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info: https://www.dueruote.it/itinerari/i-nostri-viaggi/italia/marche/2019/12/29/marche-arcevia-castelli.html
Marche

Marche in moto: Arcevia e i suoi castelli

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Marche in moto: Arcevia e i suoi castelli
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Marche in moto: Arcevia e i suoi castelli

Un itinerario che alterna strade di collina tutte da godere in moto a una serie di borghi fortificati dove passeggiare in relax. Un giro perfetto per un week-end

Questo itinerario è stato pubblicato su Dueruote di Gennaio 2019 n. 165

14, uscita Senigallia. Già il nome, Senigallia, accelera le rotelle del cervello per rimandare a storie lontane come quelle dei Galli Senoni, da cui chiaramente la città prende nome, che giunsero ad insediarsi fin qui, sulla costa marchigiana a pochi chilometri da Ancona. Qualche chilometro a ritroso e, proprio dalla spiaggia della frazione di Cesano a nord di Senigallia, inizia il nostro viaggio all’interno delle Marche con la curiosità di raggiungere una meta arrivataci all’orecchio da un passaparola, quella di Arcevia e dei suoi castelli.

Mura e baluardi difensivi, castelli, rocche e torri che disegnano, uno dopo l’altro abbarbicati sulla collina, lo stesso skyline del paesaggio

Uno dopo l’altro, in questi 70 km che ci separano da Arcevia, si alternano, lungo strade e stradine che si immergono in un paesaggio reso indolente dall’arrivo dell’autunno, borghi sonnacchiosi e pressoché intatti nel loro impianto medioevale di mura e antiche fortificazioni, palazzi antichi e piazze storiche. Mura e baluardi difensivi, castelli, rocche e torri che disegnano, uno dopo l’altro abbarbicati sulla collina, lo stesso skyline del paesaggio. E del resto non è forse ‘turrita’, ovvero ‘cinta da torri’, la corona posta sul capo dell’immagine femminile che rappresenta anche iconograficamente l’Italia? E non è forse turrita la corona che, dorata e con otto torri per quelli aventi il titolo di città, campeggia sugli stemmi degli 8.000 comuni italiani? Ecco, Arcevia è proprio come il simbolo araldico che rappresenta i comuni, solo che, anziché essere cinta da otto torri, questo borgo arroccato sulla sommità del Sasso Cischiano al confine col parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, è circondato da nove castelli, nove centri abitati murati d’impianto tre-quattrocentesco, che hanno conservato pressoché intatte le loro peculiarità architettoniche fino ad oggi.

Già da lontano emerge l’antica cinta muraria di Corinaldo che con un abbraccio di circa un chilometro circonda l’intero paese e che ha contribuito in maniera decisiva a far sì che nel 2007 il borgo si sia aggiudicato l’ambito riconoscimento di “Borgo più bello d’Italia”

VERSO L’ENTROTERRA

L’idea per il week-end è di pernottare ad Arcevia, nell’albergo diffuso VisitArcevia (di cui parliamo più in dettaglio nella sezione “dove dormire”) nel centro storico, racchiuso dalla cinta muraria del 13° - 14° secolo, in gran parte intatta così come lo sono le sue quattro porte. Il giorno dopo, poi, toccheremo i vari castelli che la circondano. A14, uscita Senigallia, dunque. Dalla spiaggia deserta di Cesano, famosa tra i naturisti, imbocchiamo la provinciale 14 che, meno diretta ma ben più affascinante della sorella di fondovalle, si arrampica ben presto sulla collina. Monterado è alla nostra destra, ma subito dopo ecco lo spettacolo di Corinaldo. Già da lontano emerge l’antica cinta muraria che con un abbraccio di circa un chilometro circonda l’intero paese e che ha contribuito in maniera decisiva a far sì che nel 2007 il borgo si sia aggiudicato l’ambito riconoscimento di “Borgo più bello d’Italia”. Imboccata la provinciale 17 siamo ben presto a Ostra Vetere che, pur vantando un’origine celtica, si caratterizza per la bella guglia neogotica della chiesa di Santa Maria della Piazza che la domina, per poi arrivare, poco oltre, al borghetto di Barbara che, col calar della sera, inizia a tingersi di rosso. Ci siamo, infilandoci lungo la stradina bianca che Google Maps ci indica in alternativa a quella più diretta, giungiamo a Piticchio, il primo dei nove castelli che abbiamo in programma di visitare l’indomani. Ma noi come detto proseguiamo per Arcevia - l’antica Rocca Contrada, questo il nome originario, dove pernotteremo.

