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I viaggi dei lettori

Racconta il tuo viaggio: India, Nepal e Bangladesh

il 10/07/2001 in I viaggi dei lettori

Giampiero Pagliochini ha percorso un lungo viaggio con due amici motociclisti da Calcutta a Bombay. Ecco il suo racconto e i suoi consigli pratici

Racconta il tuo viaggio: India, Nepal e Bangladesh
Pathna, nel Nepal, a 14 km da Katmandu


di Giampiero Pagliochini




Dopo aver toccato paesi dell’Africa, America centrale e paesi andini, la scelta di piegare ad oriente ci è sembrata la più appetibile, perché nel nostro caso rappresentava un altro mondo. Culture millenarie e lontane dal nostro modello di vita, e poi quella remota possibilità di entrare dal Nepal in Cina, fino a Lasha, cosa che sarà possibile dopo una lunga trattativa con le autorità cinesi, alla quale rinunceremo per l’alto prezzo chiestoci, 4000$ a testa, un’eresia.

Con 34 giorni a disposizione abbiamo ritenuto possibile partire da Calcutta per poi attraversare il Bangladesh e il Nepal, per poi rituffarci nel caotico caos indiano arrivando a Bombay (Mumby per l’indiani i quali non vi capiranno mai se pronunciate il primo nome). Spedire le moto è stato il primo dei problemi che dovevamo risolvere. La scelta è caduta sulla spedizione in nave, economicamente la più vantaggiosa rispetto all’aereo, ma bisogna considerare di spedirla un mese prima, porla in una cassa, con esigenza di smontare qualche parte per non superare i 2 metri cubi, altrimenti il prezzo di 160$ al mt cubo passa a 200$. Per la spedizione ci siamo fatti carico della S.G.C. di Livorno ( Sig. Paolo), ma qualsiasi altro porto va bene, per il ritiro abbiamo optato per la Spezia.
L’India è un paese difficile per quello che riguarda la burocrazia, anche se l’organizzazione cambia da regione a regione: se abbiamo impiegato una settimana per sdoganare le moto a Calcutta, è anche vero che per spedirle da Bombay, abbiamo impiegato un giorno.
Per quante precauzioni prendiate, in India tutto diventa relativo, chi scrive ha molte esperienze alle spalle per quello che riguarda spedizioni e sdoganamenti, ma mai come in India ho sofferto la burocrazia ma specialmente di essere considerato un soggetto da spennare.





Vi dovrete abituare a passare giorni interi all’interno della dogana, vedendo le vostre pratiche transitare da un ufficio ad un altro per poi ritornare a quello di partenza, il tutto con il rappresentante della compagnia, a cui vi sarete rivolti e senza il quale tutto può diventare difficile. Questo per Calcutta a Bombay è altra musica.
Il Carnet de Passage è indispensabile per tutti i paesi, in India dopo l’unificazione con quello dell’A.C.I., le cose vanno un po’ meglio, credo che oggi non esista più il problema visto che noi ne fummo i soggetti interessati. I Carnet con la serie F che al riquadro 12 non presentano la sigla del Touring, non sono accettati. In quell’occasione fummo costretti a chiamare la sede dell’A.C.I. di Roma che ha provveduto ad inviare una comunicazione garantendo l’originalità degli stessi.
La patente internazionale è obbligatoria.
Per il volo aereo la scelta è caduta sulla AIR KUWAIT, il prezzo più basso con a/r da qualsiasi altro paese asiatico. Unico neo: quando sapete la data di rientro conviene fissarla con tanto di ricevuta da parte della compagnia (questo in suolo indiano), altrimenti rischiate di prendere l’aereo senza aver fissato il giorno, solamente perché nel caos più totale abbiamo avuto l’idea di alzare la voce al check-in e minacciando l’incaricata di rimostranze nei confronti della compagnia.
Per il Bangladesh e il Nepal non abbiamo avuto nessun problema, sia burocratico che di contatti umani; solo in Bangladesh, a Dacca, è dovuta intervenire la polizia: la curiosità per dei motociclisti stranieri, ha ammassato un tal numero di persone da bloccare il centro della città, con l’ovvia conseguenza del chiasso assordante dei clacson.




