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Ammiraglie dello spirito libero

di Matteo Cappella, foto Alberto Cervetti il 29/02/2012 in Moto & Scooter

Due vere divora-asfalto a confronto: Harley-Davidson Street Glide e Victory Cross Country. L'ideale per un giro in business class sulle fantastiche strade della riviera francese

Ammiraglie dello spirito libero
Partiamo da un presupposto: 20.690 euro per la Victory Cross Country e 24.000 euro "tondi-tondi" per l'Harley-Davidson Street Glide, non sono certo l'espressione del "sacrificio" in tempi di crisi economica. Su questo tutti d'accordo. Per reagire ai tempi duri, però, serve qualcosa che faccia anche bene al morale. Perché ok risparmiare, tirare la cinghia, pagare le tasse e via dicendo, ma per accettare tutto questo poi qualche svago serve eccome. Hai voglia altrimenti a tirare avanti con il solito scooter ad "emozioni zero", da usare tutti i giorni per andare al lavoro.
Ecco dunque che appare chiaro lo scopo di queste big cruiser: regalare momenti e sensazioni di libertà assoluta.
Motociclette concettualmente figlie di un altro continente e di un'altra epoca, che comunque rappresentano per gli estimatori del genere, e non solo, un ottimo modo per evadere dalle costrizioni del quotidiano.
Due ammiraglie ben dotate e di fatto moderne, con le carte in regola per affrontare la strada e tanta voglia di andare avanti.
Con quello spirito libero unico, che solo in sella a queste moto si riesce ad assaporare fino in fondo. Nel nostro caso, quanto basta per una veloce fuga verso Saint-Tropez. Con la scusa di macinare chilometri senza pensieri, facendo caso solo al comfort di guida, alla ciclistica e alle prestazioni di questi sovradimensionati bicilindrici a V. Immersi in un paesaggio mozzafiato e attraverso strade meravigliose. Ecco come è andata.
Ammiraglie dello spirito libero

Quando si tratta di portare a spasso due signore di 300 chili bisogna capire bene con chi si sta interagendo. Lecito dunque fare un minimo di presentazioni prima di mettersi in sella. La carta d'identità dell'Harley-Davidson dice che sulla bilancia i chili sono ben 372. Complice il telaio a doppia culla in acciaio che definisce i 2430 mm di lunghezza, per un'altezza della sella di 715 mm. All'anteriore troviamo una forcella da 41 mm, mentre al posteriore si mette in mostra il forcellone, anch'esso in acciaio, con doppio ammortizzatore regolabile nel precarico molla. Le ruote sono da 130/70 e da 180/65, mentre la coppia di dischi dei freni anteriore e il singolo posteriore sono da 300 mm con pinza a 4 pistoncini. L'ABS è di serie. Il motore della Street Glide è un bicilindrico longitudinale a V di 45°, raffreddato aria/olio, da 1690cc e con iniezione elettronica. Un propulsore capace di 98 CV e 134 Nm di coppia a 3500 giri/min. Il serbatoio ha una capacità di 22,7 litri.

La Cross Country vince di un soffio la sfida "pesi piuma", con i suoi 373,5 chili. In questo caso però troviamo un telaio monotrave superiore in alluminio, e la ragguardevole lunghezza di 2652 mm, per un'altezza della sella di 667 mm. Più grande rispetto all'H-D anche la forcella rovesciata che qui è da 43 mm. Al posteriore il forcellone in acciaio sfoggia invece un monoammortizzatore regolabile nel precarico molla. Simili i pneumatici da 130/70 e 180/60, mentre del tutto identiche alla H-D le misure del pacchetto frenante, che però è privo di ABS. Il motore della Victory è sempre un bicilindrico longitudinale, ma a V di 50°, di 1731 cc e raffreddato aria/olio, con iniezione elettronica. La potenza dichiarata è di 92 CV, leggermente inferiore alla Street Glide, ma superiore per valore di coppia: 148 Nm.

Accomunate da schede tecniche simili, le due ammiraglie si distinguono sul fronte delle prestazioni. Infatti se la velocità dell'Harley con partenza da fermo fino ai 1500 metri, risulta di 170,6 km/h (38,9 s), la Victory ne spunta ben 179,5 (36,7 s). Valori che segnano un gap simile nell'accelerazione da 0-130 km/h, dove la Street firma un 10,6 s (244,8 m), mentre la Cross ci mette 8,2 s (185,0 m). Sono invece simili le frenate da 50-0 km/h, dove entrambi i modelli impiegano 2,4 s (24,4 m).

Quindi per dare una dimensione pratica a questi valori, ecco come si sono comportate la Street Glide vs Cross Country nel nostro test sulle strade della costa francese.

Ammiraglie dello spirito libero

Per dirla parafrasando la sigla di un celebre spot di fine anni '80, queste due moto sono bisonti che quando s'incollano alla strada non si staccano più. Nel senso che è un attimo prenderci gusto, ritrovandosi a macinare un'infinità di chilometri senza nemmeno accorgersene. Il loro ambiente ideale è fatto di strade extraurbane ricche di lunghi rettilinei, ma anche di curve e curvoni morbidi, da cui farsi spingere fuori con generose manciate di gas. Privilegiando una guida facile e comoda, rilassati come sulla poltrona di casa da cui si guarda la partita di Champions.

