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Diario di viaggio: l’Alta Tuscia

il 27/08/2003 in I viaggi dei lettori

Riservato ai possessori di moto da fuoristrada, un insolito itinerario attraverso il sentiero dei briganti proposto da un affezionato lettore

Diario di viaggio: l’Alta Tuscia


Questo itinerario è ispirato al fenomeno del brigantaggio che verso la fine dell’800 dilagò in questa come in altre regioni italiane, ma è soprattutto un’occasione per visitare in modo molto particolare l’Alta Tuscia e di scoprirne gli angoli più suggestivi e meno frequentati.
L’itinerario di circa 80 km parte dalla Riserva naturale di Monte Rufeno e, attraversando il territorio dei comuni di Acquapendente, Proceno, Onano, Gradoli, Latera e Farnese, raggiunge il castello di Vulsci.

Il tracciato è sempre ben indicato da un’apposita segnaletica direzionale ed è suddiviso in vari tratti dedicati ai briganti il cui nome è stato per molto tempo legato a scorribande e gesta sanguinarie; inoltre vi sono ben 49 tappe segnalate sempre da bacheche illustrative riguardanti sia la vita e le vicende che hanno riguardato l’attività dei briganti sia gli aspetti naturalistici, sociali, geologici, culturali, storici del territorio che si attraversa.
Il percorso è composto per la quasi totalità da tratti sterrati ben battuti, tranne alcuni punti dove si incrociano strade comunali o provinciali che fungono da congiungimento tra un percorso sterrato e l’altro; comunque, data la difficoltà di alcuni passaggi è consigliabile l’utilizzo di motociclette da fuoristrada leggere e maneggevoli (tipo BETA ALP oppure YAMAHA TW).


Ovviamente non potendo attraversare la Riserva Naturale di Monte Rufeno con veicoli a motore, il punto di partenza è situato sulla SS Cassia pochi chilometri dopo Acquapendente. Prima di attraversare il fiume Paglia sulla sinistra vi è una strada asfaltata che s’inerpica all’interno di una conca nei pressi del comune di Proceno; dopo aver attraversato un tratto boscoso si incrocia una strada provinciale. Percorrendola verso sinistra la si abbandona per salire verso un largo pianoro erboso. Da questo punto si procede facilmente attraversando una vasta zona agricola facente parte del comune di Acquapendente. Al termine di questo piacevole tratto si incrocia la SP Onanense e la si percorre verso destra. Il sentiero parte da questa strada poco prima di raggiungere Onano, il primo tratto è piuttosto sconnesso e disagevole per dopo proseguire su una strada asfaltata e di nuovo su un facile sterrato che attraversa campi coltivati fino a confluire sulla SS Maremmana.
Percorrendo quest’ultima verso destra per circa un chilometro, ci si immette sulla sinistra in un tratto asfaltato in leggera salita; raggiunto il punto più alto, ci appare il lago di Bolsena in tutta la sua ampiezza. Si prosegue scendendo verso il lago, la strada asfaltata lascia il passo ad un sentiero che va affrontato con un po’ di attenzione. Quest’ultimo si presenta stretto e in pendenza poiché funge come accesso pedonale a vigne e orti. Per fortuna dopo poche decine di metri si trasforma in una comoda strada sterrata. Incrociata la strada asfaltata la si percorre fino a raggiungere le sponde del lago; da qui ha inizio un lungo tratto in terra battuta che alternando splendidi scorci su lago di Bolsena ci porterà fino alla chiesetta di S. Magno.


Ritornando indietro sui nostri passi per alcune centinaia di metri, si imbocca un sentiero asfaltato in forte salita che porterà velocemente in un punto molto alto. Alle spalle Bolsena ci apparirà in tutto il suo splendore, le isole Martana e Bisentina contribuiscono a creare un colpo d’occhio eccezionale.


La strada sterrata prosegue parallela a quella asfaltata fino al comune di Latera; prima di entrare in paese, all’altezza del cimitero, il percorso prosegue in una zona agricola. Il sentiero è impervio almeno fino a quando si raggiunge una vasta pianura alla fine della quale appare inatteso il piccolo lago di Mezzano. È uno specchio d’acqua silenzioso e incantato, nelle cui acque è stato rinvenuto un antico villaggio in palafitte. Lasciato il tranquillo lago di Mezzano si prosegue girando prima a destra e successivamente a sinistra. Salendo ci si inoltra in un bosco, superatolo si attraversa uno splendido crinale panoramico: a sinistra si apre la valle verso Valentano e a destra appare il confine con la Toscana.


Ora il percorso inizia a scendere con un sentiero in pendenza piuttosto sdrucciolevole e attraversato da profondi solchi scavati dall’acqua piovana. È necessario quindi fare molta attenzione prima di percorrere il tratto che porterà all’ingresso della Selva del Lamone. La strada penetra per vari chilometri all’interno di questo bosco che ha una conformazione del terreno molto irregolare, composta da enormi massi lavici che lo rendono difficilmente accessibile. Usciti dalla Selva del Lamone si prosegue per un tratto di strada provinciale per immettersi in un sentiero che porta giù in una forra scavata dal fiume Olpeta. Poco lontano da questo punto si trovano le rovine dell’antica città di Castro. L’itinerario prosegue verso sud attraversando ancora boschi e zone agricole fino a raggiungere il castello di Vulsci (antica abbazia), ora adibito a museo storico archeologico delle vicine rovine della città etrusca di Vulsci.

Siti consigliati: www.altatuscia.vt.it
www.turismolaghi.com

Diario di viaggio: l’Alta Tuscia
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