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I viaggi dei lettori

Rocky road to Scotland

di Marco Bevacqua il 09/05/2007 in I viaggi dei lettori

20 giorni e quasi 6.000 Km di acqua, vento e tanti nuovi amici. Una vacanza difficile, ma degna di essere vissuta. Due nostri lettori ci raccontano la loro esperienza

Dopo un lungo cercare un qualsiasi compagno di viaggio, aver prenotato il traghetto per la tratta Ijmuiden (NL) – Newcastle Upon Tyne (UK) e aver cercato di recuperare il maggior numero di informazioni utili relativamente alle sistemazioni e ai posti da vedere, si parte per la Scozia, meta tanto agognata e assolutamente sconosciuta al sottoscritto, se non per le condizioni meteo inclementi per un motociclista, la certezza di una cucina indegna, il whisky, la birra e i castelli.
Rocky road to Scotland

Fa parte della preparazione del viaggio anche la decisione del bagaglio: si opta per le sole borse laterali non estese e il bauletto per contenere il completo antipioggia, il catenone da ben 7 kg e, nei momenti di sosta, il casco. Il contenuto delle borse punta all’essenziale : tre paia di calzini, tre boxer, tre magliette in tessuto traspirante, due pantaloni, due felpe e poco altro indispensabile. Anche così la moto è discretamente carica: viene in aiuto la regolazione dell’ammortizzatore posteriore, anche se da fermo il maggior peso si sente parecchio.
In ogni caso si parte.

Partenza in orario alle 5:30 del 5 agosto. C’è il sole. La fida Suzuki ha già 14.320 km, circa duemila in più dall’ultimo tagliando (questa annotazione ha un perché considerando le condizioni finali del mezzo: funzionante ma affaticato). Il viaggio procede bene con una velocità media intorno ai 110 km/h fino a Chiasso. Lì trovo una piccola coda formatasi per il controllo e l’acquisto della “vignette” annuale.
Compro la vignette a 30 € e proseguo.
Tutta la Svizzera è un cantiere unico: la velocità media scende a circa 70 km/h. Si trova coda in ingresso al lungo e poco salutare tunnel del San Gottardo, ma con la moto riesco in parte a saltarla. Appena uscito dal Gottardo : PIOGGIA. E tanta.
Attraverso Lucerna, ma perdo l’uscita per Basilea andando verso Berna.
Al primo raccordo utile faccio inversione, tornando sulla retta via con un costo di soli 30 km sul programma di viaggio. Dopo Basilea la rotta mi porta a Friburgo e poco dopo smette di piovere. Seguo le indicazioni per Francoforte prima e quelle datemi dal gestore dell’ostello di Reisenhaim an Rhein poi. La zona è stupenda: colline, vigneti e sole rendono piacevole la lunga ricerca dell’ostello posto su una collina, con vista panoramica spettacolare. Dopo la doccia, cena direttamente in ostello: un piatto unico a 5,70 €. Non male… Nanna.

06/08/06 Il tempo è uggioso ma fortunatamente senza pioggia. Durante il viaggio fa freschino: 18-20 °C. Una volta entrato in Olanda l’autostrada è piatta, dritta e interminabile. Meglio gli altalenanti boschi delle montagne tedesche con le improvvise apparizioni delle pale degli impianti eolici. Uniche note piacevoli del tratto olandese: visione di una Mustang GT nera, seguita da 4 Dodge SRT-4 con tanto di “white stripes” e un motociclista tedesco che mi sorpassa e mi saluta con entrambe le mani. Benedetto “cruise control”, io ho i crampi al gomito destro.
Arrivo ad Harleem, caos: giro per due ore senza avere la minima idea di dove sono (finisco persino in una spiaggia stile Ibiza).
E pensare che bastava trovare prima lo sportello INFO della stazione dei treni che stampa gli itinerari a richiesta. Arrivo in ostello verso le 18:00. L’ostello è molto bello, posto all’esterno di un grande parco attraversato da uno dei tanti canali navigabili, e dotato di un piacevole pub interno. E’ la prima volta che faccio il check vicino alle spine delle birre.
Sono in camera con 3 spagnoli di un paese vicino Saragozza, un lussemburghese, un giapponese (immancabile) e qualcun altro. Essendo ormai troppo tardi per mangiare in ostello (erano già le 19:15) trovo vicino all’ostello un ristorante cinese ben frequentato. In effetti si mangia bene e parecchio, anche se i prezzi non sono proprio a buon mercato.

