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Basilicata

Da Metaponto a Castel del Monte

di Daniele Massari, foto Massari e Gianni Squitieri il 19/10/2006 in Basilicata

Dalla costa ionica a una delle più misteriose fortezze d'Italia: 180 km di puro divertimento motociclistico costeggiando le rive del Bradano e immergendosi nel paesaggio della gravina pugliese, in più gallery fotografica e road book da scaricare

Da Metaponto a Castel del Monte
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di Daniele Massari, foto Massari e Gianni Squitieri


La Basilicata viene, spesso e ingiustamente, relegata al ruolo di "cenerentola" del Sud. Territorio spesso aspro e poco valorizzato, gode però di splendide risorse paesaggistiche che aspettano soltanto di essere scoperte con cura e pazienza.

In particolare, grazie al clima mite ed alla relativa varietà dei paesaggi che si alternano lungo le sue strade, si tratta di una regione che gratifica particolarmente i motociclisti: qui si possono trovare, infatti, strade più movimentate che nell'adiacente territorio pugliese, pur senza privarsi della possibilità di un tuffo in mare, sempre a pochi minuti di strada qualora se ne sentisse il bisogno.



Proprio dal mare parte un itinerario lungo poco meno di 180 km: da Metaponto si guadagna l'entroterra scoprendo la straordinaria ricchezza storica della regione che fu uno dei primi approdi degli antichi greci e divenne poi uno dei luoghi d'elezione di Federico II di Svevia.
Metaponto, antica colonia greca del VII secolo a.C. chiamata Metapontum, della Magna Grecia fu una delle città più importanti, fondata tra le foci dei fiumi Bradano e Basento e valorizzata oggi come stazione turistica e balneare.


Da qui si percorre un breve tratto della SS407 che conduce alle porte di Bernalda.


Bernalda, erede dell’antica Camarda, vanta insediamenti abitativi risalenti addirittura all’anno Mille. Ma l’attuale paese, fondato nel 1470, venne fondato da Berardino de Bernaudo che propose di spostare le abitazioni più in alto, in posizione più salubre, al sicuro dalle incursioni dei pirati che sbarcavano sulla costa.


La strada si arrampica verso il centro abitato tra curve ben asfaltate e un paesaggio che spazia a perdita d’occhio sulla campagna lucana. Una passeggiata per le vie del centro rivela lo slargo in fondo alla via principale, dove sorge il Castello de Bernaudo e la chiesa Madrice, fondata nel 1535 e dedicata a San Bernardino da Siena.

Poco fuori dal centro si imbocca la provinciale per Pomarico, che a tratti diventa persino sterrata e scende sino a sfiorare la superstrada e poi si avventura nel paesaggio brullo tipico di queste parti: siamo infatti nella zona collinare del Materano che digrada verso lo Jonio, dal suolo solcato dal letto del fiume Bradano e dalle gravine, sovente impreziosite dalla presenza di masserie fortificate.
A sinistra, lungo la strada tra Pisticci scalo e l’abitato, si intravedono i resti di Pomarico Vecchia, antico centro fondato dai greci che raggiunsero questa altura nel

La strada fino a Pomarico, e poi di qui all’imbocco della SS7, corre parallelamente ai fiumi Bradano e Basento; avvicinandosi al bacino di S. Giuliano, nei pressi di Matera, si snoda lungo una sequenza di curve e saliscendi circondata solo da colline che d’estate assumono i toni caldi tipici di questa parte del Sud Italia.


Giunti alle porte di Matera si volta verso la diga di San Giuliano, lasciandosi alle spalle il Borgo la Martella che è un piccolo centro abitato non distante dal capoluogo lucano.
La strada costeggia il bacino, sorto a seguito della costruzione della diga e protetto dall’istituzione di un parco naturale: belle curve e numerosi scorci che meritano la sosta per una foto ricordo, ma attenti al fondo stradale che in diversi punti si presenta in cattive condizioni.

Tagliando verso la SS96 che ci condurrà a Gravina in Puglia, ci imbattiamo nel borgo di S. Maria d’Irsi: una specie di villaggio abbandonato, dove resistono poche famiglie che portano avanti attività principalmente contadine, mentre un imponente complesso edilizio di numerosi palazzi


La SS96 ci riporta in Puglia, nella provincia di Bari: la nostra strada lambisce Gravina in Puglia, al cui ingresso (sulla strada per Bari) è stata recentemente posta una grande statua raffigurante un fischietto Cola Cola, prodotto tipico dell’artigianato locale.
Federico II amava a tal punto questa città da definirla “Giardino di delizie” ed erigervi un castello in cui insieme al suo seguito si riposava nel corso delle lunghe battute di caccia attraverso la Murgia.


Da Gravina imbocchiamo la SS97 verso Spinazzola. Lungo la strada, seguendo il bivio che conduce sulla SP138 (che più avanti diventa SS170) raggiungiamo Castel del Monte, meta del nostro itinerario.

Attorno alla simbologia che ha ispirato questa misteriosa costruzione tanto si è detto e scritto. Generalmente attribuita a Federico II di Svevia, la fortezza ha un aspetto così singolare e una distribuzione interna tanto inusuale da rendere difficile stabilire a quali scopi fosse stata destinata. Otto torri ottagonali che custodiscono un edificio anch’esso di pianta ottagonale, dotato di finestrature dalla disposizione insolitamente irregolare sono un bel rebus da risolvere per gli studiosi di architettura antica.

