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I viaggi dei lettori

Una strana coppia a Brno

di Franco "fcalissi" e Cristina "dragonair" il 01/08/2007 in I viaggi dei lettori

Quattro è la somma delle ruote di fcalissi e dragonair, amici della community di Mol che hanno provato l'emozione di correre in pista insieme. Ecco il racconto della loro esperienza

Lui, fcalissi in arte Franco Calissi, il manico ce l'ha sempre avuto. Lei, Cristina Dragonair, ne segue le orme con passione. Insieme sono andati a Brno, una delle piste più belle d'Europa. Ecco il loro resoconto.
Dragonair: Lo zio Franco me lo ha proposto, io sono una vera incosciente e cosí il pomeriggio del 5 luglio dopo un lungo viaggio in furgone mi sono trovata davanti a quella curva relativamente alla quale vi riporto le esatte indicazioni dello zio: "Si arriva da sinistra in discesa, c'è una doppia destra dalla quale si sbuca "nella fotografia" a sx.
Una strana coppia a Brno
...il curvone al centro a sinistra, breve rettilineo che vedi, poi sinistra destra in fondo e nuovo discesone sullo sfondo": e mi sono chiesta al volo che cosa ci stavo facendo io lì. Venerdì mattina briefing con l'organizzatore delle giornate, aria fresca fresca, cielo un po' grigio, la giornata ideale per entrare in pista (e che pista per me abituata a girare in quel di Varano!). Arriva il momento… Cuore a mille, indosso il giubbino per far capire agli altri che sono "nuova del posto" e si parte. Franco davanti ad indicarmi le traiettorie corrette. Per fortuna non c'è molta gente in pista e quindi anche per me la tensione risulta meno forte.
Parla fcalissi: Si parte per la prima "visita guidata“, il posto è come lo ricordavo, per me il più bel circuito d’Europa, spazio a non finire, panorama ad ampio respiro, guida facile finchè fai il turista, niente varianti artificiali, il nastro di asfalto si adatta perfettamente al ritmo che ti senti, sembra lo spartito vuoto e tu con la moto le note che lo riempiono, i boschi, i prati, le picchiate e le risalite sono il volume, la musica che viene fuori è la tua.
Cri segue bene, si vede che non è una novizia, cerco solo di darle fiducia a usare tutto lo spazio disponibile e intanto mi godo il ruolo di cicerone, immagino i pensieri dentro al casco che sono anche i miei, mi godo le sensazioni senza lo stress da prestazione, gli altri passano senza problemi, lasciamo un metro dai cordoli ed il resto è tutto nostro.
Parla dragonair: La cosa che impressiona subito è la larghezza della pista e Franco ha il suo bel da fare a gesticolare per farmi capire che la posso usare tutta senza problemi, e ha voglia a continuare a ripetermi “dagli del gas”… Il turno finisce velocissimo, concentrata come sono il tempo mi è volato ed i restanti turni della giornata sono veramente una giostra. Ma che ti combina nel frattempo quel monello di Franco? Il giorno dopo c’ è la gara di Endurance del GEC (Campionato tedesco di Endurance) al quale è possibile partecipare, logicamente previa qualifica, e naturalmente, almeno per noi, senza alcuna velleità agonistica. Premetto che su circa 250 partecipanti a queste giornate in pista ci siamo trovate in sole tre donne e secondo voi l’idea del Calissi quale è stata? “Facciamo un team misto naturalmente!” E quindi, via, a caccia delle altre due ragazze per chiedere loro se potevano essere interessate all’ Endurance del giorno seguente. Alla fine il nostro team, quello dell’ Angiolona 2 risultava composto da Franco, Ulli, Ottaviano (nostro compagno di box) e la sottoscritta.