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07/08/06 Tempo ancora nuvoloso ma niente acqua al momento grazie al discreto venticello. Mattinata a spasso per Haarlem (c’è il mercato di sabato, compro una cintura da un venditore cinese per due euro) che effettivamente è carina. Pranzo rapido, economico e inutile al Burger King della stazione. Cerco per la cena direttamente in ostello (il centro è troppo distante) ma è tutto pieno. Evidentemente si mangia bene. Pertanto, dopo la doccia, esco nuovamente per farmi i miei tre km fino al centro e mangiare in un ristorante messicano (porzione decisamente abbondante anche se le “ribs” mettono a dura prova i miei nervi…). Rientro in ostello sotto una pioggerellina finissima e fitta tipica dei paesi del Nord.
Anteprima? Durante il tempo di una birra cerco il percorso migliore per arrivare a Ljmuiden: speriamo. Se la pioggia di domani è come quella di stasera l’unico problema è che non posso andare al mare.

08/08/06 Arrivo al terminal di Ijmuiden verso le 9.30: era appena arrivata la “King of Scandinavia”, la mia nave. Per passare il tempo vado nel centro cittadino di Ijmuiden ma non c’è molto. La presenza di qualche negozio mi permette comunque di passare il tempo. Il meteo è parecchio variabile e c’è vento. Speriamo per stanotte.
Pranzo in un take-away al molo che fa anche da pescheria: dalla quantità di persone che circola deve essere tra i migliori. Il pesce è freschissimo, sguazza ancora nella vasca prima che il cuoco giapponese ponga fine alla sua vita.
Dopo il check conosco due milanesi in sella a una Moto Guzzi Centauro gialla; dovrebbero fare il mio stesso giro (non li beccherò più). Ceniamo insieme e in tarda serata si sente che siamo in mare aperto, si balla! Speriamo per la moto.
E’ probabile che abbia preso una fregatura prenotando la cena in anticipo: io l’ho pagata 36 euro e c’è il buffet a 23 euro a volontà.
Fuori fa un freddo bestiale.

09/08/06 L’iniziale idea di partire dai Borders viene sostituita da un salutare (per lo spirito libertario del motociclista) attraversamento latitudinale della Scozia fino alla contea di Dumfries e Galloway. Decido di fermarmi all’ostello Kendoon a St. John Town of Dalry che apre per le 17. A parte l’estetica da container di legno, mi ritrovo in anticipo nonostante i miei orologi siano ancora un ora avanti rispetto a quella locale e, con il tempo che c’è - avrò messo e rimesso il completo antipioggia per 10-12 volte –, decido di andare al vicino ostello di Minnigaff, vicino Newton Stewart. La strada attraversa la Galloway Forest ed è stupenda per tragitto e panorami. Posso dire di essere arrivato in Scozia.
All’ostello di Minnigaff mi accoglie una nonnina probabilmente parente di Angela Lansbury. Peccato debba morire nella prossima puntata della signora in giallo…
Essendo l’unico ospite del tipico ostello non ho problemi di spazio. Uscendo a prendere i bagagli dalla moto vengo avvolto da un nugolo di ragazzini con i capelli rossi e le lentiggini. Gli chiedo se sono tutti parenti (a me sembravano tutti uguali…) ma tra le poche parole capisco che sono soltanto tutti amici e vicini di casa.
In serata arriva un ciclista di Manchester che oggi si è fatto 90 miglia (144 km circa…) sotto la pioggia e il vento. Dovrebbe ripartire venerdì. Mi cucino la mia prima cena in terra straniera. Si dorme con il piumone e il riscaldamento acceso

