Attualità
Intervista con il vicepresidente di Hero, il colosso indiano del mondo moto: "Ecco i nostri piani per entrare sui mercati occidentali (Italia inclusa)"
Abbiamo incontrato Sanjay Bhan, numero due dell'azienda indiana: "Arriviamo in Europa con una strategia di lunghissimo termine, siamo qui per restare e affermarci. Non puntiamo ai volumi, ma vogliamo essere realmente un'azienda globale". E sulla gamma: "Adesso pensiamo in primo luogo ai giovani e a quei motociclisti di cui le Case tradizionali non si occupano più"
125 milioni di clienti nel mondo non possono sbagliare. Tanti ne vanta Hero MotorCorp, oggettivamente la "next big thing" del mondo moto ad affacciarsi sul mercato italiano. E siccome da queste parti siamo sempre assetati di novità, di "nuovi giganti" pronti a invaderci, l'occasione di incontrare a EICMA 2025 Sanjay Bhan, numero due del colosso indiano (diamo giusto tre numeri: 12,5 miliardi di dollari di capitalizzazione, capacità produttiva di 9,4 milioni di mezzi all'anno, una moto prodotta ogni 18 secondi) era più che ghiotta.
Mister Bhan, perché un colosso come Hero punta sull'Europa, e in particolare sull'Italia?
"Non certo per i numeri, perché per quelli basterebbe il nostro mercato interno. Ma perché un player globale, come vuole essere sempre di più Hero, deve essere presente in Europa. E' anche per una questione di immagine".
Avete debuttato in Italia con due moto come la X-Pulse e la Hunk 440. Un inizio timido, a detta di alcuni.
"Guardi, noi arriviamo in Europa con una strategia di lunghissimo termine. Abbiamo pianificato grossi investimenti, abbiamo aperto un technical center in Germania, e soprattutto non abbiamo fretta. La nostra filosofia è chiara: vogliamo proporre moto per tutti quei consumatori a cui le case tradizionali non pensano più".
Ovvero?
"Qui in Europa c'è molta focalizzazione sul concetto di big bike, di potenza e cavalli. Noi invece, in questa prima fase, puntiamo ad aprire il mercato, facendo salire in moto tutte quelle persone che magari non possono permettersi veicoli ultracostosi, oppure il pubblico femminile, che fa fatica a gestire pesi eccessivi. La nostra filosofia è quella dell'accessibilità: dare moto con dei contenuti veri al giusto prezzo".
Se dovessimo sintetizzare, qual è la differenza di approccio tra voi e i costruttori orientali?
"Loro puntano al prezzo, noi all'accessibilità".
Voi puntate molto anche ai giovani.
"Il pubblico europeo è anziano perché solo dopo una certa età può permettersi di acquistare moto da 20mila euro in su. Non è un caso che l'età media del motociclista, qui in Europa, sua di 35 anni, mentre in India è di 22. Se fai i prodotti giusti, anche chi ha minore capacità di spesa ti compra. Se noi centriamo il bersaglio dei più giovani, significa che riusciamo a fidelizzare quei clienti che un domani potranno spendere di più per acquistare una moto".
dobbiamo riportare i giovani in moto. in europa l'età media del motociclista è 35 anni. il motivo? prima non può permettersi di comprare una moto
Voi lo chiamate lifestage.
"Esatto. Ogni fase della vita ha una capacità di spesa e una moto diversa che puoi comprarti. Oggi arriviamo in Europa con moto facili e accessibili, ma nel giro dei prossimi anni, magari già a EICMA 2026, arriveremo anche con moto pensate per clienti più maturi, che possono investire di più e richiedono certi contenuti".
A differenza dei costruttori europei, avete spinto moltissimo l'acceleratore sull'elettrico.
"In India è una necessità: come costruttori dobbiamo fare la nostra parte contro l'inquinamento atmosferico. Per questo abbiamo il brand Vida, che è dedicato proprio all'elettrificazione, e l'incubatore di idee Vida Novus, dove sviluppiamo i prodotti più innovativi".
Lei pensa che l'elettrico possa attecchire su larga scala anche in occidente?
"Certamente sì. Guardi cosa è successo nel mondo dell'auto con Tesla e i suoi epigoni. Le due ruote seguiranno a ruota. Pure in India, dove le resistenze erano fortissime, oggi l'elettrico sulle due ruote è una realtà consolidata. In India, giusto per dare qualche cifra, vendiamo 15mila scooter elettrici VX2 ogni mese. E presto lo porteremo anche in Italia. Ma attenzione: ciò non significa che l'elettrico soppianterà il motore endotermico. Semplicemente, vuol dire che il pubblico delle due ruote può crescere anche grazie a chi vede nella mobilità elettrica una valida alternativa".
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