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info: https://www.dueruote.it/itinerari/i-nostri-viaggi/italia/toscana/2001/07/18/avventura-sterrata-nell-appennino-tosco-emiliano.html
Toscana

Avventura sterrata nell'Appennino Tosco-Emiliano

Un centinaio di km di montagna, tra Pescia e Pievepelago, per vivere la fantastica strada sterrata sul crinale di Passo Foce a Giovo, terreno ideale per ogni enduro

Un tratto su strapiombo che a volte la nebbia dalla valle contribuisce a rendere inquietante.







Questo è il racconto di una giornata di moto, spesa tra le curve dell'Appennino Tosco-Emiliano alla ricerca di un tracciato specifico per enduro. Da vecchie gite ricordiamo che il Passo di Foce di Giovo, che oltrepassa l'Alpe di Tre Potenze (vicino all'Abetone), nella sua parte più in quota (la più entusiasmante!) dovrebbe essere ancora sterrato: è conosciuta come la Strada dei Duchi, perché voluta dalla duchessa di Lucca che cercava un collegamento con Modena saltando le dogane del Granducato di Toscana.
Una telefonata all'Apt per avere conferma dell'agibilità e via in sella alle due XT Tenéré che già ci hanno accompagnati in tante avventure: una nel suo allestimento da "viaggio off-road" (alleggerita, semicupolino e portapacchi irrobustiti), l'altra nella sua "veste" africana con grandi serbatoi e sospensioni rinforzate.

Partenza da Pescia, a due passi dalla A11, tra Montecatini e Lucca, facile riferimento per tutti: l'imperativo è di evitare le grandi arterie e cercare stradine tortuose divertenti con l'enduro. Prima sosta pochi km a Nord, a Collodi, il paese reso noto dalla fiaba di Pinocchio; fin qui strada di scorrimento, ma buoni spunti di visita: il Parco di Pinocchio divertente per i piccoli, ma curioso anche per i grandi, e la scenografica Villa Garzoni, con sopra il tortuoso paesello.

La sosta tra le bancarelle che vendono Pinocchi di ogni dimensione fa sentire tutti un po' meno "bugiardi", mettiamo in moto per seguire l'indicazione Villa Basilica e risalire una valle ripida dove si trovano tante cartiere: tra gli edifici antichi con le tipiche larghe finestre, alcune sono ancora attive in moderni capannoni.

La strada stretta e tortuosa invita a giocare col gas e, sfruttando la maneggevolezza dell'enduro, ci proietta su per curve divertenti fino al crinale ed al silenzioso borgo medievale Boveglio.

La vista si allarga verso la Garfagnana, la bassa valle del fiume Serchia e Bagni di Lucca, così "sotto" che raramente si riesce a vedere per intero, se non dopo i contorti tornanti finali. A Bagni calchiamo la SS12 per un po', verso valle, a sinistra, quel tanto che basta per andare a prendere la SS 445 che ci collega al bivio per Tereglio: bene, la strada torna stretta e ci troviamo più a nostro agio, ma non è che l'inizio!



Dopo aver superato la freccia della breve deviazione per salire a Tereglio, tutto chiuso nelle sue mura, un cartello ammonisce: “Strada priva di parapetti e con cigli franosi”: ottimo! L’asfalto si stringe ancora ed un bivio ricorda due importanti perle garfagnine: il panoramico paese di Montefegatesi e l’eccezionale Riserva Naturale Orrido di Botri, profondo e stretto canyon, uno degli ultimi luoghi di nidificazione delle Aquile Reali. Vale assolutamente la visita, ma è possibile solo con le guide autorizzate. Ripresa la direzione originaria, intanto diventa difficile dire se siamo già allo sterrato, tanto l’asfalto è in rovina e pieno di buche: tornante, allungo, un altro tornante, nuovo allungo, tra “apri e chiudi” di gas, si sale veloci di quota, divertendoci fino al Rifugio Casentini (m.1180 slm), dove un pastore solitario si ferma di buon grado a fare due chiacchiere: è l’occasione per qualche foto, mentre il colpo d’occhio sulla valle si allarga.

