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Lombardia

Da Imbersago a San Gervasio

di Andrea Baffigo il 09/04/2009 in Lombardia

Sulle tracce di Leonardo Da Vinci risalendo l'Adda. Dal traghetto di Imbersago, alle centrali elettriche, passando per il ponte di Paderno: il Medio Corso dell'Adda ci parla di natura e cultura, tra monumenti di archeologia e piccole spiagge

Da Imbersago a San Gervasio
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Scienza e ambiente, storia e paesaggio, memorie leonardesche e prodigi industriali. Le forze della natura e la laboriosità dell'uomo hanno prodotto sulle sponde dell'Adda risultati sorprendenti, dei veri e propri "gioielli" dispiegati ad arte sul campo. Un paesaggio talmente bello da essere candidato per il riconoscimento di patrimonio dell'umanità dell'U.N.E.S.C.O.
Gli spunti per un viaggio in moto, quindi, non mancano, ma anche un piccolo scooter va bene, come nel nostro caso, per scoprire le bellezze del "Medio Corso dell'Adda", un territorio situato all'interno del territorio del Parco Adda Nord.

Il punto di partenza di è Imbersago, un piccolo paesino vicino al fiume che in passato ha ospitato anche il genio di Leonardo da Vinci. Il centro cittadino è "ordinato", restaurato di recente con un ampio uso di pietra a vista che fa molto rustico: il bar Centrale è un ottimo posto per una sosta e magari un aperitivo, ma l'attrazione principale di Imbersago è sicuramente il suo traghetto.
Una riproduzione di quello progettato dallo stesso Leonardo perfettamente funzionante, ancora oggi.
Le indicazione per raggiungerlo sono chiare e con lo scooter bastano pochi minuti per arrivare al fiume, si percorre una strada in discesa, molto bella ed alberata, fresca anche d'estate, tuttavia le foglie e i detriti la rendono sempre sporca, ma basta prestare un po' d'attenzione, soprattutto ai molti turisti e si può parcheggiare comodamente proprio di fronte all'acqua. Il fiume è costeggiato da una piccola stradina, l'ideale per una passeggiata romantica e per un percorso in moutain-bike; d'estate poi ci sono diversi spiazzi dove fermarsi a prendere il sole, delle piccole spiaggette dove stendere l'asciugamano, ma le bellezze dell'Adda sono appena iniziate, così, dopo aver pagato il biglietto di pochi euro, imbarchiamo lo scooter sul traghetto.
Da Imbersago a San Gervasio
Ancora oggi lo zatterone si sposta sfruttando la corrente, evitando quindi di provocare rumore e inquinamento. Il natante è assicurato, mediante una guida a rulli, ad una fune di acciaio che viene tesa tra le due rive e per la partenza è sufficiente la spinta decisa del traghettatore che, con un'asta agganciata alla fune metallica, cambia l'inclinazione della chiatta: l'acqua stessa, fluendo lungo la barca, crea la spinta necessaria per "attraversare" il fiume, così in poco tempo sbarchiamo sulla costa bergamasca, precisamente a Villa D'Adda.
Peccato che il viaggio sul traghetto duri appena dieci minuti: abbandoniamo la lentezza e serenità dei ritmi naturali della corrente e rimontiamo in sella.
Sfruttando tutta l'agilità dello scooter riusciamo a divincolarci tra le macchine e percorriamo velocemente la statale 156, lasciandoci alle spalle costruzioni anonime e grigie e un paesaggio che a dir la verità non offre un gran ché (ma la tentazione di prendere il traghetto era troppo forte).
Dopo pochi chilometri di statale passiamo il centro di Carvico e ci avviciniamo a Calusco d'Adda e al Ponte di Paderno. Di sicuro uno dei "monumenti" più belli della zona, già perché pur essendo un ponte, è innegabile che questo sia ormai un bellissimo elemento di archeologia industriale.
Meno male che con lo scooter riusciamo ad evitare la coda di macchine che di solito si forma al semaforo rosso, visto che il ponte si percorre a senso di marcia alternato.
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Poco prima di incontrare le arcate del ponte, prima del semaforo, c'è una piccola stradina sulla destra (si trova poco prima del vivaio che espone dei grossi ulivi nel parcheggio): è una deviazione da fare assolutamente!
Percorrendo la stradina fino in fondo (a volte però è sbarrata e bisogna andare a piedi) si arriva ad un boschetto, un'area attrezzata con tavoli per pic-nic e tutta la quiete di questo mondo. È un luogo poco conosciuto, molto bello, frequentato solo dagli abitanti della zona, per questo vale la pena andarci, per riposarsi tra gli alberi, ma anche per addentrarsi verso la sponda del fiume: stando attenti a non scivolare si arriva direttamente alle chiuse, che viste da vicino fanno davvero impressione. La quantità di acqua che ci scorre davanti fa paura.
