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Dall'Italia al Sud Africa: 26esima tappa

di Anna & Fabio il 11/01/2011 in Africa

Col bel tempo, i nostri viaggiatori si concedono una puntata a Graaf Reinet, in cerca di un po' di storia, e scoprono anche la più bella strada del loro viaggio, scendendo verso Knysna

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Approfittiamo del bel tempo per fare una puntata a Graaff Reinet, una delle città storiche del Sud Africa. Saliamo e scendiamo tre o quattro catene montuose e verso l'ora di pranzo ci arriviamo. La città è stata fondata almeno 300 anni fa, in una conca circondata da rupi, e conta almeno 200 edifici storici, di stile inconfondibilmente olandese, conservati con una cura a noi sconosciuta. A nord si stende il Camdeboo National Park, interessante più che altro per la strane formazioni rocciose che lo segnano.
Ci giriamo la cittadina in lungo e in largo visitando tutti i palazzi storici che riusciamo a trovare. Ognuno con la sua bella data di costruzione sopra all'ingresso: 1780, 1830 eccetera. A quei tempi arrivare qua era una vera e propria impresa. Occorreva coprire 185 miglia su carri trainati da buoi.
La mattina dopo, pronti per la partenza, facciamo una breve digressione nel parco nazionale e poi ci dirigiamo verso il mare attraverso il Great Karoo. L'area è quasi disabitata: le uniche tracce dell'uomo sono le infinite reti che corrono a destra e a sinistra delle strada. Ogni tanto nella rete si apre un cancello e un cartello indica la presenza di una fattoria e di un piccolo centro abitato a 50, 60, 100 chilometri di pista...
Superiamo anche un paio di passi piuttosto alti, il traffico è nullo. Arrivati a Uniondale pieghiamo bruscamente verso sud in direzione di Knysna. E imbocchiamo la più bella strada di tutto il viaggio: circa 90 chilometri di pista facile, che supera due catene montuose e si infila in una valle stretta e tortuosa.
Due ore di puro divertimento fra boschi a praterie e verso sera scendiamo a Knysna, cittadina di vacanza situata all'interno di una baia lagunosa il cui accesso al mare è largo pochi metri a presidiato da due grandi rocce.
Oltre al gradevole paesaggio, è famosa per le ostriche. La mattina dopo facciamo una lunghissima passeggiata lungo la baia (almeno 12 chilometri) e ci rinfranchiamo con un bel po' di ostriche.
Qualche risposta dai corrieri comincia ad arrivare, ma è meglio prevedere un rapido arrivo a Cape Town: perciò ci muoviamo prima seguendo la costa, poi verso l'interno. Pernottiamo a Oudtsthoorn: questa cittadina ha avuto il suo momento di ricchezza circa 150 anni fa, grazie all'allevamento di struzzi. Allora non c'era al mondo donna elegante che non sfoggiasse boa di struzzo o qualche altro accessorio realizzato con le piume di questo animale, e Oudtshoorn era la capitale mondiale di questa industria. Ora lo struzzo viene allevato principalmente per la sua carne e come curiosità turistica.
A noi interessa principalmente perché qui comincia la Route 62: una specie di mito fra i motociclisti Sud Africani. La imbocchiamo la mattina dopo: in realtà di motociclisti non se ne vedono molti, ma qualcuno c'è. La strada è bella, ma non all'altezza di alcune di quelle dove ci sgranchiamo le ruote in Italia. D'altra parte attraversa i notevoli paesaggi del Little Karoo ed è sufficientemente tortuosa. E' famosa anche per un locale molto caratteristico, una road house molto "biker oriented": una specie di posada messicana dove risuona un fragoroso rock, i muri sono pieni di firme e messaggi e dal soffitto pendono centinaia di mutande e reggiseni. Il nome è tutto un programma: Ronnie Sex Shop.
Lì qualche motociclista lo troviamo, ma più che altro si fermano pullman pieni di turisti che non si fanno mancare questa curiosità: restiamo per una mezz'ora, compro una maglietta e proseguiamo verso Montagu, dove c'è uno dei migliori ristoranti di quest'area. Tutt'un altro ambiente: eleganza sofisticata in una casa antica di tre secoli.
Poi proseguiamo verso Swellendam, elegante cittadina coloniale.
Con l'età si diventa conformisti?
A presto.
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