Ecco che inizia lo sterrato: sono solo 15 km, ma rappresentano il cuore di panna del bignè che è la giornata! Si inizia nel bosco, ma poi si esce su di una carrabile che pare inspiegabilmente a proprio agio tra il fianco della montagna e lo strapiombo di lato (niente paura la traccia è abbastanza larga!). Il fondo è ciottoloso e con qualche sasso smosso, ma si sale bene! Certo che se con un enduro leggero si procede meglio, con un po’ di polso anche il bicilindrico (con passeggera/o e bagagli) va su: basta procedere lentamente (ma troppo piano è peggio!!) e costanti, col manubrio saldo tra le mani e pronti al piede a terra se un sasso fa scartare l’anteriore. Altrimenti in piedi sulle pedane, decisi e gas, ma senza esagerare per non impolverare né disturbare chi sale a piedi: qualche entusiasmante tornante tra praterie delizia l’ultimo balzo fino ai 1722 m. del Passo: davanti l’Emilia, dietro la Garfagnana, a sinistra la cima del Rondinaio, a destra l’Alpe di Tre Potenze: decisamente un bel balcone panoramico, ma c’è la voglia di ripartire subito per la discesa che si annuncia non male.






Dal Passo la traccia, sempre abbastanza larga, entra in Emilia, tagliando verdissimi prati di mirtilli. In discesa il fondo migliora un po’, è sempre selciato e ciottoloso, ma sono un po’ meno i sassi smossi. In un’abetina un bivio a sinistra offre una variante più ripida e dal fondo più impegnativo che accorcia lo sterrato fino all’asfalto in corrispondenza di una cappellina qualche km prima di Rotari. Altrimenti si tiene la dx per scendere veloci su di un selciato che ci scuote ben bene fino a Case Coppi (m.1357 slm), dove (sigh!) si trova di nuovo l’asfalto. Ci consola qualche tornante in discesa fino a Faidello, di nuovo sulla SS12. Dopo averla imboccata verso sinistra, ne percorriamo pochi km, giusto per pensare che le ampie dimensioni della statale oggi vanno larghe alle nostre XT. A Dogana Nuova appare quindi naturale voltare di nuovo a sinistra, per seguire una strada minore, assai più adatta all’enduro, e per curiosare un po’ tra le strade minori dell’Appennino. Si incontra così la cappellina, dove finiva la variante sterrata in discesa, e si raggiungono borghi silenziosi come Rotari, Ronchi e Le Tagliole: se si ha voglia di fare due passi, una breve deviazione sale alle acque cristalline di Lago Santo.




Una sosta curiosa è quella a Case Mordini, per l’esemplare di Olmo Montano più vecchio della penisola. Da qui è facile scendere a Pievepelago in pochi km, capolinea dell’itinerario. Ma dopo un percorso così non possiamo rientrare a casa su asfalto, tra SS ed autostrade! Occorre trovare un altro facile sterrato che permetta di scavalcare di nuovo l’Appennino e ci allieti il rientro. Dopo un po’ di tentativi l’abbiamo trovato ed è così che l’idea di un percorso dedicato all’enduro alla fine è diventata un anello.



Orrido di Botri
Profondo ed incontaminato canyon nel cuore della Garfagnana, le cui pareti rocciose sono quasi perpendicolari; l’origine è da ricondursi a cause tettoniche, cioè a violenti sommovimenti degli strati rocciosi con conseguenti crolli e fratture capaci di incanalare le acque: in alcuni tratti la larghezza non è che di pochi metri mentre in alto le pareti corrono per decine di metri. Dal 1971 è sotto tutela come "Riserva Naturale " e si visita a piedi, entrandoci dal Rif. Casentini ed uscendo ben più a valle con le guide autorizzate. Tel Cooperativa Guide 0583 809081.




Il panorama da Montefegatesi
Antico borgo immerso nei boschi della Garfagnana, ricco di atmosfere medievali, che affonda le sue origini in epoca antichissima, probabilmente da un insediamento del popolo Ligure-Apuano. Costruito su uno sperone di roccia, è al centro di un immensa conca naturale formata dall'Appennino Tosco-Emiliano e dalle Alpi Apuane; il panorama abbraccia fino ad mar Tirreno ed alcune isole dell'arcipelago Toscano.

I mirtilli
La parte in quota del Passo di Foce a Giovo taglia verdissimi prati di mirtilli: a fine agosto (o i primi di settembre, dipende dalla stagione) è una pacchia, ma siamo nel Parco del Frignano e la regola è chiara: non più di 1kg a testa. Va beh, ci possiamo stare!

Le fontane
L’ottima e freschissima acqua che sgorga dalle fontane che si trovano sui due versanti, sia il toscano che l’emiliano: proibito acquistare acqua minerale imbottigliata! Due per tutte: quella a sx poco prima del Rif. Casentini e quella entrando a Ronchi.



