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Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri

di Alan Cathcart il 13/01/2010 in Moto & Scooter

Cathcart descrive questa nuova moto che rappresenta una testa di ponte dell'industria cinese per la conquista dei mercati occidentali

Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri
Era solo questione di tempo, prima che le rappresentanti dell'industria motociclistica cinese, che produce decine di milioni di pezzi all'anno, iniziassero a evolvere i loro prodotti in termini di cilindrata. Fino a questo momento, infatti, i loro modelli di punta non andavano oltre i 250 cc. Una situazione destinata a cambiare a partire dal 2010, con l'introduzione della Vento Café 400 GT, una naked sportiva entry level (è comunque già prevista anche una versione carenata) spinta da un motore a tre cilindri di 392 cc prodotto dalla MPTCO (Modern Precision Technology Company) di Wuxi, 150 Km a nord-ovest di Shanghai.
Il propulsore viene costruito in Cina su progetto australiano e ha due valvole per cilindro, l'albero motore con perni di manovella sfalsati di 120°, il raffreddamento misto ad aria e olio, la distribuzione con due alberi a camme in testa comandati tramite catena e il cambio a cinque marce. Questa unità equipaggia già un ATV denominato Reptile 400 fabbricato a Hong Kong dalla PTS Motors e venduto negli Stati Uniti e in Sud America da un'azienda affiliata, la Vento Motorcycle appunto, con sede a San Diego, in California.
La Vento vanta un proprio centro stile capitanato da Mario Cisneros, Direttore Marketing e Design di origini messicane, tuttavia il prototipo della Café 400 GT è stato sviluppato a Melbourne, pur sulla base dei suoi disegni, prima di essere spedito in Cina in tempo per essere esposto alla "Fiera di Canton" di ottobre. Insomma, stiamo parlando di una moto davvero globale!
Colui che si cela dietro la genesi della Café 400 GT è il cinquantenne australiano Ian Drysdale, il quale ha iniziato a lavorare per la PTS circa otto anni fa, quando quest'ultima gli ha proposto di sviluppare in Cina i prodotti del marchio Vento. Inoltre, per caratterizzare al meglio l'identità del brand, la PTS ha deciso, ovunque fosse stato possibile, di equipaggiare i modelli disegnati da Drysdale con propulsori realizzati in proprio e non con altri acquistati da terzi, pur potendo contare su dozzine di opportunità in tal senso. Drysdale ha infatti lavorato per tante case costruttrici cinesi e alcuni suoi progetti sono già stati messi in produzione, compreso quello di un piccolo bicilindrico destinato, anche in questo caso, a equipaggiare un ATV.
Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri
In qualità di ex possessore di una Laverda, l'idea di sviluppare un motore a tre cilindri per la Vento 400 lo ha subito entusiasmato. "Secondo i piani della PTS, il propulsore doveva essere inizialmente inserito su un ATV, prevedendo comunque la possibilità di poterlo adottare su una motocicletta in un secondo momento. – spiega Ian – L'idea di realizzare un tre cilindri in linea mi ha davvero coinvolto, dal momento che mi è sempre piaciuto fare le cose in modo un po' diverso rispetto agli altri".
Quest'ultima frase suona quantomeno riduttiva detta da parte di chi ha dato vita alla Drysdale 750 Superbike e alla Bruiser, entrambe motorizzate con l'otto cilindri a V di 90° munito di iniezione elettronica e progettato dallo stesso Drysdale.
Inoltre, essendo un motociclista praticante da tempo, Ian ha praticamente esplorato ogni singola specialità delle due ruote a motore: dal motocross al flat-track passando per la velocità su pista e i raid nel deserto, perciò ha avuto modo di costruire un'enorme serie di congegni innovativi, a partire dalla ruota posteriore sterzante, che Ian progettò ai tempi della scuola in occasione di una competizione scientifica e che, purtroppo, si rivelò completamente inguidabile!
