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Travo, frammento di un'epoca

di Emanuele Vertemati il 25/05/2009 in Moto & Scooter

Tra alcuni Marchi nobili della regolarità classica un'altra occasione di "ritrovo" per le vecchiette nel vasto panorama degli appuntamenti vintage

Travo, frammento di un'epoca
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Moto, cibo e risate in compagnia.
E' questo il mondo della moto d'epoca, che unisce storie e vissuti differenti: obiettivo, conoscere il più possibile di quel "ferro" che viene da lontano con cui non smetteresti mai di giocare.
E allora perchè non giocare in compagnia?

È da quasi una ventina di anni che a Travo piccolo centro nel piacentino posto sulle rive del Trebbia, grazie agli amici dei rispettivi registri storici si possono ammirare esemplari raffinati della regolarità dei tempi d'oro.


Hercules, Zundapp, Mazzilli e Gabor: moto che hanno scritto piccole e grandi vicende nella storia motociclistica tra competizioni, albi d'oro e produzioni in serie limitata.
Poi, col tempo, il raduno di marca è diventato "Travo" e basta.
Che vuol dire? Che la fame di eventi simili è implacabile.
Domenica 24 maggio c'è chi è arrivato da Firenze per girare due ore sulle colline piacentine.
Dall'anno prossimo, però, gli organizzatori vorrebbero tornare alle origini.

Raduno di marca, punto e basta.
Una scelta, condivisibile o no, ma legittima.
Poi, per gli appassionati del "ferro"che non amano replicare ambizioni giovanili inseguendo il cronometro (nelle gare di Gruppo 5) di occasioni nuove per ritrovarsi ne nasceranno.
Anche perchè in questo mondo il target è ben oltre i 40: più che con la prova speciale occorre, quindi, misurare prima le proprie forze, e la tenuta cardiaca...ben vengano allora appuntamenti del genere... definiamoli "tranquilli".
Nel campionato italiano sei lì con alcune vecchie glorie, nomi abusati dalle cronache motoristiche che neppure li ripeti più; gente che va ancora forte nel fettucciato ma anche in pista da cross.
Loro, carichi di storia e allori, pronti per partire, per l'ennesima volta, oggi come allora, senza tante ansie.
A Travo come a Selvino e in altri appuntamenti nel corso dell'anno, è tutto molto "soft".
E' soltanto un ritrovo apprezzato, un'occasione per far festa, dentro e fuori dal paese, salendo verso la collina, con un pensiero agli anni in cui indossavi un maglione di lana con il solo marchio della moto e il Goretex non esisteva.
Le moto sono sempre le stesse, anche se ieri, domenica, il parterre sembrava più sguarnito del solito, per la concomitanza di una prova, guarda caso, proprio del Campionato italiano di gruppo 5.
Oggi, che anche questa fetta di Belpaese deve fare i conti con divieti e permessi col contagocce, sono queste le occasioni per rivivere lo spirito dei fasti passati.
Basta un'occhiata alla moto e l'identikit del proprietario è fatto: chi la tiene lucida e la tira fuori solo per far festa, chi non bada all'estetica e punta al sodo, al motore che gira a mille, bombardato come mai lo è stato in origine: ognuno mette il suo giocattolo per far girare il circo.
Per le gare del Gruppo 5 "accrocchi", modifiche segrete ( ma non più tanto..) e sospensioni lunghe il doppio delle originali si sprecano.
A Travo la libertà è totale: c'è il raduno di marca, ma basta un "pezzo" qualsiasi purchè con due ammortizzatori e raffreddamento ad aria… Anche se poi le "moderne" non mancano.
Ecco, quel che conta è trovare la propria dimensione: se non corri ti restano che questi raduni: le gare dei registri storici, le cavalcate d'epoca, le "garette" di cortile tra motoclub.
Oggi più che mai l'offerta di manifestazioni si spreca, dentro e fuori i confini nazionali.
Una su tutte è Isny, ogni due anni (dispari), nell'Allgau, in Germania.
E quando vai oltralpe, c'è modo pure di conoscere quel mondo, quei marchi così esotici, specchio di un'epoca dove la pianificazione quinquennale e l'industria di stato erano parola d'ordine per il successo, produttivo e sportivo.
Marchi come Simson e Mz che hanno scritto la storia delle moto da regolarità, insieme ad altri costruttori, piccoli e grandi, in Europa e in Italia.
O come Rond Sachs, la raffinata olandese con un pezzo di storia italiana, grazie al connubio con Fortunato Nello, giovanotto calabrese con il pallino della meccanica, anima di un sogno tutto italiano durato solo qualche stagione.
O Giorgio Mazzilli, costruttore milanese, pilota prima e autore, fino al 1977, di una serie di modelli curatissimi ed esclusivi (quasi 300 in totale), in serie limitata, vien da dire, pensando alle produzioni di oggi.
Senza dimenticare Guido Borghin e le sue Gabor, con quell'estetica vagamente simile alle piccole Puch, così esclusive quanto ricercate tra i collezionisti.
Ma quanto durerà questo "giochino dell'epoca"?
Tra ricambi salatissimi e pezzi introvabili, alcune moto è forse meglio metterle in una teca?
Domanda retorica, se tra gli appassionati, in continua crescita, questo resterà, appunto, un giochino, un divertissement, che ci allontana dalle angustie della vita. Una sana ricetta per restare bambini e alimentare le fantasie, represse quando, ai tempi, avevamo solo una Graziella cross e stavamo ai bordi della pista a sognare.

Travo, frammento di un'epoca
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