Alberghi
Si pernotta presso Fiumalbo, a Dogana Nuova, dove è l’Hotel Bristol (via Giardini 274, tel 053673912): gradevole ambiente, posizione panoramica e dall’atmosfera informale. Camera doppia a partire da circa £. 90.000 secondo la stagione.

Ristoranti
La Casina, via Brennero 256, Abetone, tel: 0573 60073. Cucina regionale e di montagna, sapientemente preparati e ben presentati: è il regno dei funghi! ambiente montano, con tavoli all’aperto, atmosfera simpatica; è il luogo dei motociclisti all’Abetone.

Da Cecco, via F.Forti 84, Pescia -PT, tel:0572 477955. Antica ristorante, vera istituzione della gastronomia locale, da decenni in mano alla stessa famiglia: accurata cucina regionale.

Trattoria da Aldo, via delle Cartiere 94, Villa Basilica - LU, tel. 0572 43008. In fraz. Biecina, poco dopo il paese di Villa Basilica. Conduzione familiare, atmosfera piacevole ed informale, cucina toscana di terra, anzi di montagna garfagnana. Nel contiguo negozio alimentari insaccati e prodotti di zona in vendita.

Orrido di Botri, in loc. Ponte Gaio bar-ristorante ottimo per spuntini: tavolini all’aperto.

Lago Santo, Bar Ristorante Il Cacciatore, ottimo per spuntini e pranzi più o meno leggeri. Cucina di montagna: funghi, trote e formaggi locali. Anche panini.

Osteria del Gambero Rosso, Collodi, tel. 0572 499364. Rinomato locale, di raffinata cucina locale e regionale: l’edifico porta la firma di Giovanni Michelucci. Prenotazione opportuna.






Officina, accessori e ricambi Luigi CORDATI, via Repubblica 1.b, Fornaci di Barga, tel: 0583 758991,
Ottima ed affidabile officina, a Fornaci di Barga, cioè 13 km da Bagni di Lucca: basta seguire la SS445 per Castelnuovo Garfagnana, come per andare al bivio per Tereglio. Gigi Cordati nella sua officina progetta e costruisce fantastici telai in alluminio: se (purtroppo!) avrete bisogno di sostare da lui, fatevi consolare dalla vista dei suoi raffinati telai artigianali (delta-box e traliccio!). La visita vale la pena, anche senza esserci obbligati da un guasto alla moto!


Collodi: le bancarelle che vendono pupazzi di Pinocchio e degli altri personaggi della fiaba.
Pausa per una foto a Foce a Giovo; sullo sfondo il panorama sull’Emilia.
Villa Garzoni a Collodi, col borgo in alto.
Nel cuore dell’Orrido di Botri, dove si giunge solo con le guide, incantate cascate e polle d’acqua.
Nella valle di Villa Basilica erano tantissime cartiere. Rimangono i ruderi dei tipici edifici, con le alte finestre.
Gianni Giorgi prende appunti sotto il gigantesco Olmo Montano di Ca’ Mordini.
La discesa in Emilia dal passo di Foce a Giovo, tutta in mezzo a prati di piante di mirtillo (buonissimi!)
Il borgo silenzioso di Bovéglio, sulla strada di Villa Basilica.
La strada tortuosa che sale al Passo.
Uno dei tornanti della stretta strada asfaltata che si arrampica a Pian dell’Albero.
La stretta gola dell’Orrido di Botri, protetta come Riserva Naturale.
Un tratto su strapiombo che a volte la nebbia dalla valle contribuisce a rendere inquietante.
Un tratto su strapiombo che a volte la nebbia dalla valle contribuisce a rendere inquietante.
Collodi: le bancarelle che vendono pupazzi di Pinocchio e degli altri personaggi della fiaba.
Il borgo silenzioso di Bovéglio, sulla strada di Villa Basilica.
La stretta gola dell’Orrido di Botri, protetta come Riserva Naturale.
La strada tortuosa che sale al Passo.
La discesa in Emilia dal passo di Foce a Giovo, tutta in mezzo a prati di piante di mirtillo (buonissimi!)
Gianni Giorgi prende appunti sotto il gigantesco Olmo Montano di Ca’ Mordini.
Nel cuore dell’Orrido di Botri, dove si giunge solo con le guide, incantate cascate e polle d’acqua.
Villa Garzoni a Collodi, col borgo in alto.
Uno dei tornanti della stretta strada asfaltata che si arrampica a Pian dell’Albero.
Nella valle di Villa Basilica erano tantissime cartiere. Rimangono i ruderi dei tipici edifici, con le alte finestre.
Pausa per una foto a Foce a Giovo; sullo sfondo il panorama sull’Emilia.
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