10/08/06 Sveglia automatica verso le 6.30: è normale perché alle 22:00 dormivo già. Faccio colazione e lavo i panni nello sgabuzzino a lato dell’ostello. C’è la lavatrice ma costa 2 sterline a lavaggio e il mio carico è limitato. Lavo tutto a mano e stendo poi i panni nei fili stesi nel giardino sotto una leggerissima pioggerella. Cominciamo proprio bene.
In realtà il vento forte fa sì che venga giù soltanto qualche goccia isolata. Giro: Wigtown (la capitale scozzese dei libri), Gatehouse of Fleet, Kirkcudbright (vento allucinante, per pranzo una vera colazione Scot), Threave Castle, Crossmichael, New Galloway. Al ritorno i panni sono soltanto un pò umidi. In compenso sono puliti.
Mi cucino la rimanente parte del sugo con la pasta e parlo un po’ col nonno ciclista che mi dà un indirizzo per una bunkhouse sull’Isola di Skye e gli utilissimi orari dei traghetti.

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11/08/06 Sveglia verso le 7:00 e colazione. Partenza verso le 8:00. Visita alla Glenluce Abbey (che apre alle 9:30 e sono in netto anticipo) dove vengo accolto da una persona che gira su una Honda 90 del 1972 . Mi spiega prima che ha avuto un sacco di moto, ma alla moglie non piace visitare vedere lungo il mio tragitto e ci perdiamo. Visito l’abbazia tutto solo e poi vado per PortPatrick (Richard, il gestode dell’ostello di Minnigaff mi ha detto che vale la pena), Stanraer, Irvine (dove parlo un po’ con un autista di Rolls Royce e mi vedo il relativo matrimonio prima di entrare al Dundonald Castle), Ardrossan per il traghetto delle 18:00 fino alla Isle of Arran.
L’isola è fantastica, così come la posizione dell’ostello sulla baia di fronte. L’ostello è probabilmente sovraffollato. Provo con quello successivo ma riesco con difficoltà a trovare due notti a Crianlarich: mi spiegano che le scuole in Scozia dovrebbero ricominciare giovedì 17 e fino ad allora sarà abbastanza difficile trovare qualcosa.

12/08/06 Partenza molto presto e ne vale la pena: incontro una pecora e relativo agnellino che vengono verso di me in mezzo alla strada. Loro sono tranquilli, i due signori nella macchina che li segue sono divertiti. Vedo lepri, pernici (o qualcosa di simile: correvano), delle pulcinelle di mare con tanto di pescetti in bocca e un’aquila che mi passa tre metri sopra la testa.
Arrivato a Brodick, faccio la spesa e prendo il traghetto delle 11:00. Conosco un paio di bolognesi sulla via del ritorno verso casa in sella ad una GS 1150 ultra accessoriata, accompagnati da un motociclista tedesco (ma che vive negli USA) sui settanta, in sella a una Africa Twin con cui ha girato il mondo nel corso della vita. Si parla un po’ di tutto durante il tragitto in traghetto e ci si saluta all’arrivo.
Verso l’ostello di Crianlarich trovo un po’ di coda a Port Glasgow per lavori in corso e un po’ alla confluenza con la strada da Stirling. La strada sulla sponda occidentale del Loch Lomond è molto bella e per questo un po’ trafficata. Vedo il meraviglioso ostello omonimo nel quale non ho trovato posto il giorno precedente. Arrivo a Crianlarich e, dopo l’immancabile inversione ad U, arrivo nel bell’ostello verso le 15:00. Ceno piuttosto presto e vado a bermi una birra in compagnia di due francesi, padre e figlia – Jean-Louis e Harmonie – che avevo salutato mentre facevano autostop. Non dormono in ostello perché è pieno, ma si accampano nella foresta con la tenda per una notte.
Domani si parte per una veloce ispezione giornaliera dell’isola di Mull (non c’era posto neanche lì).