Parla fcalissi Beh, come trovare una motivazione che unisca il piacere di guidare veloce a lungo in un posto sicuro, non da soli, usare un minimo di strategia e fare qualcosa di diverso per avere una chance per raggiungere l’obbiettivo più ambizioso possibile? Questa domanda mi feci anni fa quando partecipai alla prima Endurance amatoriale e da allora me ne sono innamorato,ho avuto anche la fortuna di salire sul gradino più basso del podio due volte. Stavolta la sfida era dura più del solito perché gli equipaggi iscritti erano 68 ,si leggete bene come nel mondiale e le ore erano 4. La faccio breve, penultimo tempo di qualifica a me affidata… "andiamo bene - penso - ho girato 10 secondi in più del solito”, strategia al minimo, si parte per non arrivare ultimi, il primo stint lo fa Cri che così qualche giro senza farsi spalmare dai primi che la doppiano lo può fare, poi vuoi mettere l’emozione della partenza stile Le Mans? Ulli la crucca fa l’arrivo a mani alzate, io e Ottaviano le comparse simil-veloci.
Palra dragonair: Il box…… Mitico. Quando abbiamo deciso di partire per quest´avventura (soprattutto per me) ci siamo detti che di dormire in albergo non se ne parlava proprio e quindi il nostro appartamento era il box…… Moto a destra, moto a sinistra, dormire tra le nostre moto, tra le termocoperte, i carrelli officina e dulcis in fundo cullati mattina (partenza circa verso le sette, mezz´ora più mezz`ora meno) e sera (circa le una!?) dalla dolcissima musica dei compressori.
Parla dragonair: Ma torniamo alla gara di Endurance, ore 14 partenza, stile Le Mans, quindi con corsa partendo dall’altro lato della pista per salire al volo sulla propria moto, rigorosamente spenta e tenuta in piedi dal compagno di squadra, due giri di warm-up e poi partenza vera e propria. Silenzio incredibile intorno, solo il rumore dei passi della corsa di tutti i piloti e poi tutto di colpo un gran rombare di motore e via. Le ultime raccomandazioni di Franco “tu fai la partenza, poi ti fai qualche giro fino a che non ti doppiano, e poi rientri tranquilla"…….. Seeeeeeee, vero Franco?
Parla fcalissi: Già, bello scherzetto mi hai fatto, Cri. Facciamo la prova di partenza, io tengo la moto lasciando lo spazio per saltare su, silenzio irreale poi il rumore di 140 stivaletti sull’asfalto, i primi motori che si avviano e poi l’urlo di circa 280 pistoni che da zero vanno a 13/14.000 giri…non esiste altra emozione motoristica così corale e potente. Noi partiamo dal penultimo posto quindi quasi in curva a 2/300 metri dal traguardo, appena vedo sparire la mototuta azzurra di Cri vado al box e mi preparo, tuta, stivali, casco e guanti e aspetto, uno due…tre giri e niente, Cri passa imperturbabile come un orologio, iniziano a doppiarla e lei non si scompone, io si invece e parecchio, un po’ l’apprensione, comunque bella prova, tosta non c’è che dire. Gara lineare per quello che mi riguarda, ne abbiamo anche messi dietro una quindicina giusto così per soddisfazione agonistica e strategica, ma quello che conta è che rimane un’esperienza che ti segna, sport e passione collettiva in un mix unico.
Bellissima emozione, trovarsi praticamente da sola con una pista come quella a tua completa disposizione, con la tensione che c´è e forte, ma al contempo la voglia di continuare a girare perché troppo bello e divertente e anche quando arrivano i missili, pensare, ma in fondo ce la posso fare a portare a termine i miei giri, perché pensi che è giusto così per te e per la squadra. Sì, lo so, ho fatto aspettare un “pochino” Franco, ma era veramente troppo bello: un’avventura che lascia con un casino di pensieri in testa.
Il giorno seguente l’avventura si è conclusa con le garette sprint per categoria dove gli amanti della competizione estrema si sono potuti sfogare, ho partecipato anche io per onore di firma ed i miei amici fiorentini compagni di merende, è stata più per rivivere l’arrivo ed il giro di rientro a mani alzate come una liberazione, con i commissari in pista a sbandierare che ancora oggi mi commuove, come se avessero vinto tutti,degno finale a firma di giorni importanti, quelli che ho messo in una raccolta “cose che salverei del mio passato motociclista”. Non so se tornerò a Brno, come dice Cri è una trasferta lunga e faticosa, certo è che una volta la consiglio a tutti, la seconda perché vi verrà la nostalgia, la terza perché vorrete viverla in sintonia con chi sapete solo voi.
Cristina & Warturtle - Franco & SPRecona
Una strana coppia a Brno
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