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Svizzera

Un "otto" in Engadina

testo e foto di Flavio Gilardoni il 27/09/2007 in Svizzera

Meta turistica ambita, paesaggio ricco di bellezze naturali, questa zona della Svizzera è stata lo scenario di uno splendido giro di 250 km

Un "otto" in Engadina
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8 potrebbe essere la valutazione di una delle località più rinomate d'Europa: l'Engadina (Engiadina in Romancio, lingua originaria della regione), comprensorio di paesi appartenente al cantone svizzero dei Grigioni. In realtà l'otto non è un voto, bensì il nostro percorso - di circa 250 km -, attraverso tre passi alpini nelle vicinanze di St. Moritz., conosciuta in tutto il mondo è meta turistica di personalità della politica e della finanza internazionale e molti personaggi dello spettacolo.
Questo ha comportato una certa diffidenza tra coloro che hanno sempre considerato l'Engadina un luogo con costi proibitivi costringendoli ad un turismo di transito, senza potersi fermare il tempo necessario per visitare bene la regione: un mondo ricco di realtà interessanti. Approfittando del cambio favorevole dell'Euro rispetto al Franco svizzero, le occasioni per visitare i paesi a ridosso del confine italiano sono più convenienti, ed è per questo che proponiamo un itinerario di due giorni che si snoda sulle montagne nei dintorni di St.
Moritz, transitando per alcuni passi familiari ai motociclisti europei. Il giro dovrebbe cominciare da Silvaplana ma, di fatto, le prime cose interessanti si cominciano a vedere ancora in territorio italiano a pochi chilometri dal confine con la Svizzera.
Chiavenna, a metà della valle omonima, è una località turistica ricca di spunti che giustificano una visita approfondita. Per la sua posizione all'imbocco della Rezia, antica regione che comprendeva alcune zone della Svizzera, Alto Adige, Baviera e Lombardia, era considerata la chiave d'accesso e come tale, sembra, che i romani le abbiano attribuito il nome di Clavenna, divenuta poi Chiavenna. Nel 1500 quando i Grigioni, famiglia dominante, scelsero la riforma protestante, si rifugiarono qui numerosi riformatori religiosi per sfuggire all'inquisizione in Italia; fecero di Chiavenna un importante centro del protestantesimo. Centro di transito dal nord Europa, furono numerosi i popoli barbari e gruppi di mercenari che qui sostarono, mettendo in seria difficoltà gli abitanti per le loro continue scorribande. Tra questi ci furono i Lanzichenecchi che infettarono la popolazione con la peste provocando centinaia di morti. Chiavenna ebbe un lungo periodo di benessere fino alla costruzione dei due tunnel (Frejus e Gottardo) che, con il Sempione, cambiarono la logistica dei transiti verso l'Europa. L'esclusione dai traffici causò una stagnazione economica che durò diversi decenni. A pochi chilometri da Chiavenna, in direzione della Svizzera, ci s'imbatte nelle Cascate dell'Acqua Fraggia nel comune di Piuro. Monumento naturale furono citate nel 1400 da Leonardo da Vinci sul Codice Atlantico, al suo passaggio da Chiavenna quando era ingegnere ducale. Dopo una visita di pochi minuti alle cascate, considerate nel '700-800 tra le più belle delle Alpi, riprendiamo il nostro itinerario entrando nel territorio svizzero. La strada comincia a salire tra le montagne che disegnano uno scenario avvincente, che mettono però il motociclista di fronte ad una scelta: ammirare il panorama dei dintorni o concentrarsi nelle pieghe esasperate su una strada con il fondo in perfette condizioni? Fortunatamente ci sono sufficienti chilometri per entrambe le soluzioni. In località Stampa, lungo la strada per il Maloja, si può ammirare un'elegante costruzione del XVIII secolo, sede dell'archivio storico Castelmur, con opere di Diego Giacometti ad impreziosire la collezione di reperti a testimonianza delle attività della Val Bregaglia. Dopo alcuni chilometri sulle spalle delle gomme, improvvisamente la strada s'inerpica su una parete rocciosa, rendendola stretta e con numerosi tornati posti a breve distanza. L'ultimo tratto è un susseguirsi di tornanti con i brevi rettilinei di lunghezza minima, che obbliga ad una guida prudente e completamente diversa rispetto a quella adottata fino a quel momento. Giunti al passo, è quasi obbligatorio dare una rapida occhiata alla valle