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Benelli Adiva 150

il 12/12/2000 in Moto & Scooter

Ora in produzione la scooter Benelli che protegge dalla pioggia. Un veicolo nuovo, eppure non tropo distante dal concetto di scooter tradizionale. Buona la protezione dalle intemperie e la guidabilità. Di fatto senza concorrenza, ha un prezzo un po’ alto

Benelli Adiva 150
L'avantreno impiega una
forcella Ceriani (marchio
storico) e un freno a
disco da 220 mm

di Alan Cathcart e Alberto Dell’Orto
Foto Kel Hedge e Giuseppe Gori. Multimedia di Valentina Mazzoli






Specialmente fuori dall’Italia, l’attenzione del pubblico sul rinato marchio Benelli è stata focalizzata dall’apparizione al Tourist Trophy di quest’anno dalla tricilindrica 900 Tornado, che dovrebbe entrare in produzione la prossima primavera.



La Benelli Adiva in 3D
(495 KB / 3 min. a 28.8 kbps)







Ma per sostenere lo sforzo industriale e economico di un’operazione come la risurrezione di un nome storico, la famiglia Merloni ha individuato come arma migliore la possibilità di cavalcare il boom europeo degli scooter, proponendo una gamma di mezzi dallo styling molto personale. Sforzo che è stato premiato dalla crescente quota di mercato detenuta dal marchio, oltre che dal recente accordo con Renault Sport per lo sviluppo e la costruzione di una gamma di scooter con i colori dell’azienda francese.






Sicuramente, una delle cose che ha attirato l’attenzione dei francesi è stata la presentazione al salone di Milano 1999 del prototipo dell’Adiva, poi evolutosi nella versione definitiva presentata a Monaco nel settembre scorso ed entrata da poco in produzione. Un aneddoto curioso sta alla base del progetto: la paternità dell’Adiva è infatti dell’inventore romano Nicola Pozio, che era stato ospite in una popolare trasmissione televisiva per presentare il suo progetto. Andrea Merloni aveva ritenuto interessante la cosa e aveva contattato l’ideatore per prenderne visione.




Adesso l’Adiva è una realtà, disponibile nei tre colori metallizzati grigio, bordò e blu; per ora nel nostro mercato è disponibile solo nella cilindrata 150, al prezzo di circa 9,5 milioni.





L’impatto è forte, perché in effetti non si può che definire atipico l’aspetto dell’Adiva, anche se, a ben guardare, non stravolge i canoni del segmento. Certo, l’insieme è caratterizzato da un parabrezza di tipo automobilistico e da un voluminoso baule posteriore, ma in fondo si può notare qualche reminiscenza nel frontale con il Peugeot Elyseo e nella parte posteriore con il Piaggio Hexagon.






Insomma, un’idea del genere, che rischiava di materializzarsi nell’ennesimo veicolo proponibile solo a una catena di pizzerie con consegna a domicilio, è stata invece concretizzata in uno scooter forse non bellissimo, ma comunque piacevole e, soprattutto, credibile, anche alla luce delle caratteristiche dinamiche e di praticità.

La dotazione è di buon livello, con materiali di buona qualità e verniciatura curata, anche se il livello di finitura di qualche particolare poteva essere migliore. Molto completa e leggibile la strumentazione mista analogico/digitale, dotata di indicatore della temperatura ambiente (utile in inverno per prevedere la formazione di ghiaccio), di orologio e di spia per la pressione dell’olio, oltre al tachimetro, al contachilometri con parzializzatore, all’indicatore del carburante e a una serie di spie ben visibili anche di giorno.




Particolari i blocchetti elettrici al manubrio, attraverso cui è possibile comandare il tergi-lavacristallo e le funzioni del display digitale; manca però il classico pulsante per il lampeggio notturno con la luce abbagliante.





La dotazione di serie comprende alcune particolarità come la predisposizione per il montaggio di un’autoradio e dei rispettivi altoparlanti, la presa simil-accendisigari per ricaricare le batterie del cellulare e il capiente baule posteriore in cui è possibile ripiegare il tetto quando le condizioni meteo sono clementi.

Mettere in opera e riporre il tetto sono due operazioni estremamente semplici e alla portata di chiunque. Quando però il tetto è ripiegato, in caso di parcheggio non è più possibile mettere il casco nel baule, anche se lo spazio residuo consente di stivare uno zainetto, o la borsa della spesa.


Per accedere all’interno del baule si ruota la chiave nel blocchetto di accensione, ma bisogna ricordarsi di trattenere lo sportello con una mano durante lo sblocco della serratura, perché il movimento di apertura non è frenato, ma solo dotato di un finecorsa costituito da due cavetti di gomma sintetica. La tenuta all’acqua delle guarnizioni è buona ma non perfetta, perché qualche goccia riesce a penetrare all’interno.






Guidando con il tetto chiuso la protezione dagli agenti atmosferici è apprezzabile: grazie anche ai deflettori montati a lato dei montanti del parabrezza le uniche zone che ricevono qualche goccia d’acqua sono le spalle e le caviglie. Dal canto suo, il tergicristallo fa efficacemente il suo dovere.