Ma ciò che stupisce è anche la natura circostante, infatti, siamo praticamente circondati dalle piante, ci "sommerge" una vegetazione rigogliosa e variegata, composta da boschi di robinia, betulla, carpino, nocciolo e varie specie di salice e acero.
Guardando più attentamente verso il fiume si possono scorgere anche delle piccole spiagge calme e placide, con giunchi, canne di palude e ninfee d'acqua. Tutto questo spettacolo della natura è stato arricchito con varie opere dell'uomo che stranamente non hanno deturpato il paesaggio, ma sono riuscite ad integrarsi. Andiamo a scoprirle…
Da Imbersago a San Gervasio
Risaliti in moto si ritorna nuovamente sulla statale, questa volta pronti per attraversare il fiume, ad oltre 80 metri d'altezza. Andiamo il più piano possibile, con lo sguardo rivolto verso il basso. Ai nostri piedi uno spettacolo impressionante. È il tratto dell'Adda più suggestivo. Sarà l'altezza, o il vento, ma da quassù si rimane a bocca aperta.
Sotto di noi, rapide, conche, chiuse si susseguono in rapida successione, ma l'attenzione è tutta per le centrali idroelettriche. Non è un caso che in questo tratto di fiume, che va da Robbiate a Cornate d'Adda, sono concentrati alcuni degli "impianti" più significativi della Lombardia e non solo. Come l'impianto di Paderno, che sotto di noi sfrutta tutta la potenza dell'Adda, basti pensare che la centrale Bertini, questo il suo nome, nella graduatoria mondiale degli impianti in esercizio occupa il secondo posto, dopo quelli delle cascate del Niagara.
La potenza elettrica di 9000 kW (non molto tempo fa) permetteva di illuminare le strade pubbliche di Milano, nonché di muovere i primi tranvai elettrici. Ma le sempre maggiori richieste di energia da parte della crescente industria lombarda spinsero la Edison a ricercare nuove fonti di approvvigionamento idroelettrico. Il ché originò l'idea di costruire una centrale più potente: l'idroelettrica Esterle, posizionata poco più a valle della Bertini. La Centrale Semenza di Calusco d'Adda, costruita nel 1917 dalla Società Italiana Edison, ha la particolarità di essere considerata una centrale sommersa, poiché tutta la zona delle turbine si trova al di sotto del livello dell'acqua.
Davvero uno spettacolo suggestivo, ma per godersi l'ultima attrazione di questo viaggio dobbiamo percorrere ancora diversi chilometri, la parte più lunga e anche noiosa di questo itinerario, destinazione il pittoresco villaggio di Crespi d'Adda.
Da Imbersago a San Gervasio
Abbandonato il ponte, si percorre la statale 170 verso Trezzo, una strada abbastanza scorrevole, con un manto in ottime condizione, dove però il problema principale è il traffico, soprattutto in settimana. In più, attenzione ai sorpassi e agli autovelox.
Il paesaggio non è certo "da cartolina", tante industrie e qualche negozio ci accompagnano attraverso Suiso, poi Bottanuco e infine San Gervasio e Capriate, quest'ultimo, insieme a Trezzo d'Adda, sono sicuramente i centri più importanti della zona. Ma quello che interessa a noi è un piccolo villaggio disabitato, la meta conclusiva di questo viaggio, che magari macinerà pochi chilometri, ma che è davvero ricco di spunti.
Lungo la sponda bergamasca, nel Comune di San Gervasio, sorge il villaggio di Crespi d'Adda fondato dall'industriale cotoniero Cristoforo Benigno Crespi a partire dal 1878, e riconosciuto dall'U.N.E.S.C.O., nel dicembre del 1995, Patrimonio architettonico ed ambientale di rilevanza ed importanza mondiale.
Il complesso di Crespi d'Adda ricorda molto i villaggi inglesi di una volta, ha un castello e numerose villette mono e bifamiliari a schiera, ognuno con il suo giardino. In Italia rappresenta un caso isolato di villaggio-alloggio realizzato per gli operai che lavoravano nel vicino cotonificio. Tutto si sviluppa intorno alla fabbrica, centro geografico e sociale del villaggio.
Intorno le case di prestigio, poi le villette degli impiegati e infine quelle degli operai. A velocità moderata si può "ispezionare" il posto, arrivando in fondo, fino al maestoso cimitero, anche questo molto particolare. Dopo di che conviene fermarsi e scendere per una visita più approfondita, a piedi. Perché "Crespi", come viene chiamato amichevolmente, non si limita al pittoresco villaggio: intorno, infatti, c'è un bel parco dove svagarsi e riposarsi, piacevole anche d'inverno.
Il traghetto di Imbersago

