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E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Marco Boni il 09/07/2021 in Altri sport
E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino
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Per scoprire i segreti e conoscere questo mondo siamo andati a Piancavallo dove si è svolta la quarta tappa. Non siamo stati solo a guardare, ma ci siamo messi alla prova, provando sul campo il nuovo motore Polini EP3+ MX montato sulla Fulgur Mula

Un’e-bike da enduro professionale rappresenta per certi versi un punto di incontro tra l'enduro in bicicletta e quello in moto, poiché la spinta del motore elettrico rende più veloci le salite e i passaggi in pianura, ma il mezzo rimane comunque la bicicletta e la preparazione atletica conta. Anche per questo aspetto la disciplina sta attirando tanti motociclisti, ex-enduristi ma anche tanti piloti, come Marco Melandri, pronti a mettersi alla prova. Curiosi di saperne di più per vedere questo mondo da vicino siamo andati a Piancavallo in provincia di Pordenone, dove si è svolta la quarta tappa del Campionato E-Bike Enduro. Non siamo stati solo a guardare, ma abbiamo corso e con l'occasione abbiamo provato in gara il nuovo motore Polini montato sulle e-bike Fulgur, in questo caso il modello Mula. Il motore EP3+ MX è un propulsore all'avanguardia, che ha una coppia di 90Nm, il massimo per un motore elettrico per biciclette a pedalata assistita. E prima di raccontarvi del campionato vi spieghiamo nei dettagli come funziona e come si è comportato.

E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Mula nasce per discese adrenaliniche grazie alle sue geometrie e ai componenti scelti ad hoc. Il motore Polini EP+ MX aiuta durante le salite e permette di mantenere alte velocità in pianura grazie all'elevata coppia a disposizione.

In gara con la Fulgur Mula con motore Polini EP3+ MX

Partecipare alla prova del campionato è stata anche l'occasione per mettere alla prova la Fulgur Mula spinta dal nuovo motore Polini EP3+ MX
Telaio Full Carbon
e batteria integrata, la Fulgur Mula è un'e-bike progettata per affrontare salite sterrate e soprattutto discese ad alte velocità. Infatti, per regolare a pieno l'andatura in discesa sono montate sospensioni Olhins da 160mm anteriori e posteriori e freni Formula Cura da 2 o 4 pistoni. A spingere la Mula è il nuovo motore Polini EP3+ MX, un propulsore da 90 Nm di coppia e 250 W di potenza. Per questo tipo di gare l'asssistenza del motore è usufruibile anche sopra i 25km/h e il sistema di Polini permette di utilizzare 5 mappature da 5 livelli l'una per l'assisstenza. Le prime tre sono Touring, Dynamic e Race, già configurate, mentre le altre due sono personalizzabili tramite app, a seconda delle proprie esigenze o utilizzi. La batteria montata sotto il tubo obliquo è da 504Wh estensibili internamente o esternamente tramite sistemi Fulgur.

Provandola nel pieno del suo habitat, la Fulgur Mula, grazie alle sue geometrie, risulta essere a proprio agio su percorsi non battuti e i passaggi sulle rocce vengono aiutati dalle ruote che sono da 29" all'anteriore per maggior agilità e 27,5" al posteriore in modo da avere più aderenza durante la pedalata. In discesa i freni e gli ammortizzatori lavorano bene permettendo di mantenere velocità costanti o adeguate al tipo di passaggio e di oltrepassare ostacoli complicati senza quasi sentirli ammorbidendo i colpi. 

In salita o in pianura, soprattutto nelle speciali in cui bisogna andare veloci, si sente molto il nuovo motore Polini. La coppia elevata permette ripartenze veloci da fermi e di raggiungere alte velocità rapidamente anche in salita. I livelli di assistenza sono adeguati a ogni situazione e la modalità Race è davvero efficiente. Una salita con dislivello di 50 metri la si percorre facilmente e ad alta velocità. È un po' più rumoroso dei soliti motori per urban e-bike, questo è dovuto alla richiesta di tanta coppia, ma nulla di fastidioso e l'andatura risulta piacevole ed equilibrata.
In percorsi sterrati con pochi tratti piani non può mancare un cambio adeguato, 11 rapporti calcolati per percorrere qualsiasi pendenza e venire in aiuto al motore e al pilota, soprattutto nel caso in cui si scarichi la batteria. Parlare di autonomia però è difficile, si potrebbe calcolare in pianura ma su di una e-bike di questo tipo non avrebbe molto senso, perciò dipende dal percorso. In modalità Race non si parla di più di 40km in salita, senza considerare le discese.