13/08/06 Sveglia presto, colazione e partenza. Fa freddo: mi metto i pantaloni antipioggia (ero partito con i pantaloni normali e le scarpe “standard”) e i guanti invernali.
Vado direttamente ad Oban lungo una bella strada, compro i biglietti e provo a salire senza prenotazione.
Ce la faccio e arrivo a Portree verso le 11:00. Vado dritto per Fionnphort (per evitare i pullman che sicuramente arriveranno), prendo al volo il traghetto di mezzogiorno per Iona e 10 minuti dopo sono sulla minuscola, spettacolare, sacra isola. Visita all’abbazia ancora funzionante (e tanto per cambiare, in ristrutturazione) e compro qualche souvenirs che mi porterò dietro per tutto il viaggio.
Ritorno col primo traghetto disponibile per Mull (nel frattempo Iona si è riempita di attempati visitatori) dove mi fermo a mangiare l’ormai solito “double hamburger with chips”. Ancora una volta è buono, non ci sono salsine strane a rovinare il gusto della carne, ma comincia a stufare.
Passo da Craignure a prendere i biglietti e provo a salire sul traghetto delle 17:00 dopo un breve giro verso nord.
L’Isola di Mull è molto bella ma, a differenza di Arran, è troppo grande per vederla in breve tempo. E la domenica c’è un traffico esagerato!
Arrivo ad Oban verso le 18:30. E’ troppo tardi per visitare qualcosa (persino la distilleria è chiusa). Arrivo all’ostello verso le 20:00, cucino e mangio insieme ai 4 francesi : Jean-Louis, Harmonie, Fabrienne e Frederic. Bella serata.
Prenoto l’ostello successivo e vengo spedito a Laggan: Loch Lochy Hostel.

14/08/06 Sveglia abbastanza presto dopo una dormita niente male (comincio a non reggere più neanche l’imbevibile Shiraz australiano della sera prima). Per non disturbare finisco di preparare i bagagli nella hall e vado a fare colazione. Metto i bagagli sulla moto e parto alla volta di Laggan, vicino Spean Bridge (lasciando nell’ostello il mio utilissimo orologio da 9 €). Fa parecchio freddo ma c’è il sole: si viaggia molto bene. Arrivo all’ostello alle 10:45, lascio i bagagli e riparto per il lontano Eilean Dolean Castle. Durante il tragitto in mezzo alle montagne – che vallata – mi fermo a mangiare a una stazione di servizio, l’unica della zona, con negozio e ristorantino annesso.
Ripulisco senza difficoltà un piatto pieno di “sausages, eggs and chips” per £ 4,95.
Essendo una delle attrazioni più famose di Scozia, l’ Eilean Dolean è abbastanza pieno di turisti ma vale pagare i 7,20 pounds d’ingresso soltanto per assaporare quella sensazione di meraviglia dovuta alla tanta attesa prima di vedere il castello.
Riparto, compro qualcosa da mangiare dimenticando ancora il pane per domani mattina, e arrivo in ostello verso le 15:30. Seguono barba, doccia, bucato e diario.
Serata tranquilla con pasta al tonno per cena ed un po’ di lettura.

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15/08/06 Sveglia verso le 7:00, colazione e partenza per Fort William per provare a viaggiare sullo Steam Jacobite Express (l’Hogwart Express di harrypotteriana memoria).
Resto in coda per circa un’ora (a chi non ha prenotato i biglietti vengono dati prima di salire sul treno) e incontro ancora Harmonie e Jean-Louis che hanno dormito nel campeggio a Fort William.
Mi assegnano un posto in mezzo a una famiglia scozzese di Tain molto alla mano. Il marito possiede una VFR e una Transalp, la figlia ha i capelli rossi e le lentiggini. Viaggiano insieme a una famiglia posta dall’altra parte del corridoio. Inutile dire che le tre ragazzine (l’altra famiglia ha due figlie, ovviamente) sono delle fan sfegatate di Harry Potter. Mi viene persino offerto un caffè: proprio gentili ed alla mano gli scozzesi.
Il viaggio fino a Mallaig è un panorama unico.
Arrivato a Mallaig mi fiondo subito nel primo ristorante di pesce che trovo (scopro poi che era consigliato sulla Lonely Planet) e mangio un “halibut” in salsa provenzale: il sapore è un po’ particolare ma buono e le carni sono talmente compatte da sembrare pollo.
Compro lo zucchero ed il pane, faccio la mia prima prenotazione (gratuita) per il traghetto che prenderò domani per Skye e risalgo sull’Hogwart Express verso Fort William e Laggan con la moto. Prenoto l’ostello di Glenbrittle su Skye (l’unico disponibile).
Cena a base di pasta (stavolta con il sugo fatto bene e con i giusti tempi) e pane e salame: l’Italia sembra un po’ più vicina.