Da allora, al di là delle Drysdale con motore V8, Ian ha dato vita a degni ATV per agricoltori disabili, ha costruito la Dryvtech 2x2x2 da enduro (due tempi, due ruote motrici, due ruote sterzanti, oggi custodita all'interno del museo del circuito di Donington Park), ha creato il prototipo di una cruiser con motore bicilindrico sovralimentato di 1600 cc con raffreddamento ad aria e olio (attualmente in fase di studio da parte di una nota casa motociclistica) e ha progettato il bicilindrico ad aste e bilancieri di 1000 cc (derivato da una coppia di monocilindrici Royal Enfield) che equipaggia la Enfield Carberry prodotta in Australia. Drysdale, dunque, si può certamente definire come un uomo dalla mente tecnicamente aperta…
Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri
Ian Drysdale con la sua moto a otto cilindri
Tuttavia, non è a lui che si deve l'idea originale della Vento 400 a tre cilindri, ma a Nic Butti, designer italiano di 33 anni che, dopo aver lavorato presso il CRC (Centro Ricerche Cagiva) sotto l'ala di Miguel Galluzzi, creatore della Ducati Monster e oggi a capo del centro stilistico del Gruppo Piaggio, si è trasferito in Cina nel 2006 per diventare design e project manager della PTS. A Butti si deve infatti la messa in produzione della Reptile 400 spinta dal tre cilindri progettato da Drysdale. Inoltre, il fatto di parlare correttamente il mandarino (la lingua ufficiale cinese) e di aver tenuto lezioni di industrial design presso l'università di Wuxi, oltre ad essersi perfino cimentato in qualche gara motociclistica locale, ha spinto Nic a investire i propri soldi nello sviluppo di una moto, equipaggiata appunto con il suddetto motore, che la stessa PTS avrebbe poi deciso se mettere o meno in produzione.
Il via libera definitivo è arrivato nel settembre 2007, dopo che Butti e Mario Cisneros avevano lavorato assieme alla definizione generale del progetto, assistiti a loro volta dal 46enne australiano Richard James, cui si deve l'avveniristica Hunwick Hallam bicilindrica di fine anni Novanta e che ha aiutato lo stesso Drysdale in merito ai disegni tecnici del motore a tre cilindri di 400 cc.
Questa moto, oggi ufficialmente denominata Vento Café 400 GT, è dunque frutto di una realtà facente capo a tre paesi diversi, tre lingue diverse e tre diversi fusi orari, per questo all'inizio il suo nome in codice era Caffé Triplo.
Il primo prototipo è stato allestito da Butti e James all'interno della Drysdale Motorcycle Co. di Melbourne in appena sei settimane "grazie all'aiuto di numerosi amici appassionati, oltre che molto capaci! – sottolinea Ian Drysdale – Nel febbraio 2008 è stato approntato il primo esemplare funzionante e dai test è subito emersa la validità del progetto. La moto si è dimostrata infatti stabile, ben bilanciata e piacevole da guidare, oltre che performante e dotata di una tonalità di scarico entusiasmante. Avevamo già avuto modo di apprezzare queste ultime caratteristiche sull'ATV Reptile 400, ma nella sua applicazione motociclistica questo tre cilindri si è dimostrato ancora più efficace e interessante, tant'è che chi ha avuto modo di vedere la moto in anteprima pensava si trattasse di una 600 cc. Naturalmente, la PTS ha intuito il potenziale di questo veicolo e, nell'ottobre 2008, ha dato l'autorizzazione affinché fosse realizzato un esemplare di preserie".
Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri
Durante l'ultima fase, la Drysdale Motorcycle Co. ha avuto il compito di supervisionare il progetto mentre Nic Butti e Richard James continuavano a occuparsi della parte creativa. L'avanzamento dei lavori, tuttavia, doveva fare i conti con un budget e con tempi di realizzazione piuttosto stretti, oltre che con un'ulteriore condizione: a livello di componentistica, infatti, la moto di serie avrebbe dovuto impiegare il maggior numero di pezzi prodotti in Cina, in modo da contenere i costi di produzione.
Ecco che le sospensioni Paioli, i cerchi in alluminio Excel e i pneumatici Michelin visti sul primo prototipo hanno dovuto lasciare il posto ad analoghi elementi di manifattura orientale, come i cerchi Magsport (entrambi da 17"), le sospensioni Daesung e l'impianto frenante, composto un singolo disco sia davanti che dietro, della stessa marca (entrambi già impiegati sulla Hyosung 650 e su altri modelli del costruttore coreano).
Allo stesso modo, il serbatoio del carburante deriva da quello di un altro modello presente sul mercato cinese, mentre i pneumatici con cui la moto verrà commercializzata sono i CST (Cheng Shin Tire), che Ian Drysdale assicura essere assolutamente all'altezza della situazione, sull'asciutto come sul bagnato.