sottostante dal terrazzamento poco distante dalla carreggiata, per ammirare le montagne che la circondano e vedere dall'alto la strada tortuosa percorsa pochi minuti prima. E' una sosta che dura pochi minuti, dopo di che si riprende il giro diretti a Silvaplana costeggiando i laghi omonimi, colpiti dall'insolito colore smeraldo dell'acqua che nelle limpide giornate estive assume una tonalità originale. Le montagne che si riflettono sulla superficie del lago, creano una cornice naturale che dà l'impressione di ammirare il panorama attraverso un quadro esposto in una pinacoteca. E' la meta degli appassionati di vela, le uniche imbarcazioni ammesse, quando verso metà mattina s'alza la brezza, proveniente dal Maloja, che consente l'attività velica.
Alla rotonda di Silvaplana, sulla SS27, si gira a sinistra verso nord, in direzione dello Julierpass.Dopo le prime curve nel centro del paese, la strada sale e dopo un breve tratto si possono ammirare dall'alto i laghi citati in precedenza. Il fondo è in buone condizioni che, nel tratto iniziale poco fuori dal paese, permette di procedere con un'andatura vivace abbinata ad un largo margine di sicurezza che - continueremo a ripeterlo all'infinito - rimane sempre il nostro proposito principale d'ogni uscita in moto.
Fino allo Julierpass a 2.284 m. è un susseguirsi di curve dopo rettilinei di diversa lunghezza, per una distanza di una decina di chilometri circa. Scollinando sul versante settentrionale, la strada si restringe e i tornanti sono più ravvicinati, che costringono un cambiamento repentino di stile di guida e anche il fondo, in condizioni diverse da quello precedente, obbliga ad una guida più cauta per circa quindici chilometri, prima di fermarsi per una breve sosta al bacino artificiale di Marmorera. Bastano pochi istanti per apprezzare lo specchio d'acqua, anche perché solitamente c'è un vento freddo che fa passare la voglia prolungare la sosta.
Il giro riprende in direzione di Tiefencastel, che si trova a circa venti chilometri, attraversando paesi molto ben curati ma senza nessun'attrattiva che merita una sosta prolungata. Nota positiva è la strada che conduce a Tiefencastel dopo il bacino artificiale: più ampia e quindi la guida diventa meno impegnativa.
Alle porte del paese si trova lo svincolo che porta, verso est, a Davos e all'Albulapass. Seguendo quest'ultima indicazione la strada comincia a salire dopo pochi chilometri, dimostrando da subito le difficoltà che s'incontreranno durante il tragitto. Con una carreggiata di modeste dimensioni e il fondo irregolare, costringono a continue correzioni gli improvvisi cambiamenti di traiettoria causati dalle sconnessioni dell'asfalto.
La stretta valle si presenta con una ricca vegetazione che ricopre i versanti delle montagne immediatamente a ridosso della strada a mezza costa. In alcuni punti si scorgono i tornanti fatti pochi minuti prima, e ci si rende conto dell'impegno che necessario per procedere.
La velocità moderata consente di vedere numerose cascate, di diverse dimensioni, che si formano dallo scioglimento del ghiaccio che in inverno ricopre i versanti delle montagne. Non dimentichiamo che stiamo visitando uno dei più celebri comprensori di sport invernali conosciuto in tutto il mondo. S'arriva così al passo dopo circa una ventina di minuti di guida impegnativa, frequentato da numerosi motociclisti italiani e stranieri nelle giornate estive. E' obbligatoria una sosta per le rituali foto ricordo da spedire ad amici che hanno dovuto rinunciare all'uscita domenicale. Capita a volte di farle a fianco delle mucche che, dai pascoli sugli alpeggi dei dintorni, si spingono fino sulla carreggiata; del resto sono a casa loro. Si riprende verso Silvaplana, e la strada su quest'altro versante è leggermente meno impegnativa, in una valle più ampia con i fianchi delle montagne più distanti tra loro.
