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Harley Davidson XLH Sportster 883

il 24/05/2001 in Moto & Scooter

Nel panorama motociclistico Harley Davidson la Sportster 883 è la meno costosa, ma rappresenta a meraviglia l'originaria personalità selvaggia delle moto di Milwaukee

Harley Davidson XLH Sportster 883


di Eliano Riva, foto Alex Photo




Nata nel 1957, come cocktail delle esperienze tecniche maturate dalla factory sportiva della casa di Milwaukee sulla famosa e vincente serie K, la Sportster 883 è diventata un mito ed una delle moto più rappresentative del panorama motociclistico Harley Davidson. Sopravvissuta, rimanendo sostanzialmente intatta nelle caratteristiche generali e nella personalità, a tutte le burrascose vicende societarie che hanno caratterizzato il lontano passato dell’azienda americana, la 883 è la moto entry level del mondo Harley ed il primo amore, di quelli che non si scordano mai, per molti harleisti veterani.





La cristallina purezza della tradizione sportiva Harley racchiusa nella 883, infatti, è un patrimonio d’inestimabile valore per gli appassionati del motociclismo a stelle e strisce e l’amore “patriottico” profuso negli anni dai tecnici HD per questa moto, è testimoniato dal suo continuo sviluppo.




Un’evoluzione sempre ben calibrata negli anni, fatta di continue “limature degli spigoli” che, senza scalfire minimamente la primordiale essenza sportiva della 883, hanno contribuito a mantenerla sempre attuale ed a renderla un venerato oggetto da osservare e da cavalcare. Un dato di fatto, riscontrabile anche nella versione 2001 che, pur restando “uguale a se stessa”, per migliorare la fruibilità complessiva e la sicurezza di marcia, presenta numerose novità nel ciclopico propulsore e nell’impianto frenante.
Disponibile in sei accattivanti livree monocromatiche, la Sportster 883 costa 17.500.000 lire chiavi in mano con 12 mesi di garanzia integrale.






L’immagine di titanica potenza che il propulsore deve suscitare, è da sempre il cardine principale su cui si fonda la filosofia motociclistico/sportiva yankee. La Sportster, in questo senso rappresenta la massima esaltazione di tale concetto volutamente primitivo, dove il motore è l’assoluto protagonista dell’aspetto e della personalità della moto, mentre il resto è considerato soltanto un contorno necessario, certo, ma di secondaria rilevanza nel profilo complessivo del veicolo e facilmente personalizzabile dal pilota.




Sull’ultra snella e spartana 883, infatti, ogni elemento è abbarbicato a ridosso dell’enorme propulsore bicilindrico a V, come i cuccioli di un animale selvaggio, stanno aggrappati al muscoloso dorso della madre per ricevere protezione e linfa vitale.
Un dato di fatto, facilmente percepibile a prima vista e sottolineato da un avantreno magro al limite dell’anoressico, da un piccolo serbatoio a goccia appoggiato lì sopra quasi per caso, da una minuta sella incastrata tra il motore e l’avvolgente parafango posteriore e dalla grossa ruota motrice che, per importanza, già nell’aspetto rivela d’essere il “braccio destro” del protagonista e il timone della nave.




Particolari tecnici esposti in bella vista, come ad esempio la grossa batteria, che sulle altre moto susciterebbero orrore, qui chiudono alla grande un quadro estetico unico, estremamente semplice, ma che non lascia mai indifferente l’osservatore e suscita sempre forte emozione.






Secondo i bikers, la moto deve essere tradizionale al cento per cento anche sotto il profilo tecnico e la Sporster 883 non li delude. Il telaio Harley, è un classico doppia culla in tubi tondi d’acciaio, che stringe il propulsore in un abbraccio tanto consistente da assicurare la rigidità complessiva necessaria ad una moto da 235 kg di peso dichiarati.





