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Piemonte: alla scoperta del Colle Del Nivolet

di Tiziana Crimella, foto di Roberto Mele. Adattamento web di Maria Vittoria Bernasconi il 01/06/2016 in Piemonte

Partenza da Ivrea con destinazione il Colle del Nivolet, una montagna che regala emozioni a 360°: dalla sua cima, nelle giornate di cielo limpido, si può godere di una vista spettacolare e nei villaggi ai suoi piedi, spesso immersi tra le nubi, si possono ascoltare storie di lupi e di uomini neri. Un viaggio di oltre 170 km da affrontare da giugno a fine agosto. In queste pagine, oltre alle informazioni essenziali, e alle località da non perdere, trovate la ricetta del Cucchiaio D'Argento e una ricca gallery fotografica

Piemonte: alla scoperta del Colle Del Nivolet
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Partenza e arrivo Ivrea – Colle del Nivolet
Lunghezza 176 km 
Quando partire Da giugno a fine agosto
Ideale per strade tortuose, paesaggi, natura, spunti folcloristici e gastronomici 
Moto adatte Tutte
Questo viaggio tra Ivrea, il colle del Nivolet e ritorno, porta alla scoperta di un mondo incantato: lasciando alle spalle la città ecco che appaiono le casette in pietra grigia nel bosco, le greggi, gli spaccalegna e tanta, ma tanta legna accatastata armoniosamente ovunque.

A Pont Canavese, si può imboccare la Val Soana, un’immersione totale nei boschi che profumano di acque gelide di cascate. Le pochissime case, sparse in minuscole frazioni, parlano di vite vissute attraverso le insegne e i dipinti un po’ stinti sui muri.
A Bosco, la valle si divide in tre diramazioni che entrano nel parco nazionale del Gran Paradiso: a destra il vallone di Forzo, a sinistra i valloni di Campiglia e di Piamprato, dove si forma il torrente Soana.

Locana, nella media valle, ha tutti i connotati del centro alpino, con il torrente e un’area attrezzata per pic nic. Proprio su quei territori opera il Trial Team Valli del Canavese, sotto uno slogan che piace: “Sport pulito, trial socio-compatibile”: da appuntare nel diario, per gli amanti del genere. Poco oltre, un’altra deviazione consente di esplorare la Valle di Piantonetto; la strada, stretta tra le pareti delle montagne, sale ripida fino alle prime malghe. Fuori le capre camosciate, immobili mentre sostengono lo sguardo di chi le osserva, sembrano già un incontro straordinario. Ma basta fare quattro passi a piedi, dove la valle si allarga prima di inerpicarsi verso la diga di Telessio, per accorgersi di un’altra straordinaria presenza: le marmotte.

Il Colle è il clou del viaggio: non solo l’arrivo, ma la strada tutta, ogni tornante, ogni curva che portano a conquistare un piccolo dislivello, sono la ragione del viaggio. Come sempre, si scatta la foto ricordo sotto al cartello che sbandiera i 2.612 metri del Colle! Alle spalle la Valsavarenche e la Val di Rhemes si stendono al di là del Taou Blanc. Si inspira l’aria fresca d’alta quota, per poi girare il manubrio di nuovo verso Ivrea e chiudere il viaggio.
In queste pagine, oltre alle informazioni essenziali, e alle località da non perdere, e alla ricetta in collaborazione con il Cucchiaio D'Argento, potete sfogliare la gallery.

Per saperne di più, trovate il racconto di viaggio completo su Dueruote 120 di Aprile 2015. Disponibile fra gli arretrati e subito nella Digital Edition, cliccando qui!
Piemonte: alla scoperta del Colle Del Nivolet
Il Colle del Nivolet
Il Colle del Nivolet senza la moto
Tutte le domeniche dal 13 luglio al 31 agosto e a ferragosto, gli ultimi sei chilometri di strada sono chiusi al traffico privato, ma si possono percorrere a piedi, in bici o in navetta. In moto si può arrivare fino al Lago Serrù che, peraltro, è servito da frequenti corse della navetta che parte da Ceresole Reale. Questo provvedimento rientra nell'ambito del progetto "A piedi tra le nuvole", nato per la tutela ambientale del Parco. Per valorizzare la sostenibilità dell'area protetta, in estate i comuni delle valli organizzano numerose iniziative di vario genere; inoltre è possibile noleggiare le bici per le escursioni libere presso il Camping Villa di Ceresole Reale (da prenotare in anticipo al numero verde 800 666611).
Programmi e approfondimenti su www.pngp.it/nivolet/index.html

Il Museo dello Spazzacamino, a Locana
Piccolo, grazioso museo installato nella chiesa sconsacrata di San Francesco, nella via centrale del paese. Il lavoro dello spazzacamino è curiosamente rappresentato mediante un teatrino automatizzato e attraverso un filmato che mischia spezzoni di racconti degli anziani "spaciafurnel" ad altri in cui viene mostrato il duro lavoro dei bambini che si infilavano nelle canne fumarie. Ingresso gratuito, tutti i giorni tranne il lunedì; info sul sito www.pngp.it.