16/08/06 Partenza verso le 8:30 a causa dell’introvabile ostellante con la faccia svogliata. Piove. Pur facendo la “Road of the Isles” non riesco a fotografare il Glenfinnan Viaduct perché la strada non ci passa vicino (ho scoperto dopo sulla guida che c’era una deviazione per arrivarci). Arrivo a Mallaig verso le 10:00 e smette di piovere. Tranquillo traghetto di mezz’ora e, arrivato su Skye, pioggia e vento come mai finora.
Vado per la capitale Portree, infarcita di turisti ma con negozietti interessanti, tipo Skye Batiks, mangio del fish and chips non buonissimo sotto una leggera pioggerella (adesso…) e riparto verso l’ostello.
La strada è incredibile, sembra di fare un passo in alta montagna (complice anche il ritorno del tempaccio) ma si è a 300 mt sul livello del mare. Nonostante la visibilità indecente ci sono paesaggi da mozzare il fiato. Arrivo all’ostello ma apre alle 17:00: vado a comprare dei biscotti al cioccolato per una motard tedesca al negozio del campeggio sulla spiaggia facendo un po’ di pista (…finalmente!) e mi dirigo verso Nord per visitare il Dunvegan Castle. Carino, caro, ma comunque inferiore al Culzean (leggi “culian”) e all’ Eilean Dolean.
Prenoto gli ostelli di Torridon e Ullapool.
Ritorno all’ostello interamente in legno per consegnare i biscotti e mangiare della pasta con una tonnellata di fagioli e del pane tostato.

17/08/06 Il tempo su Skye sembra promettere pioggia ma in realtà uscirà il sole verso le 9:00. Giro per il Nord dell’isola lottando soltanto contro il traffico che va intensificandosi (specie vicino alle attrazioni naturali). Attraverso lo Skye Bridge verso le 11:30 e imbocco la strada panoramica attraverso il lunghissimo e desolatamente vuoto Loch Carron: scenario fantastico ma non c’è un cane (e una pompa di benzina ) neanche a pagarlo.
Trovo la civiltà a Kirkloewe, dove riesco a fare benzina e a mangiare un panino con l’agnello alla menta e proseguo lungo la Glen Torridon e le relative spettacolari montagne.
Arrivo all’ostello di Torridon (appunto) verso l’una ma, come al solito, apre più tardi. Prendo un po’ di sole, mangio un ulteriore panino, spedisco le cartoline comprate su Arran e faccio pulizia e ordine nel bauletto.
L’ostello è molto bello, con camerate enormi da otto, e ben due living room. Incontro ancora i due ciclisti che avevo beccato sul traghetto per Skye. La Scozia è più piccola di quanto sembra…
Dopo aver fatto la tabella di marcia, decido che è arrivato il momento di prenotare il traghetto di ritorno, ma il computer dell’ostello non accetta i cookies e non riesco ad andare avanti.
Prenoto gli ostelli fino alla partenza: Carbisdale (2), Aviemore, Comrie ed Edimburgo Bruntsfield con una certa difficoltà. Aviemore sarà la mia notte gratis (ho fatto la raccolta punti).

18/08/06 La A832 che mi porta da Torridon ad Ullapool è una delle strade più spettacolari fatte finora. Il Western Ross regala fiordi norvegesi, strapiombi sul mare e vallate alpine. Mi fermo a Port Gairloch per un caffè orribile e un discreto pezzo di torta all’uvetta.
Arrivo ad Ullapool verso le 12:00. Il paese marinaro è carino. A pranzo una colazione (stavolta purtroppo c’è anche l’orribile porridge, ma il resto è molto buono), compro un libro e mi godo il sole: durante l’attraversamento della Glen Torridon mi sono preso una sonora quanto improvvisa “rinfrescata” (ovviamente durata esattamente quanto il tempo impiegato a mettere la copertura alle borse e la tuta antiacqua…).
L’ostello è posto proprio di fronte al mare, c’è solo la strada in mezzo, ed è carino. Per cena uno spezzatino con patate risultato eccellente.
La sera dovrebbero esserci due ceildh: una è organizzata dalla comunità a sostegno di un compaesano che si è fatto male giocando a “shinty”, l’altra non riesco a trovarla. In ogni caso l’ingresso è a pagamento. Giro un po’ dopo cena indeciso sul da farsi e incontro di nuovo Antonio e Stefano, due bergamaschi che vedendo la targa mi avevano salutato. Vado con loro a bermi due birre e, arrivate ormai le 23:30, sento il bisogno di andare a nanna. Domani destinazione Curlain ed il Carbisdale Castle.

