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Dossi artificiali: un pericolo per i motociclisti

Marco Gentili
di Marco Gentili il 26/08/2020 in Burocrazia
Dossi artificiali: un pericolo per i motociclisti
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Il codice della strada li disciplina. Eppure nelle nostre città sono sempre più grossi e invasivi, perché sfruttano un inghippo normativo. Vediamo quale

A chiunque, nella propria vita di motociclista, è capitato di avere una qualche difficoltà nel superamento dei dossi artificiali. Nati per rallentare la velocità dei veicoli, essi però rischiano di essere una pericolosa arma rivolta contro gli utenti delle due ruote, se usati in modo indiscriminato da parte delle amministrazioni comunali.

 

COSA DICE IL CODICE

L’articolo 179 del regolamento attuativo del codice della strada stabilisce che sulle strade dove vige un limite di velocità inferiore o uguale ai 50 km/h si possono adottare dossi artificiali evidenziati mediante zebrature gialle e nere parallele alla direzione di marcia. Essi devono avere determinate caratteristiche:

a) per limiti di velocità pari od inferiori a 50 km/h larghezza non inferiore a 60 cm e altezza non superiore a 3 cm;

b) per limiti di velocità pari o inferiori a 40 km/h larghezza non inferiore a 90 cm e altezza non superiore a 5 cm;

c) per limiti di velocità pari o inferiori a 30 km/h larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm.

I tipi a) e b) devono essere realizzati in elementi modulari in gomma o materiale plastico, il tipo c) può essere realizzato anche in conglomerato.

 

L’INGHIPPO LEGALE

Sempre più spesso, però, capita di trovare dossi artificiali ben più massicci di quelli appena descritti. Dossi che, come chi va su due ruote sa bene, spesso costituiscono un’insidia stradale vera e propria. Il motivo è presto detto. Con la circolare 3698/2001, il Ministero dei Lavori Pubblici, ha fornito la definizione di aree stradali rialzate o attraversamenti pedonali rialzati: "Rialzo del piano viabile con rampe di raccordo (con pendenza, in genere, del 10%) in corrispondenza di aree da proteggere da elevate velocità o di attraversamenti pedonali".

E proprio qui nasce l’inghippo. Come afferma l’avvocato Giuseppe Simeone sulla rivista giuridica Studiocataldi.it, “la maggior parte dei dissuasori di velocità che troviamo sulle nostre strade, ai sensi di legge, non sono classificati come dossi artificiali ma come attraversamenti pedonali rialzati”. Pertanto, ogni amministrazione può decidere di fare come gli pare, rialzando la strada in modo talvolta abnorme e costituendo così un pericolo grave per l’incolumità delle due ruote.

 

Dossi artificiali: un pericolo per i motociclisti
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  • maurofavazza
    Buongiorno a tutti Io come presidente del comitato coordinamento motociclisti Mi sono scontrato con questa realtà descritta nell'articolo qualche anno fa in effetti è sufficiente per la pubblica amministrazione dichiarare che il rallentatore non è stato messo per rallentare i veicoli ma per facilitare l'attraversamento dei pedoni il punto più contorto Secondo me riguarda il fatto che spesso questi rallentatori in muratura vengono costruiti in zone molto poco abitate e questo avalla il gigantesco dubbio che ci stiano prendendo per i fondelli a Verona per esempio Porta San Pancrazio Ponte sull'Adige con quattro rallentatori esagerati che hanno causato già 2 morti sono stati abbassati solamente i due colpevolizzate Mentre gli altri identici sono rimasti al loro posto
  • multimarco
    Quelli che mettono dossi non a norma aggirando le leggi andrebbero denunciati per procurate lesioni alla colonna vertebale.