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Tempesta a Losail, ma non di sabbia...

di Luigi Rivola, foto Alex Photo il 10/03/2009 in Sbk

Suzuki favorita dalle statistiche, ma troppi sono pronti a farsene beffe, a cominciare da Biaggi e dall'Aprilia. Per Spies un'altra pista sconosciuta: l'ideale per lui...

Tempesta a Losail, ma non di sabbia...
A Losail sabbia e asfalto si confondono
A giudicare dagli interventi, numerosi e motivati, dei lettori in coda agli articoli che abbiamo pubblicato sul GP d'Australia, manifestazione inaugurale del mondiale Superbike 2009, il campionato è partito col piede giusto e assecondando in pieno le aspettative dei suoi fans.
La conferma più attesa è venuta e con gli interessi: i candidati alla vittoria sono tanti e dispongono di macchine strepitose, tanto che lo strepito, a questo proposito, non è mancato, anzi.
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Ma non vogliamo ritornare sulla polemica di Phillip Island per non farci accusare dai lettori di essere "I soliti giornalisti in carenza di argomenti". Per ora chiudiamo quel paragrafo, cullandoci nell'illusione di non doverlo riaprire presto e parliamo solo di ciò che le gare australiane ci hanno mostrato e di ciò che presumibilmente vedremo in Qatar.
Il sunto del primo GP della stagione a nostro parere ha posto in luce quattro fenomeni: due sono sotto gli occhi di tutti, e sono Haga e Spies, vincitori entrambi di una manche e soprattutto vincitori a sorpresa, considerato che il binomio Haga-Ducati non sembrava ancora a punto, e che l'americano della Yamaha, pur potendo contare sul suo indubbio talento e su una moto formidabile, era al suo primissimo approccio in gara con la Yamaha e col campionato mondiale Superbike, che non è un affare da verginelli...
Anche il terzo fenomeno è apparso nitidamente agli spettatori, locali e televisivi, del GP d'Australia e agli occhi di Batta (consentitemi almeno questa): le debuttanti Aprilia e BMW fanno già paura. Più la prima della seconda, per il momento, ma in ogni caso entrambe sono già lì pronte a battersi per le posizioni più ambite, a testimonianza di un impegno preso molto, molto sul serio in questo campionato. Alla luce di questa nuova realtà, adesso anche i Giapponesi (non Ten Kate o la Yamaha Europa, ma proprio i giapponesi del Giappone) dovranno guardare, volenti o nolenti, al Mondiale SBK non più con occhio distratto e un po' snob, come hanno fatto fino ad ora, ma con attenzione e... preoccupazione.
Il quarto fenomeno, meno appariscente, ma almeno nella mia ottica di appassionato di SBK degno della massima attenzione, è stata la constatazione della competitività di alcuni team di secondo piano, che con piloti determinati e moto molto ben preparate, seppur private, sono stati in grado di competere con i team ufficiali, mettendosene alle spalle molti. Il riferimento in primo luogo è a Smrz, grande protagonista delle prove in Australia con la sua Ducati 1098 curata dal Team Guandalini, poi a Laconi, splendido in gara con la Ducati del Team DFX, rinato a nuova vita col ritorno alla Desmo, infine al Team Stiggy, che pur non potendosi definire privatissimo, avendo il concreto appoggio della Honda Europa, ha dato ad Haslam – che ci ha messo comunque del suo – una Fireblade coi fiocchi, curata nel motore dalla modenese Oral Engineering, anch'essa al suo debutto in SBK.
È doveroso, alla luce delle eccellenti performance di Smrz e Laconi – ma anche di Byrne con la 1098 del Team Sterilgarda nei test invernali – porre in risalto come la Ducati anche in questa stagione abbia fornito ai team clienti ottime moto subito competitive, a riprova di una costante affinità fra le Desmo ufficiali e quelle private, che non ha mai trovato riscontro nelle quattro cilindri giapponesi al di fuori delle squadre privilegiate.
Tempesta a Losail, ma non di sabbia...
Il duello Neukirchner-Haga a Phillip Island. Riprenderà in Qatar?
A Losail la Suzuki si presenta come favorita. Ha infatti firmato cinque vittorie di manche su otto disputate dal 2005, quando il mondiale SBK scese per la prima volta sulla pista del Qatar. Non solo: queste cinque vittorie, hanno avuto quattro autori diversi: due volte Corser, una Kagayama, una Biaggi e una Nieto, a ribadire il fatto che, indipendentemente dal manico, la quattro cilindri del Team Alstare su questo circuito si trova sempre a suo agio.
Che la Suzuki sia in gran forma anche quest'anno lo abbiamo già visto nel GP d'apertura a Phillip Island e ci aspettiamo quindi che in una situazione di pronostico e di statistica così favorevole Max Neukirchner faccia letteralmente faville, magari spalleggiato da un Kagayama che qui evidentemente è in grado di dare il meglio di sé.
Le quattro cilindri giapponesi si sono sempre dimostrate leggermente superiori alla Ducati a Losail, e solo l'inimitabile talento di Bayliss è riuscito far prevalere la Desmo, e una sola volta, nell'anno di grazia 2008. Ci è riuscita invece due volte la Honda con Toseland, mentre la Yamaha ha colto quattro terzi posti: due con Corser, uno con Haga e uno con Pitt.
C'è da dire comunque, parlando della Ducati, che il 2008 ha mostrato come la 1098 su questa pista si sia rivelata molto più competitiva delle precedenti versioni, tanto è vero che l'anno scorso, in gara-1 vinse Bayliss davanti a Biaggi e in gara-2 alle spalle di Nieto con la Suzuki si classificarono ben 5 Ducati 1098, nell'ordine: Xaus, Biaggi, Bayliss, Fabrizio e Lanzi.
Sappiamo per certo che a Losail Biaggi va sempre molto forte e quest'anno è in sella a una potentissima quattro cilindri molto ambiziosa. Sarebbe troppo azzardato avanzare l'ipotesi di una sorpresa da parte del binomio Max-Aprilia? O forse è ancora troppo presto? Io penso di no: il romano è carico e la sua V4 non ha paura di quella masnada di 4 in linea, lo abbiamo già visto. Lasciate fare a loro...
E la BMW? Corser è un altro che su questo asfalto circondato di sabbia fila come un missile e la sua tedesca cresce a vista d'occhio. Sapete che vi dico? Se ho azzardato l'ipotesi Biaggi-Aprilia in vetta, un posto sul podio riesco ad immaginarlo anche per Corser-BMW. Mi voglio rovinare!
Il problema per tutti è che in pista c'è anche Ben Spies sulla sua magica R1 '09. Abbiamo già constatato che per l'americano il fatto di non conoscere il tracciato è del tutto secondario: lui apre in quel suo modo un po' scomposto, un po' alla Pasolini, e per gli altri sono guai grossi. Si preparino ad affrontarli anche a Losail come già a Phillip Island, e questo vale per tutti, anche per Biaggi, Neukirchner, Haslam, Checa, Rea, Haga e Fabrizio, quelli che fino a ieri pensavano che quello del vincitore fosse un ruolo riservato a loro.

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