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Abruzzo: i Monti della Laga

di Fiammetta La Guidara il 21/11/2001 in Abruzzo

Nella terra dell'amatriciana: da L'Aquila 150 km di saliscendi sui massicci abruzzesi lungo le sponde dei laghi Scandarello e Campotosto

Abruzzo: i Monti della Laga
L'Aquila. La fontana delle 99 cannelle, monumento simbolico della città







L'Abruzzo è una fonte inesauribile di meraviglie: naturali e paesaggistiche, storiche e artistiche e, perché negarlo, anche gastronomiche. Il nostro itinerario si snoda attraverso una delle zone più suggestive e montuose della regione: a nord-est di L'Aquila, nei Monti della Laga recentemente sottoposti a tutela con l'istituzione di un Parco Nazionale, che comprende anche il vicino massiccio del Gran Sasso e parte della provincia di Rieti, nonché il centro di Amatrice.
Cittadina, questa, che rientra nel nostro itinerario portandoci a sconfinare nel Lazio, anche per assaggiare una specialità locale famosissima: la pasta all'amatriciana.




Poche, comunque, le soste nei centri abitati: solo natura fino a quota 1.400, e la strada s'inoltra fra percorsi meno noti e deserti, alla ricerca di paesaggi incantevoli e incontaminati. Non incontreremo tornanti stretti, ma strade che si avvolgono intorno alle montagne in un continuo susseguirsi di curve dolci. Il traffico pressoché inesistente permette di abbassare il livello d'attenzione per ammirare le spaziose vallate, talvolta punteggiate di paesini, e le curiose sembianze assunte dalle enormi rocce che a tratti fiancheggiano la strada. Tra le mete del nostro viaggio, due laghi: Scandarello, di piccole dimensioni, selvaggio e raggiungibile attraverso una strada dimenticata, e Campotosto, famoso per essere il bacino artificiale più grande d'Europa, piacevolissimo da circumnavigare, fiancheggiando prima le montagne (siamo a quota 1.400 metri!) e poi attraversando un altopiano brullo, tanto desertico da assomigliare ad un paesaggio islandese.




Le strade sono tutte in ottime condizioni, percorribili con qualsiasi moto non c'è ragione di temere buche improvvise. E' bene ricordare che la zona si presta bene a escursioni autunnali, per scoprire il paesaggio nei suoi bellissimi e insoliti colori.
E' consigliabile portare l'imbottitura più pesante del giubbotto specialmente per la sera.

Anche se l'itinerario è teoricamente percorribile in poco più di tre ore, si consiglia di sostare nelle accoglienti cittadine. Il tramonto è l'ora giusta per approfittare dei ristoranti, molti dei quali offrono la possibilità di dormire in camere caratteristiche, curate, accoglienti e che si affacciano su panorami a perdita d'occhio.

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Il punto di partenza è L’Aquila, raggiungibile in pochi minuti dall’autostrada A24. Situata a 721 metri nella valle dell’Aterno, la città capoluogo della regione gode di un passato illustre ed è circondata da un paesaggio naturale ancora integro. Nei giorni feriali, però, il traffico è caotico e non invita a lunghe permanenze; inoltre, il centro storico è territorio dei soli veicoli autorizzati, moto comprese. Prima di partire, fare il pieno: i rifornimenti non sono frequenti.

Una strada pianeggiante e alberata ci conduce verso San Vittorino: più che il centro sono da vedere la via d’accesso e soprattutto quella del ritorno, suggestiva per i tunnel naturali formati dalle chiome degli alberi che si congiungono. In questi paraggi si trovano i resti dell’anfiteatro dell’antica Amiternum, città romana che risale ad almeno duemila anni fa. A poca distanza c’è Pizzoli, borgo noto per il castello secentesco.