Dei tre stati il Bangladesh ci è sembrato il più povero, anche se lo squallore di alcuni angoli di Calcutta, una città che racchiude tutte le contraddizioni dell’India, vi resteranno in testa.
Per mangiare e dormire non abbiamo avuto grandi problemi con prezzi che oscillano dalle 6000 alle 30.000 lire, per dormire si va dai 10 ai 45 dollari.
Per la guida abbiamo utilizzato quella della Lonely Planet, le cartine di norma vanno tutte bene, solo per il Bangladesh non ci sono aggiornamenti , addirittura in alcune postazione militari al confine con l’India, abbiamo visto cartine in cui questo stato è denominato Pakistan Orientale, come lo era prima della proclamazione dell’indipendenza.
La valuta in dollari è accettata ovunque, come lo sono le carte di credito, la VISA è quella più diffusa.
Per la benzina non ci sono problemi ma averne una buona scorta in Bangladesh, vi farà dormire sonni tranquilli. A tratti abbiamo dovuto fare a meno della 95 ottani per quella a 84, un po’ di rumore dovuto al battito del motore ma niente più.
Per le precauzioni sanitarie è consigliabile fare i vaccini contro il tifo, tetano e colera, una buona scorta di medicinali, pochi ma mirati, vi sarà di aiuto in caso di necessità, tenuto conto della difficoltà di reperirli in loco.
La messa a punto della moto è indispensabile prima di ogni altra cosa, avere qualche scorta come camere d’aria, candele e se possibile qualche organo elettrico, dà la possibilità di stare al sicuro da spiacevoli sorprese: io preferisco qualche capo di abbigliamento in meno, che è reperibile anche in loco, piuttosto che rinunciare ad uno stop forzato del viaggio.
Un ultimo consiglio -se mi è permesso - di trattare chi sia ha davanti con rispetto: magari rivendicate i vostri diritti e le vostre idee con decisione, mai essere arroganti (tanto non paga). Non fate trapelare la minima disponibilità quando qualcuno, a volte più di uno, insisterà per guadagnare un poco di denaro: se cedete è fatta.
Nei casi più ostici specialmente in India, chi ha il potere in mano non esiterà a dimostrarlo, magari chiamate il consolato come abbiamo fatto noi, e vedrete che il tutto assumerà un’altra piega.

Giampiero Pogliochi ha un sito internet dove racconta i suoi viaggi: www.motobiketravel.com






…sono passati 5 giorni dal nostro arrivo a Calcutta, una città che racchiude tutte le contraddizioni dell’India. La maggior parte del tempo lo abbiamo passato negli uffici della dogana, un vetusto edificio dove, tutti gli interessati sono stipati in un immenso salone. Alle parole dei presenti si aggiunge il rumore dei 54 ventilatori che sono lì da decenni come lo sono il numero impressionante dei fili, elettrici e del telefono, che si intrecciano in un cordone disordinato che va da un angolo all’altro dell’enorme locale…..
…sono le 11 della sera quando finalmente saliamo in moto, grazie all’aiuto dei due guardiani armati con fucili da caccia ,fino ai denti, siamo riusciti a rimontare le moto stivate nelle casse, parcheggiate senza ostinazione in un campo che funge da deposito container……
..destra ,sinistra, centro, non è un enigma politico ma il modo di guidare degli indiani. Il centro della strada è il più ambito in una sorta di slalom di vetusti camion, autobus stracolmi, auto, veicoli a tre ruote fai da te, carri trainati da buoi, cammelli e persino elefanti. Se ha tutto ciò si aggiungono le persone e le altre specie d’ animali, si deduce che guidare in India è un bel problema…
..l’enorme popolarità delle moto non passa inosservata, ogni volta che sostiamo succede di tutto, con enormi imbottigliamenti di traffico. A sera siamo in Bangladesh, costretti ad essere segregati null’umile albergo che ci ospita. Il proprietario ci consiglia di rimanere in camera e cenare lì, piuttosto che affrontare le mille domande dei curiosi assiepati fuori dell’hotel….
…giunti a Dacca, la capitale sorta sul fiume Burhi, proseguiamo per il nord del paese, con la speranza di ritornare in India nella regione Meghalaya……per tre giorni vaghiamo da una postazione di frontiera ad un’altra, da una parte le autorità del Bangladesh ci autorizzano a passare, dall’altra quelle indiane ci rifiutano l’accesso, la gente ci esorta a proseguire, mentre è facile per loro così non lo è per noi, con documenti da mostrare e timbri da apporre….i militari del Bangladesh si fanno apprezzare per ospitalità offrendoci ogni volta thè e biscotti, merce rara da queste parti…….




