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Dall'Italia al Sud Africa: 29esima tappa

di Anna & Fabio il 07/02/2011 in Africa

Immancabile, giunge il bilancio del viaggio, fatto al calduccio di casa, con già nella testa qualche spunto per la prossima esperienza…

Dall'Italia al Sud Africa: 29esima tappa
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1bike2people4aid: rieccoci qua, 5 mesi, 25000 chilometri e 19 nazioni dopo.
Un bella esperienza dalla quale cerchiamo di tirare qualche conclusione.
Per prima cosa è il progetto di charity. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e ricordiamo a tutti che la necessità di aiuti non finisce con il nostro viaggio e che è sempre possibile versare qualcosa per sostenere questi progetti. D'altra parte il nostro impegno in proposito non è certo finito.
Per seconda la moto. La nostra F800 GS si è comportata benissimo. Si è dimostrata leggera e potente, in grado di sopportare un carico al limite delle sue capacità senza sforzo apparente. La preparazione si è rivelata senza sbavature: la capacità dei due serbatoi (37 litri) ci ha permesso di affrontare anche le tappe più dure senza patemi, per esempio abbiamo potuto attraversare due volte l'Uzbekistan senza trovare mai un distributore aperto. Nessun problema con carburanti di pessima qualità: la carburazione è sempre stata perfetta anche con benzine da 80 ottani, che abbiamo cercato di evitare quando è stato possibile. A seconda dei percorsi, abbiamo potuto contare su un'autonomia che ha sfiorato gli 800 chilometri. Il consumo d'olio è stato uguale a ZERO.
Nessun accessorio si è dimostrato inadeguato. Il kit delle sospensioni si è comportato benissimo: forcella precisa e ben frenata e gruppo posteriore solido e efficiente. La catena ha richiesto una regolazione dopo quasi 20000 chilometri. Non abbiamo mai sostituito le candele, e solo una volta il filtro dell'aria. A metà percorso abbiamo sostituito le pastiglie dei freni, più per prudenza che per reale necessità.
Nessun problema alle valigie e neppure ai loro supporti, che senz'altro hanno lavorato duramente reggendo 20 chili ciascuna su percorsi davvero terribili e sopportando anche un paio di cadute. La frizione non ha mostrato cedimenti anche a fine percorso. Nessun problema di batteria ne ad alcun componente elettronico. Nessuna lampadina bruciata e neppure una foratura (escludendo quella provocata dal'incompetenza del gommista mongolo).
Rimanendo sul comparto pneumatici, le nostre Continental TKC 80 si sono dimostrate ottime in fuoristrada e anche su strada. E anche durature: nonostante l'uso pesante e il carico, ogni treno ha percorso circa 6500 km e l'ultimo ne ha percorsi quasi 8000.
Tutta questa perfezione/fortuna mi impedisce di dare una valutazione sulla scorta di ricambi che ci siamo portati. Non ne abbiamo usati, a parte le già citate pastiglie freni e il filtro dell'aria. Né posso dire nulla sull'efficienza dei kit di riparazione delle gomme o sulle 4 camere d'aria, che hanno fatto un bel viaggio acquattate nella borsa del serbatoio. Il risultato è stato che verso la fine del viaggio ho fatto i controlli di routine e la manutenzione assai di rado.
I problemi che abbiamo dovuto affrontare sono stati altri: la nostra attrezzatura contro il freddo si è dimostrata troppo ottimistica e le nostre scorte alimentari insufficienti. Almeno nei momenti più duri. D'altra parte questi problemi sarebbero facilmente risolvibili viaggiando con due moto, si tratta perciò più di un limite di progetto che di una difficoltà oggettiva.
Ma non tutto il viaggio è stato così difficile da evidenziare costantemente questi problemi. Perciò il divertimento non è mai mancato
E adesso?
Beh, per prima cosa dobbiamo sdebitarci con tutti gli amici che ci hanno aiutati e rimettere a regime la nostra vita "civile". Poi dobbiamo riordinare tutto il materiale che abbiamo raccolto e produrre un completo racconto di viaggio.
Dopo di che comincerà a frullarci in testa qualche altra idea: America? Estremo Oriente? ancora Africa?
Vedremo.
A presto!
Anna e Fabio.
www.1bike2people4aid.it

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