L’interasse lungo (1522 mm) e la geometria di sterzo, con un’inclinazione del cannotto di 29°6” e un’avancorsa di 116,7 mm., sono da moto USA DOC e privilegiano più la stabilità sul veloce che la maneggevolezza. Dati, questi ultimi, che non devono allarmare il motard nostrano; in quest’ambito, il baricentro molto basso e la distribuzione del peso decisamente sbilanciata verso la parte posteriore della moto, riequilibrano parzialmente la situazione e per gestire lo sterzo della 883, non occorrono le braccia di maciste.





La forcella dall’aspetto esile rispetto all’imponenza della moto, poi, non deve creare timori in termini di resistenza alla torsione e alla flessione; sulle yankee bike, il freno principale è quello posteriore e gli steli di soltanto 39 mm di diametro, non pregiudicano la guidabilità nella fase di frenata e ingresso curva. Una coppia di cromatissimi ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla, in fine, chiudono egregiamente l’argomento sospensioni. Importanti novità, invece, ci sono nella ciclistica, dove a splendidi cerchi in lega leggera fittamente raggiati, ora sono accoppiate nuove coperture realizzate da Dunlop su direttive Harley Davidson, mentre il sistema d’arresto a disco ant. e post. ora può contare su inedite ed efficienti pinze a quattro pistoncini contrapposti.






Il maestoso motore V2 di 45° della 883, nel design è l’inimitabile punto di riferimento della categoria yankee bike. Mastodontico, con un lungo e appiattito basamento in alluminio finemente lucidato, con alti e arzigogolati cilindroni che sembrano rubati al motore di un vaporetto, l’Evolution Sportster sembra un’opera d’arte scolpita nel metallo, che nell’osservazione, offre sempre nuovi argomenti di discussione. Nato sulle ceneri dell’Ironhead Sportster prodotto dal 1957 al 1985, a sua volta discendente diretto del glorioso Flathead K (52-56), l’Evolution ha subito un continuo sviluppo tecnico e, pur mantenendo caratteristiche meccaniche arcaiche, non è un motore superato.




Concepito per fornire un valore e una curva d’erogazione della coppia, impetuosa e costante sin da un regime poco superiore a quello di minimo, è un propulsore a “corsa lunga” e quest’anno, per migliorarne la costanza di rendimento nelle più impegnative condizioni d’utilizzo, ha ereditato le camicie dei cilindri High Tech dall’ultimo nato di casa HD, il Twin Cam 88 (1999). Fedele al suo passato, la distribuzione a due valvole per cilindro è ad aste e bilancieri, ma con registri idraulici delle punterie che azzerano la necessità di manutenzione e, per ridurre drasticamente la rumorosità, gli ingranaggi delle quattro camme posizionate nel basamento hanno nuovi ingranaggi High Contact Ratio.




Il sistema di lubrificazione a carter secco e con serbatoio olio posto sotto la sella, invece, ha una più efficiente pompa che permette un’ottimale irrorazione quando il motore è sottoposto a lunghe tirate a tutto gas, mentre per evitare l’insorgere di trafilagli, le guarnizioni ed i paraolio sono di migliore qualità.






Nell’allestimento la Sporster è ultra spartana, ma del necessario nella guida non manca niente ed è tutto ben fatto e d’ottima qualità. Il ponte di comando, come impone l’ABC della moto a stelle e strisce, è assolutamente privo di qualsiasi gadgets non indispensabile e, con soltanto un micro cruscotto analogico digitale sopra al piccolo faro, in perfetto stile easy rider permette al pilota di sfidare la strada “a viso aperto”.




Il manubrio basso, relativamente largo e ben arcuato, offre una presa e una posizione delle braccia naturale che, grazie a gigantesche e ben modellate leve e con il concorso d’eccellenti comandi elettrici con indicatori di direzione a spegnimento automatico, consente un facile controllo dell’avantreno. Le buone notizie, in tema d’abitabilità, di comfort ed efficienza della posizione di guida, sulla 883, come per quasi tutte le moto in stile USA, finiscono qui. Il sellino a disposizione del pilota è ben imbottito, ma è di dimensioni piuttosto contenute e, oltre ad essere “tenuto in caldo” dal sottostante serbatoio dell’olio motore, non offre concrete possibilità di modificare a piacimento la posizione di guida