E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Abbigliamento utilizzato

Casco: Kask Defender

Occhiali: Koo Edge

Completo: Polini


Il giorno prima della gara si effettua un sopralluogo delle prove per conoscere curve e percorsi più veloci e non solo, capire il terreno e il percorso serve a preparare la bici prima della partenza

Enduro e-bike visto da vicino, il giorno prima, il sopralluogo

In questo articolo vi portiamo con noi alla scoperta del Campionato E-Bike Enduro. Seguiteci passo, passo.

Il consiglio, come in tutte le gare di enduro, è quello di arrivare un giorno prima per due motivi. Innanzitutto, la possibilità di fare un sopralluogo a piedi lungo le prove speciali. In questo caso a Piancavallo sono due prove: la prima è una gravity da 3 km, una speciale per lo più in discesa in cui l'altimetria varia di 300 metri, questa passa principalmente all'interno di un bosco con fondo instabile e rocce che ostacolano continuamente le traiettorie più rapide. Mentre la seconda è una marathon lunga 3,5 km, prova in cui l'altitudine varia meno di un centinaio di metri ma comprende anche salite impegnative, qui si parte appena fuori un boschetto e lo si attraversa per arrivare ai piedi di una pista da sci e affrontarla in salita e scendere di nuovo. Lo scopo del sopralluogo è quello di farsi un'idea del tracciato segnando a mente i percorsi più rapidi, che difficilmente risultano quelli più intuitivi o battuti, ed eventuali curve successive, per poter passare più rapidamente.
Altro fattore importante è la gestione della bici.  Regolare i parametri principali a seconda del terreno e delle prove da affrontare è fondamentale per guadagnare secondi e vincere. Vedere il percorso permette anche di “organizzare” il consumo di batteria, questa gara la si può affrontare tranquillamente con il motore spinto al massimo e arrivare al paddock con un minimo di autonomia residua ma non sempre è così facile.

E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Nonostante l'aiuto da parte del motore, la fatica si sente e guardare chi è rimasto senza batteria affrontare le salite fa capire bene la differenza tra e-bike e bicicletta muscolare

 E-Bike Enduro: i segreti della gara

È il giorno della gara. Ore 7 del mattino sveglia, colazione veloce e si torna al paddock per gli ultimi preparativi. La notte ha piovuto e il cielo è rimasto nuvoloso, non una buona notizia per le gomme che passeranno nel sottobosco. Si sistema la pressione dei pneumatici, si controlla la carica delle batterie e si pesa la e-bike per verificare che rientri nei 25kg massimi consentiti.
I primi piloti partono alle 9.30 verso il primo trasferimento da Piancavallo (1270m). Il trasferimento non si controlla durante il sopralluogo poiché non è necessario andare veloci e il primo risulta tutto in salita per raggiungere i 1470 metri di altitudine, dove inizia la prima speciale. Già si nota il prato bagnato e la terra che ieri era sdrucciolevole ora si è compattata a dare più attrito alle gomme tassellate. Arrivato in cima, conto alla rovescia e si scende. Aver visto la prova il giorno prima aiuta ma ricordarsi tutti i passaggi più veloci è complicato e la voglia di passare sui sentieri già battuti porta automaticamente la bici in strade non preferibili. In discesa il motore serve a poco, ma sul piano si nota la differenza di velocità che distingue le e-bike dalle enduro muscolari e in gara il motore non si ferma a 25km/h come su strada!
Nel bosco il sentiero è diventato morbido, il pavimento bagnato fa slittare la bici che scivola sulle rocce nascoste dalle foglie e persino la velocità ne risente poiché le gomme affondano nel fango. La difficoltà maggiore, essendo abituato alla moto, è trovare il punto in cui pedalare per evitare di sbattere i pedali sulle rocce, in moto appunto basta far riferimento all'altezza delle pedane e dare gas. La fatica, nonostante la spinta del motore si sente.

