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Parigi-Dakar: seconda tappa

il 01/01/2001 in Altri sport

Richard Sainct, vincitore delle ultime due edizioni,
si impone nella speciale e balza al comando della classifica. Alle sue spalle Roma, Tiainen, Sala e Campbell. Meoni insegue a 1’45”

Parigi-Dakar: seconda tappa
Richard Sainct


di Piero Batini
, foto Soldano - DPPI




Castellon de la Plana - Sainct, Roma, Tiainen, Sala, Campbell. KTM, BMW, ancora due "Kappa" e Honda. Ecco la classifica della prova speciale di Chateau Lastours, ultimo baluardo della Dakar francese prima del passaggio in Spagna. Fine tappa a Castellon de la Plana, e freddo "stemperato" dalla brezza che viene dal mare.


Dicevamo di Sainct . Il francese rompe gli indugi nella speciale tracciata nella tenuta agricola dove si produce un ottimo vino, sullo stesso percorso, tornante più curva meno, su cui negli anni scorsi sono venuti a testare i propri mezzi le principali squadre francesi impegnate alla Dakar. Dalla speciale alla generale il passo è brevissimo, quasi coincidente. I 30 km della speciale disputata a 20 km da Narbonne sono tecnici, ma sufficientemente veloci per capire le reali possibilità di piloti e moto favoriti per la vittoria finale. Ne esce la conferma che la bicilindrica BMW è, contrariamente alle previsioni della vigilia, decisamente agile, almeno nelle mani di Joan Roma e lo squadrone KTM dovrà fare fare i conti con questa “terribile” coppia.






Passando a parlare dei piloti italiani, Fabrizio Meoni continua a stare alla finestra e il suo distacco dal battistrada Sainct è ora di poco inferiore ai due minuti; ma la forma del toscano è smagliante, nonostante un mal di denti che lo ha tormentato la notte. Non è un inconveniente che possa comunque fermare il "Cinghiale", che si sta preparando con calma all’attacco. La sorpresa (ma fino ad un certo punto) viene dall'americano Campbell, che tiene il passo dei "big" con la sua Honda, iscritta nella categoria marathon. A Castellon i concorrenti arrivano al termine del trasferimento di 514km, con la città già in festa.

I risultati della prima tappa >>

La classifica generale >>


di Piero Batini
Le due tappe sin qui disputate non hanno detto molto, e non ci si poteva aspettare altro. L'attraversamento dell'Europa è la vera "mise en jambes", il riscaldamento, della corsa. I beneficiari di questa fase sono solo gli spettatori, che non hanno la possibilità di vedere la corsa in Africa e almeno si fanno un'idea precisa dei volti e soprattutto delle moto che corrono questa maratona affascinante.

Le prove speciali sono cortissime, tracciate per il pubblico, i trasferimenti lunghi ed estenuanti. L'altra difficoltà, terrorizzante per i debuttanti, è la complessità della logistica: strade statali, e le regole del traffico, palchi di partenza e di arrivo, alberghi, i parchi assistenza, tutti luoghi indicati sul road book, ma irrintracciabili, a volte, nel labirinto del traffico urbano paralizzato dalla presenza della folla di spettatori.

E' stress puro, ma anche fascino, fatto di luci che attraversano la pioggia, di vapore di condensa dei chioschi di hamburgers e hot dogs, del rumore dei generatori accesi in mezzo ai parchi della città. Ieri e oggi i piloti sono un po' allo sbando, e si affidano al concorrente che li precede o all'uso isterico del telefonino per rintracciare un assistente, il ristorante o anche soltanto la moglie o la fidanzata, persa a sua volta in coda nella città vicina.

I pochi km delle prove speciali sono una vera e propria liberazione. Lì dentro il pilota dimentica le ansie del fuori gara, e si concentra sul suo "lavoro". Ascolta il motore, sensibilizza il fondoschiena per sentire le sospensioni, lascia un attimo le mani dal manubrio per verificare la direzionalità. L'Africa è ancora lontana, ma tutto funziona alla perfezione. Per ora è quello che conta.


di Piero Batini, Foto Soldano-DPPI





Alto e longilineo, simpaticissimo, timido e cordiale. Johnny Campbell, nato a Laguna Beach l'11 febbraio 1971, è il fenomeno americano alla Dakar di quest'anno. Negli USA ha vinto tutto quello che uno specialista del deserto può vincere. Le Bajas 500, 1000, 2000 del deserto californiano, la 24 ore di endurance; è il detentore del record di distanza coperta nel deserto nelle 24 ore (1362 miglia).

Ha iniziato in moto a nove anni, e corso la sua prima gara a 13. Al Rally vero e proprio è arrivato in Nevada, e nel 1995 ha sbaragliato la concorrenza europea vincendo l'edizione della straordinaria corsa a tappe inventata da Casey Folks e Franco Acerbis. Proprio quest'ultimo in quell'occasione, consegnandogli commosso la coppa, gli disse: "Bravissimo, un giorno ti porterò a correre la gara più dura del mondo".


Quest'anno Johnny si è fatto avanti ricordando la promessa e Acerbis, sulla parola data a suo tempo è scattato. Coinvolgendo il Moto Club Bergamo, Dall'Ara ed altri amici, ha messo in piedi la partecipazione dell'americano alla Dakar. Per l'assistenza si è rivolto a quel genio esperto di Giacomo Vismara, alla guida dell'Unimog insieme a Cambiaghi. Meccanico d'eccezione Walter Fortichiari, che di Dakar ne ha fatte una più del diavolo insieme ai mostri sacri del rallismo italiano.

La moto scelta per la sfida è una Honda XR 650, mantenuta strettamente di serie. Alle verifiche gli hanno tolto anche l'ammortizzatore di sterzo. La sua missione è quella arrivare a Dakar e farsi le ossa. Per ora è stupito dalla complessità della corsa, ed ogni sera ringrazia Franco, che si è trasformato in meccanico anche lui e, col naso rosso di freddo, salta su e giù dal furgone per assistere il suo pupillo a questa gara.


di Piero Batini
Nei giorni precedenti la partenza della gara si è discusso parecchio della notizia secondo la quale ci sarebbero problemi nell’attraversamento dell'ex Sahara spagnolo, terra di nessuno a sud del Marocco. Hubert Auriol, portavoce della ASO oltre che direttore della TSO e, quindi, della Dakar, ha ridimensionato la notizia. Vedremo tra pochi giorni se la preoccupazione era giustificata.

Di oggi, invece, la notizia, non, secondo la quale la Federazione Motociclistica Spagnola avrebbe chiesto alla TSO un "contributo" di sette milioni di pesetas, (al cambio poco più di ottanta milioni di lire), per il passaggio della corsa attraverso il territorio spagnolo. In caso di disaccordo , c’è il concreto rischio che la prova speciale di domani mattina, prevista sulla spiaggia di Castellon, venga annullata. In ogni caso, questa la posizione della TSO, ci sarebbe ugualmente il passaggio di tutti i concorrenti sul percorso, per rispetto degli appassionati spagnoli che stanno rendendo veramente una festa il passaggio della carovana attraverso
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