La posizione di guida è un po’ “seduta” ma confortevole, e anche la presenza di un passeggero non pone problemi; il cavalletto laterale è raggiungibile con facilità e il tappo del serbatoio, in posizione automobilistica, permette di far rifornimento senza scendere dal veicolo.




La struttura di base dell'Adiva è quella di un normale scooter. Si tratta di un telaio monotrave centrale in tubo d'acciaio, a geometria aperta superiormente per offrire abitabilità alle gambe del guidatore. La sospensione anteriore è costituita da una forcella Ceriani tradizionale, mentre posteriormente il forcellone a due bracci è controllato da una coppia di ammortizzatori e integra il carter di trasmissione del motore.

Quest'ultimo è fornito dalla Piaggio. Si tratta di un motore a quattro tempi della serie LEADER, che è caratterizzato dalla rispondenza ai limiti imposti in tema di emissioni dalla normativa Euro1 ed è facilmente adeguabile anche alla futura e più restrittiva Euro2. La versione 150 è riservata (almeno per ora) al mercato italiano, dove permette l'ingresso in autostrade e tangenziali; la versione di 125 cc sarà disponibile all'inizio solo nei mercati esteri, a partire da Francia e Regno Unito.


Le funzioni del telaio sono integrate da una struttura supplementare in lega d'alluminio, che funge da cornice del parabrezza e da supporto per i deflettori laterali, nonché da incontro per i ganci di fissaggio del tetto in nylon. Il parabrezza è in materiale plastico, ricoperto da una sostanza antigraffio di derivazione aeronautica (esclusiva Benelli) che permette l'impiego del tergicristallo a doppio braccio senza problemi di usura della superficie.


I cerchi in lega leggera hanno diametri differenti (13" davanti, 12" dietro) e sono abbinati entrambi a un freno a disco, affiancati da pinze a due pistoncini.




Guidare l’Adiva ha eliminato alcune perplessità che erano sorte, e che riguardavano soprattutto il timore di un eccessivo spostamento del baricentro dovuto alla presenza del tetto. In realtà, in virtù del fatto che non c’è un roll-bar, questo non è un problema, perché basta superare velocità modeste (nell’ordine dei 30-40 km/h) per ritrovare una stabilità del tutto adeguata. Alle velocità più basse si avverte, in effetti, un baricentro un po’ alto, ma non si tratta di nulla che non possa essere controllato da chiunque abbia dimestichezza almeno con la bicicletta.

Il problema che emerge maggiormente alla guida dell’Adiva è costituito dalla sensibilità alle scie dei veicoli che precedono. Se la cosa è quasi trascurabile in città, nei trasferimenti in statale o tangenziale i veicoli industriali provocano turbolenze che tolgono un po’ di precisione alla guida, per cui, specie mentre piove, bisogna prestare un’attenzione maggiore.




Onesto il comportamento della meccanica. Nonostante la sezione frontale, le prestazioni fornite dal monocilindrico Piaggio sono analoghe a quelle di uno scooter tradizionale, con una velocità di punta letta al tachimetro dalle parti di 110 km/h. Un po’ penalizzata dal peso è l’accelerazione, che comunque consente di destreggiarsi con disinvoltura nel traffico cittadino. Il consumo di carburante è un po’ più elevato del solito, ma si assesta su valori del tutto accettabili, intorno ai 18-20 km/litro.




Anche i freni sono del tutto adeguati al tipo di utilizzo, e offrono una eccellente modulabilità, anche se al prezzo di uno sforzo più elevato della media quando si richieda la massima decelerazione.

Motore: a 4 tempi, monocilindrico orizzontale, raffreddamento ad aria forzata, alesaggio e corsa 57 (62,6) x 48,6 mm, cilindrata 124 (150) cc, rapporto di compressione n.d.; distribuzione monoalbero a 2 valvole per cilindro, comando a catena; lubrificazione a carter umido. Alimentazione: carburatore; capacita' serbatoio 9,8 litri. Accensione elettronica ad anticpo variabile. Avvimento elettrico e a pedale.

Trasmissione: primaria a cinghia trapezoidale con variatore automatico; frizione automatica centrifuga a secco; finale a ingranaggi.

Ciclistica: telaio monotrave inferiore in tubi d'acciaio, inclinazione asse sterzo n.d., telaio del parabrezza in estrusi in lega leggera. Sospensione anteriore: forcella telescopica, steli da 33 mm, escursione 95 mm; sospensione posteriore: motore fulcrato e braccio ausiliario in lega legera con doppio ammortizzatore, escursione 95 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-13", posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 130/70-12". Freni: anteriore a disco di Ø 220 mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti; posteriore a disco di Ø 220 mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti.

Dimensioni e peso: interasse 1350 mm, lunghezza 1950 mm, altezza sella 650 mm. Peso a secco 135 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza n.d., coppia n.d., velocità n.d.

Omologazione Euro-1: si'

Benelli Adiva 150
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