Bellezza della natura o ingegno dell'uomo? Sul finire del 1400, Leonardo da Vinci fu incaricato da Ludovico il Moro di studiare il problema della navigabilità dell'Adda fra Lecco e Milano.
In 25 anni di soggiorno milanese il grande scienziato considerò questo fiume come "banco di prova" per le sue innovative teorie idrauliche. Il Traghetto di Imbersago, forse ritratto dal maestro fiorentino in un schizzo eseguito a penna del 1513 (e custodito presso la Biblioteca reale di Windsor), ci fornisce un magnifico esempio.
In un tratto di fiume con scarsi guadi e ancor meno numerosi ponti tra le sponde di Imbersago (LC) e Villa d'Adda (BG), l'intuizione felice non fu tanto quella di utilizzare un natante per consentire a persone e carri di attraversare il fiume, bensì l'idea di utilizzare l'energia stessa della corrente per imprimere il movimento ai due scavi, sormontati e uniti da un ponte, che compongono il traghetto.
I barconi vengono periodicamente rinnovati, ma l'idea è ancora quella originale e le moderne automobili possono tranquillamente attraversare l'Adda, senza inquinare.

Il ponte di Paderno

Il ponte di Paderno è un simbolo dell'archeologia industriale in Italia e considerato da molti una delle più interessanti realizzazioni dell'ingegneria italiana dell'Ottocento.
L'opera, progettata dall'ingegnere svizzero Julius Rothlisberger, al momento della sua ultimazione nel 1889, era al primo posto in Italia e al quinto nel mondo per ampiezza di luce, trionfo del ferro nelle costruzioni e contemporanea di un'altra importante ed emblematica struttura in acciaio: la torre realizzata a Parigi da un compagno di politecnico dell'ingegnere di Paderno, il più noto Eiffel. Lungo 266 metri si percorre a senso alternato, dopo una lunga coda al semaforo.
Nonostante siano passati tutti quegli anni, fa ancora stupore, basta pensare che per la struttura metallica furono usati circa centomila chiodi e che i lavori di costruzione si protrassero per 28 mesi impegnando 470 lavoratori. Di sicuro dovrebbe reggere il peso del nostro scooter, anche perché le prove di stabilità furono eseguite utilizzando 6 locomotive di 83 tonnellate ciascuna.
Sulla sponda opposta ci aspetta Paderno d'Adda e un'altra sosta. Una volta oltrepassato il ponte un consiglio per parcheggiare senza creare intralcio è quello di deviare subito a destra e "infilarsi" nella prima strada ancora sulla destra, anche se è in discesa si può lasciare la moto. Inoltre, se percorsa fino in fondo porta alle chiuse, dove d'estate è possibile prendere il sole, con tanto di spruzzi rinfrescanti.
Dove mangiare

Il Boschetto, Viale Rate, Villa d'Adda (Bg), tel. 035798246. Una una bella struttura immersa nel verde, piatti tipici, polenta e vino della casa. Prezzi a partire da 30 euro. Possibilità di parcheggiare la moto

La Trattoria dei Cacciatori, Via Contessa L. Castelbarco, 31 Imbersago (Lc). Elegante e romantico, va bene sia per una cena a lume di candela che per il pranzo della domenica. Polenta e cacciagione sono il piatto forte. Da 40 euro.