Arrivati in fondo alla prova si riparte con il secondo trasferimento che continua nel bosco, la altitudine qui è di 1170 metri circa. In questo caso il motore dà un aiuto non da poco, solo nel caso in cui ci si ferma è difficile dosare la potenza per ripartire e non far scivolare le gomme. A 1360 metri si trova la partenza della seconda prova speciale. Ennesimo conto alla rovescia e si riparte! Questa risulta più veloce nel primo tratto e i passaggi tecnici richiedo meno accortezza nella maggior parte, il passaggio nel bosco infatti è più rapido. Una volta fuori c'è da fare i conti con la salita: 50 metri di dislivello che si affrontano abbastanza facilmente con il motore alla massima potenza, e vedere alcuni piloti rimanere senza batteria fa capire la difficoltà di portare la bici su con la sola forza delle gambe. Terminata questa sfida si scende, si affronta un "muro" e si pedala verso il traguardo. La particolarità della gara è dover fare questo giro 3 volte con brevi pause tra uno e l'altro. 

E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

In una gara con più giri è facile notare le difficoltà a partire dal secondo. Organizzare il consumo di batteria e la propria forza, può essere decisivo per vincere

E-Bike Enduro: niente cambio gomme, si cambiano le batterie

Si cambia la batteria e si riparte. Da notare la differenza di consumi fra un pilota principiante e uno professionista, il primo termina con circa il 25% di autonomia residua mentre l'altro arriva al paddock con un buon 45%. Per questo motivo conviene organizzare l'utilizzo di assistenza durante i trasferimenti, in modo da non rimanere mai senza motore.
Il secondo e il terzo giro sono più complicati a causa del continuo passaggio delle e-bike nelle prove speciali che affondano il terreno e creano buche sul pavimento non battuto. Non è una novità in questo tipo di gare, soprattutto se il terreno non è frequentato solitamente. Inoltre, alla fine del secondo giro una breve pioggia ha contribuito a rovinare il sottobosco. Da qui si iniziano a vedere i primi piloti rimanere senza batteria a causa di calcoli errati o errori nel cambio tra un giro e l'altro ed è questo che differenzia le bici muscolari dalle e-bike. Nel pomeriggio il tempo ha retto e il percorso è rimasto uniforme senza particolari ulteriori difficoltà.

E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

L'enduro e-bike è ben diverso da quello a biciclette muscolari e se da una parte c'è un aiuto in salita, il peso influisce sul resto del percorso. Anche le prove risultano più veloci.

Una gara per professionisti e non

L'enduro in e-bike si conferma essere una disciplina a sè, ricorda molto quello in bicicletta ma le differenze ci sono e non solo per quanto riguarda il motore ma anche il peso. Passare sui sentieri non battuti con un peso maggiore non è semplice poichè la bici si deve tenere con i muscoli e nella gara a Piancavallo si è visto, soprattutto nella prima prova. I tempi dei professionisti nelle prove si aggirano tra gli 8,30 nella prima prova e 5,45 nella seconda ma a chi si scaricava la batteria il tempo si allungava parecchio, per questo motivo non basta ricaricarla tra un giro e l'altro ma può essere necessario averne più di scorta. Insomma, parlare di enduro e-bike e bicicletta muscolare è ben diverso anche se esiste un'idea delle biciclette motorizzate per la quale vengono considerate più semplici da guidare ma a vedere i risultati della gara non è così. 
L'aspetto interessante è che anche un principiante può correre e affrontare passaggi, tramite l'aiuto del motore, che sicuramente su di una bici muscolare non potrebbe affrontare senza un minimo di allenamento e soprattutto in salita ha la possibilità di rimanere in sella alla e-bike senza difficoltà nella maggior parte dei casi.

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