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19/08/06 Piove. E anche parecchio. Dopo due ore: piove.
E’ la prima volta che becco acqua per tutto il viaggio. Arrivo al Carbisdale Castle verso le 10:00 (inclusa la giornaliera inversione ad U), lascio i bagagli nella drying room (ne hanno proprio bisogno) e parto per il giro previsto. All’arrivo becco un gruppo di motociclisti inglesi che mi danno appuntamento al pub stasera.
Mi fermo alla GlenMorangie Distillery a Tain (continuava a piovere), mi faccio il giro turistico in compagnia di una guida carina e la degustazione finale. Il tutto per £ 2,50. Non male.
Il whisky puro è imbevibile, ma con l’aggiunta di un po’ d’acqua diventa decisamente migliore. In ogni caso preferisco l’Irish whiskey.
Mi fermo a mangiare una “ciabattas with meat” a Tain in un posto strano dove vendono cose da mangiare di qualità (tra cui non mancano prodotti italiani, ovviamente), lo preparano e vicino al salottino dove mangiare c’è l’estetista.
Torno al castello verso le 14:00 (parte del giro è saltato causa maltempo) ma devo aspettare le 15:00 per avere la camera. Nel frattempo incontro nuovamente le due famiglie di spagnoli (Barcellona) che avevo soltanto salutato ad Ullapool e vengo accolto al loro tavolo quando andiamo al cafè per ingannare l’attesa.
Chissà perché viaggiando solo riesco sempre a scroccare anche non volendo: mi offrono del caffè imbevibile e un pezzo enorme di torta al cioccolato tri-strato. Veramente ottima.
Giro un po’ per il castello, lavo i panni e preparo la cena.
La sera faccio due passi controvoglia e finisco nell’unico pub delle vicinanze. Il pub è collegato ad un B&B e, oltre a possedere un paio di elmi da “L’ultimo cavaliere” e “Braveheart” e una freccia da “Robin Hood”, quella sera ha anche la musica dal vivo.
Bevo due birre insieme ad un gruppo di 20-25 persone che fanno il giro della Scozia in 10gg. Il giorno dopo vanno sulle Orcadi che io sono costretto a saltare.
C’è dentro di tutto: americani, inglesi, australiani e un tedesco.
Vado a nanna verso le 11:30 sotto una leggera e stranamente piacevole pioggerellina.

20/08/06 Oggi non piove ma il tempo fa davvero schifo. In ogni caso decido di girare un po’ a piedi per la foresta del castello. Perdo più di due ore a cercare un negozio aperto (è domenica) e comprare dei panini confezionati.
Alla fine finisco alle Shin Falls e, dopo aver visto saltare un salmone per la prima volta in vita mia, torno all’ostello e comincio a camminare.
Scelgo il percorso più lungo, la Battlefield Walk da 2,5 miglia, teoricamente di grado intermedio. La passeggiata in solitario è molto facile ma carina.
Mangio i miei sandwich e torno in ostello per poi uscire nuovamente a comprare qualcosa per la sera a Bonar Bridge.
Rientro e guardo un po’ le strade che dovrò fare per arrivare all’ostello di Edimburgo e quella per casa.
La cena è succulenta: pasta con i pomodorini freschi e funghi al burro e pepe nero.
Dopo cena finisco nuovamente al pub con Norbert, un motociclista e poliziotto di Colonia, e un ciclista tedesco di Norimberga. Si aggiungono durante la serata un motociclista di Glasgow (dal linguaggio incomprensibile) col suo enorme amico pescatore.

