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MotoGP, Motegi: Marquez campione, ma Lorenzo vince

di Matt Cape il 12/10/2014 in Motogp

Marc conquista il titolo in casa della Honda, stretto nella morsa delle Yamaha. Rossi sul podio, beffa Pedrosa e "pareggia" nella sfida per il secondo posto in classifica

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Nome: Marc Marquez. Carta d'identità: spagnolo, 21 anni, 168 cm di altezza per 59 kg di peso. Curriculum: quattro titoli mondiali, di cui due consecutivi in MotoGP. In pista nel Motomondiale dal 2008, vince nel 2010 in 125 e nel 2012 in Moto2. Il 2013 è l'anno della consacrazione nella top class, il 2014 quello della riconferma. Chiamarlo fenomeno, dunque, è forse riduttivo. Più facile preparargli già un posto nell'albo d'oro delle leggende, accanto a nomi illustri.
La notizia vera è che Marquez, in Giappone, non vince. Come invece ci si sarebbe aspettati, anche vedendo il potenziale mostrato nel warm up. Il "ragazzo normale", come lui stesso si definisce, sente la pressione di dover conquistare il titolo in casa dalla Honda, e ammette: "Non m'importava di Lorenzo, ho fatto gara su Rossi e Pedrosa". Ecco spiegata la partenza meno aggressiva del solito, i sorpassi misurati nelle prime fasi, fino a portarsi sotto a Valentino. Dove, nonostante i traversi e le intenzioni, Marc ci mette un po' ad infilare anche il 46, dopo una bagarre breve-ma-intensa. Prendendosi quel secondo posto valido per il bis iridato, amministrato fino alla bandiera a scacchi. Poi lo show con i Samurai, la Katana, la festa con i meccanici e il sorriso liberatorio. Via un peso, diventato eccessivo dopo le cadute delle ultime corse, e dentro la prima per tornare a fare il funambolo già dalla prossima settimana a Phillip Island.

La festa Honda non è però completa, perché Pedrosa resta giù dal podio, bastonato da un Rossi dai due volti. Strepitoso e agguerrito in partenza, calante e amministratore nel finale. Consapevole, Vale, di avere quel decimo di passo di troppo, che invece Marc e Jorge avevano già limato in prova. Situazione che ha suggerito al 46 di non sfidare la sorte per agguantare Marquez negli ultimi giri, preferendo la gestione del gap da Pedrosa, valido per il pareggio (a 230 punti) per il secondo posto nella classifica iridata.

Ma il leader della corsa, colui che di fatto firma lo sgambetto più grande alla Honda, è Lorenzo. Il maiorchino che in qualifica non aveva brillato, è autore di una gara strategica e misurata sulla consapevolezza di averne più di tutti. Jorge scatta bene, si attacca a Rossi e lo passa solo quando ha la certezza di poter allungare sul compagno di box. Mossa vincente che, nonostante il ritmo altissimo su tempi da record, permette al 99 di mettere in pista una mini-fuga, che vale il secondo successo stagionale consecutivo. Così, a -3 punti da Dani e Vale, Jorge ora torna a sognare il secondo posto in campionato. Ciò significa scintille e gomiti larghi per tutti nelle ultime tre tiratissime gare.
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