Tutta questa serie di interventi finalizzati alla riduzione dei costi sembrano in ogni caso aver avuto successo, visto che la Vento 400 verrà venduta negli USA a un prezzo uguale o addirittura inferiore a 3.750 dollari. Tanto per fare un paragone, negli Stati Uniti la Kawasaki Ninja 250R model year 2010 costerà 4.299 dollari. Pertanto, la Café 400 GT (per la quale si parla di una potenza di circa 36 CV) ha tutte le carte in regola per imporsi come la entry-level sportiva di gran lunga più economica del mercato e dal momento che questo modello si rivolge a un pubblico giovane, composto sia da uomini che da donne, la posizione di guida è stata accuratamente studiata, così da poter soddisfare un ampio range di potenziali clienti, come spiega Richard James: "Abbiamo cercato di ottenere un'impostazione relativamente sportiva, ma al tempo stesso confortevole per i lunghi tragitti. Perciò la sella è a soli 750 mm da terra e nessuna delle donne che ha provato la moto finora ha avuto problemi ad appoggiare contemporaneamente entrambi i piedi a terra, anche perché abbiamo fatto particolare attenzione al contenimento della larghezza nella zona di contiguità tra la sella stessa e il serbatoio del carburante. Allo stesso modo, poi, le sospensioni hanno un comportamento rigoroso, ma sono in grado di digerire efficacemente le asperità dell'asfalto senza trasmettere eccessive sollecitazioni al pilota".
Vento Café 400 GT: la cinese a tre cilindri
Con misure caratteristiche di 56 mm di alesaggio e 53 mm di corsa, il propulsore ha una cilindrata effettiva di 382 cc e dovrebbe garantire alla Café 400 GT una velocità massima di 155 Km/h (165 nel caso della versione carenata prevista per il futuro).
La coppia massima di 33 Nm viene erogata a un regime di 5.000 giri e appare tale da poter assicurare un'accelerazione più che sufficiente a un mezzo che pesa solo 155 Kg con tutti i liquidi ma senza carburante. Allo stato attuale delle cose, il motore è allineato alla normativa Euro 2 e, al pari della Kawasaki Ninja 250R destinata al mercato statunitense, verrà equipaggiato con i carburatori, nella fattispecie un trio di simil-Mikuni da 26 mm. Tuttavia, la PTS sta sviluppando anche una versione con iniezione elettronica, che consentirà al tre cilindri Vento di rientrare nella normativa Euro 3, aprendogli così le porte del Vecchio Continente e di tutto il resto del mondo.
Al di là dei presupposti legati alla riduzione dei costi con cui è stato realizzato questo modello, il prototipo della Café 400GT appare sufficientemente curato.
"Le sovrastrutture rappresentano un esempio di ciò che è possibile fare nell'era di Internet. – spiega Drysdale – I concetti relativi al design sono stati creati in America da Mario Cisneros e poi spediti in Australia, dove Richard James li ha razionalizzati, aggiungendo alcuni dettagli pratici come i supporti per il loro montaggio. Infine, i file CAD elaborati da Richard sono stati inseriti nelle macchine a controllo numerico della Drysdale, dalle quali sono usciti dei modelli in schiuma che James ha dovuto perfezionare a livello di forma e finitura superficiale, investendo davvero un sacco di energie pur di finire il lavoro in tempo".
Per mettere a punto il telaio in tubi d'acciaio della 400GT è stato ingaggiato lo specialista Tony Foale, le cui indicazioni sono state integrate nelle specifiche definitive del progetto. Come detto, quest'ultimo è stato portato a termine sotto la responsabilità della Drysdale Motorcycle Co. dopo che Nic Butti aveva fatto ritorno in Cina, lasciando a James e a Drysdale il compito di svolgere un intenso programma di collaudi con il prototipo.
"Va detto che la Café 400GT ha percorso numerose migliaia di chilometri, per di più con un utilizzo gravoso, senza manifestare il benché minimo inconveniente meccanico. – spiega Drysdale – Si tratta dunque di un mezzo molto solido, soprattutto considerando il fatto che non si può fare a meno di far girare in alto il motore se si vogliono sfruttare al meglio le prestazioni disponibili, oltre a godere della bellissima timbrica offerta dal propulsore. La MPTCP ha fatto davvero un ottimo lavoro".
Se fino a questo momento, dunque, le aziende cinesi hanno sempre scelto la strada dell'imitazione, piuttosto che quella dell'innovazione, preferendo copiare da altri i modelli esistenti anziché proporre loro stesse qualcosa di diverso, la Vento Café 400 GT sembra interrompere questo trend e per più di una ragione, anche se a questo risultato hanno contribuito pure un pizzico di Australia, un pizzico d'Italia e un pizzico di Stati Uniti…
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