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I viaggi dei lettori

Road to Wheels and Waves, day 5: Biarritz, Bordeaux e la Dordogne

Carlo Portioli il 30/07/2015 in I viaggi dei lettori

Siamo  a fare colazione, siamo abbastanza sereni perché la strada pianificata ieri sera durante il consiglio di guerra dovrebbe minimizzare i rischi di pioggia.

Road to Wheels and Waves, day 5: Biarritz, Bordeaux e la Dordogne
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Ore 10.00: le moto, sparpagliate nella piazza come gli stecchini in una partita di Shangai, sono in fase di preparazione. Ci muoviamo intorno con gesti precisi. Si avvicina la versione invecchiata di Russell Crowe e ci racconta che vive a Biarritz (infatti è un bel signore di una certa età), che ha un’ Harley del 2006, che è andato più volte al Faaker See e ci consiglia di andare dopo Bordeaux nella Dordogne dove fanno il miglior foie gras di Francia. Noi ringraziamo, ma la strada del rientro passerà altrove. Una signora anziana chiede se può farci una foto. Viene il dubbio che lo faccia per testimoniare la presenza anche di gente con la pancia. 
In ogni modo tiriamo un po’ in dentro gli addominali e ci facciamo fotografare. Stiamo per salire in moto quando Claudio dice: “Ok, si parte. Direzione Bordeaux e la Dordogne”.
Attimo di spaesamento: ma come… e il gran consiglio di ieri sera? e le decisioni prese dopo lunghe riflessioni? E se poi prendiamo l’acqua? Poi capiamo che nella notte ci deve essere stato un lungo confronto tra lui e il Tom Tom. Deve averla avuta vinta la voce del Tom Tom, d’altronde con le donne succede spesso.
I punti erano stati fissati a gennaio e quella sarà la strada del ritorno. Nessuno apre bocca, in moto è così: tutti hanno diritto di dire la propria, ma poi uno deve decidere e la strada, da che mondo è mondo, la fa Claudio. La fa lui perché mentre noi stiamo in altre faccende affaccendati, lui si guarda le piantine, studia, considera, valuta, rimugina e poi… fissa i punti nel Tom Tom. Ecco: quello è il punto di non ritorno. Se dicessero che su quella strada i benzinai sono gestiti dai velociraptor, amen. Più facile uscire vivi dai velociraptor che dalla voce petulante del Tom Tom che dice: “hai voluto fare di testa tua? e adesso segui i cartelli! e in più… stasera sappi che avrò mal di testa”.
Si parte, l’autostrada per Bordeaux è piacevole, sonnacchiosa, mezza vuota. Colline boscose ed cieli immensi in stile americano. Le nuvole sembrano appoggiate su un enorme piano di cristallo che arriva fino all’orizzonte e noi le guardiamo da sotto.
Ore 14.00: si arriva a Bordeaux in tempo per veder chiudere tutti i posti per mangiare, ma ne troviamo uno carino che fa hamburger buonissimi. Si mangia e si riparte. Bordeaux ha l’aria di un posto bello, pieno di giovani di tante etnie, un posto dove vale la pena passare un weekend. ma forse no, chi lo sa… in 1 ora non si ha tempo di capire nulla di un posto.
Ore 15.00: ripartiamo verso la Dordogne e inizia la zona dei grandi vini, degli Chateaux. Colline, case padronali enormi, splendide, circondate da infiniti vigneti. Progressivamente entriamo nella valle della Dordogne e del suo fiume. Solo foreste, pochissime costruzioni, pochissime macchine sulle strade. Il sole risplende su di noi e su uno dei posti più belli che io abbia mai visto. I rari borghi che si incontrano sono tutti medioevali: non si vede un edificio recente per centinaia di km. 
Ore 20.00: stiamo per arrivare alla fine della tappa prestabilita, Sarlat la Caneda, quando a pochi km ci troviamo davanti… Gran Burrone. È un borgo tutto di pietra, arroccato su una collina con una roccaforte in cima che sembra uscita da Il Signore Degli Anelli, si chiama Beynac-et-Cazenac ed è semplicemente uno spettacolo imperdibile. La cosa più bella che io abbia visto durante tutto il giro. Vorremmo cenare qui, ma dobbiamo arrivare all’albergo a 15km, altrimenti si rischia di rimanere fuori.
Ce ne andiamo dispiaciuti di dover lasciare un posto incantato e arriviamo all’albergo. Camera, doccia, ho le ossa rotte ma si deve uscire a mangiare.
Andiamo verso il centro del paese e scopriamo che anche questo è un incredibile e meraviglioso borgo medioevale che sembra Frittole. Ce ne andiamo in giro con il naso all’insù, stupiti di quanto faccia sentire bene essere circondati dalla Bellezza e di come quella naturalistica e quella architettonica sembra si diano appuntamento in alcuni posti del mondo per fondersi nella perfezione. 
Sono passati 1766km dall’ultima brioche da Nando, domani una nuova tappa del viaggio e tutto va alla grande.

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