Giunti al paese, comincia la seconda parte del giro in direzione di Zernez, in Bassa Engadina, passando da St. Moritz. La visita alla cittadina è resa complicata dalla mancanza di parcheggi dedicati alle moto, dai numerosi divieti di sosta nelle vicinanze del centro storico, e dall'affluenza massiccia dei turisti nel fine settimana, che riempiono i parcheggi pubblici a pagamento. Considerata la precisione e la solerzia degli svizzeri, è sconsigliabile rischiare di parcheggiare in divieto di sosta nella speranza di farla franca; gli spazi a pagamento sono delimitati dalle strisce bianche. Sono parecchie le cose interessanti da vedere, quindi occorre dedicare almeno un paio d'ore per poterle visitarle con la dovuta attenzione. Per gli amanti dello shopping, in centro ci sono numerosi negozi che vendono prodotti delle marche più prestigiose. Non ci siamo preoccupati di verificare i prezzi ma, osservando le auto che circolano nelle strade urbane, dubitiamo che siano da mercato rionale. Sulle colline che circondano la cittadina, sono presenti numerose abitazioni di proprietà d'importanti personaggi della politica, della finanza e dello spettacolo ma, essendo private, sono visitabili solo dalla strada, ad eccezione dei più fortunati che conoscono i rispettivi padroni di casa. Tappa successiva è Celerina, paese a pochi chilometri da St Moritz, per visitare la chiesa di San Gian con i suoi due diversi campanili, divenuta simbolo della regione. Dopo la sosta necessaria per visitare la chiesa, si riprende il giro per affrontare il terzo passo del viaggio: il Fluelapass sopra Susch. Agli amanti delle escursioni a strettissimo contatto con la natura, segnaliamo il Parco Nazionale Svizzero (Pns) a S-chanf, pochi chilometri prima di Zernez, località conosciuta dai motociclisti per la presenza del bivio che conduce al Resia e in Val Venosta. Poco prima dell'abitato di Susch giriamo a sinistra, in direzione Davos, per affrontare il Fluelapass che, con i suoi 2.383 m., crea un'escursione termica di parecchi gradi. Non fatevi ingannare dalle belle giornate che trovate a valle, perché è facile che in cima al passo possiate trovare anche la neve. Per la cronaca: a luglio, quando è stato fatto il giro, al passo c'erano due gradi e ai lati della strada i campi erano coperti da una spessa coltre di neve. Oltre al freddo da sopportare, la guida con il fondo scivoloso non è certo tra le più divertenti e occorre procedere con estrema cautela per evitare spiacevoli contrattempi. Spesso capita d'imbattersi in ciclisti impegnati ad affrontare le salite, generando una moltitudine di sensazioni contrastanti: dall'ammirazione per riuscire a raggiungere valichi dove il motociclista arriva col fiatone (nonostante non sia lui a fare il grosso del lavoro), alla sorpresa quando, con la massima scioltezza, i ciclisti riprendono la discesa ad una velocità siderale con temperature siberiane, all'irritazione perché succede spesso di trovarli sulla traiettoria ideale, nel momento della staccata che ci fa guadagnare punti agli occhi degli altri sgangherati membri del gruppo. Ci consoliamo però, avendo scoperto che i ciclisti sono molto più "matti" (nel senso buono del termine) di noi motociclisti.
Si procede tra le nuvole basse nel primo tratto di discesa apprezzando, nonostante la giornata non sia delle migliori, la maestosità della valle incastonata tra le possenti montagne. Dopo qualche chilometro il tempo migliora rendendo più gradevole il paesaggio e permettendo a chi è impegnato nella guida, di potersi guardare attorno e scorgere vedute che altrimenti rischierebbero di sfuggire. Giunti a Davos dopo circa una ventina di chilometri percorsi sul versante settentrionale del Fluelapass, ci concediamo una sosta per visitarla. Importante cittadina svizzera sede di congressi internazionali, compreso il World Economic Forum, è una località turistica invernale ed estiva tra le più conosciute in Europa. Il giro riprende per ripercorrere l'Albulapass che ci riporta nei pressi di St. Moritz, per intraprendere la via del ritorno attraverso la Val Chiavenna vista in apertura. Il tratto di strada da Davos e Tiefencastel, dove si trova il bivio per l'Albula, è tra le più divertenti grazie al fondo che permette un'andatura sciolta e priva di tensione. L'Engadina è sicuramente una delle regioni più conosciute dai motociclisti europei, ma merita sempre una visita approfondita per apprezzare appieno le numerose bellezze presenti e scoprire aspetti insoliti che possono sfuggire transitando velocemente. Purtroppo con questo giro non si riesce a vedere tutto quello che offre la regione, ma è un buon pretesto per organizzare un'altra visita della zona in futuro, per guardare con calma tutto quello che non si è riusciti a vedere in quest'occasione.
Chiavenna
http://www.comune.chiavenna.so.it/