Certo è che, delle tante ipotesi proposte, la più accreditata è che si trattasse di un rifugio per la caccia al falcone, pratica di cui il sovrano era particolarmente appassionato: esso sarebbe stato costruito a partire dal 1240 e caricato di simbolismi così impegnativi in risposta alla grande passione di Federico, “Stupor Mundi”, per l’esoterismo e la cabala.
Tesi più recenti (ma non confermate) attribuiscono a Castel del Monte, che non sarebbe stato edificato da Federico II, il ruolo di edificio iniziatico per i cavalieri templari, poi assorbito nell’opera di sequestro e accorpamento dei beni di questo ordine condotta da Federico nelle sue terre.

Con l’alone di mistero e la solitudine in cui è immerso, Castel del Monte offre tuttavia uno degli scorci più belli della Puglia. Il cuore cambia ritmo quando, raggiungendolo dalle strade circostanti, si scollina a decine di chilometri di distanza ed appare la fortezza in pietra calcarea, fiera nella solitudine dell’altura da cui domina gran parte della Puglia e della Basilicata.

Località

Percorso

KM

Metaponto

si imbocca la SS407 e la si percorre fino allo svincolo per Bernalda

0

Bernalda

seguire le indicazoni per Pomarico, sulla SP Pomarico

9,0

Pomarico

proseguire in direzione della SS7

34,0

SS7

imboccare la SS7

49,0

Matera

appena prima di entrare a Matera svoltare per la diga di S. Giuliano

63,0

S. Maria D'Irsi

seguire verso Gravina in Puglia

98,0

SS96 Bis

imboccare la SS96 bis

116,0

Gravina in Puglia

imboccare la SS97 verso Spinazzola

124,0

Ponte Impiso

imboccare la SP138 e poi la SS170

161,0

Castel del Monte

Arrivo

178


Metaponto: Azienda agrituristica Masseria Cardillo, Via Basentana km 97. Tel. 0835748992

Bernalda: Fifina, Corso Umberto 63. Accogliente, ottima cucina lucana. Chiuso la domenica. Tel. 0835543134
Ristorante "Alle porte", www.alleporte.it. Situato esattamente nel centro storico, a due passi dalla Cattedrale, in Via Redi 1. Tel. 0835543666.

Matera: La Cola Cola, Taverna molto bella in pieno centro a Matera. Rec. 1° D. Ridola 11, tel. 0835344093

Metaponto: Camping Riva dei Greci. Un camping nel Lido di Metaponto, sulla strada Turistica Archeologica. Aperto solo nella stagione turistica. Tel. 0835741866.

Castel del Monte: Masseria Tarricone “Ai sei carri”, Contrada Finizio, tel. 0883569836: vista mozzafiato su Castel del Monte, prezzi molto economici e trattamento alla buona ma estremamente accogliente.


Metaponto
Parco Archeologico e Tavole Palatine: riportati alla luce con lavori imponenti nel dopoguerra, i reperti archeologici di Metaponto non recano tracce di sovrapposizione rispetto alle opere del VI sec. a.C. ritrovate in zona. L’attrazione principale è costituita dai resti del Tempio di Hera, soprannominati Tavole Platine: 15 colonne doriche che si ergono su una collina cui è consigliata un visita al tramonto.

Sassi e chiese rupestri di Matera
Dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO nel 1993, Matera vanta uno dei centri storici, più antichi del mondo: dai “Sassi” alle Chiese rupestri, è mèta irrinunciabile per i turisti in vacanza al Sud Italia.

Oasi di S. Giuliano
Riserva naturale gestita dall’Amministrazione Provinciale di Matera, fu creata nel 1976 in seguito alla costruzione della diga sul Bradano. Le sue rive sono popolate di pini ed eucalipti, un’oasi verde nel paesaggio arido della gravina.


Chiesa del Purgatorio a Gravina
Fatta costruire nell'Settecento da Ferdinando III Orsini, vanta decorazioni molto suggestive ed interventi pittorici del noto pittore Francesco Guarino.

Il Cola-Cola a Gravina
Il fischietto Cola-Cola è un simbolo di Gravina in Puglia. Opera in terracotta dei maestri artigiani gravinesi, è reperibile nelle botteghe del centro storico e simboleggia l’animale intermediario della rinascita e della risalita dagli inferi. I vari colori con cui è dipinto rappresentano i colori della terra a primavera. All’ingresso di Gravina, sulla SS96, è stato posto un monumento di oltre tre metri, simboleggiante appunto il Cola-Cola.

Castel del Monte
L’edificio, oltre ai contenuti che attraggono gli studiosi ed appassionati di tutto il mondo, è anche sede di numerose mostre ed eventi. La visita all’edificio è a pagamento: il biglietto costa 3 euro (ridotto 1,50 euro). Gli orari di apertura sono dalle 10.15 alle 19.45 nel periodo 1 marzo - 30 settembre, e dalle 9.00 alle 18.00 nel periodo 1 ottobre - 28 febbraio.

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