Ristorante Toscano, Via Cappelleria 1 Robbiate (Lc). Tel. 039510041. È uno dei ristoranti più famosi della zona, oltre alla cucina toscana offre una vista spettacolare sul punte di Paderno e la valle sottostante. Prezzo medio-alti. È un posto molto frequentato per ricevimenti e matrimoni.

Dove dormire
Hotel Belvedere, Via Motta, 46 Vaprio d'Adda (Bg), tel. 0290988082. 8 camere, con aria condizionata, ristorante annesso e parcheggio per auto e moto. La Tartaruga, Via Watt, 3 Trezzo sull'Adda (Mi), e-mail: prenotazioni@tartarugabandb.it,
www.tartarugabandb.it. Il b&b La Tartaruga si trova in località Concesa, un posto isolato quanto basta per godersi pace e relax.

Barnabò, Via P.Marocco 16/18, Trezzo sull'Adda (Mi). Cell 3479999959, e-mail info@bbbarnabo.com, sito www.bbbarnabo.com. Appartamenti ristrutturati con ingresso indipendente nell'antico borgo del centro storico, nelle vicinanze del Castello Visconteo e a due passi dal fiume Adda.
Da Imbersago a San Gervasio
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La tabella dei chilometraggi
Km. Località Istruzioni
0,0 Imbersago Saliti sul traghetto si attraversa l'Adda
2 Villa d'Adda Uscire da Villa d'Adda ed entrare a Carvico prendendo Via Volpino (SP169)
3 Carvico Proseguire sulla SS 169
4 Calusco d'Adda Continuare sulla SS 166
6 Calusco d'Adda Deviazione: prima del ponte di Paderno girare a destra
7 Paderno d'Adda Sosta panoramica sul ponte
8 Calusco d'Adda Immettersi sulla SP 170
10 Riviera d'Adda Continuare sulla SP 170 ed oltrepassare Medolago
14 Suisio Attraversare Suisio e continuare per Viale Europa (SP 170)
16 Bottanuco Seguire indicazioni per Capriate
24 San Gervasio Passare per un piazzale e continuare per SP 170 (Via Papa Pio X)
25 San Gervasio Continuare per Via Vittorio Veneto (SP 184)
27.5 Capriate Girare a sinistra Via Crespi
30 Capriate Continuare per Via Vittorio Veneto (SP 184)
32 Crespi d'Adda Entrare a Crespi d'Adda e prendere Corso Alessandro Manzoni. Fine dell'itinerario

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  • Maximinob
    Interessante - Bello, lo faro certamente. Vi suggerisco pero di togliere il riferimento alla potenza della centrale elettrica di Paderno (la seconda al mondo....) in quanto del tutto sbagliata
  • ffrattin
    grazie del suggerimento - Molto molto carino! come primo tour della stagione è valsa proprio la pena ... dopo il Villaggio Crespi abbiamo proseguito per un buon gelato in riva al Lago a Lecco Alla prossima
  • robir
    belle foto - Complimenti per il bel giro, ma soprattutto per le ottime fotografie..
  • asprey
    Piccolo errore - Bellissimo percorso in mezzo alla natura da non perdere. Solo un appunto il paese indicato nell'intinerario come Solzago in realta e' Solza

    Grazie della segnalazione, abbiamo provveduto a correggere!

    Lamps dalla redazione di motonline.com!
  • manji
    Bellissimo - Io l'ho fatto tutto in Mountain Bike e devo dire che è veramente bellissimo. Consiglio a tutti di farlo!