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Dall'Italia al Sud Africa: 22esima tappa

di Anna & Fabio il 21/12/2010 in Africa

Diretti verso il Sud Africa, Anna e Fabio assistono ancora ad un cambio di panorama e di clima. E si preparano al loro prima Safari…

Dall'Italia al Sud Africa: 22esima tappa
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Maputo è una città con una pessima fama: i consigli sono quelli di non girarvi mai di notte e di prestare molta attenzione anche di giorno. Ci dimentichiamo subito di tutte queste raccomandazioni, forse grazie al fatto che troviamo una bella sistemazione proprio in centro: una piccola guest house con una bella terrazza sul fiume.
Questo, e la disponibilità di ristoranti e caffè davvero invoglianti e di un sacco di cose da vedere, ci portano in giro per la città senza nessuna particolare prudenza. E poi, dopo un bel po' di tempo, siamo in una città vera, piena di mercati, di gente, di cose da fare. In due giorni camminiamo almeno per trenta chilometri.
Scendiamo verso il fiume, verso il mare, verso la Baixa. Incontriamo anche i nostri giovani giornalisti francesi che ci parlano della rivolta popolare di qualche settimana fa, causata dall'aumento del prezzo del pane. La polizia ha sparato sulla folla e ci sono stati sicuramente dei morti ma è impossibile sapere quanti. Le tracce degli scontri però si vedono: l'auto del proprietario della guest house ha il cofano sforacchiato da una decina di pallottole.
La gente, però, pare abbia metabolizzato la rivolta e sembra più calma. Le strade sono piene e si fa fatica a trovare un tavolo per cena.
I nostri amici ci portano in una macelleria-ristorante. Si va al banco, si sceglie il taglio che si desidera (peso minimo mezzo chilo) e si dice al cuoco se lo si preferisce al sangue o ben cotto.
Vista la ghiotta occasione decido di fare uno strappo alle mie restrizioni dietetiche: la carne è buonissima, cotta a puntino e servita con molta cura. Il prezzo molto ragionevole. Strappo per strappo, ci bevo su anche due birre, tanto si vive una volta sola.
Ci godiamo al massimo la sosta perché abbiamo il sospetto che, passati in Sud Africa, non saremo più nella stessa Africa. Come dicono i numerosi afrikaner che incontriamo, di là è tutta un'altra cosa. D'altra parte abbiamo anche voglia di rilassarci: finalmente una nazione con un servizio di soccorso stradale efficiente, pezzi di ricambio, autostrade, alberghi, ristoranti e distributori ovunque. Insomma: un posto dove non può succedere nulla.
Beh, quasi nulla.
Così, a metà fra la speranza e la nostalgia, ci avviamo verso la frontiera Sud Africana. Su insistenza di Anna puntiamo verso il Kruger Park: mentre procediamo in senso inverso ad una ininterrotta coda di Mozambicani di ritorno da lavori stagionali o semplicemente da un giro per acquisti (i prezzi Sud Africani sono più bassi e c'è maggiore disponibilità di merce) affrontiamo l'ennesima cambio di clima: dai gradevolissimi 28 gradi di Maputo piombiamo nei 42 di Neilspruit. La città è incredibile: sembra una ricca cittadina tedesca o olandese. Centri commerciali, cliniche, concessionarie di ogni marca, BMW compresa. Sono talmente contento che passo a trovarli così, solo per parlare con loro.
Abbiamo deciso di cercare da dormire nel ricco circuito dei backpacker hostel: economici e comodi. Quello di Neilspruit si raggiunge dopo un lungo viale che si arrampica sulla collina fiancheggiato da un'ininterrotta teoria di ville bellissime, con tanto di piscina e collezione di auto d'epoca. In questo quartiere, ma anche in quasi tutta la città, la popolazione di colore è ridotta a qualche cameriera o giardiniere. Strano: dopo tutto siamo sempre in Africa.
Appena arrivati ci organizziamo per fare il nostro piccolo Safari. Io sono sempre sostanzialmente contrario, ma Anna pensa che in Africa "bisogna farne uno". Il backpacker hostel dove risiediamo è famoso per organizzarli bene e a buon prezzo. Scegliamo la versione intermedia che comprende una notte nel parco. Inizialmente io spingo per l'ipotesi di noleggiare una macchina e girarcelo da soli, ma mi rendo subito conto che per vedere gli animali bisogna sapere dove sono. Io rischierei di girare per giorni senza trovare un granché. E poi accettando un safari organizzato scarico tutta la responsabilità su qualcun altro. Perciò ci alziamo alle 4 del mattino per dare inizio a questa nuova avventura.
Vedremo tutti i Big Five?
Ciao.

www.1bike2people4aid.it
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