21/08/06 Alle 8:00 sono già in strada in direzione Inverness o meglio: Fort George, Cawdor Castle e Urquart Castle sul Loch Ness. Ci sarebbero da vedere anche il Culloden Battlefield e il Brodie Castle, ma non ci riesco causa traffico e strade sbagliate dentro Inverness (che merita un ritorno, ci sono soltanto passato velocemente)
Comunque: Fort George, carino e ben fatto, impressionante le dimensioni e la posizione; Cawdor Castle, non male ma caro, la parte visitabile è completamente arredata; Urquart Castle, grandi rovine ma solo quelle, se non fosse per la stupenda posizione sul Loch Ness non ci andrebbe nessuno.
Sulla strada costiera del Loch Ness c’è un traffico assurdo di turisti.
Mi fermo al TIC di Aviemore, la “capitale” delle Cairngorns Mountains, per comprare una cartina della Scozia visto che ho perso la mia (costa un po’ meno di quella italiana ma è anche peggio). Arrivo nell’ostello verso le 16:00. Doccia ed esco a comprare qualcosa da mangiare (nel Tesco aperto 7/7 e fino a mezzanotte) e a prelevare per la prima volta.
Mangio pasta asciutta, un toast, e un insalata con i pomodorini rimasti. Sistemo i bagagli, leggo un po’ e crollo nel sonno profondo ormai abituale.

22/08/06 La destinazione è il Comrie Croft, vicino Crieff. Dopo la solita colazione, carico tutto e attraverso le Cairngorns sotto un cielo coperto ma senza pioggia.
Lungo il tragitto mi fermo a visitare il Blair Castle, uno dei migliori: completamente sistemato e arredato. C’è persino il “piper” che suona tre volte al giorno.
Attraverso Crieff e la sensazione è la stessa di Inverness: vale la pena tornarci e visitarla, sembra carina.
Arrivo a Comrie verso le 13:00 e, prima di andare a Stirling, mi fermo a mangiare in paese: una baguette con dentro pollo in una salsa gialla tipo curry. Il sapore è strano ma la fame è tanta.
Ho lasciato i bagagli in un ostello favoloso: è per parte azienda agricola, ancora funzionante, con pareti e lenzuola coloratissime. Bell’atmosfera.
Il castello di Stirling è un cantiere. Stanno cercando di ricostruire ciò che è andato distrutto o comunque perduto: hanno ricostruito la Great Hall e stanno rifacendo i 213 arazzi (che erano presenti nel castello) con la metodologia dell’epoca. I cartelli si scusano per i lavori di mantenimento in corso e spiegano che le persone che stanno lavorando sono effettivamente archeologi pagati con gli ingressi.
La cena è composta da pasta al “burro” (una sorta di margarina più grassa del burro, nonostante quanto dichiari la confezione) e la rimanente parte di prosciutto. Con una spruzzata di pepe nero non è male.

23/08/06 Durante il “semplice” viaggio verso Edimburgo mi viene in mente che la data dell’ ostello e del traghetto non coincidono. O peggio, lo fanno: ho prenotato e pagato una notte in più a Edimburgo dove potrò pertanto fermarmi soltanto per una notte. In ogni caso, meglio perdere £19 invece di £ 200.
Giro per Edimburgo per circa un ora ma sono abbastanza rilassato: ho una cartina (per quanto parziale) e decido di beccare la prima attrazione turistica per capire dove sono. Ci si orienta a vista col castello. Arrivo in ostello verso le 12:30, complici i soliti lavori stradali, i sensi unici e il traffico cittadino. Lascio i bagagli, mi cambio ed esco a mangiare qualcosa in attesa delle 13:00 quando farò il check in: una specie di ciambella con insalata, pomodori e bacon.
Nella camera regna il caos: c’è roba ovunque. Per fortuna appena fuori dalla camera trovo un armadietto da chiudere col lucchetto.
La prima tappa obbligata del giro turistico è il castello. La vista dal basso è imponente ma una volta entrato (l’explorator pass mi permette di saltare la fila) l’interno è molto simile ma secondo me inferiore rispetto a Stirling.
Molto carina la ricostruzione della vita dei prigionieri di guerra nelle prigioni.
Esco dal castello, attraverso tutto il famoso Royal Mile passando in mezzo alle tribune che stasera accoglieranno gli spettatori del Military Tattoo, ed entro nella magica atmosfera del Fringe Festival: ad ogni angolo si trovano artisti di strada e non, che fanno vedere i loro spettacoli completi o anticipazioni di quanto faranno vedere la sera nei teatri.
Salgo sulla Carlton Hill per fare un paio di fotografie panoramiche alla città e scendo. Mi guardo un altro spettacolo e torno in ostello per una cena veloce (pasta al pesto).
Esco nuovamente dopo cena ma è un po’ una delusione: l’assoluta abbondanza di spettacoli del pomeriggio si tramuta nel nulla serale. Probabilmente sono tutti nei locali o nei teatri e vedere qualcosa.
Mi bevo una discreta birra in un pub e torno in ostello per una meritatissima doccia e la necessaria pianificazione del giorno dopo.