È un paesaggio che rimanda alle suggestioni toscane quello in cui ci immergiamo per raggiungere il castello di Castiglioni, poco oltre i confini con il territorio di Serra de’ Conti

UNO DIETRO L’ALTRO

Mattina, colazione, motore acceso. Lasciamo Arcevia attraverso il voltone di Porta Santa Lucia. Sette km a ritroso ed eccoci di nuovo a Piticchio, di sicuro uno dei più suggestivi e meglio conservati del nostro tour per essere ottimamente restaurato e aver mantenuto intatto l’impianto urbanistico medioevale originario, caratterizzato da mura ardite, porte e torri che ne controllavano la vita e il passaggio. Pochi chilometri ancora ed ecco apparire sulla destra della provinciale il bel castello di Montale, di cui si ha notizia già nel ‘200 per essere stato possesso del Vescovo di Senigallia. È un paesaggio che rimanda alle suggestioni toscane quello in cui ci immergiamo per raggiungere il castello di Castiglioni, poco oltre i confini con il territorio di Serra de’ Conti, delle cui origini, che risalgono alla fine del ‘200, mantiene ancora intatte la bella cinta muraria e le due porte fortificate che, ora come allora, sorvegliano la via maestra che taglia il paese. Parte integrante del sistema difensivo di Arcevia fu invece il castello di Avacelli, una decina di km da Castiglioni e propaggine difensiva della città verso il territorio di Serra S. Quirico. È giunta l’ora di svalicare e in una decina di km, attraversando parte del territorio del parco della Gola della Rossa, far ritorno ad Arcevia per poi proseguire verso il castello di Caudino che dista non più di otto chilometri. Un piccolo borgo fortificato ma non per questo con un ruolo meno importante nello scacchiere strategico arceviese, soprattutto per essere baluardo difensivo del territorio a ovest del capoluogo e per questo teatro di numerose ed epiche battaglie che lo videro ora conquistato da una fazione, ora dall’altra.
Si ridiscende verso valle per poi risalire sulla SP 14 verso l’ultima parte del nostro viaggio di scoperta che ci mostrerà il fascino e la bellezza dei castelli di Palazzo, di San Pietro, di Loretello e di Nidastore, uno dopo l’altro, ognuno col suo perché. Mentre Palazzo si caratterizza come un paese murato, cioè un paese fortificato da mura, e colpisce per il suo protendersi abbarbicato al colle verso l’alto raggiungibile su vicoli sempre più stretti, il piccolo castello di San Pietro è solo una dolce parentesi lungo la provinciale 14 prima d’arrivare a quello che per noi - forse conteso solo dal castello di Piticchio - è il più raffinato esempio di architettura militare della provincia: il castello di Loretello. Già dall’alto il rosso del mattone si staglia anche col contrasto dei colori sulla campagna oggi verde intenso. Nominato per la prima volta nel 1072, ha mantenuto pressoché integra la notevole cinta muraria in laterizio, caratterizzata dallo spettacolare ponte d’accesso e dal grande torrione circolare quattrocentesco su cui sono incise, ancora visibili, gran parte delle feritoie. Ma se Loretello ci ha preso il cuore per la bellezza architettonica è Nidastore, a poca distanza, che ci ha conquistato con la poesia del proprio nome.  Nidastore, ovvero “nido degli astori”, dal nome dei rapaci che come i falchi venivano usati nel Medioevo per la caccia. È il castello più settentrionale di Arcevia, posto ormai ai confini con la provincia di Pesaro, teatro, racconta la leggenda, dell’uccisione del signorotto del luogo da parte degli stessi abitanti del borgo che non presero proprio bene la sua pretesa di esercitare lo jus primae noctis sulle loro spose.

Il piccolo castello di San Pietro è solo una dolce parentesi lungo la provinciale 14 prima d’arrivare a quello che per noi - forse conteso solo dal castello di Piticchio - è il più raffinato esempio di architettura militare della provincia: il castello di Loretello (nella foto).