Entrambe le selle infatti sono ben sagomate e ampie. L'ideale per guidare per ore. E' però nel traffico caotico tipico delle città di riviera, dove si constata che non è affatto semplice manovrare questi bestioni. Dove serve fare molta attenzione a non sbilanciarsi e a tenere sempre i pesi sotto controllo. Soprattutto nelle manovre lente di parcheggio, nelle quali anche solo mettere male il cavalletto può alzare il rischio di caduta del mezzo o di fastidiosi strappi fisici. Serve dunque mantenersi fluidi nei gesti e negli spostamenti, in particolare quando gli spazi sono stretti.

L'H-D in queste situazioni si dimostra più gestibile rispetto alla Victory, in quanto il manubrio sagomato (simile al bilanciere per fare i bicipiti in palestra) della Cross Country riduce leggermente il feeling dello sterzo. In compenso la Street Glide sacrifica un pelo la comodità generale, raddrizzando e spostando leggermente in avanti la posizione di guida. Obiettivo: aumentare il feedback e la reattività dell'anteriore.

Per la vera prova di stabilità dinamica ci siamo portati nuovamente sulle tortuose strade di costiera. Il road map ideale per lasciarsi trasportare verso l'orizzonte in punta di acceleratore. Situazione in cui, di fatto, basterebbero le sensazioni riscontrate nei primi 10 km per eliminare ogni pregiudizio e godersi una "fuga" in sella alle Bagger. Non a caso negli States le chiamano così, proprio per via della spiccata attitudine a mettere "la roba nella valigia della moto" e partire. In pratica due maxi-tourer, che offrono una capacità di carico notevole, anche se la Victory è in effetti un po' più capiente.

La Street Glide allora rilancia, proponendo la giusta colonna sonora, grazie al potente impianto stereo sul cruscotto che suona un rock da bikers perfetto. Ovviamente non è da meno la Cross Country, anche se le casse danno l'impressione di non "pompare" con la stessa qualità. In compenso non è certo la musica a farle passare inosservate, visto che di fatto gli impianti sonori sono studiati per allietare solo chi sta in sella. Tocca quindi al rombo degli scarichi segnalare l'ingombrante presenza, anticipando la visione dei rispettivi design pazzeschi! Sia le forme rotonde e molto americane dell'Harley-Davidson, che le geometriche linee aperte quasi ad "ali di gabbiano" della Victory, sono dei veri magneti per gli sguardi. Ok, un po' di esibizionismo, ma il richiamo della strada è più forte.

Ammiraglie dello spirito libero

Appagato l'orecchio e l'occhio, tocca fare i conti con le prestazioni. La Street Glide punta - anche se non si direbbe - su una ciclistica dinamica e reattiva. Rapida nel girare e con un equilibrio davvero esemplare. Tanto da regalare facili e gustose grattatine di pedane a centro curva. Pedane già basse e non troppo grandi s'intende, dove il piede appoggia in uno spazio contenuto, ma sufficiente per stare comodo. La Cross Country è l'esatto opposto: più generosa negli spazi vitali, ma anche più lenta nella dinamica dei cambi di direzione. Tanto che è necessario giocare d'anticipo sulle manovre. Questo per evitare di ritrovarsi fuori traiettoria o lunghi in frenata. E vista la taglia XXL della Victory è necessario prendere con cura le dovute misure prima di darle confidenza. E' invece molto più "friendly" il motore della Cross che si dimostra più potente di quello dell'H-D, anche se un filo meno personale. Il cambio non necessita di essere chiamato in causa troppe volte, rivelandosi scorrevole e preciso. Così l'allungo della Country alla fine è migliore e sfrutta qualche giro più in alto rispetto alla rivale. Infatti la Street Glide gira con una gran bella coppia, ma intorno ai 2-3.500 giri, rivelando il carattere touring dello storico propulsore twin. Anche se, alla lunga, questo lo porta a vibrare un filo troppo. Un piccolo neo, che fa il paio con la forcella anteriore che non nasconde le asperità del fondo stradale.

L'Harley-Davidson paga il pegno della maggior agilità con una stabilità complessivamente inferiore alla Victory, che a sua volta è molto meno ballerina tra le crepe e le buche dall'asfalto. Sul fronte freni invece entrambe non brillano, a causa della prestazione non particolarmente esaltante dei propri impianti. E' vero che fermare queste due ammiraglie non è impresa facile, ma se la Cross Country offre una leva con effetto spugna che non regala grande fiducia, la Street Glide in frenata affonda troppo di forcella e di conseguenza l'ABS entra in gioco spesso, ma con poca efficacia. Quindi ogni velleità o accenno alla guida sportiva è fuori discussione e sconsigliabile.

Se invece le si contestualizza in un "break spazio temporale", fuori dal caos e dallo stress quotidiano, sia la Victory che l'Harley- Davidson si dimostrano due insaziabili cittadine del mondo. Accondiscendenti nel fermarsi per godere di un meraviglioso panorama o tramonto, più borbottanti per la necessità di fare benzina. Visto che, dati alla mano, in extraurbano la Street consuma 16,7 km/l (13,0 km/l ciclo urbano), mentre la Cross percorre 18,2 km/l (12,5 km/l urbano).

Un pit-stop doveroso, ma non certo economico visti i folli costi del carburante. Come anticipato all'inizio, però, queste moto sono uno schiaffo alla crisi. Uno sfizio caro, ma che fa bene al morale. Perché accanto a una coppia di due ruote così maestose viene immediatamente una gran voglia di ripartire. Certamente non volare, ma viaggiare. E ora comodi, gustatevi la nostra gallery!

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