Prima di raggiungere la prossima tappa, Montereale, ci aspettano una ventina di chilometri di spassosissime curve, lungo una strada che su un fianco cinge la montagna e dall’altro si affaccia sulla vasta Valle Alta dell’Aterno (la valle è detta «alta» perché il fondo ha un’altezza media di 800 metri), la vegetazione è fitta di faggeti e boschi di castagni. Montereale si appoggia a cavallo di un crinale su un colle, a quasi mille metri, affacciandosi per tre lati sulla valle.




Ripresa la statale 260, si procede fino ad incontrare il centro di Aringo. Qui si possono percorrere avanti e indietro i nove chilometri che separano da Poggio Cancelli, località che con il nostro itinerario raggiungeremo passando da Amatrice. Da Assergi la strada verso Amatrice è stretta e alberata, e continua a costeggiare la valle dell’Aterno in un allegro saliscendi. Si svolta in direzione di San Benedetto la strada è poco più larga di un sentiero tra la vegetazione boschiva sul lago di Scandarello, dove anche in autunno ci si può sbizzarrire in canoa.






Con un breve tratto della Via Salaria si raggiunge Amatrice, cittadina divenuta famosa a livello internazionale per un prelibato primo piatto: la cosiddetta «amatriciana». Siamo nel Lazio, ma sempre tra i Monti della Laga, in un territorio che, fino al 1927, apparteneva all’Abruzzo. Numerosi i ristoranti di Amatrice, che per molti romani costituisce la meta delle vacanze e non solo della classica gita «fuori porta»: apprendiamo che il paese, con le sue frazioni, conta tremila abitanti, mentre nei mesi estivi la popolazione arriva a 30.000 persone.




Da Amatrice, la strada statale di Campotosto sale dolcemente tra gli abeti per poi affacciarsi su uno sterminato altopiano ricco di terre da pascolo. Siamo in prossimità di Poggio Cancelli, che possiamo attraversare rapidamente. Poco dopo, sulla destra compare una diga che sbarra il rio Fucino: subito dopo davanti ai nostri occhi si spalanca l’azzurro cristallino del lago di Campotosto, bacino artificiale che oggi costituisce una riserva naturale. Costeggiando l’ampio lago si arriva a quota 1.420 metri, al paese di Campotosto, che non offre grandi attrattive architettoniche, ma si caratterizza la presenza dell’imponente massiccio del Gran Sasso. In breve, oltrepassati numerosi alberghi e trattorie, ci imbattiamo nel moderno ponte delle Stecche, che ci consente di attraversare le acque azzurrissime.




Prendendo a sinistra incontriamo Mascioni, piccolo borgo che diede i natali all’eroico Ettore Fieramosca. Visitato rapidamente il paese, da cui si gode uno splendido panorama sulla vallata e sul lago, si riprende a costeggiare Campotosto: nove chilometri di percorso sinuoso, pianeggiante, spettacolare per la desolazione delle rive e per la quasi totale assenza di opere dell’uomo. Ripresa la statale 80 in direzione L’Aquila, lasciamo alle nostre spalle il lago e ci inoltriamo tra i massicci rocciosi, tra le cave e gli abeti verdissimi e attraversiamo il Passo delle Capannelle e in breve raggiungiamo Arischia, preziosa per l’antico centro storico.

Tornando verso L’Aquila, e prendendo al primo bivio la strada per Preturo, si incontrano i ruderi del teatro di Amiternum. Una strada pianeggiante ci conduce a Preturo. Percorrendo una piana erbosa, raggiungiamo il piccolo centro di Coppito, ultima tappa del nostro itinerario. Siamo alle porte di L’Aquila, e prima di entrare in città si incontra il bivio per l’autostrada.


