Il conto vendita è un contratto con cui un soggetto prende in carico dei beni, senza comprarli, ma con lo scopo di venderli. 

Si tratta di una modalità molto usata nel mondo dei motoveicoli, che permette al proprietario di un mezzo di affidare a un concessionario la vendita del veicolo, per un periodo predeterminato.

Quando il concessionario vende il veicolo, corrisponde al proprietario il valore pattuito, trattenendo una parte dell'importo a titolo di provvigione (per coprire i costi di istruttoria della pratica, l'occupazione dello spazio nel punto vendita, e garantire un margine di guadagno).

A CHI CONVIENE?

In teoria conviene a entrambi i soggetti. Facciamo un esempio pratico: sono possessore di un veicolo ma non ho intenzione di occuparmi della sua vendita. Allota mi rivolgo a un concessionario col quale pattuisco /attraverso un contratto specifico) un periodo nel quale il veicolo resta esposto nei suoi spazi. Se il mezzo viene venduto, io percepirò il valore dello stesso, meno le provvigioni del commerciante. 

Se il bene non viene venduto, il commerciante (d'accordo col proprietario) può anche tenerlo esposto più a lungo del periodo pattuito; per agevolarne la vendita, il commerciante può abbassare il prezzo della moto o dello scooter, e pertanto se l'affare si conclude il mio guadagno sarà inferiore rispetto a quanto pattuito inizialmente.

Da un lato il commerciante ha un guadagno netto sul bene venduto (e, a differenza di una permuta dell'usato, non acquista il mezzo e non si accolla il rischio di caricare il proprio magazzino con un invenduto). Dall'altro lato, anche il proprietario-venditore trae vantaggio da questa formula perché non deve occuparsi dei vari passaggi burocratici della vendita del veicolo, che sono a carico del commerciante.