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24/08/06 Nonostante la pianificazione del giorno prima il traffico cittadino mi permette di perdere la retta via per un paio di volte, ma basta fermarsi, guardare la cartina, fare una vietatissima inversione ad U e si ricomincia.
Attraversando il ponte sopra il canale che divide Edimburgo tra Rosyth scopro che è a pagamento per i mezzi in uscita tranne che per le moto. Belle le due ruote.
Arrivo a Rosyth verso le 10:00 e cerco il centro del paese per passare il tempo ma non esiste. Decido quindi di andare a Dunfermline che effettivamente vale molto di più dei dieci minuti di strada da fare. Sfrutto per l’ultima volta l’explorator pass per entrare nelle rovine dell’abbazia e del palazzo reale. La persona che gestisce la cosa è simpatica e ci tiene che io visiti tutto per bene.
Mangio un panino preparato al momento da Subway con pollo, formaggio, pomodori e salsa chili.
Arrivo al porto alle 13:00: il check in comincia alle 14:30. Passo il tempo leggendo Empire.
Dopo il check in, ma prima del definitivo imbarco, conosco Germano e Samanta (è corretto senza h) su Cagiva Navigator 1000. Abitano vicino Prato ma lui è originario di Scalea (CS). Il mondo è davvero piccolo.
All’imbarco la moto viene legata dagli addetti. Le moto in totale sono più di trenta, tra tutti ci sono 3 harleysti di Biella e 3 motociclisti inglesi con Norton (due Commander + una “Wankel”). La nave è molto più piccola della King of Scandinavia.
Ceno insieme ai due toscani a base di panini prefatti: l’unico ristorante della nave ha il menù a la carte con relativi prezzi abbastanza pretenziosi. Ci si beve anche una birra e poi a nanna verso le 23:00.

25/08/06 Mi sveglio presto ma, sapendo di non aver nulla da fare prima delle 11:00, mi alzo solo verso le 8:30. Faccio colazione al bar e passo il tempo.
Circa mezz’ora prima di scendere nel garage sono già pronto e completamente vestito.
Attendo il mio turno e, dopo aver salutato i toscani, parto: Bruges, Bruxelles, Namur, Luxemburg, Mets, Strasburg, Basilea, Lucerna, Gottardo, Lugano, Milano e Urgnano.
Causa una discreta pioggia, trovo coda in Belgio e in Lussemburgo, arrivo a Strasburgo verso le 20:00. Quando decido di fermarmi per cena incontro nuovamente i due toscani e insieme si decide di fare la tirata fino a casa: se lo fanno loro, perché non dovrei farlo io?
Entro in Svizzera verso le 22:30. Complici i lavori in corso su tutto il territorio elvetico e i relativi limiti assurdi, arrivo a casa soltanto verso le 3:30.
Ho avuto attimi di stanchezza solo tra le 23:30 e le 24:00, prontamente combattuti da un orribile caffè.
Le spalle sono demolite, il fondoschiena non lo sento più, le mani sono gonfie e le gambe fanno male. Sono un rottame ma sono contento di essere arrivato prima a casa.
In totale i km segnati dalla strumentazione sono 20.004, cioè 5.684 km.

Per qualsiasi informazione : Marco Bevacqua ragepassion@hotmail.com

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Rocky road to Scotland
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