle normative però – ha concluso Roca - nell’ambito delle future zone a traffico limitato andranno rispettati”.

Reggio Calabria: Gli unici motorini e motoveicoli che possono circolare nelle ZTL della città sono quelli elettrici. Ovviamente sono autorizzati all’accesso anche quelli che esibiscono l’apposito permesso. Stesso discorso per le automobili.

Palermo: motocicli e motoveicoli hanno lo stesso trattamento delle auto e quindi non possono circolare nelle ZTL, a meno che non siano “catalizzati” (testuale, ma presupponiamo si tratti di conformità alla Euro 1, ndr) o muniti di apposito permesso.
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