Alle origini del progetto

Nella fase di definizione dello stile, opera di Kiska design (lo stesso che firma le forme delle KTM e delle Husqvarna), si è voluto reinterpretare in chiave moderna la Lambretta e il risultato è apprezzabile. Specie per quanto riguarda la scocca in acciaio da 1,2 mm a cui sono agganciate le pance laterali (realizzate in materiale plastico e disponibili anche in carbonio) e per i tanti dettagli in alluminio, come quelli su cui sono montati i blocchetti sul manubrio e gli inserti alla base della pedana o le maniglie del passeggero, agganciate con un supporto sotto la sella. I dettagli sono curati, colpiscono i gruppi ottici a Led con il logo tridimensionale incastonato. La qualità costruttiva complessiva è più che discreta, anche se il livello della Vespa, per fare un paragone in tema di scooter dal look vintage, è superiore. Anche la strumentazione è studiata per riprendere quella di un tempo, con un tachimetro analogico sotto cui troviamo un ampio display LCD che comprende contagiri, conta km, orologio, e indicatore di carica della batteria. Bella esteticamente, è però poco immediata nella lettura.

In quanto a praticità, la Lambretta offre una pedana piatta e spaziosa; il gancio all’estremità della sella, seppure sia poco pratico da estrarre, permette di trasportare una borsa della spesa in mezzo alle gambe. Poco profondo il vano nel retroscudo, dove è inserita una presa USB, tanto che uno smartphone da 5” non ci sta. Sotto la sella si può sistemare un casco jet di medie dimensioni. Sul modello del nostro test sono montati anche i portapacchi, utili per fissare, come una volta con gli elastici, oggetti ingombranti.

Occhi puntati

Se cercate un oggetto con cui passare inosservati la Lambretta non fa per voi: ad ogni semaforo la curiosità è tanta e anche parcheggiata cattura l’attenzione.

Pronti via la posizione di guida mette tutti d’accordo: la sella è ampia e spaziosa, il manubrio è alla giusta distanza e c’è tanto spazio per i piedi sulla pedana piatta. Non ci sono marce da innestare, come vorrebbe la tradizione, ma un moderno variatore, che ha un buono spunto nelle partenze ed è pronto ai regimi intermedi. Il motore, un 125 monocilindrico a 4 tempi con raffreddamento ad aria, ha una discreta verve, e nel traffico se la cava più che dignitosamente. Molto buoni i consumi, in città non siamo mai scesi sotto i 34 km/l.

Agile e svelta grazie alle ruote da 12”, la V-Special 125 si guida che è un piacere. E anche la frenata combinata convince. La Lambretta è comoda, anche in coppia, e solo sulle sconnessioni marcate l’ammortizzatore posteriore filtra poco.

Il senso

Usata giorno dopo giorno ne si apprezzano le dimensioni compatte, e quel qualcosa che non si può descrivere che è tutto nel suo nome e in quel legame con il passato. Alcuni storceranno il naso, perché non è più fatta in Italia, ma quel che conta è che oggi una Lambretta sia di nuovo sulle strade, accolta con entusiasmo anche dagli appassionati di sempre e da un cultore come Vittorio Tessera, l’uomo che della Lambretta tutto sa -  vanta la più grande collezione di Lambretta al mondo, oltre che un museo dedicato alla storia dello scooter a Rodano (alla porte di Milano) - che ha seguito da vicino la nascita di questo progetto.

Prezzo e disponibilità

Il prezzo è di 3.599 euro c.i.m. Non sono pochi ed è vero che di scooter 125 ne si trovano anche più a buon mercato, ma forse non hanno il fascino e il look della nuova Lambretta V-Special.