SENZA FRETTA

Il mare e Marotta non sono poi così lontano ma, se non avete fretta, date retta: alla veloce strada di fondovalle, la provinciale 424 che fiancheggia il fiume Cesano, preferite quella di mezzacosta, la SP 14, e continuerete per ancora una quarantina di chilometri a riempirvi della poesia che queste terre son capaci di donare a chi ha la voglia, il gusto e la curiosità di scoprirle.   Questo itinerario è stato pubblicato su Dueruote di Gennaio 2019 n. 165
Arcevia, la SP 14
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Barbara
Arcevia
Arcevia
La chiesa di San Medardo, le ceramiche dei Della Robbia
Arcevia, la porta di Santa Lucia
Arcevia
Il Castello di Piticchio
Il castello di Piticchio
Il Castello di Montale
La campagna verso serra de' Conti
La campagna verso serra de' Conti
La campagna verso serra de' Conti
Il castello di Castiglioni
Il castello di Castiglioni
Il castello di Castiglioni
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Arcevia
Il castello di Caudino
Il Castello di Caudino
Il castello di Palazzo
Il castello di Palazzo
Verso Loretello
Verso Loretello
Arcevia
Il castello di Loretello
Il castello di Nidastore
La spiaggia di Cesano
Marche in moto: Arcevia e i suoi castelli
ARCEVIA
PINOCCHIO
via Ramazzani, 8
tel.0731-97288 – 347-9137716 È situato in una piccola cantina di un antico palazzo nel centro storico di Arcevia. Porzioni generose a fronte di un menù che offre piatti tipici suggeriti dalla cucina che seguendo le stagioni cambiano giorno per giorno. Battutine alle orbe, carne impanata condita con erbe aromatiche sono alcune delle proposte gastronomiche tra le più rinomate. Prezzi non proprio modici (circa 40 euro pranzo completo) ma ben spesi. Meglio prenotare. PIZZERIA I PINI
Corso Mazzini, 1
tel. 342-8256714 La pizzeria i Pini è gestita da ragazzi, l’ambiente è informale e la sua pizza ci ha sorpreso, così come il suo proprietario, diplomato all’Accademia italiana di Chef di Bologna. I prezzi sono quelli della pizzeria, l’ambiente è allegro, l’arredamento giovane e colorato. LORETELLO LA GROTTA DI LORETELLO
tel. 0731 982099
www.lagrottadiloretello.it Valida cucina, piatti tipici e abbondanti, cortesia e professionalità sono le qualità di questo ristorante molto carino. Ottima la pizza rigorosamente cotta nel forno a legna. Buon rapporto qualità prezzo. LORETELLO MANGIAMARCHE
www.mangiamarche.com Un negozio lungo le mura, dove oltre ai prodotti tipici c’è la possibilità di mangiare gli ottimi cassoni di Valeriana
ARCEVIA ALBERGO DIFFUSO – VISIT ARCEVIA
C.so Mazzini, 49
Tel. Roberto 392 5696715 o Elisabetta 347 1107257 Non sono tante le opportunità d’accoglienza ad Arcevia, ma questa dell’albergo diffuso è molto suggestiva: appartamenti diffusi situati nel centro storico, in palazzi del XV e XVI secolo, per una vacanza immersa negli usi e nei costumi di questo antico borgo. Si può scegliere tra diverse strutture e il prezzo è buono. Noi abbiamo speso 40 euro (con cappuccino e cornetto al bar Centrale). Un’originale forma organizzata d’impresa ricettiva alberghiera che consente l’esperienza di pernottare in completa autonomia, ma con tutti i servizi di un hotel all’interno di uno dei tanti palazzi storici del paese. NIDASTORE PALAZZO CAPUCCIO
tel. 349 6676502 - 327 4424144 Luogo fantastico subito fuori le mura del suggestivo borgo di Nidastore. Antica dimora restaurata ma non modificata, conserva tutto il fascino di un mondo antico. Camere spaziose, curate nei minimi dettagli. Colazione ottima e proprietari gentilissimi. Esperienza unica e suggestiva che renderà la vostra vacanza tra questi borghi indimenticabile. Due persone inclusa prima colazione tra gli 80 e i 120 euro. LORETELLO COUNTRY HOUSE LA TORCIA
tel. 349 4467606 Un piccolo castello dentro le mura di un piccolo borgo. Stanze finemente arredate, pace e  tranquillità, un country house suggestivo e unico perché inserito in uno dei borghi marchigiani più piccoli ma carichi di fascino delle Marche.
GENGA LE GROTTE DI FRASASSI
www.frasassi.com
Se vi trovate ad attraversare il parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, sappiate che all’altezza del comune di Genga si nasconde un luogo magico, quello delle magnifiche Grotte di Frasassi. A soli 20 km da Arcevia non perdete l’occasione per andare a visitarle. Non tutto il sito è visitabile ma solo alcune grotte come l’Abisso di Ancona, un’enorme cavità che raggiunge la ragguardevole altezza di 200 m. Oppure la Grotta Grande del vento, scoperta solo nel 1971, che permette di ammirare sculture naturali formate da stalattiti e stalagmiti talmente fantastiche da aver solleticato la fantasia degli speleologi che le hanno ribattezzate con nomi di fantasia. E così davanti ai vostri occhi appariranno i “giganti”, “l’orsa” e ancora, il “cammello”, la “madonnina”, in un turbinare fantastico di luci e ombre. Una meta che si abbina perfettamente al nostro itinerario, ma che vale il viaggio da sola. ARCEVIA SULLE TRACCE DEI DELLA ROBBIA Le Marche sono un territorio ricco di tesori della terracotta e dell’arte invetriata, tecnica che dona alle superfici smaltate un effetto vitreo. L’epicentro è Arcevia, che custodisce preziosi arredi invetriati e dipinti del XVI secolo, un “unicum” nella vicenda delle robbiane marchigiane per la straordinaria concentrazione. Mentre la chiesa di Santa Maria del Soccorso ospita un monumentale altare invetriato raffigurante l’Annunciazione, opera di Mattia Della Robbia, nella collegiata di San Medardo sono esposti il maestoso altare in terracotta invetriata con la Vergine dei Miracoli di Giovanni Della Robbia (1513) (foto 4), due statue dipinte di Santa Caterina e della Maddalena, sempre opera di Giovanni, un paliotto e un bel Crocifisso invetriato di Mattia Della Robbia, un presepe di bottega marchigiana. Nella chiesa di San Lorenzo, nel castello di Avacelli, si possono ammirare un Crocifisso e uno spettacolare altare in terracotta dipinta rappresentante la Madonna del Rosario e della Misericordia, opera di una bottega marchigiana della scuola dei Della Robbia.
Per info e aperture su prenotazione: 0731 984561-9127

