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Attualità
Rally di Tunisia: Monumentale Meoni
il 07/04/2001 in Attualità
Sainct ce l’ha messa tutta, ma con Meoni non c’è stato niente da fare: l’italiano quest’anno è imbattibile; per lui, Tunisi o Dakar non contano ai fini del risultato: primo!
Sainct ce l’ha messa tutta, ma con Meoni non c’è stato niente da fare: l’italiano quest’anno è imbattibile; per lui, Tunisi o Dakar non contano ai fini del risultato: primo!
di Piero Batini
Il pronostico è stato rispettato: Fabrizio Meoni, dopo il trionfo nella Parigi-Dakar, ha vinto anche l'edizione 2001 del Rally di Tunisia, realizzando la prima doppietta dell’anno. In un finale al cardiopalma, il Campione del Mondo Rally Tout Terrain ha seguito come un'ombra Richard Sainct, sul quale, alla partenza dell'ultima speciale, aveva un vantaggio di un minuto secco. Il brivido iniziale, dato da una piccola, maledetta scivolata nei primi chilometri, e poi giù, a testa bassa, come nelle fasi cruciali della sua irresistibile carriera. Sainct a sua volta è caduto intorno al 50° chilometro, mettendo fuori uso la strumentazione della sua KTM, ma il percorso della speciale era ben noto ai due rivali, così entrambi hanno navigato a vista sulle tracce di ricordi indelebili.
Gli ultimi chilometri sono stati un'agonia per il francese, che non riusciva ormai più a scrollarsi di dosso il super campione di casa nostra. Sainct si avvicinava al traguardo sudato, nervoso, indispettito. Soprattutto dispiaciuto, ma consapevole di aver dato comunque tutto: il "cinghiale" ha lasciato correre le ruote della KTM n° 1 sulla sabbia vicino a Biserta, quasi divertendosi fino allo strappo finale in vista dell'altura che domina le isole dei Fratelli.
Un arrivo sincronizzato: Sainct primo sotto lo striscione d'arrivo, Meoni alle sue spalle, controllore determinato e spietato. Nessuna recriminazione: gioia sfrenata per Meoni che abbraccia per primo Romeo Feliciani, il suo meccanico, dispiacere intenso per Sainct, che comincia a soffrire pesantemente la subordinazione tecnica ed agonistica al campione italiano.
Nell'euforia del finale che tutti auspicavamo (e che avevamo voluto, con un tocco di irriverenza, dare per scontato in un universo dove niente riesce ad esserlo), restano un poco in ombra il terzo posto del cileno Carlo Degavardo, che a Ksar Ghilane ha pagato pesantemente l'unica distrazione della sua prima corsa da pilota ufficiale, ed il magnifico quarto di Matteo Graziani, che si è preso il lusso di lasciarsi alle spalle la BMW ufficiale di Cyril Despres.
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