Località agrave;
Istruzioni
Dist. (km)
Tempo
L'Aquila Dalla piazza della stazione si parte in direzione di Teramo seguendo la statale 80. 0,0 0.0
  Al km. 6,3 si prende il bivio per San Vittorino e si sale per 1,5 km 7,8 10
San Vittorino Si attraversa il paese e, ridiscendendo dall'altro versante, si riprende la statale in direzione Teramo. Dopo 500 metri si devia per Amatrice, prendendo la statale 260. Uscire per Pizzoli. Si sale per 2 km prima di trovare il paese. Si riprende la statale 260 per Amatrice, fino a Montereale. 8,2 15'
Pizzoli Si riprende la statale 260 per Amatrice, fino a Montereale. 18,2 20'
Montereale Continuare sulla statale fino a raggiungere Aringo. 6,3 10'
Aringo Procedere in direzione Amatrice, dopo 11 km prendere a sinistra la deviazione per San Benedetto: si percorrono quasi 7 km in mezzo alla vegetazione e intorno al lago di Scandarello. Al primo bivio prendere per San Giusta e San Giorgio. Dopo 4,7 km si ritrova la statale 260. Prendere per Amatrice. 26 40'
Amatrice Attraversare il paese e proseguire in direzione di Poggio Cancelli. 12 15'
Poggio Cancelli Continuare sulla statale verso Campotosto, costeggiando il lago. 6 8'
Campotosto Dopo 10,6 km si trova sulla destra il bivio per Mascioni, attraversando il ponte sul lago. 15,6 20'
Mascioni Attraversato il paese, ridiscendere sull'altro versante, svoltare prima a sinistra e poi a destra. Un grande cartello vi ricorda che vi trovate nella riserva statale del lago di Campotosto. Seguire il lungolago per 9 km. e poi svoltare a destra per L'Aquila fino a riprendere la statale 80, da percorrere fino ad Arischia 28,2 30'
Arischia Proseguire per L'Aquila, ma dopo 4,3 km al secondo bivio prendere a destra in direzione di Rieti, sulla statale 80 dir. Poco prima di Preturo si trovano i ruderi del teatro romano dell'antica città di Amiternum. 7,3 10'
Preturo Dal centro del paese svoltare a sinistra in direzione Coppito. 8 10'
Coppito Attraversato il centro, si ritorna a L'Aquila. 8 8'
L'Aquila Fine dell'itinerario   Precedente Successiva






L’Aquila
Piazza del Duomo
(detta comunemente «La Piazza»). Fin dal 1257 ospitò la cattedrale di San Massimo, distrutta dal terremoto del 1703 e ricostruita nell’Ottocento. Ogni giorno, dall’alba alle tredici la piazza ospita il mercato, una tradizione che risale alla concessione fatta da Carlo d’Angiò nel 1304. Oltre alle tradizionali merci, si trovano prodotti semplici e genuini, anche d’artigianato, che le donne dei paesi vicini portano al mercato.
Fontana delle 99 cannelle. È il reperto archeologico «industriale» più antico d’Europa: risale al 1272. La particolarità consiste nei «mascheroni» da cui sgorga l’acqua: rappresentano animali e volti umani e una leggenda narra che essi stanno a simboleggiare i 99 castelli che parteciparono alla fondazione della città di L’Aquila. Questa particolare fontana alimentò i mulini e poi le industrie della lana e delle pelli e fu utilizzata per il lavaggio industriale delle divise degli eserciti borbonici, francesi, piemontesi e italiani, fino alla seconda guerra mondiale. Nel Cinquecento fu scenario di nozze e teatro di danze e banchetti per la famiglia Piccolomini.





Il Castello. Risale al 1534 e, anche se così denominato, è in realtà un forte militare. Alcune mura sono spesse dieci metri. Oggi è sede, tra l’altro, dell’Osservatorio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e del Museo Nazionale d’Abruzzo, che ospita numerose testimonianze della cultura e dell’arte abruzzese e non solo. (Per informazioni: tel.0862/2633200).
La torre civica. Sulla base è situato il più antico esemplare di stemma cittadino in pietra scalpellata. Risale al 1254 ma è stata più volte danneggiata dai terremoti e ricostruita nel 1832. Dal 1374 è dotata di un complicato orologio da torre, il terzo in Italia dopo Firenze e Ferrara.
La Basilica di San Bernardino. Fu iniziata nel 1454 ma ricostruita interamente dopo il terremoto del 1703.