La ricetta del Cucchiaio d'Argento

OLIVE ALL’ASCOLANA Se c’è un piatto che si può definire “nazionale” per le Marche, sono le olive all’ascolana. Certo, sono fortemente caratterizzate per la provincia di Ascoli Piceno, ma sono così popolari e amate da diventare una bandiera della gastronomia regionale assieme a Vincisgrassi – specie di saporite lasagne – e Brodetti. Per il ripieno: Olive, 50 g di manzo in polpa, 50 g di maiale in polpa, 50 g di pollo macinato, mollica di pane, noce moscata, 1/2 cipolla, sale, pepe, parmigiano grattugiato, scorza di limone, 1 carota, 1 costa di sedano, 1/2 bicchiere di vino bianco, 1 uovo. Per la panatura: 1 uovo, pane grattugiato, farina 00, olio per friggere. Trita le verdure e rosola con poco olio extravergine d’oliva. Aggiungi la carne e cuoci a fiamma bassa, sfumando con il vino bianco. Regola sale e pepe. Sciacqua e denocciola le olive, poi taglia ogni oliva a spirale con un coltellino. Nel frattempo trita il ripieno e aggiungi noce moscata, scorza di limone, parmigiano e uova. Forma quindi delle palline e avvolgi con la spirale ottenuta dalle olive. Passale in farina, uovo e pangrattato nell’ordine, friggi in abbondante olio. Tampona con carta da cucina e servi ben calde.
Arcevia, la SP 14
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Corinaldo
Barbara
Arcevia
Arcevia
La chiesa di San Medardo, le ceramiche dei Della Robbia
Arcevia, la porta di Santa Lucia
Arcevia
Il Castello di Piticchio
Il castello di Piticchio
Il Castello di Montale
La campagna verso serra de' Conti
La campagna verso serra de' Conti
La campagna verso serra de' Conti
Il castello di Castiglioni
Il castello di Castiglioni
Il castello di Castiglioni
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Il castello di Avacelli
Arcevia
Il castello di Caudino
Il Castello di Caudino
Il castello di Palazzo
Il castello di Palazzo
Verso Loretello
Verso Loretello
Arcevia
Il castello di Loretello
Il castello di Nidastore
La spiaggia di Cesano
Marche in moto: Arcevia e i suoi castelli

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