Palazzo pretorio: nella Piazza San Pietro, un tempo fu sede delle riunioni delle magistrature del comune e dei commissari delle Tre Leghe. L'interno decorato da numerosi affreschi che stanno recuperando con un lungo lavoro di restauro.

Piuro
Palazzo Vertemati Franchi:
imponente edificio del '500 edificato a Piuro, quando la valle era un'importante via di comunicazione per i commerci con il Nord Europa, era il simbolo del successo economico della famiglia Vertemati. Il comune di Chiavenna, attuale proprietario dello stabile, ha organizzato un massiccio lavoro di restauro per recuperare gli affreschi e gli elementi d'arredamento che nei secoli rischiarono di sparire. Aperto al pubblico con visite guidate organizzate dal comune.

Cascate dell'Acqua Fraggia: monumento naturale all'imbocco della Val Bregaglia, sono state citate da Leonardo da Vinci nel 1400 sul Codice Atlantico, impressionato dalle "chadute di acqua di 400 braccia le quali fanno belvedere".
Consorzio per la promozione Turistica della Valchiavenna via Consoli Chiavennaschi, 11 - 23022 Chiavenna Tel. +39 0343 37485 - Fax +39 0343 37361
info@valchiavenna.com


Stampa
Palazzo Castelmur:
edificio del XVIII secolo ospita il museo storico della Val Bregaglia, a testimoniare gli stili di vita dei secoli scorsi attraverso numerosi utensili utilizzati dalla popolazione nelle loro attività quotidiane. Ad arricchire il museo sono presenti opere di Diego Giacometti.

Ente Turistico Val Bregaglia
+ 41(0)
 81 822 15 55
info@bregaglia.ch
www.bregaglia.ch


St. Moritz
stmoritz@estm.ch
www.engadin.stmoritz.ch/stmoritz


Campanile Chiesa St. Mauritius:
appartiene alla prima chiesa parrocchiale ed è conosciuto dal primo secolo dello scorso millennio. Ha subito numerose lesioni nel corso dei secoli a causa dello scivolamento del terreno dove sorge la Parrocchiale. Attualmente sono in corso lavori di consolidamento.

Museo Segantini: edificato nel 1908 dall'architetto Hartmann, è dedicato al pittore Giovanni Segantini che passò gli ultimi anni in Engadina. Ispirato al padiglione dell'Engadina all'esposizione mondiale di Parigi del 1900 disegnato dal Segantini, ospita al suo interno le opere del pittore assieme ad opere appartenenti alla sua collezione privata.

Chesa Futura: di proprietà di Lord Norman Foster, la casa (Chesa) è stata costruita in stile futuristico utilizzando materiali tradizionali, impiegando 250.000 lamelle di larice per ricoprire la facciata esterna. Essendo privata si può osservare solo l'esterno, poco distante dalla stazione di partenza del treno del Chantarella.

Museo Engiadina: progettato dall'architetto Hartmann, lo stesso del museo Segantini, al suo interno sono presenti reperti del XVIII-XIX secolo a testimoniare le usanze degli engadinesi nei secoli scorsi.

Capanna di Heidi: dedicata al famoso personaggio dell'omonimo libro per ragazzi scritto da Selina Chonz, è il punto di partenza della via tematica lunga 1,5 km. percorribile a piedi in circa 45 minuti.


Celerina
celerina@estm.ch www.engadin.stmoritz.ch/celerina

Chiesa San Gian: poco distante da St. Moritz sulla collina vicino a Samendan, è il simbolo della regione per i suoi due campanili di stili diversi. Pregiati affreschi realizzati nel tardo XV° secolo decorano le pareti della chiesa.


Zernez
Casa del parco nazionale:
sede del Parco Nazionale, contiene informazioni riguardo visite guidate, lo stato dei sentieri e le escursioni. Per sensibilizzare il pubblico giovane, al suo interno è stata allestita una mostra che coinvolge tutti i sensi.
Aperto tutti i giorni da fina maggio a ottobre
ore 8.30-18 gio ore 8.30-22
info@nationalpark.ch
www.nationalpark.ch


Organizzazione per il turismo – info e prenotazioni Engadin St. Moritz
Via Serlas 23 CH - 7500 St. Moritz
T +41 (0)81 830 0001
F +41 (0)81 830 0009 info@estm.ch www.engadin.stmoritz.ch

Dove mangiare
Come capita sovente, l'offerta delle strutture di ristorazione è ampia ma segnaliamo due locali provati personalmente confermando la validità del rapporto tra la spesa e il trattamento.