Montereale
La cittadina che vanta una storia antica: secondo una leggenda fu fondata da Pirro, re dell’Epiro, 250 anni avanti Cristo, come fortificazione durante i cinque anni in cui, alleato con i Sabini, combatté contro Roma. Nel Medioevo, fu apprezzata dagli Svevi e dai D’Angiò e nel Cinquecento fu dominio di Carlo V, imperatore d’Asburgo e re di Spagna. Insieme ad altri feudi, costituì lo Stato Farnese, uno degli Stati del regno delle Due Sicilie.
Le mura di cinta, con due porte di ingresso: porta Fano e porta Marana. Furono edificate dopo il 1266 da Carlo d’Angiò.
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Per le visite guidate fra i sentieri del parco, per fare birdwatching in cerca delle maestose aquile che sorvolano la zona, si può contattare l’Ente Parco: tel. 0862/414504.





Amatrice
La città che vanta un passato prestigioso e origini antichissime: sembra che la zona fosse abitata già nell’età della pietra, mentre all’epoca romana risalgono resti di edifici e di ville. Sorto su un antico centro romano, il borgo di Amatrice fu un feudo longobardo, poi un possedimento della Chiesa e infine In epoca più recente, fece parte del regno di Napoli e nel Settecento passò sotto il dominio dei Medici.
La torre civica, del XIII secolo; la Chiesa di San Francesco, della seconda metà del Trecento e la Chiesa di Sant’Agostino, presso una porta della cinta trecentesca.

San Vittorino
I resti del teatro e dell’anfiteatro di Amiternum, cittadina abitata in epoca preromana dai Sabini, e che nel 290 a.C. entrò a far parte dell’ordinamento romano. Sull’attuale statale 80 si incontrano i ruderi del teatro, le cui gradinate potevano ospitare duemila spettatori, mentre l’anfiteatro (capienza ottomila spettatori) si trova sulla riva destra dell’Aterno. L’accesso è gratuito. Per informazioni: tel. 0862/461695.






Anche se l’istituzione del Parco dei Monti della Laga segue di molti anni quella del più famoso Parco Nazionale d’Abruzzo, in questa regione l’ospitalità verso il viaggiatore ha origini antiche, e in qualsiasi punto di ristoro deciderete di fermarvi troverete persone pronte a farsi in quattro pur di rendere piacevole la vostra permanenza e indurvi a ritornare.
Ristoranti
La cucina sui Monti della Laga è molto saporita, le porzioni sono straordinariamente abbondanti, i prezzi convenienti. Nel sapore di alcuni piatti si avverte ancora il profumo delle origini contadine. Tra le specialità ci sono, naturalmente, i primi all’amatriciana, conditi con pomodoro, formaggio pecorino, pancetta e pepe, ma anche i maccheroni alla chitarra, tagliolini quadrati confezionati con il caratteristico telaio di legno su cui sono tesi fili d’acciaio (reperibile anche sulle bancarelle del mercato di L’Aquila). E poi, ancora: i ravioli con ricotta e spinaci, le minestre con i legumi, i piatti a base di zafferano e di tartufo locali, le mozzarelle fresche o appassite da cuocere alla griglia, le ricottine di montagna nei tipici canestrelli di giunco, i salumi arricchiti con peperoncino piccante o … con il miele. Celebri le mortadelline di Campotosto. Tra le carni, gli arrosti di pecora cucinati «sotto il coppo» (dentro il camino), e la cacciagione, mentre in prossimità dei laghi si preparano prelibati piatti di pesce, come il coregone ai ferri o marinato. I dolci si caratterizzano per la presenza di spezie, come i torroni abruzzesi, aromatizzati alla cannella. Ottimi i vini, sia rossi che bianchi (celebri il Trebbiano e il Montepulciano). Tra gli amari, quello di Campotosto e quello dei Monti della Laga sono l’ideale dopo una sostanziosa cena a base di specialità locali.