…l’incontro con Dune, un neo agronomo, risolve i nostri problemi, ora colloquiare in inglese ci rende il tutto più facile…cosi’ all’indomani ci presentiamo sulle rive del Gange, dove piccole imbarcazioni traghettano gente da una riva ad un’altra…carichiamo le moto, si parte…… due ore per traghettare, tanto è grande questo fiume, ai nostri occhi uno spettacolo indimenticabile, mille flash di una vita primordiale, povera ma dignitosa…..
…la furia di un tornado è l’ultimo spaccato del Bangladesh, rientriamo in India con Dune che ci saluta dall’altra parte della sbarre, il suo aiuto è stato fondamentale….
…il Sikkim uno stato in un altro stato, si può entrare ottenendo il visto avendo il visto indiano, vai a capire come funziona, il tutto è ottenibile a Darjeeling, città ai piedi dell’himalaya, famosa per le coltivazione del thè…
7 ore per percorrere 120 km in un andare e venire di curve, il fondo stradale è qualcosa di micidiale, buche, buche e ancora buche, ma lo spettacolo che si presenta di fronte a noi, quando raggiungiamo passo Deman, con otto delle cime più alte del mondo, ci ripaga delle fatiche……
Kathmandu, capitale del Nepal, una città dallo sviluppo caotico, da una parte gli antichi edifici e il loro fascino, dall’altra parte le selvagge costruzioni di cemento che si accompagnano al caos tipico della metropoli…. Sembra svanito il fascino degli anni settanta che attirava migliaia di hippy da tutto il mondo…..
….questa pazzia collettiva, nell’edificare edifici moderni e impressionanti quantità di cemento, ha risparmiato le città di Patna e Bhaktapur(o Bhadgaon) a qualche km da KTM, il piacere di immergersi in una realtà che si perde nella notte dei tempi , non per niente queste due città hanno fatto da sfondo ai film di Bertolucci “Il Piccolo Buddha” …
……svanita l’opportunità di raggiungere Lhasa, puntiamo verso Pokhara, ai piedi dell’Annapurna. Un luogo stupendo per i puristi del trekking dove a rigogliose vallate si contrappongono le eterne vette innevate...




Benares sul Gange è il luogo sacro per gli indù. Le abluzioni, di buon mattino, sono un’esperienza spettacolare per chi come noi proviene da un mondo più materialista, segnano per ogni fedele un rito religioso. Un passo obbligato con un chiaro significato spirituale….a tratti il fascino di questo incantesimo ha qualcosa di ambiguo, l’idea che tutti, occidentali compresi, si siano dati appuntamento sui gaht…..l’aspetto del business è percettibile….così dietro l’aspetto religioso si confondono procacciatori di qualsiasi tipo…
…..Agra ci accoglie in un pomeriggio caldissimo ed afoso, il Taj Mahal, simbolo dell’India nel mondo, cattura la curiosità e l’animo del visitatore, … quando giungiamo a Fatehpur Sikri(36 km da Agra) l’aria che si respira e quella del Rajasthan, fatta di decorosi palazzi e uomini con il turbante con orecchini ad entrambi i lobi……l’unica cosa che non è cambiata e il caos del traffico a cui si sono aggiunte le scimmie, spettatrici ai lati delle strade, padrone dei palazzi dei Rajah…..
Jaipur la città rosa, ..il deserto è una presenza costante…i palazzi, gli harem, specchi d’argento incastonati nel marmo, …in un crescendo di curiosità anche le nostre moto sono oggetto di desiderio per i locali…..
…l’hanno definita la Venezia dell’oriente…la parte più antica e situata sul lago Pichola, dove aleggia supremo il City Palace il monumento più antico, raggiungibile dalla riva con dei battelli che fungono da taxi per l’hotel e il ristorante …siamo ad Udaipur….con la visita a Shilgram e i suoi gruppi folcloristici, scendiamo verso Bombay…..
….in questo paese dalle mille contraddizione può accadere che gli invitati di un corteo nuziale distolgano gli sguardi dagli sposi per osservare tre stanchi motociclisti e le loro tre moto…..
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