L'Ecomuseo del Rame, ad Alpette
Una esposizione veramente completa e particolare che racconta la storia e le fasi del lavoro dei "magnin", cioè gli artigiani del rame, la cui attività ha rappresentato la maggiore fonte di reddito delle famiglie delle valli Orco e Soana. Annesso al museo vi è un laboratorio sede della Scuola di Lavorazione del Rame, attiva soprattutto con i giovanissimi. Da qualche tempo è aperta anche la Sala del Lavoro e della Resistenza, con foto, documenti e reperti che rappresentano il periodo della seconda guerra mondiale, considerando i due aspetti sociali che contraddistinsero la popolazione di Alpette e delle valli: la lavorazione del rame e la Resistenza. Visite da giugno ad agosto, la domenica e i festivi dalle 10,30 alle 12; per altri periodi ci si può accordare, con un giorno d'anticipo, con Osvaldo Marchetti, tel. 340 5369599.

Il Museo dello Stambecco, a Ceresole Reale
Si chiama Homo et Ibex, questo piccolo museo che racconta il difficile equilibrio tra l'uomo e lo stambecco, dall'antichità ai nostri giorni. Le sezioni interattive consentono di calarsi appieno nell'affascinante scoperta di questo animale simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Info sugli orari di visita: Segreteria Turistica del Parco, tel. 011 8606233

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kmLocalitàistruzioni
0IvreaUscire dalla città in direzione Cuorgnè; appena superata la Dora e l'autostrada, seguire per Lessolo, poi Alice Superiore, quindi continuare per Castellamonte
34CastellamonteSeguire per Cuorgnè, Locana, fino a Pont Canavese
45Pont CanavesePrendere a destra la Valle di Soana e percorrerne le diramazioni fino a Tressi, Piamprato e Campiglia. Tornare indietro
106Pont CanaveseProseguire per Sparone: deviazione A/R per Alpette (Museo del Rame), 20 km. Da Sparone, proseguire lungo la Valle di Locana per Ceresole Reale, quindi Colle del Nivolet
176Colle del NivoletArrivo
Piemonte: alla scoperta del Colle Del Nivolet
Seguendo i nostri consigli ecco come verrà un piatto di tajarin al burro di cacao e tartufo
Tajarin al burro di cacao e tartufo
Il tajarin è la tipica tagliatella piemontese, molto stretta, tradizionalmente realizzata con farina e soli rossi d'uovo. Per questa ricetta deragliamo leggermente, ed usiamo anche due albumi per dare più elasticità al blend di farine rustiche, di grani vecchi e macinate a pietra. Per il condimento usiamo un aroma che tutti conoscono, ma non nella sua forma gastronomica: il burro di cacao. Tondo e dolce, è perfetto per accogliere e valorizzare il prezioso Tartufo Bianco (in stagione, da ottobre a dicembre circa) o quello nero.

Ingredienti
200 g di farina 0, 40 g di farina macinata a pietra, 2 uova, 1 tuorlo, 1 cucchiaio d'acqua fredda, 50 g circa di burro di cacao, pepe, 20 g di tartufo.

Preparazione
Miscela le farine e incorpora le uova, manipola quanto basta per ottenere un impasto consistente. Avvolgi nella pellicola e fai riposare un'ora al frigo. Al termine taglia pezzi di pasta grandi quando un uovo e passa nei rulli, di volta in volta più stretti, scendendo quasi al minimo. Una volta ottenute le strisce, mettile ad asciugare su un canovaccio, appese, rivoltandole di tanto in tanto. Basterà un'ora. Quando la pasta sarà asciutta il giusto passala nella trafila. Stendi i tajarin così ottenuti a terminare l'essicazione, spandendo un po' di farina. Fai sciogliere in padella il burro di cacao. Lessa i tajarin per un minuto, poi passali in padella, bagnando con altra acqua di cottura. Fai saltare con una abbondante presa di pepe. Arrotola con forchetta e cucchiaio e deponi sul piatto.
Piemonte: alla scoperta del Colle Del Nivolet
La nostra compagna di viaggio era una Honda NC750X
La Honda NC750X DTC utilizzata è la turistica Travel Edition: borse laterali da 29 litri con gli originali coperchi in tinta, baule con capacità maggiorata da 45 litri, in grado di contenere due caschi integrali, plex rialzato, manopole riscaldabili, cavalletto centrale e faretti supplementari.

Tutti accessori di serie che rendono questa moto una confortevole tourer, mentre lo scarico Akrapovich aggiunge grinta alla personalità della versione originale. Ottimi i consumi che, in due con carico, oscillano tra i 25 km/litro sul misto.
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