A completare un layout ergonomico tutt’altro che ottimale della parte centrale della moto, poi, ci sono le pedane notevolmente avanzate, che lasciano “cadere” il peso del corpo tutto sul fondoschiena e non permettono alle gambe di svolgere un’azione efficace nelle diverse fasi della guida. Per quanto riguarda l’accoglienza riservata al passeggero, la 883 non offre un comfort regale. In quest’ambito, il cuscinetto (optional) da installare sul dorso del parafango posteriore, permette al secondo una posizione in sella dignitosa soltanto per tragitti brevi.






Il vanto degli uomini di Milwaukee, è quello di costruire moto che sembrano “vive”; tutto vero. Per accertarsene, basta pigiare il pulsante d’avviamento e, quando il V2 inizia a “stantuffare”, effettivamente, sulla 883 tutto inizia a “muoversi”, o meglio, ogni elemento della moto inizia a pulsare, ma non è musica; sono vibrazioni. Un fatto normalmente identificato come un difetto, ma che su un’Harley, che una moto “normale” non è, si trasforma in pregio. La tonalità delle “pulsazioni”, è di frequenza tanto bassa da non infastidire mai anche a medio regime e interpretarle come una forma d’amichevole colloquio tra pilota e moto, non è fuori luogo.




Nella guida il peso si sente poco, ma la posizione delle pedane richiede un minimo d’assuefazione. In soccorso del pilota, per superare il disagio, sulla 883 interviene subito il propulsore che, da vero gigante buono, con ben diluita forza spinge in avanti lasciando apprezzare l’ottimo equilibrio laterale della moto e la marcia da parata diventa presto un gioco da ragazzi. In rapporto alle misure fondamentali, accentuate in funzione della stabilità su strade diritte, la 883 sorprende per la duttilità di comportamento e la sicurezza d’azione in curva, dove la rapidità nell’inserimento in traiettoria e la velocità nei cambi d’inclinazione, sono inusuali per una moto di questo tipo e nata per tranquille passeggiate.




Le sospensioni coerenti nel comportamento su strade poco sconnesse e un “motorone” che, senza strapparti le mani dal manubrio, ti tira sempre fuori delle curve, completano un quadro che, se non si hanno ambizioni di guida troppo velleitarie, con gran gusto permettono d’assaporare tutte le fondamentali essenze dell’andare in moto.


Dati dichiarati Harley Davidson XLH Sporster 883 Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 45°, raffreddamento ad aria, alesaggio e corsa 76,2X96.8 mm, cilindrata 883 cc, rapporto di compressione 9,0:1; distribuzione ad aste e bilancieri, 2 valvole per cilindro, comando con camme nel basamento; lubrificazione a carter secco. Alimentazione: carburatore a depressione da 40 mm; capacita’ serbatoio 12,5 litri. Accensione elettronica digitale, 1 candela per cilindro. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a catena tripla; frizione multidisco in bagno d’olio, comando meccanico; cambio a 5 marce; finale a cinghia in fibre aramidiche rinforzate.
Ciclistica: telaio a culla in tubi tondi d’acciaio, inclinazione asse di sterzo 29°6”, avancorsa 116,7 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica con steli da 39 mm mm, escursione 175 mm; sospensione posteriore: forcellone in tubo quadro d’acciao con ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla su 3 posizioni, escursione 91,9 mm. Ruote: anteriore tubeless a raggi con canale in lega leggera, pneumatico 100/90-19”; posteriore tubeless a raggi con canale in lega leggera, pneumatico 130/90-16”. Freni: anteriore a disco da 292 mm, pinze flottanti a 4 pistoncini contrappostii; posteriore a disco da 292 mm, pinza a 4 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1522 mm, lunghezza 2235 mm, larghezza n.d., altezza sella 720 mm. Peso a secco 235 kg.
Prestazioni: potenza n.d., coppia 67 Nm a 4400 giri.
Omologazione Euro-1: si’





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