di Piero Batini
, foto Soldano - DPPI




Tidjikja (Mauritania), 14 gennaio 2001 - Da Tidjikja a Tidjikja: 530 chilometri di cui 513 di speciale. Una tappa molto difficile, quella di oggi, nella quale i concorrenti più accreditati alla vittoria finale, Meoni e Arcarons, rispettivamente quinto e sesto, hanno preferito non prendere rischi. Con il tempo di 6h 53' 31" ha vinto quindi Kari Tianen davanti al solito plotone di KTM interrotto solo dalla BMW di Deacon, giunta nona.

Ciò che rendeva molto insidiosa questa 13.ma tappa della Parigi-Dakar era il fondo prevalentemente sabbioso. Ai controlli di passaggio previsti sono stati aggiunti alcuni punti GPS per la navigazione fuoripista, e ci sono due passi terribili da superare. Uno è quello da cui abbiamo trasmesso l'articolo che state leggendo - a circa 250 km dalla partenza - l'altro è lo "storico" Passo di Nega, che in altri capitoli della storia della Dakar ha rappresentato un ostacolo difficilissimo, per molti insuperabile. Poi la pista si snoda ai piedi di una gigantesca falesia, e nella "prateria" regna l'erba per cammelli.

Traffico dunque alla partenza, con i piloti che incrociavano quelli che ancora non hanno terminato la speciale di ieri.. Molti di essi non sono riusciti a ripartire, altri si sono arresi. Altri ancora, convinti di potercela fare comunque, sono stati fermati dai medici che controllano ogni pilota giunto durante la notte.

La tattica della tappa non è stata diversa da quella di ieri. Più o meno tutti i componenti dello squadrone KTM si sono alternati alla testa del gruppo, cedendo all'inizio il passo a Fabrizio Meoni, che è il più sicuro in queste distese senza riferimenti nella quale procedere è strettamente legato alla capacità di navigare.

Giovanni Sala, attardato alla partenza per essere rimasto senza benzina nella tappa di ieri, dal 44° posto è risalito velocemente, e a poco più di metà strada ha raggiunto il plotone arrivando ottavo al traguardo.

Il commento alla tappa