Molti ristoranti sono anche alberghi, mentre Amatrice brulica di trattorie e ristoranti a prezzi ragionevoli e tutti da provare. Qui segnaliamo solo un bar, il Capranica, lungo il Corso, che offre ottimi primi, e talvolta anche secondi, e pizza al taglio per un pranzo veloce in un ambiente caratteristico (Tel. 0746/85264)

Alberghi
Thomas, Largo delle Croci, 4, Montereale - Tel. 0862/901321.
Tipico locale montano, a conduzione familiare, caldo e accogliente, appena restaurato (tranne le camere dell’ultimo piano che vengono affittate solo su insistenza, perché prive di riscaldamento. Poiché gli alberghi in zona sono pochi, conviene insistere, con la speranza che il gestore fornisca una razione supplementare di coperte e, come è capitato a noi, una confortevole stufa elettrica). Prezzo: L.70.000 la doppia. Si consiglia di scendere per la cena. Tra le specialità, le fettuccine ai funghi e le scamorze grigliate.




Gran Lago, Via San Giorgio, 25, Poggio Cancelli – Tel. 0862/909124.
È un antico casale situato a due passi dal lago. Gestione familiare, grande ospitalità. Prezzo: L.80.000 la doppia. È anche ristorante: porzioni abbondanti e sapori ritrovati.

Valle, Via Roma, 57, Campotosto – Tel. 0862/2900119.
Panoramico, si affaccia direttamente sul lago. Prezzi: L.80.000 la doppia. È anche ristorante e gode di una sala panoramica.

Hotel Ristorante Roma, Via dei Bastioni, 29, Amatrice – Tel. 0746/85035. Elegante, nel centro della città, con un bellissimo panorama sulla vallata. Le camere doppie costano L.80.000. Scenografico il ristorante, dove si possono gustare anche gli «gnocchi ricci», conditi con sugo di castrato, e un ottimo agnello. Prezzi: L.25.000/30.000. Chiuso il lunedì.

La Compagnia del Viaggiatore, Strada Statale 80 km. 6, Cansatessa, L’Aquila. Tel. 0862/515627.
Moderno, con camere spaziose e dotate di tutti i comfort (c’è persino lo spazzolino da denti usa-e-getta con mini-dentifricio!). I gestori sono amici del presidente del motoclub di Arischia e praticheranno prezzi speciali ai navigatori di Motonline: L. 100.000 per la doppia anziché L.120.000, L. 77.000 anziché 116.000 per la singola, compresa la prima colazione. Al ristorante, vasta scelta di pizze, oltre alle specialità tipiche. Ottima la «Pizza all’aquilana», con funghi e tartufo. Prezzi: da L.20.000 in su.

Agriturismo
Azienda Agricola Bellavista, Via Belvedere, 14 – Campotosto -Tel. 0862/900128
Laurenzi, Via Castello – S.Giovanni Paganica – Montereale Tel. 0862/906177
Giammarini, Via Cabbia 7, Montereale – tel. 0862/901848
Novelli, Via Umberto I, 13 . Montereale – tel. 0862/902339






La zona, per quanto affascinante e ricca di strade «da motociclisti», non offre molto quanto ad assistenza. Segnaliamo un’officina di riparazioni a L’Aquila.
«Motosprint», Via di Vincenzo, 25, L’Aquila – Tel. 0862319000




Nella cittadina di Arischia esiste un Motoclub con una fervente attività quanto a raduni, gite, esposizioni di moto sportive «importanti»: dalla Ducati 996 di Troy Bayliss alla prima Hayabusa della provincia di L’Aquila.
Il Presidente, Claudio, è una persona disponibile e solidale: da conoscere.
(Tel. 347/3477378, oppure 328/1317182).



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