La Multistrada ha attraversato questi ultimi 20 anni sapendosi adeguare a un mondo, quello delle moto e ancor più quello dei motociclisti, che ha subito più stravolgimenti che un qualsiasi programma elettorale.

È nata nel 2003, mentre gli appassionati sognavano le medie sportive: si chiamava 1000 DS. Lei, la Multi, sportiva lo era solo un po’ e, soprattutto, era la prima Ducati della storia moderna con le gambe lunghe (o sospensioni a lunga escursione, se vi garba di più). Non riusciva a mettere d’accordo tutti, con quel frontale tagliato longitudinalmente, ma incuriosiva e, comunque, si guidava alla grande e aveva tutti gli ingredienti giusti della vera prelibatezza bolognaise.

Poi è stato il tempo delle nude, medie e grandi e il mercato è impazzito per motori sportivi in déshabillé. E la Multi era ancora lì, a far breccia in molti cuori, declinata in cilindrate adatte anche a chi si avvicinava alle due ruote.

Infine l’era delle adventure: siamo nel 2010, anno in cui la Multistrada ha fatto il primo grande passo verso l’Olimpo dei modelli che non si dimenticano. Soprattutto se si sono provati… Bicilindrico si, ma a quattro valvole, 150 cavalli e debutto mondiale dei Riding Mode: quattro moto in una, con la pigiata di un tasto. Nuovo standard per il segmento, nascita (di fatto) di una nuova categoria, quella dei SUV anabolizzanti, ma a due ruote. Di là c’erano il Cayenne, la X5, la Q7, di qui, lei.

POKER D'ASSI

Poi è arrivato il V4, nel 2019, e i riferimenti si sono spostati ancora un po’ di più verso l’alto. Non tanto per i 170 cavalli, che se non si vogliono incontrare basta non cercarli (molti sono nella parte alta del contagiri, o almeno lì si innervosiscono), quanto per la dotazione, la raffinatezza meccanica ed elettronica, il piacere di guida. Dopo quattro anni, (due dei quali passati in casa, ma questa è un’altra storia…) non c’era alcun bisogno di cambiarla. Quindi, per questo modernissimo 2024 alle porte, Ducati ha pensato bene di farne una versione che non c’era, andando a lavorare di fino su tutto quello che già esisteva e “pescando” alcuni interventi dalla Rally.

UNA VERA GT

La Multistrada V4S GT (che sta per Grand Tour) punta sulla dotazione di serie, completa come non mai, e su una livrea che le sta a pennello. Non tanto perché lo scuro smagrisce, che nemmeno ne ha bisogno, quanto perché i dettagli rossi guidano l’occhio, il grigio dà e toglie volume all’occorrenza e l’insieme richiama colori eleganti, materiali nobili e pure un pizzico di sportività.

A livello tecnico, di nuovo c’è che non ci sono più i silent block fra manubrio e piastra di sterzo. Secondo i collaudatori Ducati c’è un feeling migliore con la ruota davanti, secondo un motociclista comune, la differenza è sostanzialmente inavvertibile. Ma anche le vibrazioni non sono di più, quindi avrannp ragione loro.

A livello di sovrastrutture, il passo in avanti è più deciso: nuovi uplflow, (prese d’aria richiudibili che possono deviare o fermare) l’aria verso le gambe del pilota); nuove paratie laterali all’altezza dello scarico e del forcellone, per isolare più efficacemente le gambe del passeggero. Arriva anche la elettroventola per il vano porta smartphone sul serbatoio (per evitare che vi vada in prenotazione nelle giornate più torride) e il tappo del serbatoio senza chiave. A proposito di elettroventola: se siete proprietari di una V4S potete fare l’upgrade gratuitamente durante i tagliandi ufficiali.

A completare la dotazione di questa GT pensano poi la sella e le manopole riscaldate, i faretti aggiuntivi e, ovviamente gli immancabili radar che delineano il funzionamento del cruise control adattivo e del blind spot (allarme angolo cieco, visibile attraverso una rifrazione arancione sugli specchi retrovisori).

DUCATI MULTISTRADA V4S GT: IMPRESSIONI DI GUIDA

Alla guida la GT conferma quanto espresso da tutte le rappresentanti dell’ultima saga “Multi”, grande comfort dato dall’ottima complementarietà delle forme di sella e serbatoio, dalle pedane che lasciano luce a terra e possibilità di muoversi e dal manubrio largo ma con un’angolatura ben protesa verso il pilota. Unico deficit, nelle giornate più calde, il calore espresso dal motore, nonostante a ruote ferme e regime di minimo la bancata posteriore venga (elettronicamente e autonomamente) spenta. Eccellente il rigore ciclistico, grazie alle sospensioni seminative che lavorano in collaborazione con i Riding Mode.

Vibrazioni contenute, che si fanno percettibili solo dopo qualche chilometro in autostrada e cambio molto preciso, con quickshifter bidirezionale.

Il V4 Made in Borgo Panigale rimane un riferimento per coppia ed elasticità e per il carattere orgogliosamente e positivamente bipolare. Se volete scatenare l’ira dei ruggenti equini, basta titillare la manopola destra.

Poi c’è la completa e sempre scenograficamente efficace strumentazione TFT, in grado di fare mirroring con lo smartphone attraverso l’unico display: una vera rarità nel mondo a due ruote (e anche a quattro…).

DUCATI MULTISTRADA V4S GT: IL PREZZO

Insomma, una gran bella moto dalle indubbie doti turistiche e capace di divertire chiunque, con una dotazione da prima della classe. Il prezzo è alto: 27.590 euro, ma allestire una V4S con gli stessi accessori vi costerebbe 690 euro in più, rinunciando anche alla elegante livrea.