Chiavenna

Crotto Ombra: poco distante dalla stazione, rispetta la tradizione gastronomica della valle e con una spesa adeguata si possono gustare le specialità tipiche valchiavennasche.
Indirizzo: Viale Pratogiano, 14 - Chiavenna
Telefono: +39 0343 33403
Fax: +39 0343 33403
Email: info@crottoombra.com
Internet: www.crottoombra.com

Piuro
Crotto del Fuin:
immersi nella natura ai piedi delle cascate dell'Acqua Fraggia, si possono gustare le specialità del crotto con una spesa modesta.
Indirizzo: Via del Fuin, 3 - Piuro
Telefono: +39 0343 36595


Dove dormire
L'importanza della regione è tale che l'offerta di alberghi e vasta e può coprire tutte le esigenze. In particolare segnaliamo due alberghi provati personalmente.

Silvaplana
Julierpalace:
sulla strada dello Julierpass in centro al paese, con una spesa adeguata si soggiorna in una struttura che non tralascia nessun particolare per soddisfare il cliente, mantenendo però la spontaneità gradita a chi è alla ricerca della sostanza senza fermarsi solo alla forma. Il pub a piano terra è molto apprezzato dalla clientela giovane.
Indirizzo: Ferienhotel Julier Palace AG Via Maistra 7513 Silvaplana
Email: hotel@julierpalace.com
Internet: www.julierpalace.com

Bever
Chesa Salis: raffinato albergo ricavato da una residenza patrizia del 1590 nel cuore di Bever è un angolo ideale a chi è alla ricerca del relax. Molto curato in ogni particolare, accoglie il cliente, anche quello più esigente, in un ambiente caldo dove nulla è improvvisato. Le camere in legno, alcune decorate con motivi floreali del 19° secolo, accrescono la sensazione di pace che si percepisce. Una cucina curata e una lista di vini di 350 varietà sono un valore aggiunto. Il prezzo è adeguato alla qualità offerta dai titolari, che seguono personalmente la gestione dell'albergo.
Indirizzo: CHESA SALIS ROMANTIK HOTEL & RESTAURANT tel: +41 (0)818511616
Email: reception@chesa-salis.ch
Internet: www.chesa-salis.ch

Un "otto" in Engadina
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Località Istruzioni Km
Chiavenna Partenza dalla rotonda in direzione St.Moritz 0
Piuro Sosta cascate Acqua Fraggia 2,3
Confine Alla rotonda dopo la dogana girare destra verso St. Moritz 10,2
Stampa Sosta Archivhio Storico Castelmur 15,8
Maloja Sosta al Passo Maloja 31,8
Silvaplana Alla rotonda terza uscita a sinistra verso Julerpass 43
Julierpass Sosta al Passo Julier 49,9
Marmorera Sosta presso il bacino artficiale 62,8
Tiefencastel Alla rotonda a destra su 417, seguire indicazioni Albula 85,5
Alvaneu Al bivio proseguire direzione Albula 91
Bergun Proseguire su strada locale verso Albula 101,3
Albulapass Sosta al passo Albula 115,8
La Punt Al termine della strada dall'Albula girare sinistra su 27 124,8
Zernez Proseguire a sinistra su 27 144,9
Susch Girare sinistra su 28, seguire indicazioni Fluelapass 151,5
Fluelapass Sosta al Fluelapass 164,2
Davos-Dorf Girare sinistra su 417 direzione Tiefencastel 177
Davos Sosta per visita città 178,5
Davos-Platz Riamanere su 417 direzione Tiefencastel 180
Wiesen Rimanere su 417 direzione Tiefencastel 195,8
Alvaneu Girare sinistra, seguire indicazioni Albula 206,2
Filisur Seguire su strada locale per Albula 211,1
Albulapass Proseguire su strada locale verso La Punt 232,3
La Punt Girare destra su 27 Direzione St Moritz 241,3
Celerina Sosta alla Chiesa San Gian 253,8
St. Moritz Termine del Giro 257,6

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